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Jazzin’Sardegna
Le origini
È il 1980 e la storia di Jazz in Sardegna inizia, al Teatro massimo di Cagliari, con il concerto degli Art Ensemble of Chicago. Fino ad allora, il jazz nella terra dei nuraghi aveva visto alcuni concerti organizzati nello storico club Spazio a..., con piccole rassegne dedicate all’avanguardia prevalentemente italiana e poco altro.
2.500 persone stipate in teatro e altrettante fuori, in attesa, nella speranza di poter ascoltare e vedere il primo, grande evento di una storia musicale che ha segnato la storia contemporanea della musica in Sardegna.
Tra il 1980 e il 1983 si susseguono le rassegne che servono a dare un assetto all’organizzazione che contemporaneamente individua la propria specificità . Innanzi tutto il nome: Jazz in Sardegna non è solo un marchio di fabbrica, ma si rivelerà ben presto una fortunata previsione con il moltiplicarsi di organizzazioni e territori che propongono questa musica e che fanno oggi della Sardegna la terra del jazz, con ben 5 festival internazionali. Negli stessi anni, forse casualmente, gli organizzatori guardano con attenzione all’originalità , ancora inespressa, del jazz europeo che si può intuire sia nel grande patrimonio musicale popolare e colto delle nostre regioni, sia nella vicinanza della madre di tutti i ritmi: l’Africa.
Sono gli anni (1981) di Suoni della Memoria , che anticipa il fenomeno della World Music e che, tra gli altri, vede sul palco il Tenore di Bitti e Alan Stivell, le launeddas dei maestri Burranca, Lai e Porcu, la tromba di Lester Bowie in un progetto (From the route to the source) dedicato alle fonti africane del jazz, Codona e La Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Sono anche gli anni del decentramento e Jazz in Sardegna, che allora fa capo all’Arci di Cagliari che proprio in quegli anni vive una fase felice di espansione, si dedica anche alla diffusione della musica jazz su tutto il territorio regionale. Gli altri festival (Berchidda, Sant’Anna Arresi, Cala Gonone, Santa Teresa) sono infatti ancora di la da venire e così concerti e rassegne vengono “esportati†in altre città isolane con la collaborazione delle amministrazioni comunali di Nuoro (1980/1981), Sassari (1984) e Iglesias (1988).
I Festival Internazionali
Preceduto da una grande rassegna primaverile (tra gli altri Cecil Taylor, Marcello Melis, Mal Waldron, Egberto Gismondi, Enrico Rava, Gary Peacock e Ralph Towner, Michel Portal e Lubat), il 1983 è l’anno del I° Jazz in Sardegna Festival che si tiene, dopo anni di abbandono, nella fantastica cavea dell’Anfiteatro Romano di Cagliari, uno dei più straordinari monumenti archeologici del Mediterraneo, nato per lo spettacolo e scavato nella roccia nel cuore della città . Migliaia di giovani affollano tutti gli ordini di posti, appollaiati perfino sulle rocce che sovrastano il palco, in un ordinato e partecipato connubio con i musicisti che animano le notti di un indimenticato luglio cagliaritano. Tra gli altri, oltre a Dollar Brand, Art Blakey, Freddie Hubbard, Paul Motian, resta memorabile la performance di Max Roach, giunto a Cagliari con un double quartet e, per dissidi con i tecnici del suono, protagonista di un fantastico “solo†di 20 minuti, accolto dal pubblico attentissimo con una clamorosa bordata di fischi a sottolineare la propria delusione per la mancata esibizione dell’ottetto in programma.
Da quel 1983, sono trascorsi 25 anni e 25 edizioni di un festival prestigioso che a cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta del Novecento si impone come uno degli appuntamenti più importanti del panorama jazzistico europeo. Pat Metheny, Hermeto Pascoal, Keith Jarrett, Michel Petrucciani, Eddie Palmieri con Ray Mantilla e Dizzy Gillespie, Tito Puente, Gil Evans, Miles Davis, Annie Whitehead, Working Week, Carmel & band, Lounge Lizards, Ornette Coleman, John Mc Laughlin, Paco de Lucia, Modern Jazz Quartet, Wynton Marsalis, Milton Nascimento, B.B. King, James Brown, George Benson, Herbie Hancock, Michael Brecker, Billy Cobham, Chick Corea, Al Di Meola, Fela Khuti, Spyro Gyra, Stan Getz, Manhattan Transfer, Dee Dee Bridgewater, Joe Cocker, Mc Coy Tyner sono solo alcuni dei nomi che, in quegli anni, hanno fatto grande un festival seguito dagli appassionati e da tutta la stampa.
