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About Me

********************************************************** Buongiorno a tutti gli amici di Myspace. Sono LIVIA ovvero Margherita Gauhtièr, una esagerata ed appassionata collezionista di bambole da quando ero bambina. Le amo in modo totale, sia le bellissime, che le bruttine, che le smorfiosette. Ai miei tempi era difficile ricevere in regalo dalla "befana povera" una bella e vera bambola: quelle belle che se ne stavano dritte dritte nella scatola di cartone. Così noi bambine borghesi ci accontentavamo di quelle di stoffa, con le treccine di lana fatte dalla nostra mamma. ************************************************************ ************************************************************ Ho capito una cosa: che le bambole hanno un tale fascino che, chi se ne innamora e le insegue appassionatamente attraverso il tempo, non può più fare a meno di loro. In camera per es. io ho due bambole sorridenti con i dentini: appena le guardo, se ho un pò di tristezza o malinconia, me la fanno sparire. In un'angoliera poi c'è la mia piccolina tedeschina, di porcellana-biscuìt, vestita da me con pizzi e trine antichi. E' del 1890... Amiche, vi rendete conto! Come ha fatto un esserino così fragile ad arrivare nelle mie mani??? Io lo so: è stata fortemente amata e curata da tutte le sue padroncine.... Infatti quante nostre bambole sono finite rotte nei cassonetti dell'immondizia??? Tante, tante, quasi tutte. Ecco perchè io l'amerò e la curerò sempre e la guarderò sempre ponendomi la solita domanda: chi saranno state le sue padroncine??? Chi l'ha cullata e l'ha baciata in 120 anni terrestri? E' proprio questo mistero delle bambole antiche che affascina noi collezioniste. ***********************************************************. .Scandagliare l'origine della bambola significa andare al di là del giocattolo per addentrarsi in una vicenda storica perduta nel tempo fatta di intuizioni, di mistero, di tesori da collezione, di mode e di originali creazioni. La bambola ha seguito l'uomo nel suo cammino evolutivo, sin dal lontanissimo periodo preistorico. Assumendo diversi significati, è passata attraverso culti funerari, rituali legati alla prosperità e alla fecondità ed alla stilizzazione simboleggiante di divinità e di forze della natura. Aspetti ampiamente testimoniati, attraverso i millenni, da ritrovamenti archeologici e da citazioni letterarie. Dalle piu' antiche civiltà, come la babilonese, l’egizia, l’etrusca, la minoica, la greca e la romana, sono giunti fino a noi i resti di bambole in argilla, avorio, legno, stoffa, osso ed alabastro, non di rado con arti snodati e capelli intrecciati. La bambola è uno di quegli oggetti che si ripetono immutati attraverso i secoli e nei posti piu' distanti tra loro. Questa onnipresenza è forse da collegare alle implicazioni magico-religiose che ha il giocattolo; implicazioni che sono, ovviamente, maggiori in civiltà di tipo arcaico. Anche il termine inglese doll (in italiano bambola) che deriva dal greco eidolon,ossia idolo, contribuisce a ricordare il carattere religioso o magico di questa delizioso oggetto. Philippe Aries, nel suo libro Padri e figli (Laterza, 1968), scrive: "Alcuni giochi sono nati dallo spirito di emulazione che spinge i bambini ad imitare il comportamento degli adulti riducendolo a loro misura; altri invece sembrano denunciare un’origine diversa in quanto si presentano come depositari di manifestazioni collettive ormai abbandonate dalla società degli adulti e spogliate del loro carattere sacro". Comunque sia, la presenza delle bambole è testimoniata in ogni tipo di cultura: dalle più antiche a quelle tecnologiche, dalla civiltà occidentale all’orientale. Tuttora, queste amiche silenziose e fedeli accompagnano le bambine di tutto il mondo. Sono cambiati i materiali e le fogge ma le bambole conservano inalterata la prerogativa di rimanere lo specchio di un’invisibile realtà interiore. ************************************************************ **********************************************************Re perti archeologici significativi, da cui