GOVERNO PROVVISORIO Associazione de sa Repubrica de Sardigna
Ci sono luoghi che sono più di uno spazio: ci sono luoghi che sono incroci di vite, passioni, intelligenze. Ci sono luoghi in cui l’incontro delle persone vale più della loro semplice somma, in cui lo stare insieme fa scoccare scintille di sogni e sperimentazioni: luoghi di rielaborazioni continue, tempo per nuove forme di socialità .
Il Governo Provvisorio è, vuole essere, uno di questi luoghi. Vuole essere il luogo e il tempo in cui sfidare l’immaginazione e la creatività , in cui mettere alla prova se stessi e gli altri, traducendo in prassi quanto ciascuno di noi pensa di poter fare e dare per rendere migliore, più densa e intensa, la nostra vita in comune.
Questo è il progetto, questa è l’esigenza umana e filosofica, che con un misto di spirito d’avventura e di armonico senso ci spinge ad intrecciare senza paura arte, musica, teatro, libri, tecnologia, conoscenza…
Vorremmo dilatare i momenti dello stare insieme, riprenderci tutto il nostro tempo.
Per questo il Governo Provvisorio punta ad andare oltre gli appuntamenti del venerdì e del sabato, in modo da diventare una presenza continua, un punto di riferimento e di aggregazione costante.
GOVERNO PROVVISORIO, ASSOCIAZIONIE DE SA REPUBRICA DE SARDIGNA E' IN VIA ADELASIA 2, A SASSARI, INFO. 340.69.33.150
Il Governo Provvisorio aderisce al V2 Day
1.Abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria
Il finanziamento pubblico ai giornali costa al cittadino quasi un miliardo di euro all'anno. L'editoria, può quindi, a pieno titolo essere definita editoria di Stato . Ci sono buoni e anche ottimi giornalisti, quelli che scrivono rischiando la pelle, quelli emarginati, quelli sotto pagati. Il 25 aprile non è contro di loro, ma contro l'ingerenza della politica nell'informazione.
Il lettore non conta nulla per l'editore di un giornale, contano di più i finanziamenti pubblici (partiti), la pubblicità (Confindustria, ABI, Confcommercio) e i gadget (dvd, fumetti, eccetera).
Beppe Lopez ha scritto un libro: " La Casta dei giornali ", un viaggio nella disinformazione. Ogni giorno ne pubblicherò un estratto fino al 25 aprile.
Leggi il post : Soldi pubblici, informazione privata
Quesito referendario
«Volete voi
che siano abrogate
- la legge 25 febbraio 1987, n. 67, recante “Disciplina delle imprese
editrici e provvidenze per l’editoria†limitatamente all’art. 9 comma
6 il cui testo letterale è il seguente “Alle imprese editrici di
quotidiani o periodici che attraverso esplicita menzione riportata in
testata risultino essere organi di partiti politici rappresentati in
almeno un ramo del parlamento è corrisposto: a) un contributo fisso
annuo di importo pari al 30 per cento della media dei costi risultanti
dai bilanci degli ultimi due esercizi, inclusi gli ammortamenti e
comunque non superiore a 1 miliardo e 500 milioni per i quotidiani e 300
milioni per i periodici;
b) un contributo variabile calcolato secondo i parametri previsti dal
precedente comma quinto per i quotidiani, ridotto ad un sesto, un
dodicesimo o un ventiquattresimo rispettivamente per i periodici
settimanali, quindicinali o mensili; per i suddetti periodici viene
comunque corrisposto un contributo fisso di 200 milioni nel caso di
tirature medie superiori alle 10.000 copie.â€
- la legge 7 agosto 1990, n. 250, recante “Provvidenze per l’editoria e
riapertura dei termini, a favore delle imprese radiofoniche, per la
dichiarazione di rinuncia agli utili di cui all’articolo 9, comma 2,
della legge 25 febbraio 1987, n.67, per l’accesso ai benefici di cui
all’articolo 11 della legge stessaâ€
- la legge 5 agosto 1981, n. 416 recante “Disciplina delle imprese
editrici e provvidenze per l'editoria†limitatamente agli artt. 22,
23, 24, 25, 26, 27, 28, 32, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41»
2.Abolizione dell'ordine dei giornalisti
Mussolini creò nel 1925 , unico al mondo, un albo nel quale si dovevano iscrivere i giornalisti. L'albo era controllato dal Governo e messo sotto la tutela del ministro della Giustizia, il Mastella dell'epoca.
Nel 1963 l'albo divenne con una nuova legge ordine professionale dei giornalisti con regole, pensione, organismi di controllo , requisiti di ammissione. Una corporazione con dei saldi principi. Infatti nella legge 69/1963 è scritto che: è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica, mentre è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.
