Ad emozionarmi maggiormente è la parola, soprattutto nella forma scritta, la parola che comunica o che evoca, sospesa nel silenzio o accompagnata dalla musica. Immerso e proiettato nella società contemporanea e nella sua foresta di simboli verbali e iconografici, il desiderio di comprensione e approfondimento di tale realtà mi ha spinto ad interessarmi anche e soprattutto della parola del passato, quella del mondo classico, potente e fragile al contempo, persistente nella nostra cultura inconsapevole.
Air, Madredeus, Nada, Nena, Mozart, Schostakovich, Dead can dance, De André, Einaudi, Suzanne Vega, Sigur Ros, Notwist, Postal Service, Album Leaf, Madonna, Baustelle, Smiths, Elisa, Cure, Joan as Policewoman...
Devo citare per danni morali Peter Weir che con l' "Attimo fuggente" mi ha fatto credere, da adolescente molto impressionabile, nel potere della poesia e nell'irrinunciabilità dei propri sogni, cito anche Stanley Kubrik per avermeli turbati, Antonioni per i silenzi e le nebbie, Kar-Wai per la poesia, Bertolucci per una dose massiccia di inquietudine, Wenders per Lisbona e Berlino, Truffaut per l'amara ironia.
Adoro nausearmi con Bruno Vespa e la sua Itaglietta di Itaglianetti...
Il mio stomaco di lettore può digerire quasi tutto, ma con il cuore e con la mente questi alcuni autori che più amo: Omero, i poeti dell'Antologia Palatina, Pavese, Deledda, Verga, Dante, Franzen, Mann, i Dumas, McEwan, Ellis, Tondelli, Mancassola, Gadda (in part. "La cognizione del dolore"),McInerney, Kundera, Kavafis, Dino Campana, Canetti, Böll, Rilke, Pessoa...
Pippo e Pluto e Homer Simpson per il fatto di essere diversi da me, Lupo de Lupis perché mi ha dato tanti sorrisi, Pollon, Gorbaciov, Rabin, Carlo Urbani, la mia prima gatta, San Francesco, Luther king, il lupo di Cappuccetto Rosso, Anne Frank...