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Compagnia Ilaria Drago

Compagnia Ilaria Drago

About Me

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Ilaria Drago
attrice autrice regista, allieva di Perla Peragallo lavora da anni per un teatro di poesia. Dal ’95 ha scritto, diretto ed interpretato circa una ventina di opere teatrali. E’ fondatrice con Salah Ibrahim dell’Associazione culturale El Mastaba, per la musica popolare egiziana a Firenze e ha fatto parte della compagnia di Leo De Berardinis. Ha diretto l’opera barocca Los Elementos in scena all’Auditorium del Museo degli strumenti musicali di Roma. Dopo avere fondato nel 2005 la Compagnia Ilaria Drago ha portato in scena gli spettacoli Notturno branco e Dreamtime project (in collaborazione con Alberto Tessore e Roberto Laneri, ispirato alla cultura aborigena australiana). Attualmente continua le tournée con il concerto teatrale su Giovanna d’Arco, già ospite in diverse manifestazioni e teatri in Italia e all’estero e lo spettacolo Mariacane in collaborazione con il musicista compositore Marco Guidi; uno spettacolo coraggioso che affronta il tema dello stupro. (debutto Atelier Meta Teatro e Teatro Palladium di Roma).E’ opinionista per il quotidiano Il Firenze.Come attrice e performer ha collaborato fra gli altri con: Luigi Cinque, Nanni balestrini, Roberto Laneri, Inti-illimani, Joumana Haddad, Acustimantico, Elizabeta Micheva, Luca Sanzò, Lello Voce, Paolo Fresu, Antonello Salis, Dhafer Youssef.Ha pubblicato Estasìe (Editoria&Spettacolo), con prefazione di Dante Maffia, Antonio Cipriani e David Riondino: una raccolta di suoi testi teatrali che comprende fra gli altri Mariacane monologo finalista al Premio Riccione per il Teatro 2005 e vincitore del Premio Elsa Morante per la letteratura 2006 (inediti).(Il libro è stato presentato a: Le Giubbe Rosse di Firenze con il direttore del quotidiano Il Firenze Antonio Cipriani, l’attore David Riondino e lo scrittore Dante Maffia; alla Fiera del libro di Roma “Più libri più liberi” al Palazzo delle Esposizioni con il direttore del quotidiano Epolis Roma Antonio Cipriani, lo scrittore Dante Maffia e il giornalista Franco Vivona; alla libreria “Archivi del ‘900” a Milano con il direttore del quotidiano Epolis Milano Antonio Cipriani e lo scrittore poeta Franco Loi. A Bracciano presso l’Associazione culturale Punto-Bio. Alla libreria delle donne di Milano).Vive e lavora a Vejano dove ha aperto lo spazio il mulino delle civette, sede delle sue attività culturali e con l’intento di: “…coltivare cultura! Coltivare cultura significa coltivare un futuro nella terra della propria memoria; significa non arrendersi alla schiavitù dell’omologazione e mantenere intatta la propria identità; significa opporsi alla mercificazione di ogni cosa, alla furia bruciante del consumo; significa sapere che la cultura non è solo qualcosa di elitario, bensì lo specchio e il racconto di cui tutti fanno parte…“E’ uscito: Dalla pelle al cielo (AvaglianoEditore), diario di una dodicenne sulla violenza familiare.
spettacoli attualmente in tournée e in produzione:
MARIACANE E GIOVANNA D'ARCO
GIOVANNA D'ARCO
Il viaggio di Giovanna d’Arco è narrato qui in forma di diario: appunti su come il cuore ha percepito e vissuto lo scorrere degli eventi tra l’orrore della guerra e le parole sussurrate dagli Angeli.
Come una viandante Giovanna lascia gli ormeggi della propria casa per attraversare il guado dell’esistenza in un viaggio catartico che si scompone in quattro momenti, detti le quattro stanze, che rappresentano differenti luoghi dell’anima: la chiamata, la battaglia, la solitudine, la resurrezione. Ma Giovanna è un pretesto. I viandanti siamo noi. Siamo tutti una giovanna. Lo siamo ogni giorno. Ogni volta che abbiamo l’occasione di vedere e la buttiamo via. Ogni volta che uccidiamo a colpi di indifferenza. Ogni volta che sappiamo aprire lo spirito al canto della frescura degli alberi.
Nella storia di questo viaggio scenico, si mescolano sogno e realtà. La realtà è negli occhi di Madìd, un bambino che sta morendo di fame nell’arsura del sole africano. La realtà è la testimonianza di uno stupro raccontato da una giovane donna che rappresenta tutte le donne che lo stupro lo subiscono ogni giorno, nelle guerre oltremare o in quelle della propria casa. Dalla guerra quotidiana in cui non si è più riconosciute a quella in cui si resta sventrate da un coltello, il feto tirato fuori, in un orrore indimenticabile. Il sogno invece, si chiama fede!
Lo spettacolo dunque è sogno e si scompone in quattro paesaggi surreali immaginati come quattro ipotetiche tappe evolutive dell’essere umano stesso e caratterizzati da ambientazioni luce differenti: come fossero quattro dipinti luminosi.
Seguendo questa suggestione la parola sposa la musica e diventa una nenia o una specie di mantra, in particolar modo nelle parti più dure dello spettacolo: il prologo dedicato Madìd e la testimonianza dello stupro.
Il linguaggio usato assume le forme più differenti da quella un po’ sporca e discorsiva a quella poetica fino a divenire nelle preghiere che Giovanna rivolge a Dio delle vere e proprie ballatine rappate. La morte di Giovanna viene intesa come il superamento di certe schiavitù cui l’uomo è piegato ed ha in qualche modo un’accezione positiva, tanto da far apparire la Pulzella nel fuoco quasi volasse libera nell’aria.
Anche il costume di scena segue questo senso di liberazione e cade giù, pezzo per pezzo durante lo spettacolo.
Il viaggio di Giovanna diventa quindi più che mai in questo “concerto teatrale” una metafora che ci chiama tutti a partecipare in prima persona e con responsabilità al gioco della vita.
LE STANZE DELLO SPETTACOLO
