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Titina De Filippo, vero nome Annunziata (Napoli, 23 marzo 1898 - Roma, 26 dicembre 1963) fu probabilmente la più grande attrice del teatro napoletano del Novecento.Figlia naturale del commediografo Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, sorella maggiore di Eduardo e Peppino, dopo aver frequentato le scuole tecniche debuttò sui palcoscenici da bambina. Raggiunse il successo a 31 anni, quando recitò durante la stagione 1929-1930 al Teatro Nuovo di Napoli nella Compagnia Stabile Napoletana Molinari diretta da Enzo Aulicino, accanto a Totò, suo coetaneo. Nel 1931 fondò insieme ai due fratelli il famoso Teatro Umoristico I De Filippo che debuttò il 25 dicembre con la commedia Natale in casa Cupiello, scritta da Eduardo. Da allora li seguì ininterrottamente, costituendo una parte decisiva nei loro successi e distaccandosene momentaneamente soltanto nel 1939, quando apparve insieme a Nino Taranto nella rivista Finalmente un imbecille, scritta da Nelli e Mangini.Nel 1945, quando Eduardo e Peppino si divisero per i noti contrasti o insofferenze, rimase insieme al primo, che formò con lei la Compagnia di Eduardo e dove conobbe autentici trionfi con Napoli milionaria (1945), Filumena Marturano (1946), scritta appositamente per lei, e Questi fantasmi (1947). Scioltasi la compagnia nel 1951, decise di ritirarsi dalle scene, in seguito a gravi problemi di salute, per dedicarsi alla pittura e al cinema, come caratterista gustosa e come sceneggiatrice e dialoghista (sul grande schermo aveva debuttato piuttosto tardi, insieme con i due fratelli, nel 1937), vincendo anche un Nastro d'Argento nella stagione 1951-1952 per la migliore sceneggiatura di Due soldi di speranza diretto da Renato Castellani. Tra gli altri, lavorò con Alida Valli, Anna Magnani, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Sylva Koscina e Ugo Tognazzi; comparve inoltre nel 1956 in un documentario diretto dal critico cinematografico Giulio Cesare Castello, Il museo delle voci.Da tempo sofferente di una malattia al cuore, si ritirò definitivamente nel 1959: due anni dopo è costretta a rifiutare un invito di Vittorio De Sica per partecipare come guest-star al film Il giudizio universale (1961). Subito dopo la sua morte, a 65 anni, lo stesso De Sica le dedica nei titoli di testa il film Matrimonio all'italiana (1964), trasposizione di Filumena Marturano. Sposata dal 1922 con l'attore Pietro Carloni, ebbe da lui il figlio Augusto (1923-1997) il quale lavorò saltuariamente nel cinema come aiuto regista e sceneggiatore, e pubblicò nel 1984 una biografia della madre.******************************************************
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Eduardo De Filippo (o, più semplicemente, Eduardo, Napoli 24 maggio 1900 - Roma 31 ottobre 1984). Commediografo, attore, regista e capocomico italiano.
Figlio naturale dell'attore e commediografo Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, Eduardo crebbe dentro l'ambiente teatrale napoletano insieme ai fratelli Titina e Peppino, rivelando fin da giovanissimo straordinarie doti comiche. I tre fratelli lavorarono insieme negli anni Venti sia nell'ambito del teatro dialettale che in quello più eterogeneo del varietà , della rivista e dell'avanspettacolo, raccogliendo quasi sempre delle ottime critiche.Parallelamente Eduardo compose testi di vario tipo, molti dei quali rimasti a lungo inediti: il più antico tra quelli pubblicati, Farmacia di turno che risale al 1920 e apre la raccolta Cantata dei giorni pari. Nel 1929 i tre De Filippo passarono nella compagnia Molinari e nel 1931 Eduardo scrisse per questa impresa artistica una delle sue opere più celebri, Natale in casa Cupiello. Successivamente però Eduardo fondò, raccogliendo l'adesione dei fratelli, la compagnia del Teatro Umoristico "I De Filippo", che tenne banco a teatro dal 1932 al 1944, anno in cui Peppino l'abbandonò per darsi al cinema.La scatenata verve comica dei tre fratelli risaliva alle forme farsesche dell'antica "commedia dell'arte", che Eduardo conosceva bene avendola studiata. Tuttavia Eduardo sentiva il bisogno di abbandonare il "provincialismo" napoletano della compagnia, o per meglio dire di confrontarlo con le forme più prestigiose del teatro contemporaneo: l'incontro casuale con Luigi Pirandello, che ebbe come conseguenze una grande interpretazione dell'opera Berretto a sonagli (1936) e la scrittura della commedia L'abito nuovo, fu decisivo in tal senso.Dopo un periodo di crisi intellettuale, dovuta soprattutto allo scoppio della Seconda guerra mondiale e alle differenti scelte artistiche effettuate da Peppino, nel 1948 egli acquistò il semidistrutto Teatro San Ferdinando di Napoli, investendo tutti i suoi guadagni nella ricostruzione di un antico teatro ricco di storia, mentre Napoli viveva una triste stagione all'insegna della più assurda speculazione edilizia. Il San Ferdinando fu inaugurato il 22 gennaio 1954 con l'opera Palummella zompa e vola Eduardo cercò di salvaguardare la facciata settecentesca del teatro realizzando all'interno un teatro tecnicamente all'avanguardia per farne una "casa" per l'attore e per il pubblico. Al San Ferdinando interpretò le sue opere ma mise in scena anche testi di autori napoletani per recuperare la tradizione e farne un "trampolino" per un nuovo Teatro. Adottò il parlato popolare, conferendo in questo modo al dialetto napoletano la dignità di lingua ufficiale, ma elaborò una lingua teatrale che travalicò