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Influences: la Vera Storia dell'Orologio:
In ogni città , proprio vicino a te, se cerchi bene, puoi trovare la vecchietta cantastorie.
Lei passa ogni giorno dove ci sono dei bambini, e non aspetta altro che qualcuno le chieda di raccontare una storiella.
…È una bellissima giornata e un ragazzino si avvicina, triste, ad una panchina e mentre sta per sedersi vede che, intenta a leggere un libro, c’è la vecchietta cantastorie…
Ciao vecchietta cantastorie!
…e la vecchietta…
Ciao Pino! Cos’hai, ti vedo giù di morale!
È che mentre stavo correndo ho guardato l’orologio ed ho visto che si è rotto!
…la vecchietta accenna un sorriso e dice…
L’hai sentito gridare?
…e Pino che non si aspettava una domanda del genere esclama…
Cosa?
Se l’hai sentito gridare?
Ma certo che no! È solo un orologio! Non può gridare!
Ne sei sicuro?
…ribatté la vecchietta…
Certo che ne sono sicuro!
…allora la vecchietta chiude il libro che stava leggendo e si avvicina a Pino dicendo…
Adesso ti racconto la vera storia degli orologi, vuoi?
Certo che voglio, le tue storie sono bellissime!
…così la vecchietta inizia il suo racconto…
Tanto, tanto tanto tempo fa, non esistevano gli orologi, ed il tempo di una giornata veniva scandito dal sorgere e dal tramontare del sole, ma molti si distraevano e non tenevano conto del passare del tempo, e così c’era sempre chi arrivava o troppo presto, o troppo tardi, e poi nei giorni tempestosi le nuvole coprivano il sole e tutto si complicava ancora di più.
Stanco di tutto questo caos, un mago iniziò a costruire uno strumento che potesse contare il trascorrere del tempo.
Dopo tanto lavoro il mago presentò al suo popolo l’horologium, era bellissimo, era alto, biondo e con gli occhi azzurri, proprio come un vero principe, tutti rimasero stupiti quando lo videro e subito vollero vedere come funzionava, il mago lo accese e lui subito iniziò a scandire il passare del tempo esclamando con la sua voce possente, “sono le otto del mattinoâ€, la folla scoppiò in un ovazione e tutti ringraziarono il mago.
L’horologium per girava per il paese scandendo il tempo, e nessuno più arrivava in ritardo agli appuntamenti, ma come si sa, dopo un poco i pareri cambiano e dopo qualche tempo il popolo iniziò ad odiare l’horologium, perché lui girava sia di giorno che di notte per il paese, gridando in continuazione l’ora esatta, non facendo, di conseguenza, dormire le persone.
Allora il mago modificò la sua invenzione, così che avrebbe detto l’ora, solo a chi glielo chiedeva, ma dopo poco anche questo cambiamento non ebbe successo, infatti chi era lontano da lui, non poteva sentire l’ora esatta, allora il mago cambiò ancora l’horologium e lo mise nella piazza del paese, ma il popolo ancora non era contento, anche perché, nato per parlare, all’horologium non gli andava di stare zitto, e così ogni tanto iniziava a gridare l’ora anche se nessuno gliela chiedeva.
Allora il mago lo riportò a casa sua per cambiarlo ancora, ma l’horologium arrabbiato gli disse,â€mi hai già tolto la possibilità di andare in giro per il paese, e adesso vuoi togliermi anche la voceâ€?, il mago gli disse che non dipendeva da lui, e che se avesse fatto questo sacrificio lui sarebbe rimasto sempre accanto a lui per aggiustarlo e per fargli compagnia, e che con una magia gli avrebbe dato la possibilità di parlare ancora, anche se la sua voce, l’avrebbe potuta ascoltare solo il mago.
L’horologium accettò e così il mago cambiò totalmente la sua invenzione, ed al posto della faccia mise due lancette, che indicavano l’ora ed i minuti, lo ingrandì, e lo mise sul tetto più alto del paese, così che tutti potessero vederlo da ogni parte del paese, da quel momento l’horologium poteva dire solo tic e tac alternati al movimento della lancetta dei minuti.
Da quel giorno tutti gli abitanti furono felici ed anche se ogni tanto l’horologium si rompeva,il mago era sempre pronto ad aggiustarlo.
Col passare del tempo altri “orologi†furono costruiti e il mago rivelava il segreto solo a chi si sarebbe occupato di loro, il segreto è che gli orologi, nati per parlare, non riescono a stare zitti, e allora, ogni tanto, quando noi siamo distratti, loro gridano con tutta la loro forza facendo saltare gli ingranaggi che hanno dentro di se, e a noi tocca portarli da dei piccoli maghi che si chiamano orologiai, e che sono gli unici a poter sentire la voce degli orologi.