possiamo attingere importanti informazioni sull'origine della bambola, provengono da alcuni ritrovamenti fortuiti avvenuti nel centro storico della città di Roma.Il 10 maggio del 1889, durante i lavori per la costruzione del Palazzo di Giustizia, viene alla luce un sarcofago contenente il corpo di una fanciulla di 18 anni. Sul sarcofago, risalente al 170 d.C., un'iscrizione che indica il nome della fanciulla: Crepereia Tryphaena. La cassa del sarcofago, che presenta alcuni elementi tipici dell'età Antoniniana, orienta la datazione negli anni intorno al 170 d.C. Tolto il coperchio, i presenti non poterono che rimanere stupiti dall'immagine che gli si presentò davanti agli occhi. All'interno del sarcofago, che era colmo d’acqua, per uno strano caso i bulbi di una pianta acquatica, che produce lunghissimi filamenti color d'ebano, avevano messo le loro radici sul cranio, creando una scena di malinconica e trascinante forza evocativa. Oltre ad una bambola pregiata, accanto alla fanciulla, rinvennero anche preziosi monili in oro, argento e pietre preziose, una corona di mirto con un fermaglio d’argento al centro, a testimonianza che la defunta apparteneva ad una famiglia aristocratica. Infilati nelle falangi superiori dell'anulare e del mignolo della mano sinistra di Crepereia tre anelli, di particolare interesse. In uno di essi è inciso un nome: Filetus. Forse il promesso sposo!? Nella struggente poesia, che il ritrovamento del sarcofago, ispirò al poeta Giovanni Pascoli, la bambola di Crepereia è diventata "...Venerique pupa nota negata est" "...riconosco la bambola promessa invano a Venere", perché la fanciulla non è riuscita a donarla alla dea prima delle sue nozze. La bambola, alta venti centimetri, è in avorio, ha gli occhi grandi, con iride e pupilla dipinti plasticamente, i lobi forati ed un’acconciatura complessa, molto in voga nel II sec.d.C (i capelli raccolti in trecce e poi girati intorno al capo). Le braccia si raccordano al corpo mediante imperniatura, mentre le gambe si innestano negli appositi alloggiamenti, incavati all'interno del bacino, grazie ad un accurato sistema ad incastro fissato con perni; lo stesso collegamento rende possibile l'articolazione del gomito e del ginocchio. Il lavoro è stato eseguito con una precisione e una perizia tali da richiedere la padronanza di uno straordinario livello tecnico.Perfetta nell'esecuzione, testimonia una maestria artigianale che non trova riscontro in altre bambole romane di quel periodo.Il 6 febbraio del 1964, in Via Cassia, a Roma in un cantiere edile, a 5 m di profondità, si scopre il corpo imbalsamato di una bambina di 8 anni, collocato in un sarcofago. Il corpo della piccola viene portato come un qualsiasi cadavere da identificare, all'Istituto di Medicina Legale dell'Universita' di Roma. Ma condotto l'esame necroscopico il Dott. Gerin, all'epoca direttore dell'Istituto, constata che si tratta di un corpo imbalsamato tra il 150 e il 200 d.C. E' da qui nasce lo sconcerto degli esperti: mummificare i defunti non era consuetudine del popolo romano.L'ipotesi più accreditata ritiene che la bambina sia morta in Egitto e sia poi stata trasferita a Roma. Ma dopo un periodo di scalpore, sul ritrovamento cade il silenzio. Accanto alla piccola, alcuni rari gioielli di splendida fattura ed una bambola d'avorio. Forse per continuare il gioco interrotto? E probabile.Il 19 marzo 1993 a Vallerano, lungo la Via Laurentina, viene trovato lo scheletro di una fanciulla di 16 anni in un sarcofago, privo di iscrizioni. La mancanza di iscrizione induce a pensare che si tratti di una schiava, ma una volta aperto viene trovato un prezioso corredo funebre degno di una nobile. Purtroppo non si può collocare storicamente la defunta, ma si può solo ammirarne il volto ricostruito al computer. Anche questa volta la fanciulla è accompagnata da una bambola, con caratteristiche molto simili a quelle precedentemente rinvenute. Una fanciulla in miniatura ferma nell'ora piu' vaga della vita: quella dell'attesa. ************************ ******************************* ******************************************************** ..