napoletano ed italiano per diventare una lingua universale. Non vi è dubbio che l'azione e l'opera di Eduardo De Filippo siano state decisive affinché il "teatro dialettale", precedentemente snobbato dai critici, fosse finalmente considerato un "teatro d'arte".Tra le opere più significative di questo periodo meritano una citazione particolare Napoli Milionaria! (1945), Questi fantasmi! e Filumena Marturano (entrambi del 1946), Mia famiglia (1953), Bene mio, core mio (1956), De Pretore Vincenzo (1957), Sabato, domenica e lunedì (1959) scritto apposta per l'attrice Pupella Maggio nei panni della protagonista. Spesso le sue opere furono trasportate al cinema, a volte anche da lui stesso: Napoli milionaria!, ad esempio, fu anche un film del 1950 diretto ed interpretato da Eduardo con Totò, Delia Scala e la sorella Titina.Il teatro di Eduardo De Filippo va oltre la comicità "campana", supera i confini del teatro dialettale per diventare teatro puro e senza confini. Eduardo non abbandonò mai il suo impegno politico e sociale che lo vide in prima linea anche ad ottant'anni, quando, nominato senatore a vita, lottò in Senato e sul palcoscenico per i minori rinchiusi negli istituti di pena. Nel 1962 partì per una lunga tournée in Unione Sovietica, Polonia ed Ungheria dovè poté toccare con mano la grande ammirazione che pubblico ed intellettuali avevano per lui. Tradotto e rappresentato in tutto il mondo, combatté negli anni Sessanta per la creazione a Napoli di un teatro stabile. Continuò ad avere successo e nel 1963 gli venne conferito il "Premio Feltrinelli" per la rappresentazione Il sindaco del rione Sanità (da cui in seguito sarà tratta un film per la televisione interpretato da Anthony Quinn).Del 1974 è Gli esami non finiscono mai, allestito con successo per la prima volta a Roma: tale commedia gli permise di vincere il "premio Pirandello" per il teatro l'anno successivo. Dopo aver ricevuto due lauree honoris causa (prima a Birmingham nel 1977 e poi a Roma nel 1980) nel 1981 fu nominato senatore a vita al posto di Eugenio Montale, e aderì al gruppo della Sinistra Indipendente. Quando morì, la camera ardente venne allestita al Senato e fu sepolto al cimitero del Verano, dopo solenni esequie trasmesse in diretta televisiva, e dopo il commosso saluto di oltre trentamila persone.Nel teatro italiano, la lezione di Eduardo resta imprescindibile non solo per quanto concerne la contemporanea drammaturgia napoletana (Annibale Ruccello ed Enzo Moscato) e tutta quella fascia di "spettacolarità " tra cinema-teatro-televisione che ha riconosciuto in Massimo Troisi il proprio campione; ma tracce dell'influenza di Eduardo si riconoscono anche in Dario Fo ed in tutta una serie di giovani "attautori" come Ascanio Celestini (soprattutto in merito al linguaggio) o di personalità sconosciute al grande pubblico che lavorano nell'ambito della "ricerca" (si ricordi ad esempio Gaetano Ventriglia).************************************************
*************Peppino De Filippo (Napoli, 24 agosto 1903 - Roma, 27 gennaio 1980) autore teatrale e attore di cinema, teatro e televisione. È considerato uno dei più grandi attori comici italiani del Novecento.Figlio del commediografo Eduardo Scarpetta e fratello di Eduardo e Titina, debuttò sui palcoscenici sin da bambino. La sua prima interpretazione fu quella del piccolo Peppiniello in Miseria e Nobiltà , una sorta di battesimo del fuoco, comune a tanti figli d'arte del teatro napoletano. Dopo varie esperienze con diverse compagnie teatrali, sempre in ruoli da 'generico', nel 1931 fonda insieme ai fratelli la 'Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo'. E' un esperienza di grande successo: tournè in tutta Italia, nuove commedie, critiche entusiaste e teatri sempre pieni. Tuttavia nel 1944, per un dissidio con il fratello Eduardo, Peppino lascia la compagnia. Questa separazione darà modo a Peppino di trovare un suo stile come autore, distinguendosi da Eduardo per il tono delle sue commedie, più leggero e brillante. Anche come attore, Peppino avrà modo di mostrare tutta la sua versatilità ; si ricordano in particolare due interpretazioni che danno la dimostrazione della capacità di Peppino di uscire dai limiti del teatro brillante e dialettale: quella de Il Guardiano di Harold Pinter e quella di Arpagone nell'Avaro di Moliere.Ma Peppino non è legato solo al teatro: probabilmente la sua grande popolarità è dovuta soprattutto al cinema e alla televisione. Al cinema, il suo sodalizio con Totò in diversi film, ha dato vita ad una delle più straordinarie coppie comiche del cinema italiano. I loro film furono straordinari successi di pubblico, sebbene la critica dell'epoca li snobbasse; in particolare si ricordano: Totò, Peppino e la malafemmina, Totò, Peppino e i fuorilegge, La banda degli onesti. Ha lavorato anche con registi come Federico Fellini e Alberto Lattuada.Altrettanto memorabile è il personaggio inventato per la trasmissione televisiva Scala Reale: Pappagone. Un umile servitore, al servizio del Cummendatore Peppino De Filippo, in cui convergono le tipiche maschere del teatro napoletano (Pulcinella e Felice Sciosciammocca), inventore di un gergo particolarissimo ed esilarante. I suoi 'pirichè', 'ecquequa', 'carta d'indindirindà ' entrarono nel parlato comune divenendo modi di dire diffusissimi.Sposato tre volte, dalla sua prima moglie Adele Carloni ha avuto un figlio, Luigi, che continua con successo l'attività di suo padre.
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