…il ragazzo non più arrabbiato si alzò dalla panchina e disse…
Grazie vecchietta, adesso porto subito l’orologio dal suo mago, così lui gli parla e lo aggiusta!
…la vecchietta contenta salutò il ragazzino, ma lui poi tornò indietro chiedendole…
Vecchietta, perché dopo mezzogiorno, l’ora cambia nome e si dice tredici, quattordici, io così non so mai che ora è!
Adesso ti insegno un trucchetto…
…disse la vecchietta…
…quando l’orario diventa a doppia cifra, tu togli sempre due unità alla seconda, ad esempio, se sono le sedici, togli due unità al sei, sei meno due è uguale a quattro, e questo è l’orario preciso, cioè le quattro.
Se per caso, sono le diciannove, fai nove meno due, è uguale a sette, allora sono le sette.
Quando poi inizia con il venti, conta da dieci, per esempio, se sono le venti, zero, che è dieci, meno due fa otto, o ancora se sono le ventitré, tredici meno due undici, allora sono le undici! Hai capito come funziona?
Grazie vecchietta, adesso ho capito, ora posso leggere l’orologio anche con le due cifre, grazie!
…e così il ragazzo andò via contento e la vecchietta, felice per lui, ritornò a leggere il libro.©Max’Spera
Sounds Like: il Cannone e la Torta:
Tanto tempo fa, c’era un cannone che sognava di poter mangiare una torta.
Ogni giorno, un garzone della pasticceria del paese, passava con la sua bicicletta per consegnare le torte ai negozi, la pasticceria si trovava nella piazza centrale, proprio dove era posizionato il nostro amico cannone. Al suo passaggio, pensava sempre a quanto dovessero essere morbide e dolci quelle torte, soprattutto per lui che aveva sempre mangiato ferro e piombo. Un giorno, durante una delle sue uscite quotidiane, il garzone per far passare una signora, fece una brusca frenata, talmente brusca che, senza che lui se ne accorgesse, una torta prese il volo andandosi a stampare proprio sulla bocca del cannone. Il cannone non credeva a i suoi occhi, quasi con timore, cacciò piano piano la lingua fuori dalla bocca e con estrema cautela e lentezza, toccò lo strato soffice e bianco della panna; la punta della linguà si sporcò appena, ma il sapore dolce e leggero invase i sensi del cannone facendolo tremare di piacere, sentì come una sensazione di pace ed entrò quasi in una sorta di catalessi dolcifera. Quando si riprese il garzone si stava allontanando ignaro di quello che era successo, mentre la torta, si era adagiata proprio sotto di lui.
Tornato in pasticceria, il ragazzo si sentì chiamare dal creatore di dolci che gli disse...Mr. Muffin: come mai non hai consegnato la torta al Conte Jill?
Garzone: perchè non avevo torte da consegnare al Conte!
Mr. Muffin: ne sei sicuro?
Garzone: certo, ho finito tutte le torte che avevo sulla bici!...a quel punto il Creatore di Dolci si arrabbiò, spiegando al ragazzo che erano passati dei suoi amici che lo avevano visto mentre frenava per far passare la signora e che lui non si era accorto che una torta era volata via dalla sua bicicletta...Mr.Muffin: quante volte ti ho detto che non devi correre con la bici!...mentre diceva queste parole, prese il garzone per un orecchio e lo portò fuori dal negozio, dirigendosi verso il cannone. Arrivati sul luogo, con grande stupore di entrambi, videro che non c’era nessuna torta lì a terra, il garzone per un istante sorrise, pensando che avessero fatto uno scherzo a Mr. Muffin, ma da una siepe uscì un ragazzino che disse loro...Bambino: non dite a nessuno che sono quì, sto giocando a nascondino, ma ho visto cos’è successo!...i due, incuriositi, chiesero al bambino di continuare il racconto e lui, con aria candida e decisa...Bambino: è stato il cannone, ne ha fatto un solo boccone!...il Creatore di Dolci, che era già pronto a riprendere l’orecchio del garzone, guardò il suo amico negli occhi e insieme scoppiarono in una grossa risata, dimenticandosi addirittura di quello che era successo. Tornati al negozio confezionarono un’altra torta e la portarono al Conte. Il bambino tornò a nascondersi e, mentre attendeva di essere scoperto, si girò e vide che accanto al cannone c’era un bigliettino, lo prese e lesse “x il Conte Jillâ€. Da quel giorno il cannone è ancora più innamorato delle torte e aspetta con ansia, che il garzone freni ancora.6.11.’072007©Max’SperaWWW.FATACCHIE.COM
Record Label: unsigned
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