About Me
“Il Progetto ManoSonora†nasce nell’aprile del 2006 nella fucina degli Hang in un piccolo angolo non lontano dal centro città di Berna dove la calma della foresta è cullata dal flusso del fiume Aare.
Massimo e Guido rimangono affascinati dalle scale armoniche di queste percussioni metalliche e decidono di formare un Duo unendo le rispettive precedenti esperienze musicali.
ManoSonora si esibisce nel corso del tempo in luoghi e occasioni diverse: in locali, nelle chiese, sui palcoscenici e in strada.
Il repertorio comprende esclusivamente brani propri, di genere “World Ambientâ€, che vengono arricchiti da altre sonorità : flauto, percussioni, canto armonico, scacciapensieri, tanpura...
ManoSonora offre all’orecchio un connubio di ritmo, morbide melodie e improvvisazione che non lasciano indifferenti!
"Suonare l'hang è un cammino, una corsa.
Comincia senza che te l’aspetti. È un solletico. Un discorso che cresce. Una cosa fluida con una punta stonata che imbroglia il percorso, tira il fiato, tiene svegli. Lontanissima dalla materia.
È paura e desiderio. Un massaggio con un colpo al cuore.
E poi mille. Con mille echi a fare da coda.
Fino a che la bestia, leggerissima, scivola via."
"Playing the hang is a walk, a run.
It starts when you don't expect it. It's a tickle. A growing talk. Something fluid with an out of tune touch that confuses the way, take a deep breath, keeps awake.
So far from matter. It's fear and desire. An hearthstriking massage. And then thousand times. With thousand echos following, crearting the tail. Untill the beast, lightly, slides away"
Monica Malverti
Guido Rolle (ManoSonora Sinistra)
Nasco l'11/12/77 a Torino.
A 8 anni inizio a suonare nella banda del paese, e scelgo la batteria.
Prendo lezioni private con un insegnante fino a 16 anni (ciao Felice!), con buona pace dei miei che sopportano piatti e tamburi.
Al Liceo faccio parte di una rock band, e intensifico lo studio individuale, così come i miei vanno perdendo i timpani, finchè mio padre sistema la mansarda, che diventa Sala Prove per la band (più originale della solita cantina).
Faccio la naja suonando rullante e batteria nella Fanfara della Brigata Alpina "Taurinense". Trasferitomi a Lecco (per amore), mi capita di suonare per un po' in una band di africani...
Poi, una sera, meraviglia delle meraviglie, ad un concerto sento suonare l'hang: amore a prima vista (e udito!).
Conosco quell'alternativo di Max da molti anni, e tra le varie cose che abbiamo in comune c'è pure questa.
Soprannomi: il Secco, Uitto, Magodellago.
Massimo Lodoletti (ManoSonora Destra)
Ho emesso il primo suono il 27/11/1967.
Sono sempre stato affascinato dalle sonorità orientali, in particolare dell’India, e dal loro modo di interpretare e vivere profondamente la musica. Quindi inizio le mie prime esperienze musicali arpeggiando una Tanpura, strumento di accompagnamento della musica classica indiana, e sviluppo nello stesso tempo la tecnica vocale del “canto microtonale†(overtone), studiando con D. Hykes e G. Lombardi, con cui ho fatto parte del coro InCanto. Attraverso questa tecnica ho iniziato a prendere coscienza degli effetti che il suono induce sul corpo fisico, emozionale e mentale, a potenziare le capacità espressive della voce e ad affinare la mia qualità di ascolto.
Poi nel settembre del 2004 accade l’inevitabile, un vero colpo di fulmine: primo incontro sonoro con l’Hang. Mi procuro il primo modello con scala pentatonica (Pygmy) e inizio a sperimentare le vibrazioni magiche del disco armonico. Pur non avendo nozioni di ritmica, miglioro progressivamente le mie capacità tecniche ed espressive, ulteriormente arricchite da un nuovo Hang di 2° generazione.
L’empatia con lo strumento è talmente intensa che spesso è lui stesso che mi insegna e guida verso nuovi percorsi sonori.
Con Guido, che conosco dal 1997, inizio un cammino di condivisione di interessi che si consolida con l’incontro dei nostri due Hang nel progetto ManoSonora.
"Io sono suono"
"Fino a quando dovremo suonare, maestro?".
"Fino a quando gli strumenti non saranno più necessari, e avremo soltanto la musica e quella realtà profonda e infinita alla quale la musica conduce".
"Qual'è questa realtà , maestro?".
"Il Maestro".
(Sanvito Luciano - Concerto in Dio maggiore).
"How long have we to play, maestro?".
"Until the instruments won't be useful anymore, and only music, and that deep and infinite reality music brings to, will remain".
"Which is this reality, maestro?".
"The Maestro".
(Sanvito Luciano - Concert in major God).