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I Gatti Mézzi

DISCORSI E MUSIE IN VERNAOLO PISANO

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Member Since: 7/28/2006
Band Members: Francesco Bottai: chitarra, voce e kazoo - - -Tommaso Novi: pianoforte, voce, fischio e kazoo- -Se ci volete contattare scrivete a: [email protected] [email protected] [email protected]
Influences: ------------------------------------------------------------ ----------------- Il duo pisano si forma nell'estate 2005 da un'interessante combinazione. Tommaso Novi e Francesco Bottai, due pisani di velli che a giro ce n'è rimasti poìni, ogni tanto pensano alla loro città con tale passione e attenzione da dedicargli parte del loro prezioso tempo. Nascono alcune rime, poi diventano sonetti, racconti e canzoni. Si parla di pisa e delle su' genti, di tutto vello che i nonni c'hanno lasciato della loro esistenza pisana in eredità senza mai abbandonare una rilettura in chiave moderna delle stesse realtà e dinamiche che caratterizzano l'attuale gente pisana. Un giorno fra Francesco e Tommaso, già attivi musicisti del panorama pisano, avviene un fortunato scambio di idee. E un'altra sera, poco dopo, barcollando in un vicolo di ritorno da una locanda, si guardano attorno rendendosi conto che di gatti mézzi non ce ne sono. "Dove sono finiti i gatti mézzi? puzzà ci puzza ma di gatti 'un ce n'è punti". " con tutto ver che la gente butta via anche ' gatti de' violi son doventati buzzoni e colla puzza ar naso" ------------------------------------------------------------ -----------------Ci garba Pisa,questa città a cavallo d'un fiume, questo paesone che non è un paesone ma nemmeno una città. Ci garba Pisa perchè ci prefuma di pesce ma anco della terra de 'ampi, Ci garba Pisa perchè va di volata ma segue 'tempi delle su mura e de' su lungarni.Ci garba le gente di Pisa perche sanno sempre 'osa dì e perchè s'indava 'n villeggiatura 'o fenici."Maiale dé...roba da gatti mézzi" diceva sempre mio padre per sottolineare la scabrosità e la bassezza di una situazione al limite del dignitoso. La peggior cosa che infatti possa capitare ad un paio di gatti è un diluvio nel vicolo o una piena d'un fiume in città. L'acqua uccide i gatti che, nonostante le loro sette vite, poco possono contro un tremendo cimurro.L'immagine evocativa di due gatti infradiciati scorrazzanti in un vicolo notturno alla ricerca di una lisca o di una compagna in calore è l'idea che ci ha affascinato. Una Pisa borghese, globalizzata e tecnologica che sta dimenticandosi dei propri vicoli bui e puzzolenti, dei suoni e dei rumori nascosti che ivi è possibile udire e dei suoi abitanti secchi e spelacchiati che in questi luoghi fanno di un gran trambusto la loro esistenza fra un miagolio d'amore e un altro di disperazione.IGattiMézzi sono realmente gatti...questo tipo di gatti.Il vernacolo pisano si sta atrofizzando in una parlata che fonde sempre più spesso diversi modi linguistici extraprovinciali. Ascoltando un giovane ventenne pisano siamo in grado di riconoscere sfumature livornesi, lucchesi, viareggine e fiorentine, quando invece in queste province si è conservata una forte identità linguistica, una propria cadenza musicale del verbo, una terminologia tipica. Pisa sta perdendo molto velocemente la sua originalità e le ragioni sono molte. Anche Adriano Sofri si stupisce scrivendo: "E' strano, credo che poche città siano così avare di patriottismo. I livornesi sono molto più accaniti, direi. Chissà da che cosa dipende." E se i livornesi sono accaniti i pisani doventan gatti...ma di velli che se l'incocci ner violo fai bene a sorticci di volata.I Gatti Mézzi nascono da questa idea, un'idea che diventa progetto e poi si realizza uscendo dal buio dei vicoli per venire alla luce della piazza al ritmo di swing.Viva Pisa! Viva la 'nzuppa di 'avolo nero e le cèe colla sarvia! Viva 'r ponte di mezzo! Viva 'r nostro vernaolo!--------------------------------------------------- --------------------------------------SagomaLe gòte sur bancone le formïole sembran cani. Mi vengàno ‘ncontro a ccorsa e io mi tiro su. Ma ‘un ce la faccio. Dalla vita stiaffi e vvento fra ‘apelli lezzi sverzati. “Guà’, ecco Sagoma!”, mi dïano ‘vando entro dentr’ ar barre. Sapessero loro ‘vante n’ho ppassate. Che labbrate! Ripenso a qquando da rragazzòtto mi dicevano che un’ero bòno per ir pallone. E io: “perché?” “Perché la testa ‘un t’entra nelle figurine!” Prima d’èssé’ Sagoma ero Perimetro. Certe zazzere ‘vando s’era bimbòtti. Chi m’offendeva ora è ‘n Comune, a decìde’ per quell’artri. E io? Puppo. Nòto ner Rumme. Sogno bene. Ma tte! Mi dicevano. Ma tte! Mi dïano ora. O vvoi? Ah già! Vi siete assistemati. Come mi delude ‘hi fa ppolitïa. Si mòve oggi per agguantà’ ddomani. Io mi mòvo ora, per ora. E ppuppo.F.Bottai
Sounds Like: QUI L'INTERVISTA DI GIULIANO MARRUCCI AL CANTIERE SANBERNARDO http://www.cantieresanbernardo.it/node/857
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E PER CHI UN CI 'APISSE NULLA ECCO VI I TESTI

"Bello 'r mi' Arno"Arno Arno Arnoda Firenze sciacquettando fino a Empolisiei secco riucìtotutto torto e spettinatocome un bimbo 'he s'è picchiato.-"approva'...sù da 'monti hai ruzzolato!"-Dove a volte...
Posted by I Gatti Mézzi on Sat, 09 Dec 2006 05:18:00 PST