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Renato Sellani

La poesia del piano di Renato Sellani- FAN'S CLUB

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Che dire di Renato Sellani? Come definire quel suo pianismo asciutto, sottile, eppure colmo di umori? Quel suo errare lungo la tastiera alla ricerca di un pensiero capace di sbocciare ad un tratto e subito fiorire in una luce crepuscolare? Un anno or sono, proprio qui al Gipico, Renato Sellani aveva tenuto un concerto autobiografico, una sorta di viaggio nel tempo capace di fare riaffiorare ricordi, sepolti fra i mille concerti, e insieme aiutare il pianista a capire se stesso, a portare alla luce sentimenti chiusi da tempo nel silenzio di quel suo eterno ironico sorrisetto. Il concerto era stato un grande successo: la Splasch lo aveva registrato ed ora ecco il disco e Sellani torna al Gipico per proporre quel suo momento di estasi al pubblico che al nascere di quell'estasi era stato presente, in quella notte di febbraio, fredda e nebbiosa, improvvisamente colma di primavera. Ascoltiamolo ancora, seguiamolo in quel suo andare attraverso le strade di una poesia fatta di sussurri, di pause, di suggesstioni appena accennate, quasi che non di un pianista di questa nostra società frettolosa e chiassosa si trattasse ma di un griot, un cantastorie, capace di trasformare una favola in realtà, col semplice tocco di quelle sue mani che la tastiera sembrano voler soltanto sfiorare.Nato a Senigallia, entra giovanissimo in contatto con musicisti come Piero Piccioni e Umberto Cesari. Il suo primo incontro con musicisti di jazz americani avviene suonando per lungo tempo con il trombettista Bill Coleman. Nel 1954 approda a Milano dove prosegue la sua attività con il chitarrista Franco Cerri e successivamente entra a far parte del mitico quintetto Basso-Valdambini. Molti musicisti d'oltre oceano lo cercano per suonare insieme a lui. Si ricordano le tournè con Lee Konitz nel '58 (con il quale ha fatto una serie di concerti nel febbraio '95), con Chet Baker (la più famosa tromba bianca del jazz) nel 1960, '61, '68, '69 e '70. Ha accompagnato molti cantanti tra i quali Mina, Nicola Arigliano, Fred Bongusto, Lilian Terry, Renata Mauro, Helen Merril, Ginge Rogers e Sarah Vaughan. L'incontro con altri musicisti famosi è proseguito con Herb Geller al Festival di Bled, Buddy Collette (con il quale ha inciso alcuni LP), Gerry Mulligan, Stephan Grappelli, Franco Ambrosetti, Sergio Fanni, Eraldo Volontè, Tullio De Piscopo ed altri. Ha partecipato più volte ad Umbria Jazz e ad altri festival in Italia e all'estero. Ha fatto parte dell'orchestra RAI di Gorni Kramer. Intensa la sua attività di compositore per musiche di scena: "Puntila e il suo servo Matti" di B. Brecht per lo Stabile di Torino con Corrado Pani e regia di Aldo Trionfo, "Aspettando Godot" di Samuel Beckett per il Piccolo Teatro di Milano, "I sei personaggi" per la compagnia di Tino Buazzelli "Hai mai provato nell'acqua calda" per la compagnia di Walter Chiari. Le più recenti sono le musiche per le compagnie di G. Tedeschi, Renzo Montagnani e, per la commedia musicale "Gigì", per la compagnia di Ernesto Calindri. Numerose le partecipazioni televisive tra le quali come ospite fisso per tre anni al "Circolo delle 12" e "Tortuga" su RAI3. Predilige agire nell'ambito del jazz moderno classico in piccole formazioni, trio o duo (da oltre 15 anni in duo con il contrabbassista Massimo Moriconi) o piano solo, perché meglio si adatta alle atmosfere raffinate e liriche che lo contraddistinguono. Recentemente la casa discografica Philology lo ha scelto per la registrazione di una serie di duetti con alcuni giganti del jazz internazionale. Sono già in commercio un CD con il sassofonista Lee Konitz "Speakin Lowly" e uno con il chitarrista brasiliano Irio De Paula "Delicatessen". In corso di pubblicazione altri tre CD con Phil Woods e Tony Scott oltre ad uno registrato dal vivo da solo. Ha inciso inoltre diversi LP, sia in gruppo che per solo piano, nei quali spiccano anche le sue qualità di compositore dalle sonorità particolarmente suggestive e raffinate.

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Music:

Member Since: 12/27/2006
Band Website: myspace.com/renatosellani
Band Members:
Influences: Renato Sellani incontra Rosa Emilia in POESIA DO BRASILNella vita, capita che gli incontri più fortunati avvengano in maniera inaspettata e che il destino crei connubi sulla carta improbabili. Spesso, poi, si scopre che una “strana coppia” lo è solo in apparenza. È questo il caso di Rosa Emilia e Renato Sellani, due anime divise da tutto e unite dal sacro fuoco dell’arte musicale. Generazioni diverse, radici diverse, percorsi diversi. Anch’io li incontrai per caso, una decina d’anni fa al Music Empire Jazz Club di Piazza Affari, a Milano. L’intensa, ispirata, spontanea dolcezza della voce di lei si posava leggera sulla tastiera di un piano da lui dominato con magistrale talento. Cantavano e suonavano la bossa nova. Quella bossa nova che lui, marchigiano di mare in viaggio tra Roma e Milano, aveva visto nascere oltre oceano da attento osservatore e già affermato jazzista, mentre lei era nel grembo della madre, a Bahia. Quella bossa nova che a lei era cominciata a circolare in corpo negli anni in cui lui suonava con Chet Baker e Gerry Mulligan e che, brasiliana in Italia, aveva poi portato con sé insieme al resto del suo bagaglio musicale. Lui elegante, tecnico. Doti naturali mai fini a sé stesse ma messe al servizio del rigore melodico. Allo stesso tempo intrigante improvvisatore, non limitato in spazi angusti da regole mai accettate e studi teorici mai troppo amati. Lei libera, suadente, vera Rosa sbocciata con fioritura spontanea, una voce perfetta e ammaliatrice che veniva dalla pancia e dal cuore, insieme fonte di calore e frutto di una brasilianità non gridata ma sempre rivendicata. Renato sottolineava i voli di Rosa con la stessa naturalezza con cui aveva accompagnato Billie Holiday e Sarah Vaughan o con cui aveva insegnato “Volare” a Ella Fitzgerald. Rosa rispondeva ai ricami di Renato come faceva con le note di Nelson Angelo o con i versi di Cacaso, immenso poeta che, per una breve stagione, divise con lei le sue liriche e la sua esistenza. Entrambi eterei e intensi, profondi e sfumati, gravi e acuti, allegri e melanconici, vivaci e struggenti. No, non erano una “strana coppia”. Cantavano e suonavano la bossa nova. E oggi tornano a farlo, presentando le eterne e preziose perle della collezione di Antônio Carlos Jobim. Fu per me un incontro indimenticabile. Sarà un altro incontro memorabile, per chi avrà l’opportunità di ascoltarli. Sarà il nuovo incontro, in arte, di due vite. «Perché la vita, amico, è l’arte dell’incontro» (Vinicius de Moraes)Testo di Antonio Forni Renato Sellani encontra Rosa Emilia em POESIA DO BRASIL
Record Label: Philology jazz
Type of Label: Indie

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