Sua grande passione di una vita è stata la Pittura, ma anche lo scrivere. Una sua poesia che ha ispirato il titolo di uno dei romanzi di Livia (Margherita Gauthier):"NELLA FORNACE DEGLI UOMINI"Nella fornace del diavolo/ si stanno fabbricando/ angeli./ Nella fornace del diavolo/ il fuoco è un grosso/ eterno rubino:/ ogni uomo dovrebbe conoscerla./ Alla fabbrica degli uomini/ si stanno fabbricando/ demoni.../ ma nessuno ne sa niente.../
La sua amata figliola Larissa.... ************************************************************ * ****************Un canto Navajo per lei:*******************"Cammina sul sentiero/ dell'arcobaleno,/ cammina sulle note/ di un canto,/ e tutto intorno a te/ sarà bellezza./Troverai la via per uscire/ dalla più fitta nebbia,/ fin oltre l'arcobaleno..." CANTO NAVAJO **** ************************************************************ ****************************************************IO ORA SPESSO PASSEGGIO A FIANCO DELL'ARCOBALENO, FRA PROFUMI DI FIORI, ALBERI SECOLARI, LE MIE CASETTE COLORATE NAIF ED AMICHE API CHE VOLANO OPEROSE.... CONTINUA LA MIA STRADA DI CITTADINO DEL MONDO, CITTADINO DELL'UNIVERSO. ************************************************************ ****..****************************************************** ******* C'è una quinta dimensione oltre a quella che noi già conosciamo: è senza limiti come l'infinito e senza tempo come l'eternità . E' la regione intermedia fra la luce e l'oscurità , la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere. E' la regione dell'IMMAGINAZIONE... una regione che si trova... ai confini della realtà ... ************************************************************ ************************************************************ ..********************************************************** *..
***********************************************Questo è un racconto dedicato ad una delle sue Muse ispiratrice, Flavia... A parere della Musa Livia, potrebbe essere la misteriosa e cristallina scena di un film... ****"Oltre il buio ... Il Lago delle Forme" *****I due sedevano in un angolo, per gli altri come non esistessero.***************************Una stanza piena di musica, d'una musica tenera e seducente- I due, un uomo ed una donna, rincantucciati nell'angolo, si fissano parlando sommessamente. Lei sta parlando, lui la ascolta. Il viso di lei è caldo, deciso, luminoso. Le parole nascono come suoni che l'avvolgono.Le parole sono musica, calda e luminosa, i suoi occhi un lago bruno,la sua voce è un caldo violino che si perde nel canto di una donna. Le parole non sono più: lui la grande acqua, il lago da attraversare gli occhi. Lui vi naufraga e ... vede.Ha paura. Capisce. Ha ancora paura. Nel lago le parole sono oggetti, forme, simboli.Ora sa ma ha paura.Torna indietro alla riva ed esce dal "Lago delle forme", ma le porta ora con sè. Ora sa. La paura è lontana. E' tornato a riva. Lei è la di fronte, la guarda, la vede in tutto il suo corpo. I suoi neri capelli poggiano su di una sfera di verde cristallo; i suoi bruni occhi due forme lontane, perdute in quell'ovale di trasparente verde cristallo.Tutto il suo corpo è un involucro diafano. Ancora paura: non luce che avvolge l'ovale cristallo, ma molle e liquida luce. La forma è pura, assoluta. Lui ora sa... tutto. La luce è assorbita, la forma ritrova il suo involucro. Lui e lei sono in un angolo; si guardano, nessuno sa di loro. La stanza è piena di musica, si mescolano le parole. I due sono là che si guardano e parlano. Vorrebbe tornare al lago, ma non può. In un angolo al buio è ormai solo." ***************************
**************************Narra Ovidio:"Quando i restanti canti orneranno i solenni trionfi e lunghe pompe vedrà il Campidoglio, sarai sul capo dei condottieri romani: sarai fedele custode davanti alle porte imperiali e la quercia mirerà ch'è nel mezzo"
- ODE ALLA VITA - Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,/ ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,/ chi non cambia la marca,/ chi non rischia e cambia colore dei vestiti,/ chi non parla a chi non conosce./Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru./ Muore lentamente chi evita una passione,/ chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle 'i'/ piuttosto che un insieme di emozioni,/ proprio quelle che fanno brillare gli occhi,/ quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,/ quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti./Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,/ chi è infelice sul lavoro,/ chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,/ chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati./ Lentamente muore chi non viaggia,/ chi non legge, chi non ascolta musica,/ chi non trova grazia in se stesso./ Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,/ chi non si lascia aiutare;/ chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante./ Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,/ chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,/ chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce./ Evitiamo la morte a piccole dosi,/ ricordando sempre che essere vivo/ richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare./ Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità ./Pablo Neruda