Un prologo - per un bambino: A lui Giovanna e l’attrice stessa dedicano la vita e la propria storia come segno di responsabilità, attenzione e memoria. Un bimbo come tanti altri da tenere per sempre nel cuore. Uno come quelli che non incroci tutti i giorni nella vita, ma che dovrebbero farne parte perché rappresenterebbero il futuro se gliene fosse data la possibilità. Un bambino come quelli brasiliani di sogni infranti, o quelli invisibili che sono abbandonati intorno a te, o quelli violati… e si chiama inferno la scuola di Beslan.
La prima stanza - la chiamata, l’incontro con la propria divinità e la partenza: Giovanna visionaria danza dentro i sogni nell’abbraccio dei suoi santi che la invitano ad aprire l’anima. La voce si mescola con i suoni indefinibili di questa chiamata al viaggio e Dio la piega come un ramo di salice, le sussurra nelle orecchie i passi da fare, le decisioni da prendere, le armi da impugnare. E’ già scritto tutto nel sangue che le scorre dentro e lei conosce sia l’inizio che la fine della storia. Impara la lingua di Dio e decide di partire. La bambina si fa donna imbracciando come scudo soltanto se stessa.
La seconda stanza - l’attraversamento della foresta del sé e la caduta: Gli occhi di Giovanna si annebbiano di sangue. Assiste agli orrori della guerra e diventa testimone di stupri e massacri: quelli che avevano segnato la sua terra lasciandola affamata e stanca. Quelli che battono col pendolo del nostro tempo sullo sguardo e lo uccidono. Giovanna non sa che armarsi dello stesso odio dei suoi nemici. Una ferocia indicibile la trasforma, ne confonde i lineamenti. La Pulzella annulla il ricordo di sé nell’estasi della vendetta. E da questa furia Dio se ne scappa lontano.
La terza stanza - la solitudine, la rabbia, la resa e la trasformazione: Venduta, tradita, offesa, Giovanna si specchia nella pietra dura del carcere che ne riflette un’immagine ruvida come la sua gola. E’ inevitabile il confronto con se stessa. Non sa più chi sia. Non sente più i suoi Angeli, contatto vitale per la sua essenza. Piccola. Ancora più piccola di quella che era prima di partire, si scaglia contro Dio che l’ha tradita, contro la Chiesa che l’ha rinnegata, contro il Re che l’ha usata. Ma proprio nel momento più doloroso in cui vive il terrore del rogo, si rompono le catene dell’orgoglio e la luce della sua santità torna a brillare. Un ricordo dolce si fa strada nella memoria: il suo cavallo che per lei si è donato con umiltà alla morte. Com’è l’amore semplice degli animali. Ed è proprio in questa semplicità potente e misteriosa che Giovanna si ritrova.
La quarta stanza - l’abbandono della forma, l’evoluzione, la riunificazione: Giovanna è silenzio. Non ha più bisogno di parole, non ha più bisogno di niente che la possa tenere ferma. Ha superato la foresta. Ha ritrovato quel sé divino che è proprio di ogni uomo. Giovanna è finalmente libera di “essere e basta” come le sussurravano i suoi Angeli, o Dio con le carezze del suo alito caldo.
JOAN D’ARC
The journey of Joan d’Arc is related on stage in the style of an emotional diary: like notes on her heart’s lifetime perceptions and feelings. What does matter is the human experience, rather than a chronological presentation of the events.
The performance unfolds like a dream and it is made up of four surreal sceneries representing hypothetical evolutionary stages of the human being; the sceneries are marked by different light settings, thus appearing like four shining pictures.
In tune with this imagery, words blend with music and become a dirge or a kind of mantra; so much so in the crudest parts of the play: the prologue, dedicated to Madìd, the starving child, and the rape scene. The language is manifold: at times a little rough and informal, at times poetical and when Joan prays to God it eventually turns into a kind of rap-style ballade.
Joan’s death symbolizes the liberation of man from bondages that pin him down and it has somehow a positive tone, to the point that the Maid in the fire seems to be soaring free in the air.
The stage costume itself echoes the liberation process, with its parts dropping down one by one as the play unwinds.
Therefore, through this “theatrical concert”, Joan’s journey becomes more and more a metaphor, urging each of us to join personally in the game of life with our full responsibility.
THE ROOMS OF THE PLAY
Prologue: It is dedicated to a starving child. Joan d’Arc and the performer herself dedicate to him their life and story as a token of responsibility, care and remembrance. A child like many others to be kept forever in their hearts.
Room one: JOAN is in the room of visions. Joan is totally absorbed in them and here she perceives a divine voice, a call to set off on a journey. The whole story has already been written and Joan knows both the beginning and the end of it. She resolves to leave, shielded only by her sole self and by the force drawn from her dream, from the voices she had perceived and from her unity with the divine.
Room two: JOAN is in the battle; through the forest. The hardest experience is the raping, which, like in every war, hurts and soils and kills a woman’s look. Joan arms herself with her enemies’ selfsame hate and frenzy, with ferocity transforming her, altering her features, blanking her self-recollection in Bacchic fury.
Room three: JOAN is now in the room of loneliness. Human she appears to the highest degree. She sees her hands stained with blood and inevitably she finds herself face to face with her own self. The cold stone of the jail, like a mirror, sends back to her an image as coarse as her throat. Yet a tender scene surfaces in her memory: her horse humbly giving up its life for a battle which was not its own and asking for nothing in return. Right this powerful and mysterious simplicity causes Joan to come round and find back her true self so that she can finally spring beyond the sheer form.
Room four: JOAN is silence. Now she needs no more words, she needs nothing more at all, nothing that could keep her tied. She is beyond the forest. She has found the divine self that is in every man; she has succeeded in finding her own. Joan is finally free “to be and nothing else”.