ROSSANO RUBICONDI tribute
http://www.youtube.com/watch?v=SE9-ydA1qvw
La meravigliosa Belen
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Mi piacerebbe conoscere altre collezioniste di BAMBOLE. ******************************************************* Le BAMBOLE sono giocattoli antichissimi. Nelle tombe degli egizi e degli etruschi gli archeologi hanno ritrovato bambole bellissime, fatte di legno o terracotta, dipinte a colori vivaci e spesso ornate di gioielli preziosi.Le bambole con cui giocavano le bambine greche, erano fatte di argilla cotta, osso o cera e raffiguravano donne adulte. Le bambine romane potevano disporre di bambole fatte di legno, di cera, d'avorio e persino d'alabastro, le quali avevano espressioni differenti; alcune sorridevano, altre piagnucolavano, proprio come le bambole moderne. Le bambole hanno sempre indossato abiti che riflettevano la moda del secolo; dal 1600 i costruttori di giocattoli iniziarono a creare le case di bambola, fornite di arredamento in miniatura ed accessori.Nel 1700 si cominciarono a costruire giocattoli semoventi e le bambole, costruite con legno, cera e cartapesta, divennero oggetti preziosi che si muovevano delicatamente, seguendo il motivetto di un carillon.Nell'ottocento le bambole ritornarono ad essere bambine, con rosee guance di porcellana. All'inizio del secolo nacquero le bambole di pannolenci, tenere sorelline delle bambole di celluloide, con gli arti mobili. Solo molto recentemente questi materiali sono stati sostituiti dalla plastica, infrangibile e lavabile, con cui vengono prodotti tutti i giocattoli moderni. Oggi molti adulti si contendono a caro prezzo le bambole antiche, che sono diventate oggetto di collezione, mentre le bambine di tutto il mondo giocano con Barbie, la bambola americana che sembra un'indossatrice. ************************************ **********************************************..************ ********************************************* Nel 1840 gli artigiani che producevano bambole furono conquistati da un materiale che grazie alla sua lavorabilità permetteva di ottenere effetti realistici decisamente notevoli: la porcellana cinese. Malgrado la proverbiale fragilità di questo materiale, le bambole riscossero ugualmente un gran successo per i loro volti espressivi e per i lineamenti delicati e raffinati. Le bambole erano di tre tipi: realizzate con un impasto di porcellana smaltata detta Bone China, di porcellana bianca non smaltata detta Parian e di porcellana non smaltata e colorata detta Biscuit. ********************** Antiche Bambole Francesi in Biscuit Intorno alla metà dell' Ottocento, a Parigi esisteva una piccola strada, dalla quale si accedeva al Passage Choiseul, interamente occupata da piccoli laboratori artigianali di vestiti, parrucche ed accessori in miniatura per bambole pregiate dove lavoravano artisti capaci di operare su più livelli professionali. Tutto quello che una signora alla moda indossava o avrebbe potuto indossare veniva riprodotto per le bambole: biancheria intima, corsetti, vestiti, scarpette operate, guanti in capretto, gioielli, pettini da mettere tra i capelli,trine, merletti, raffinate borsette e deliziosi ombrellini. ********************************************************** ************************************************************ ANTICHE BAMBOLE TEDESCHE IN BISCUIT ********************************************************** Gli enormi cambiamenti generati, nel corso dell'Ottocento, dalla rivoluzione industriale, furono le premesse di una nuova epoca, in cui il lavoro creativo iniziò ad ottenere incentivi e risorse dal mondo dell’industria e dell’economia. Quindi, fino a tutto l'Ottocento anche la storia del dollmaking si sviluppò insieme a quella della sperimentazione industriale. Le nazioni che gareggiavano tra loro, in una sorta di competizione