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Canzoniere del Lazio : con la pubblicazione di "Quando nascesti tune" (1973), il Canzoniere del Lazio mette in luce la ricchezza della cultura operaia e contadina della regione capitolina, apportando un valido contributo alla ricerca sul folklore mediterraneo. Il materiale proposto dall'album matura con la partecipazione a numerose rassegne, spettacoli collettivi e Festival dell'Unità , spesse volte al fianco del Nuovo Canzoniere Italiano. Nell'inverno del 1973 il Canzoniere del Lazio aderisce allo spettacolo "Fare Musica" che lo vede insieme a Giovanna Marini, Elena Morandi e al gruppo di Gianni Nebbiosi. Da quella esperienza collettiva nasce l'esigenza di un rinnovamento musicale, già evidente in "Lassa stà la me creatura" (1974), album arricchito dalla presenza nel gruppo di nuovi musicisti dell'area romana, tra i quali ancora Gianni Nebbiosi, al sassofono, un personaggio identificabile nell'area della canzone politica (che pubblica da solista "Mentre la gente se crede che vola", ed un disco di sole voci con il gruppo di Prima Materia). In "Lassa stà ..." la musica assume connotati jazzistici, blues, rock ed il repertorio del Canzoniere allarga i propri confini andando a toccare il patrimonio musicale di altre regioni (Puglia, Campania, Sardegna). Gli strumenti popolari si affiancano a quelli elettrici, in una sorta di evoluzione stilistica comune ad altre formazioni del folk anglosassone, e dal vivo il gruppo riceve ampi consensi, come in occasione delle tre edizioni della Festa di Re Nudo al Parco Lambro di Milano (un estratto "Tarantella dei baraccati" finisce su "Parco Lambro live 1976"). Il chitarrista country Peter Kaukonen partecipa poi alla realizzazione di "Spirito bono" (1976) che contiene tre brani della tradizione musicale laziale e uno ispirato alla Sardegna. Si parla anche di un album dal vivo che però non viene realizzato. Il Canzoniere riscuote ulteriori riconoscimenti in Germania e Africa con un numero cospicuo di concerti e una formazione sempre più aperta a nuove collaborazioni, con Carlo Siliotto unico superstite del gruppo originario. Influenze africane affiorano anche nella realizzazione di "Miradas" (1977), prodotto da Paolo Tofani, con "Glorias" (ballata che ricorda le feste popolari della Sardegna), e "Nu gatto come nu lione" (di derivazione siciliana). "Morra" (1978) esce un anno dopo la ultimazione in studio e contiene tre lunghi brani tra cui "Tarantellone", che occupa un'intera facciata e mette in rilievo il potenziale dei singoli musicisti, capaci di esprimersi in gruppo senza eccessi di protagonismo. Negli ultimi due lavori Marcello Vento (ex Albero Motore) subentra a Piero Avallone. "Morra" è l'ultimo lavoro discografico del Canzoniere del Lazio, ma la vicenda ha ancora altri sviluppi per iniziativa dei vari musicisti che sono passati in formazione (...) Giannattasio e Brega, componenti del nucleo originario del Canzoniere, formano nel 1978 un trio con Andrea Piazza (arpa celtica, zampogna), proveniente dai Tarantolati di Tricarico e già collaboratore alla realizzazione di "Lassa stà ..." (come solista Piazza pubblica "Tirtananga", 1989, con brani strumentali per arpa). Il trio Brega, Giannattasio, Piazza assume poi il nome di "Malvasia" ampliando la formazione con Marcello e Massimo Pastorello, per pubblicare un album omonimo nel 1979, che resta confinato nell'ambito di certo folk-rock e utilizza strumenti come l'arpa celtica, la ghironda e la cornamusa irlandese. Da parte loro Pasquale Minieri e Giorgio Vivaldi, esaurita l'esperienza col Canzoniere, danno vita al gruppo "Carnascialia", una continuazione della ricerca sonora mediterranea, che ospita numerosi musicisti di nome (Demetrio Stratos, Mauro Pagani, Carlo Siliotto, Clara Murtas, Maurizio Giammarco, Danilo Rea,Luciano Francisci,Piero Brega) (...) L'album "Carnascialia" (1979) riunisce frammenti sonori di varia provenienza e consente alla band di raggiungere sorprendenti risultati anche sul palco, dove spesso sono raggiunti da Ares Tavolazzi e Giulio Capiozzo degli Area. Anche i Carnascialia partecipano al concerto per Demetrio Stratos e contribuiscono con un brano a "Il Concerto" (1979), documento sonoro di quella emozionante serata. Nel 1981 Pasquale Minieri, insieme a Freak Antoni degli Skiantos, fonda Beppe Starnazza e i Vortici, un gruppo che si segnala negli ambiti del rock demenziale (con rivisitazioni ironiche di brani firmati da Petrolini,Natalino Otto, Fred Buscaglione e Pippo Starnazza). Minieri diventa poi Produttore discografico esperto nelle nuove tecniche di registrazione e missaggio (ed in questa veste lavora per Gianfranco Manfredi, Teresa de Sio, Avion Travel e Claudio Baglioni). Carlo Siliotto, finita l'esperienza del CdL, diventa arrangiatore per De Gregori, Avitabile, Gragnaniello e Venditti (che segue anche in tournèe). Nel 1979 registra il suo primo album da solista ("Ondina") coprodotto da Venditti e Pablo Romero, e dà vita al gruppo "Gramigna", insieme a Fernando Fera, Clara Murtas, Marcello Vento e altri musicisti interessati alla commistione di generi musicali (con loro si esibisce in Germania, Ungheria, Grecia ed anche in Africa). Sempre nei primi anni '80, Siliotto scrive canzoni per Marivana e realizza una nutrita serie di colonne sonore per films (molte delle quali edite anche su disco). Piero Brega (prima di abbandonare il mondo della musica) collabora con Giovanna Marini, mentre Francesco Giannattasio sceglie la professione di etnomusicologo, attualmente docente di Etnomusicologia all’Università La Sapienza di Roma e pubblica una serie di scritti e ricerche su varie culture musicali. Anche Luigi Cinque approfondisce gli studi di etnomusicologia, non trascurando però l'attività di musicista che lo porta a registrare un paio di album a proprio nome ("Note di atemporalità " 1977, "Tarantula" 1980). Maurizio Giammarco, infine, (prima di entrare nel Canzoniere e poi nei Carnascialia e nel New Perigeo), fa parte della prima formazione dei Blue Morning e più avanti lavora nei circuiti jazz incidendo una serie di dischi, tra cui "Hornytology" (1992).
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Canzoniere del Lazio -'Nu gatto come a 'nu Lione- dal vivo a Adesso Musica, studi RAI di Napoli, 1976.