My Interests

Music:

Member Since: 10/17/2007
Band Website: ilariadrago.it
Band Members: Componenti della Compagnia:
Ilaria Drago
Matilde Jonas
Mikulàs Rachlìk
E con noi:
Cristina Latini
Marco Guidi
Alla truppa di lavoro sodo aderiscono:
Massimo Taglienti, Claudia Mei Pastorelli, Roberto Laneri, Marcello Sambati, Alberto Tessore, Reina Lòpez "la blanca", Danila Massimi con le sue percussioni, Stefano Scatozza con la sua danza musicale, Max Mugnai. Molti e molti altri sono chiamati per assolvere alle necessità della regista!

Influences: "...scoprire che, oltre la percussione quotidiana di notizie di sangue e indifferenza, esiste invece una popolazione umana che crede, che coltiva un futuro di speranze fatto di amicizia, solidarietà, bellezza e con la propria carne scolpisce la speranza di qualcosa di migliore per questo nostro mondo esausto e imbrattato!..."

Teatro contemporaneo significa teatro che vive insieme ai suoi creatori, e porta sul palcoscenico l’essenza del proprio tempo. Perché la Storia di un paese la fa il suo popolo, con i suoi umori, gli stati d’animo, l’invenzione e la creatività e perché i grandi eventi futuri sono composti da centinaia di piccoli eventi quotidiani!