Einaudi scrisse: "L'albo obbligatorio è immorale , perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell'albo obbligatorio sarebbe un risuscitare i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti"
Berlinguer aggiunse: "Io sono contrario al requisito di qualsiasi titolo di studio per la professione di giornalista, perché considero questo come una discriminazione assurda, una discriminazione di classe, contraria alla libertà di stampa e alla libera espressione delle proprie opinioni".
L'informazione è libera e l'ordine dei giornalisti limita la libertà di informazione. Chiunque deve poter scrivere senza vincoli se non quelli previsti dalla legge.
I giornalisti liberi straccino la tessera , non ne hanno bisogno, il loro unico punto di riferimento è il lettore.
Leggi il post: "L'albo mussoliniano dei giornalisti"
Quesito referendario
I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare abrogativo , ai sensi dell'art. 75 della Costituzione della Repubblica e in applicazione della legge 25 maggio 1970 n. 352, sul seguente quesito: «Volete voi che sia abrogata la legge 3 febbraio 1963, n. 69, recante “Ordinamento della professione di giornalista�»
3.Abolizione della legge Gasparri
La Corte europea di giustizia ha condannato il regime italiano di assegnazione delle frequenze radiotelevisive.
La Corte
ha dato ragione
a Europa 7, le cui frequenze sono occupate dalla rete di propaganda di
Arcore, detta anche Rete 4. La Corte ha evidenziato che il regime di
assegnazione delle frequenze nel nostro Paese:
- non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi
- non ha criteri di selezione obiettivi – trasparenti – non
discriminatori
– proporzionati
(poi ha finito gli aggettivi)
La sentenza
europea segue quelle a favore di Europa 7 della
Corte costituzionale ,
del Consiglio di Stato e dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia
europea del 12 settembre 2007 (che ha bocciato la legge Gasparri).
Mi aspetto che si faccia applicare la sentenza senza invocare la Nato e
l’ONU. Ma sono sicuro che non succederà . Con il solito trucco:
cambieranno la legge .
Le frequenze radiotelevisive sono in concessione, significa che sono di
proprietà dello Stato, che può decidere, liberamente, a chi assegnarle.
Le frequenze sono quindi dei cittadini,
di nostra proprietà .
Le leggi che hanno regolamentato il sistema radiotelevisivo, dalla Mammì
alla Gasparri, hanno creato un mostro: il Testo Unico. Cambiarlo solo in
parte è inutile, va eliminato per poter definire, da zero, nuove regole
che garantiscano una vera informazione.
Leggi il post :
Libera informazione in un libero Stato
I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare abrogativo , ai sensi dell'art. 75 della Costituzione della Repubblica e in applicazione della legge 25 maggio 1970 n. 352, sul seguente quesito: «Volete voi che sia abrogato il Decreto Legislativo 31 luglio 2005, n. 177, recante “Testo unico della radiotelevisione�»
Sarà possibile firmare i moduli per la raccolta firme dalle ore 20 all'interno del locale.
6 modi per
evadere
Gli
studenti dell’accademia delle Belle Arti di Sassari trovano il loro spazio
all’interno del Governo Provvisorio, il locale polifunzionale di iRS, in via
Adelasia 2, Sassari.
A partire dal 30 di Gennaio, sino al 30 di Giugno, si darà vita ad una
iniziativa che avrà per titolo “Sei Modi Per Evadereâ€.
Si tratta di un ciclo di esposizioni in cui verranno date in pasto al
pubblico le opere di numerosi giovani talentosi: pittura, fotografia, e
scultura che si intersecano in un unico momento.
L’obbiettivo che si prefiggono gli organizzatori è quello di portare al di
fuori del solito contesto accademico le capacità e l’estro di diversi
artisti isolani.
Ogni venti giorni verrà allestita una mostra tematica in cui gli autori, in
anteprima, presenteranno i loro lavori più rappresentativi. Per tutto
febbraio, dal Martedì al Sabato, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, saranno
protagonisti undici ragazzi e le loro realizzazioni, in una sorta di
compendio di tutto quel che accadrà nei mesi a venire.
E' sempre più difficile guadagnare visibilità per forme di espressione quali
auelle artistiche e il circolo culturale "Governo Provvisorio", da sempre
attento e sensibile alle esigenze di chi patisce questo tipo di difficoltà ,
risponde volentieri alla proposta formulatagli dai ragazzi dell'Accademia e
come in altre occasioni si trasforma in un museo.
Lo storico locale di via Adelasia e la sua associazione culturale non
potevano non sposare una iniziativa inerente a quelle che da sempre sono le
sue attività , ed è la sua filosofia, promuovere le cose migliori che la
sardegna riesce a produrre, valorizzando idee e capacità .
