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Wolfang Amadeus mozart

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Wolfgang Amadeus Mozart (nome di battesimo: Johannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart; Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791) è stato un compositore austriaco a cui è universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di straordinario valore artistico. Viene annoverato tra i geni della musica. Dotato di raro talento, manifestatosi precocemente, morì a trentacinque anni di età lasciando pagine indimenticabili di musica sinfonica, sacra, da camera e operistica. I quattro nomi che furono dati al bambino si giustificano così: Johannes Chrysostomus, perché il 27 gennaio, secondo il calendario cattolico, era intitolato a San Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli e patrono degli oratori; Wolfangus, in onore del suo nonno materno, Wolfgang Nikolaus Pertl; Theophilus (Gottlieb, in tedesco), in onore del padrino, Johann Gottlieb Pergmayr, commerciante e consigliere civico. In seguito l'ultimo nome venne mutato nel più armonioso Amadeus (che è la traduzione latina del greco Theophilus), in ricordo anche del fratello Carl Amadeus, defunto solo tre anni prima. Ma intanto il bambino fu chiamato affettuosamente "Wolferl". Wolfgang Amadeus Mozart was born to Leopold and Anna Maria Pertl Mozart in Getreidegasse 9 in Salzburg, the capital of the sovereign Archbishopric of Salzburg, in what is now Austria, then part of the Holy Roman Empire. His only sibling who survived past birth was his sister Maria Anna (1751-1829), called "Nannerl". Wolfgang was baptized the day after his birth at St. Rupert's Cathedral. The baptismal record gives his name in Latinized form as Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart. Mozart generally called himself "Wolfgang Amadè Mozart"[1]as an adult, but there were many variants (see: Mozart's name). Mozart's father Leopold Mozart (1719–1787) was deputy Kapellmeister to the court orchestra of the Archbishop of Salzburg and a minor composer.[2] He was also an experienced teacher; in the year of Mozart's birth he published a successful violin textbook, Versuch einer gründlichen Violinschule.[3] When Nannerl was seven, Leopold began giving her keyboard lessons. The three-year old Mozart looked on, evidently with fascination: his sister later recorded that at this age "he often spent much time at the clavier [keyboard], picking out thirds, ... and his pleasure showed it sounded good [to him]."[4] Nannerl continued: "in the fourth year of his age his father, for a game as it were, began to teach him a few minuets and pieces at the clavier. ... he could play it faultlessly and with the greatest delicacy, and keeping exactly in time. ... At the age of five he was already composing little pieces, which he played to his father who wrote them down."[5] Among them were the Andante (K. 1a) and Allegro in C (K. 1b).[6] Biographer Maynard Solomon[7] notes that while Leopold was a very devoted teacher to his children, there is evidence that Wolfgang was motivated to make progress even beyond what his father was teaching him. His first independent (and ink-spattered) composition, and his initial ability to play the violin, were both his own doing and were a great surprise to Leopold. The father and son seem to have been close; both of the precocious episodes just mentioned brought tears to Leopold's eyes.[8] Leopold eventually gave up composing when his son's outstanding musical talents became evident.[9] He was Wolfgang's only teacher in his earliest years. He taught his children languages and academic subjects as well as music.[10]

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Influences: L'EPISTOLARIO... L'epistolario di Mozart, noto anche per la giocosità scurrile delle lettere in esso contenute, è stato reso pubblico nella sua interezza solo in tempi recenti. Per curiosità se ne propongono alcuni estratti. «Vedi, sono capace di scrivere in tutti i modi che voglio, elegante o selvaggio, corretto o contorto. Ieri ero di pessimo umore e il mio linguaggio era corretto e serio; oggi sono allegro e il mio stile è contorto e giocoso». A Bäsle.«Oui, con quanto sentimento defeco sul tuo naso, così che ti coli sul mento». Alla cugina Maria Anna, chiamata affettuosamente Bäsle. «Ieri ascoltammo il re scoreggione / Era dolce come torrone / E benché non fosse granché in voce / Rumoreggiava in modo atroce». Alla madre «Sono dispiaciuto di sentire che Herr Abate Salate ha avuto un colpo apoplettico, ma spero che con l'aiuto del Signore Truffatore le conseguenze non siano un insano pantano» (1777). «Ora le comunico una notizia che forse saprà già: quell'ateo e arcibirbone di Voltaire, è morto come un cane. Che ricompensa!» lettera al padre Leopold (1778).