Le Produzioni Originali
Già dalle origini, Jazz in Sardegna segnala la propria vocazione per le produzioni originali proponendo all’attenzione della critica e del pubblico l’incontro inedito tra musiche diverse - jazz, etnica, contemporanea &8211; così come il dialogo tra diversi linguaggi artistici: la musica, il teatro, la letteratura, il cinema, l’animazione. Così, tra le proposte del I festival internazionale, troviamo le ance di GianLuigi Trovesi che dialogano con le launeddas di Luigi Lai per un primo passo di un viaggio musicale che continua fino ad oggi. Folk e Jazz a confronto (1984), il rapporto tra il jazz e la musica contemporanea con il quintetto di Marcus Stockhausen (1985), i ritmi africani di Fodè Youla con Suonofficina, Riccardo Lai, Sandro Satta, Pietro Sala e Paolo Fresu (1985), Play with Gershwin , concerto e film proiettato anche a Venezia con Enrico Rava Steve Lacy, Paul Motian, John Taylor, le animazioni e le manipolazioni videografiche di Altan e la regia di Rodolfo Roberti (1987). E ancora Far Away Wave, The new soul in the ancient sound of Sardinia , produzione presentata a Brisbane, Malbourne, Sidney e New York con Mauro Palmas, Alberto Balia Elena Ledda, Paolino Dalla Porta, Lester Bowie e il Coro di Bitti; il Prime Time di Ornette Coleman con il coro di Bitti e le launeddas di Aurelio Porcu e Dionigi Burranca (1990), fino ad arrivare a Cancionista e Visioni di Sardegna presentati all’Expo 2007, diventati anche produzioni discografiche della S’ard, etichetta che produce le musiche di Jazz in Sardegna.
L’EuropeanJazzExpò 2007
Oltre 60 concerti in quattro giorni, sette sale appositamente allestite capaci di circa 4000 posti, l’occhio puntato all’Europa e al Mediterraneo dove cominciano a incontrarsi, mescolarsi e conoscersi culture, anche musicali, diverse.
E ancora proiezioni, stand, incontri, presentazioni di libri e mostre, etichette discografiche che possono presentare i loro prodotti e i loro musicisti.
È il contenuto dell’European Jazz Expo, dal 15 al 18 novembre alla Fiera Internazionale di Cagliari, che prevede di scandagliare l’Europa del jazz, scoprire novità musicali, costruire rapporti strategici con le riviste e i festival europei, nell’intento di rappresentare l’evolversi di una scena musicale nuovamente in fermento e di sottoporla agli appassionati, ai curiosi, ai direttori artistici dei festival, agli agenti, alle case discografiche, alla critica internazionale.
Sperimentato per la prima volta nel 2004 e definitivamente collaudato nell’edizione edizione 2006 (20.000 spettatori di una fascia d’età compresa tra i 18 e 50 anni, oltre 300.000 contatti su Internet, circa 40 testate giornalistiche e decine di siti Internet), l’European Jazz Expo 2007 si ripresenta sulla scena jazzistica europea confermando una formula attenta agli operatori del settore ma anche al pubblico, numeroso e appassionato.
Tra le più importanti dell’edizione 2007, da segnalare l’area dedicata alle agli operatori del settore - etichette jazz, festival e club, magazine specializzati non solo del settore artistico ma anche tecnico, produttori di hardware e software dedicati &8211; con circa 2000 mq articolati in spazi espositivi, sala conferenze e club dove sarà possibile presentare le proprie produzioni, sia live che su Cd. Area business riservata ai professionisti durante la mattina e apertura al pubblico nelle ore pomeridiane, quando i delegati dei grandi appuntamenti jazzistici europei potranno distribuire materiali e fornire anticipazioni e informazioni sulle loro manifestazioni.
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