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----------------------------DARK CITY is at one time the end and the beginning of a path. A journey that springs from the encounter of three
musicians: UGO VANTINI (DIVAE – BALLETTO DI BRONZO – TWIN
DRAGONS – EZRA WINSTON), STEFANO PONTANI (ANAGRAMMA –
EZRA WINSTON - MATILDA MOTHERS) and FABRIZIO SANTORO
(NODO GORDIANO – OAK). They discover to share similar musical
interests, at the point they soon join their efforts to give birth to a
musical project, DARK CITY. At the time, nobody of them knew
where this experiment could eventually take them, but two things
were clear from the very start: they did not want absolutely to
self-limit or censor themselves having regard to the music style, or
even to the upcoming tracks structure.
So, free improvisation had to play a great role. They started with
recording countless hours of music in the studio, freely and wildly.
They were quite satisfied about all that, as they were getting along
well and definitely growing as a band, what came from the very
long sessions; on the other side some technical imperfections and
even mistakes of each of the three were highlighted. But from the
speakers was now no more coming a raw sound, but a whole music
texture, an exciting and fresh mix of one's lifetime experience as
music listener, fan and player, a re-interpretation of classic songs,
almost ready to be channeled in a precise direction to be fully
enjoyable. They had either the choice, to rip the best part of any
session to build brand new songs ready to be put on tape, with a
clear and clean mood but perhaps lacking a bit of freshness and
naturalness; or to fully maintain the original recordings with their
well defined musical structure (but note that while in a jam
session, a band IS actually composing), and maybe simply getting
rid of errors and mistakes.
After a while, they decided to experiment in a third way, leaving
unaltered all the drums tracks and some remarkable lines of bass
and guitar from their sessions, but adding new music portions and
mixing solos and loops, all within the same song or maybe
transferring them to another one. Eventually coming to something
fully different.
Live and studio songs at one, a re-interpretation of covers,
contaminations from the ancient and new, in a communion of
different times and spaces, halfway from the works of TEO
MACERO, MILES DAVIS, FRANK ZAPPA's XENOCRONY.
This is why I say that DARK CITY is the end as the beginning of a
path, the end as testament of a deep, suffered and strange
creativity, and the beginning: of a journey in the undefined
universe of art.DR. FIESMOT-----------------------------------------------------
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DARK CITY dei VU METERS e' la fine e l’inizio di un percorso. Un viaggio che comincia con l’incontro di tre musicisti: UGO VANTINI (DIVAE – BALLETTO DI BRONZO – TWIN DRAGONS – EZRA WINSTON), STEFANO PONTANI (ANAGRAMMA – EZRA WINSTON -MATILDA MOTHERS) e FABRIZIO SANTORO (NODO GORDIANO – OAK). Tre persone che scoprono di avere gli stessi interessi musicali e decidono di farli convergere in un progetto comune, DARK CITY appunto. Nessuno di loro pero', all’inizio aveva idea di quella che sarebbe diventata l’opera finale e di come l’avrebbero portata a compimento. Su due cose erano d’accordo e cioe' che non ci sarebbero stati limiti auto imposti all’orientamento musicale e alla struttura dei brani. Questo probabilmente puo' accadere solo in un modo, attraverso l’improvvisazione. Quindi si chiusero in sala registrando a briglia sciolta, ore ed ore di musica. Ascoltando il risultato dei loro sforzi rimasero abbastanza soddisfatti, abbastanza perche' se da una parte affiorava l’accresciuta intesa musicale, derivata dal gran periodo di tempo passato a suonare insieme, dall’altra erano evidenziati gli sbagli e le naturali imperfezioni tecniche di ognuno, ma cio' che fluiva dagli altoparlanti era un mix di stili musicali, un vissuto personale di ascolti ed esecuzioni re-interpretate, molto stimolante e inaspettato che andava convogliato in una forma fruibile e godibile all’ascolto. A questo punto le direzioni da seguire erano due; estrapolare i passaggi migliori per costruire nuove composizioni e registrarle ex novo, acquistandone in pulizia e precisione ma perdendo freschezza e spontaneita', oppure mantenere le registrazioni originali che tuttavia avevano strutture ben definite (in realta', quando si improvvisa si sta comunque componendo) e correggere gli errori sulle varie tracce. Abbracciarono una terza ipotesi, quella di modificare la forma d’improvvisazione, lasciando interamente la batteria originale e qualche linea di basso e chitarra particolarmente significativa, aggiungendo nuove parti originali, montando porzioni di soli e loop da un brano all’altro o nello stesso e ottenendo cosi' qualcosa che esulava completamente dalla base di partenza. Live e studio contemporaneamente, l’interpretazione dell’interpretato, l’interpolazione tra vecchio e nuovo, tempi e spazi diversi. Un concetto che e' una via di mezzo tra i lavori di TEO MACERO, sui nastri di MILES DAVIS e la XENOCRONIA di FRANK ZAPPA. Percio' affermo che DARK CITY e' la fine e l’inizio di un percorso, la fine come compimento di una creativita' sentita, sofferta, anomala e l’inizio come esplorazione di universi artistici indefinibili. DR. FIESMOT
Dark City
Vu Meters
