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Niccolò Paganini

Si narra che io abbia venduto l'anima al diavolo......

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Niccolò Paganini (o Nicolò) (Genova, 27 ottobre 1782 – Nizza, 27 maggio 1840) è stato un violinista e compositore italiano.Continuatore della scuola italiana di Pietro Antonio Locatelli e di Gaetano Pugnani, è considerato uno fra i maggiori violinisti dell'Ottocento, sia per la padronanza dello strumento, sia per le innovazioni apportate in particolare allo staccato e al pizzicato.La sua attività di compositore fu legata a quella di esecutore, in quanto trovava innaturale eseguire musiche sulle quali non aveva un completo controllo.Ebbe vita movimentata e sregolata nella quale, oltre ai 600 concerti che tenne con grande successo in tutta Europa, ebbero molto peso anche le sue avventure amorose e la sua passione per il gioco d'azzardo. I suoi capolavori sono i pezzi per solo violino, ed in particolare i 24 Capricci (1817), anche se compose numerosi brani per violino e orchestra tra cui 6 concerti e diversi pezzi per chitarra sola o in duetto, terzetto e quartetto, compose anche per il mandolino.Le sue composizioni erano funzionali alla sua attività di concertista virtuoso (il suo uso dell'orchestra viene giudicato corretto e senza sorprese), il suo stile originale e la ricchezza delle sue sonorità influenzarono molti musicisti, fino ai giorni nostri.I concerti per violino e orchestra presentano quella genialità di cui si parlava, che in Romania ma non solo in quel paese, fu scambiato per un eccessivo virtuosismo, un esibizionismo esagerato, le serie di accordi, di difficile impostazione, i trilli, i salti di registro, dal più basso al più eccessivamente acuto, sono dovuti anche al fatto che Paganini, per questioni economiche, voleva essere l’unico in grado di suonare la musica che scriveva, in modo da non dividere con nessuno, quello che sapeva fare. Il risvolto positivo di quest’impostazione egoistica è che volendo mantenere il segreto, consegnava la partitura al direttore d’orchestra solo qualche ora prima dell'esecuzione: affinché questi potesse studiare il brano in poco tempo, doveva limitarsi ad un’orchestrazione armonica e facile da interpretare, da potersi leggere quasi a prima vista. Poi, negli assolo di violino il concerto veniva esaltato e ne nasceva un capolavoro, facile e armonico per l’orchestra e estroso e difficilissimo da copiare per il solista. Come esempio di questo tipo di musica, il Primo e il Secondo concerto, quest'ultimo che contiene un capolavoro insuperato, detto la Campanella, che venne trascritto per pianoforte da Franz Liszt.I 24 Capricci di Paganini sono la somma dell’arte, il condensato della sua eccelsa bravura, una scuola di tecnica violinistica che forse il Maestro voleva usare come base per fondare un insegnamento nel momento in cui si accorse che, non potendo più suonare, non aveva più reddito. Pensando alla sua morte, forse volette lasciare finalmente i suoi segreti a degli allievi promettenti. Qui si trovano codificate tutte le sue acquisizioni da funambolo del violino; esse sono talmente eccelse che ascoltandole, una persona che non ha una conoscenza specifica dello strumento non si rende conto delle posizioni che le mani devono assumere per produrre certi effetti, sembra anzi che tutto scorra tranquillamente, dando un impressione sonora gradevole e orecchiabile.L'elenco dei compositori che ripresero suoi temi è molto ampio (oltre 150), i principali sono stati: Franz Liszt, Robert Schumann, Frédéric Chopin, Johannes Brahms, Sergei Rachmaninov, Witold Lutoslawski, George Rochberg, Andrew Lloyd Webber, Darius Milhaud, Alfredo Casella, Luigi Dallapiccola, Marcello Abbado e Franz Lehár. Quest'ultimo compose l'operetta "Paganini" in cui si narrano le avventure avute presso la corte di Lucca con la moglie di Felice Baciocchi, Elisa Bonaparte sorella di Napoleone

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Jason Becker - Paganini 5th Caprice

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I 24 Capricci di Paganini sono la somma dell’arte, il condensato della sua eccelsa bravura, una scuola di tecnica violinistica che forse il Maestro voleva usare come base per fondare un insegnamento nel momento in cui si accorse che, non potendo più suonare, non aveva più reddito. Pensando alla sua morte, forse volette lasciare finalmente i suoi segreti a degli allievi promettenti. Qui si trovano codificate tutte le sue acquisizioni da funambolo del violino; esse sono talmente eccelse che ascoltandole, una persona che non ha una conoscenza specifica dello strumento non si rende conto delle posizioni che le mani devono assumere per produrre certi effetti, sembra anzi che tutto scorra tranquillamente, dando un impressione sonora gradevole e orecchiabile.PAGANINI NON RIPETE!Questo detto popolare ebbe origine nel febbraio del 1818 al Teatro Carignano di Torino, quando un importante personaggio, dopo aver assistito ad un concerto di Paganini, fece pregare il maestro di ripetere un brano.Paganini, che amava improvvisare molto di quello che suonava e alcune volte si lesionava i polpastrelli, gli fece rispondere "Paganini non ripete". Per questo motivo gli fu tolto il permesso di eseguire un terzo concerto in programma.In seguito a questo annullò i concerti che doveva ancora tenere a Vercelli ed Alessandria. In due lettere inviate all'amico avvocato Germi scrisse: "La mia costellazione in questo cielo è contraria. Per non aver potuto replicare a richiesta le variazioni della seconda Accademia, il Sig. Governatore ha creduto bene sospendermi la terza..." (il 25 febbraio 1818) e poi "In questo regno, il mio violino spero di non farlo più sentire" (l'11 marzo dello stesso anno).Ma si contraddisse nel 1836 quando tornò a suonare proprio a Torino per ringraziare Carlo Alberto per la concessione di legittimazione del figlio Achille.Da allora la vulgata "Paganini non ripete" viene usata per rifiutarsi di ripetere un gesto o una frase. MyGen Profile Generator

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Alexander Markov - Caprice 5 Paganini

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