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che dio neghi anche l’acqua a chi non beve il vino by
’nkantu d’Aziz-Salvatore Grilletto is licensed under a
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Il nome del gruppo è stato coniato dai suoi componenti ed è l’unione di ’nkantu ("incanto" e "in canto" ) ed Aziz, il nome con cui usavano chiamare Palermo gli Arabi,e che significa "splendida"! Nascono cosi gli ‘nkantu d’Aziz, nel 2001, da un idea di Totò Grilletto, Palermitano per metà e "Arbëreshë" per l’altra ("Piana degli Albanesi" comunità Albanese insediatasi nell’entroterra Siciliano intorno al XVI secolo D.C.); Trentenne artista multiespressivo, ha ereditato dalla madre la pittura ed il carattere, ma la musica è sicuramente la più forte forma di espressione nella ricerca della sua personalità . Frequenta stage di chitarra in Europa e negli States. Da autodidatta, ma anche grazie al contatto con grandi amici musicisti, cresce in lui, dopo anni di musica fatta di cover, la voglia di dire la propria… Ritorna in Sicilia dopo alcuni anni fuori per lavoro e diletto, e risente forte l’attaccamento a questa terra e alle sue doppie origini, che qui si sposano in un unico luogo. Si ritira in una casa nel villaggio boschivo di Giacalone, nel Palermitano...e comincia a ricercare artisti disposti a credere in questa idea e ad interpretare le sue canzoni. Lungo il suo cammino di ricerca musicale e storica delle terre Siciliane incontra musicisti di spiccato carattere artistico : Marco Bracci: autore ed esecutore con il basso elettrico, presente col suo inconfondibile sound in diversi progetti musicali, attivo nella ricerca e di grande versatilità improvvisativa. Bassista delle OFFICINE KLIMT, spesso richiesto in jam sessions in clubs e locali del Palermitano. Totò si avvale della collaborazione di alcuni valenti musicisti Siciliani come Sergio Schifano e Lele Trimarchi, Stefano Blando e tanti altri...e dopo 4 anni finalmente quelle idee prendono corpo...dando vita a questo lavoro musicale. Il messaggio fondamentale del gruppo sta semplicemente nell’esternazione delle loro emozioni personali, su avvenimenti, storie e leggende Siciliane...senza toccare ragioni o torti sui fatti, ma solo le sensazioni che i vari protagonisti hanno potuto vivere e provare...â€Il troppo amore per le cose che facciamo e la voglia di esternarle...la tutela degli animali, il rispetto per tutti, la voglia di dare alla musica e alla canzone il giusto valore culturale e popolare, inteso come divulgazione, in fondo la musica è mezzo di comunicazione e libertà di espressioneâ€(Totò Grilletto). Gli stili che influenzano le loro scelte musicali hanno panorami vasti, ma sono strettamente fedeli alla naturalezza dei suoni, degli strumenti, escludendo la chitarra elettrica ed esaltando il clarinetto come strumento solista. In questi anni gli ‘nkantu si sono esibiti in molti club e locali Palermitani, al Gramigna Festival, in varie Feste dell’Unità , in piazze e manifestazioni culturali. Nell’ Agosto 2007 alla band viene assegnato il premio speciale della critica alla prima edizione del festival per band emergenti RandaRock, a Randazzo. Attualmente sono impegnati nella registrazione di questo lavoro,“che Dio neghi anche l’acqua a chi non beve il vinoâ€; il titolo vuole esaltare il vino come nettare e droga del popolo, che per millenni ha affogato gioie e dolori in esso! (Il promo pubblicato su rockit non è del tutto ultimato, ma in esibizione dal vivo è completo di tutti i brani in elenco). Gli ‘nkantu sono autoprodotti e comunque concedono per scelta la possibilità di scaricare dal web alcuni lavori, tutelati da licenza "CREATIVE COMMONS". Da Rockit (http://www.rockit.it/pub/nb.php?x=6637) ’nkantu d’Aziz ..ne Iori ne Dori, ma Siciliani! Blues, jazz, samba, etnica, swing, popolare, folk. Briganti, legende, diavoli e demòni. Esploratori e forestieri, i turchi che arrivano e quelli che non vanno più, conquistatori e artisti conquistati da questa terra ricca di tesori e contraddizioni. Le donne mediterranee, belle e vere che sanno di sole e di uomini pronti a morire per il loro seno...E il vino, sublime cammino verso la libertà dell’ istinto; lì il dolore si confonde col piacere ed entrambi si sprigionano in emozioni e la rabbia e la tenerezza vengono fuori con le note e le parole, che spesso si discostano dai canoni, inevitabilmente dirottate dal sentimento dell’ anima. Passioni e tragedie sotto lo splendore di questo Sole. Perchè noi non siamo ne Dori ne Iori, noi siamo Siciliani.