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Sounds Like: ANEDOTTICA....Pochi altri autori musicali hanno suggestionato la fantasia del pubblico come Mozart. Già bambino prodigio noto nelle maggiori corti d'Europa, in seguito compositore di genio e infine protagonista di una precoce e misteriosa morte: sua vita è stata interpretata, sin dall'800, come simbolo stesso della genialità e della perfezione apollinea, idealizzando la sua figura come nessun altro autore prima o dopo di lui. Creando quindi un mito di Mozart, genio assoluto, che tuttora nell'immaginario collettivo è probabilmente più popolare delle sue stesse opere. In questo contesto non deve quindi stupire che siano fioriti aneddoti di ogni tipo sulla sua figura, miranti a sottolineare (rare volte a sproposito, ma spesso in modo esagerato) la sua genialità e la sua "unicità". Qui di seguito sono elencati alcuni fra gli aneddoti più interessanti e curiosi riguardo la sua vita e le sue opere. Nel vasto repertorio di aneddoti che circondano la vita del giovane Mozart, particolarmente curioso è quello che riguarda la sua visita a Roma della Pasqua del 1770. In quest'occasione l'allora quattordicenne Mozart ebbe modo di ascoltare l'esecuzione del celebre Miserere di Gregorio Allegri. Questa composizione era proprietà esclusiva della Schola Cantorum della Cappella Sistina, dalla quale era custodito gelosamente. L'esecuzione avveniva esclusivamente nel periodo pasquale a luci spente e lo spartito non poteva essere copiato né letto, pena la scomunica. La leggenda dice che il giovane Mozart, dopo averlo ascoltato una sola volta sia stato in grado di trascriverlo, a memoria, nota per nota. A questa leggenda si riconduce un secondo aneddoto: Felix Mendelssohn, in visita a Roma, per scommessa volle ripetere l'impresa di Mozart e, dopo un solo ascolto, fu anch'egli in grado di trascrivere fedelmente questa composizione. È bizzarro segnalare come la recente ricerca storiografica abbia scoperto che Mozart ascoltò quest'opera almeno 2 volte prima di cimentarsi nella trascrizione, mentre al molto meno celebrato Mendelssohn fu sufficiente un solo ascolto. Mozart fece diversi viaggi in Italia, fin quando, da giovanissimo, iniziò la carriera di concertista esibendosi nelle corti d'Europa. Non deve quindi sorprendere che parlasse correttamente l'italiano (usanza allora molto diffusa nel mondo musicale), mentre più curioso è il fatto che nelle lettere egli amasse firmarsi come Amadé, francesizzando il proprio nome. Pur nell'inconfutabilità del genio mozartiano, un capitolo a parte meritano, nella sua vasta produzione artistica, i "prestiti" e le citazioni di opere altrui che si possono riscontrare nei suoi lavori. Nel noto Requiem, sono rintracciabili intere frasi musicali tratte da composizioni di Georg Friedrich Händel; l'ouverture de Il flauto magico ha una sorprendente somiglianza con l'ouverture de Il prigionier Superbo di Giovanni Battista Pergolesi e l'opera contiene arie particolarmente simili a lavori di Domenico Cimarosa e Muzio Clementi; lo stesso Clementi e Domenico Scarlatti sono più volte "citati" nelle sue sonate per pianoforte etc. La vastità di queste "citazioni" o rielaborazioni di musiche altrui è talmente ampia che il celebre compositore e critico musicale Luciano Chailly [1] riferisce che Clementi, ristampando una sua Sonata, dovette segnalarvi in calce con comprensibile stato d'animo il celebre "plagio di Mozart", Il musicologo Giovanni Carli Ballola[2] arrivò ad affermare che "se Mozart fosse vissuto ai nostri tempi, avrebbe dovuto passare molto tempo, per i suoi plagi, in un'aula di Pretura". D'altra parte alla sua epoca non esisteva il concetto moderno di "copyright", sviluppatosi dalla seconda metà dell'Ottocento: tutti i musicisti riprendevano abbondantemente dai predecessori o contemporanei. Basti pensare alla grande importanza che nella musica sei-sette-ottocentesca aveva la variazione su un tema altrui (fra le tante le Variazioni su Là ci darem la mano di Chopin, tratte dal mozartiano Don Giovanni); ma nel mondo moderno, dove il plagio è un reato oltre che un peccato artistico, essa è pressoché sparita dal panorama musicale occidentale. Comunque è stata enorme l'influenza di Mozart sugli operisti napoletani ed italiani in generale, compreso il grande Rossini, soprannominato "il Tedeschino" in gioventù per lo studio di Mozart ed altri grandi sinfonisti. Anche in ambito tedesco (dunque fondamentalmente sinfonico) Mozart fu "plagiato" da musicisti come Beethoven, che utilizzò due temi musicali mozartiani (Sonate K 332 e K 135; Fuga della Fantasia K 394) nella sua sinfonia pastorale e Felix Mendelssohn che sfruttò in diverse composizioni temi ispirati a Mozart.
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