E così come succede per i musicisti nostrani, si fornisce una vetrina
importante a pittori, fotografi e scultori di cui si conosce poco proprio
per l'assenza di strutture che li possono accogliere.
"Sei Modi Per Evadere" è già di per se un modo per evadere a questo tipo di
problema.
La nostra arte, ancor prima di essere esportata ha bisogno di nascere.
“SEI MODI PER EVADEREâ€
“Sei Modi Per Evadere†non deve essere visto esclusivamente come una presa
di posizione o come una “organizzazione sindacale†per portare avanti chissÃ
quali istanze.
“Sei Modi Per Evadere†è una opportunità in più che si offre agli studenti
dell’Accademia delle Belle Arti di Sassari, nessuno escluso, per valorizzare
le nostre intuizioni, le nostre idee e le nostre capacità .
Non è un attacco nei confronti di chicchessia.
Non è una iniziativa “controâ€, ma è una iniziativa “perâ€.
Uno degli obbiettivi è anzi quello di promuovere i lavori e le opere
partoriti dall’Accademia stessa, e di portarli alla attenzione di un
pubblico che sia più vasto di quello solito.
Riteniamo che una operazione del genere debba essere incoraggiata e non
contestata, e lasciamo le porte aperte ed allarghiamo l’invito a chiunque
voglia parteciparvi ed esserne protagonista.
L’accento deve essere posto sugli aspetti positivi che ne derivano dalla
manifestazione e sul tentativo di decontestualizzare l’arte da quelli che
sono i luoghi classici della sua fruizione.
Siamo in sessanta, vorremmo essere quattrocento.
Antonella: 349 72 71 050
Simone: 320 68 74 774
No alla Sardegna immondezzaio dell'Italia
Più di 500 firme
in poche ore.
FIRMA LA PETIZIONE
TESTO DELLA PETIZIONE
Circa 6
mila tonnellate di rifiuti italiani stanno per arrivare in Sardegna per
essere smaltiti dai centri presenti sul territorio Nazionale Sardo.
Sottoscrivendo questa petizione i cittadini sardi, e non, esprimono la più
ferma e netta contrarietà al progetto politico (la cui responsabilità ricade
sulla classe politica autonomista e unionista) che, con la scusa di una
presunta "solidarietà nazionale", favorisce e agevola la malavita
organizzata e le sue connivenze con la classe politica italiana.
I sottoscrittori ribadiscono inoltre che solo attraverso azioni non-violente
e di massa è possibile fermare questo scempio restituendo dignità al nostro
territorio e cominciando a costruire un concreto futuro di libertà e
prosperità .
I sottoscrittori che vorranno unirsi ai presidi non-violenti, organizzati da
iRS, per impedire l'arrivo dei rifiuti, dovranno inviare per ragioni di
riservatezza una mail al seguente indirizzo:
[email protected] ,
specificando indirizzo mail e/o numero di cellulare al quale vogliono essere
contattati.
1. No alla Sardegna immondezzaio dell'Italia;
2. No alla solidarietà a senso unico: la solidarietà dev'essere partecipata
e sentita, non imposta dall'alto senza spiegazioni e consultazioni. Lo Stato
italiano risponde sempre con chiusura in ogni tipo di contrattazione:
vertenza tributi, basi militari, esercitazioni militari, riscrittura dello
Statuto;
3. Sì alla dignità della nazione sarda;
4. No alla classe politica e culturale autonomista asservita agli interessi
dello Stato italiano e puntualmente latitante nella difesa degli interessi
del popolo sardo;
5. No ai favori e alla connivenza tra la classe politica italiana e la
malavita organizzata;
6. No allo Stato italiano che sfrutta e avvelena il nostro territorio
nazionale: è assurdo immolarsi al proprio carnefice;
7. No all'importazione di rifiuti indifferenziati: è diseducativo rispetto a
chi si vuole sensibilizzare a fare la raccolta differenziata in Sardegna;
8. No alla strumentalizzazione della questione rifiuti da parte del
centrodestra sardo che appena 4 anni fa sostenne l'importazione di scorie
chimiche se non nucleari;
9. La solidarietà nazionale tra Sardegna e Stato italiano non ha senso: per
gli indipendentisti di iRS la Sardegna non è una Regione dello Stato
italiano ma una nazione storica a se stante con pieno diritto
all'autodeterminazione culturale e politica.
FIRMA LA PETIZIONE
Chiunque volesse avere semplici chiarimenti
in merito alle posizioni prese da iRS riguado all'oggetto di questa
petizione, può consultare il sito www.irs.sr o contattarci direttamente
tramite la mail riportata sopra.
WWW.iRS.SR