estetica, per creare bambole di alta qualità realizzate con materiali d'ogni sorte erano la Germania, la Francia e la Danimarca. Ma nei primi anni del Novecento, un colpo di scena cambiò le carte in tavola:la Germania diventò la nazione maggiore produttrice ed esportatrice di bambole, in particolare in porcellana biscuit. ***********************************************************- LE BAMBOLE DI ARMAND MARSEILLE -La storia aziendale della Marseille iniziò nel 1885 circa, quando Armand Marseille, impiantò in Turingia (Germania) un laboratorio artigianale di bambole pregiate e di componenti per bambole di biscuit. Marseille diresse personalmente l'azienda, con l' obiettivo di una sempre maggiore qualità ed efficienza dei suoi prodotti. Dal 1925, anno della sua morte, subentrò il figlio Herbert e successivamente il nipote, sino al 1930.Le raffinate creazioni di Marseille spiccavano per la cura dei dettagli e per la varietà dei soggetti: bambole classiche, espressive, dalla foggia orientale o teneri bebè, bambole dagli occhi fissi o mobili, con gambe e braccia in un unico pezzo o articolate. Le bambole avevano guance estremamente paffute e colorite come mele rosse , perchè dovevano rappresentare i bambini in buona salute dell'epoca. Il corpo era realizzato in papier màchè, ossia carta macerata, o con un materiale a base di polpa di legno, segatura, crusca, stracci, colla e gesso detto composition (vedi il mio articolo Bambole in composition)Le parrucche, a differenza delle bambole francesi che erano realizzate con capelli umani, erano prevalentemente in mohair, a parte poche eccezioni con capelli veri. Marseille non si limitò alla realizzazione "materiale" della bambola, ma trionfò nella cura dei dettagli, in particolar modo con le sue prime bambole che possedevano superbi guardaroba di notevole ricercatezza sia nello stile sia nella qualità dei tessuti. Gli abitini erano in seta naturale con particolari di pizzi Valenciennes come gli abitini indossati dalle bimbe delle classi agiate.Intorno al 1909, Marseille realizzò una bambola che rappresentava un bèbè, nei primi due o tre giorni di vita, reso alla perfezione con la testina appena coperta da un accenno di peluria ed il corpo in telina leggera imbottita con le mani in celluloide. Il bambolotto che ebbe un successo strepitoso si chiamava "Dream Baby" (nella foto piccola)Marseille produsse due modelli, contrassegnati sulla parte posteriore del collo, di Dream Baby: il modello 341 con la bocca chiusa e il modello 351 con la bocca socchiusa e dentini bianchissimi in porcellana. I bèbè di Marseille erano vestiti come neonati veri, indossavano camicioni di piquet o di mussola e deliziose cuffiette di batista ricamata o decorate con nastri di seta.Le bambole Marseille portano inciso il marchio con il nome del loro creatore o semplicemente la sigla A. M. accompagnato dal numero dello stampo e dalla dicitura 'Germany' o 'Made in Germany', oppure il nome della bambola come ad esempio Florodora, Queen Louise, Darling ed altri . La prima serie di bambole, prodotta da Marseille, aveva inciso come numero di stampo il 370, la seguente 390.L'ingente produzione della fabbrica Marseille fa sì che le bambole siano oggi ancora reperibili e accessibili come costo. Attualmente, le quotazioni delle bambole Marseille oscillano dai 200 fino oltre i 1500 Euro, in base allo stato di conservazione e alla serie d'appartenenza. Le quotazioni dei Dream Baby, invece, si aggirano tra i 1000 e i 2000 euro.

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La meravigliosa Belen

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Posted by on Tue, 11 Nov 2008 14:20:00 GMT

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Belen Rodriguez Verissimo kirmiziturk.com

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Posted by on Tue, 11 Nov 2008 14:13:00 GMT