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RUMORE MAGAZINE
E' in edicola il numero di luglio/agosto, in copertina CSS.
Questo mese si parla di:
- BRASIL 2MIL: CSS, Bonde Do Role, Tetine
- MELVINS
- In giro coi MOJOMATICS
- Un Network Rumoroso DONNA BAVOSA & ROBOT RADIO
- Noir Metropolitano LONDRA, BROOKLYN, LOS ANGELES
- Retropolis: SPECIALS
+ NOISE - GUIDA PRATICA AL RUMORE
(a cura di Andrea Prevignano)
“La vita antica fu tutta silenzio. Nel diciannovesimo secolo, con l’invenzione delle macchine, nacque il Rumore”. - Luigi Russolo, L’arte dei rumori, 1913 Febbraio 1734. Il primo telaio meccanico entra in funzione. Le macchine producono un rumore assordante, i primi operai si guardano impauriti. È l’inizio della modernità, e davanti a essa più due secoli di guerre (si veda più sotto l’incidenza della guerra nell’incremento della quantità di rumore nel Novecento) e di industrializzazione, e a essa inestricabilmente legata un enorme, assordante, incombente rumore, il cosiddetto “suono indesiderato” - quello meccanico e ritmico del fordismo e del taylorismo - che avvolgerà il mondo in una coltre di watt. Come nota Paul Hegarty in Noise/Music - A History (Continuum, 2007) con l’avvento dell’era industriale, “le macchine aggiunsero una stratificazione di volume e continuità al suono indesiderato. Con la meccanizzazione la percezione del rumore si estese e il suono delle fabbriche fu associato alla ‘fragorosa’ classe lavoratrice, e venne considerato infimo in quanto basso, non accettabilmente gerarchizzato nelle forme della musica ‘colta’ e nell’ambito dei significati noti”. Il rumore esondò, e dalle fabbriche e si riversò, insieme alle polluzioni chimiche, nelle strade. Le case e le sale da concerto, spazi borghesi, divennero dunque i luoghi dell’esclusione del rumore...

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... anche quello

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Totò e Peppino