IL NUOVO ROMANZO DI ILARIA DRAGO
DALLA PELLE AL CIELO
si trova nelle seguenti librerie:
ROMA:
RINASCITA - MONDADORI APPIA - STRADA - FAHRENHEIT - ODRADEK - MEL BOOKSTORE - FELTRINELLI GC - CROCE SRL - FELTRINELLI MAR - RINASCITA 2000 - ALTEROCCA - FIENAROLI (Bibli)

MILANO:
FELTRINELLI DUO - EMME ELLE - COOPERATIVA - RIZZOLI VITT - SAN GOTTARDO - TADINO - CENTO FIORI - PUCCINI - DELLE DONNE

FIRENZE:
DELLE DONNE - PAROLA - EDISON - MARTELLI - FELTRINELLI FI

Avagliano Editore

Nel giorno del suo dodicesimo compleanno una ragazzina riceve in regalo un diario e inizia così ad avere un amico al quale, giorno dopo giorno, confidare una storia. Due anni di violenze e abusi sessuali, di angoscia e di percosse, di stupori e innamoramenti, di amicizia e di speranza. Dai dodici ai quattordici anni le prime esperienze sessuali con l’amica, il primo fidanzato, ma anche lo stravolgimento del rapporto con un padre, violento, bugiardo, disperato, e con una madre impaurita, raggelata, insanguinata. In due anni la bambina s’avvicina all’essere donna e nel linguaggio che muta di ora in ora, di abuso in abuso, si scopre il percorso incerto, semplice, poetico, crudele, di una ragazzina che riesce, nonostante tutto e grazie ad un’amicizia angelica, magica e determinante, a vedere nella vita la più potente maestra, la più grande occasione di meraviglia.

per info e prenotazioni:
Avagliano Editore Tel. +39 06 54210624 Fax +39 06 54221964
[email protected]
acquistabile anche on-line www.avaglianoeditore.it

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Dalla pelle al cielo

domenica 17 agosto 2008 ore 21.00
Piazzetta Indipendenza - Porto Ercole - Monte Argentario.

"Affidato ad una scrittura che slitta dal basso all'alto (la ragazzina protagonista del libro vuole diventare poeta), Dalla pelle al cielo non ha una sola frase che sia falsa. Forse perché Ilaria Drago, vent'anni di teatro di poesia alle spalle, conosce il significato profondo delle parole e nell'uso che ne fa passa il dolore di tutte le donne, di tutte le figlie e le madri." Katia Ippaso (Liberazione)

Con il suo nuovo romanzo Dalla pelle al cielo, Ilaria Drago affronta un tema molto delicato, spesso dimenticato o consumato dai media con quella fretta morbosa che il più delle volte crea solamente l'effetto emotivo di un orrore senza rimedio: il tema degli abusi e della violenza consumati entro le mura domestiche.

In Italia una donna su quattro subisce un abuso e molte di queste donne, già da bambine, hanno vissuto un dramma nel chiuso della propria casa.

"...Per dare voce a chi non ce l'ha, a chi non si sente più in diritto di vivere, a chi si sente umiliata e senza dignità; ma anche per non dare una risposta scontata e superficiale ad un problema che deve essere affrontato con l'intenzione vera di scoprirne le cause e le dinamiche...". (Ilaria Drago)

TG1-servizio su Ilaria Drago

spettacolo attualmente in produzione e tournée:

MARIACANE-cronaca di uno stupro
di e con Ilaria Drago

dal monologo vincitore del Premio Elsa Morante per la letteratura(inediti) 2006

musiche originali Marco Guidi
ideazione luci, spazio scenico, dinamiche vocali Marco Guidi e Ilaria Drago

spettacolo vietato ai minori di 14 anni

..

Mariacane è un lavoro scritto col sangue d’ogni donna stuprata, con la disperazione delle ossa rotte, con la forza della resurrezione. Silenzi e corpo da suonare, questa è l’idea portante del lavoro e l’attenzione si concentra tutta su questa donna violata che diviene polifonia di respiri e canto. Mariacane è musica che ogni sera, ad ogni replica, si rinnova, poiché in tempo reale, dal vivo, la sua voce diventa ritmo, vibrazione sottile, graffio e, tramite l’utilizzo di uno strumento chiamato looper, si trasforma in una base su cui tessere le parole. Spogliata di tutto, a Mariacane non resta che dire solo i fatti che accadono, e questa semplicità diventa forza dirompente che invita a non dimenticare. Mariacane non è una vittima e lascia al pubblico, mentre se ne va aggrappata alla sua ala d’angelo, un femminile sacro e potente come fosse il testimone che passa perché si possa andare avanti con occhi diversi, perché il pubblico ne faccia qualcosa di buono, perché “il peggio non è morire, il peggio è vivere da morti, diventare l’ombra di se stessi!”

Estasìe

Estasìe, edizioni Editoria & Spettacolo, Roma 2006, pp.172, E. 10,00.
Prefazioni di Antonio Cipriani, Dante Maffia, David Riondino.
Illustrazioni di Max Botticelli e Studio PIT.
“...Questi testi andrebbero letti a occhi chiusi.”

Il libro Estasìe ha dato l'occasione di inventare il progetto:
"un artista si racconta... a casa tua!"
... Il pubblico s’impossessa dell’evento e diviene complice di un gesto di creazione; apre la porta di casa, prenota il suo artista e ascolta una storia: la storia di un cantastorie… che racconta la sua storia… fatta di storie!
La serata, informale, si apre con un invito a cena: un bicchiere di vino, un piatto di pasta, una forchettata fra amici e poi si entra a fare parte del racconto. L’artista si scopre e alterna ricordi, aneddoti personali e curiosità con letture, musica, immagini; con una semplice chiacchierata, porta i commensali all’interno della propria opera, rivelandone i segreti, le tensioni, le passioni.

CHI VUOLE PRENOTARE LA SUA SERATA PERSONALE A CASA PUO' SCRIVERE DIRETTAMENTE UNA MAIL A [email protected]
OPPURE QUI SU MYSPACE!

Estasìe è la raccolta di testi teatrali di Ilaria Drago, che trasforma se stessa da pagina da leggere a sogno musicale da ascoltare. Diventa così un progetto, l’occasione di trascorrere insieme del tempo per parlare, in maniera semplice e informale, di cosa sia il teatro, di quali tensioni, paure, speranze, necessità, valori sia piena la vita di un artista che, molte volte, si fa strumento e voce di chi voce, per dire di sé, non l’ha.

L’obiettivo del progetto è quello di vivere insieme l’arte. Più che una semplice presentazione di un libro infatti, Estasìe è desiderio d’incontro; è coltivare cultura insieme alla gente, dove per coltivare cultura s’intende coltivare un futuro nella terra della propria memoria; significa non arrendersi alla schiavitù dell’omologazione e mantenere intatta la propria identità; significa opporsi alla mercificazione di ogni cosa, alla furia bruciante del consumo; significa sapere che la cultura non è solo qualcosa di elitario, bensì lo specchio e un racconto di vita di cui tutti fanno parte.

L’incontro è dunque il racconto di una storia, quella dell’artista, che racconta delle storie, quelle scritte. Si alternerà una vera e propria chiacchierata ad una parte performativa cosicché la narrazione della vita dell’artista - come sono nati i testi, come si è svolta la messa in scena degli spettacoli, quali sogni e realtà difficili si leghino ad essi… - sia intrecciata alle letture musicali.

Sounds Like:

LA RASSEGNA "UN ARTISTA VI RACCONTA2007"
organizzata dalla Compagnia al Mulino delle civette
...UN SUCCESSO, GRAZIE A VOI!

Perché la rassegna un artista vi racconta…?
Per coltivare cultura! Coltivare cultura significa coltivare un futuro nella terra della propria memoria; significa non arrendersi alla schiavitù dell’omologazione e mantenere intatta la propria identità; significa opporsi alla mercificazione di ogni cosa, alla furia bruciante del consumo; significa sapere che la cultura non è solo qualcosa di elitario, bensì lo specchio e il racconto di cui tutti fanno parte. L’obiettivo della rassegna è quello di vivere insieme l’arte accogliendo il pubblico dietro le quinte, per dargli l’opportunità di scoprire da vicino cosa si nasconde dietro un’immagine, una voce, un gesto, un sussurro, e che lavoro immenso di fatica e di amore sia quello della realizzazione artistica.

“...perché l'Arte ha gli occhi di Dio, e lo sguardo potente di un Mistero che coltiva l'anima di chi la guarda, di chi la fa. Restituisce il senso dello stare, dell'universo, del sentirsi e del fare sentire vivi... questo non sarà mai vendibile, non sarà mai udibile da chi è troppo indaffarato a gestire dinamiche di potere , a contemplare solo se stesso... anziché la Bellezza, anziché l'Amore…”

gli artisti che hanno partecipato:

Reina Lòpez "la blanca" FLAMENCO - Marcello Sambati POETA ATTORE - Mikulàs Rachlìk PITTORE - Salah Ibrahim CANTASTORIE - Ilaria Drago ATTRICE AUTRICE

E' IN PROGRAMMAZIONE LA RASSEGNA UN ARTISTA VI RACCONTA2008!"

ILARIA DRAGO SOSTIENE L'ALBERO DELLA VITA
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Record Label: dinamiche vocali
Type of Label: None