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Miriam

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MirrorMask Close To You

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Uno sguardo nostalgico e malinconico su tutto ciò che è fragile, fresco, fanciullesco e dolce; una terrazza ideale, sospesa e ignara del terreno sottostante, tragicamente inconsapevole della corruttibilità, del degrado, della corrosione, operati da qualunque cosa abbia un minimo potere di tocco e di influenza: l'uomo, la natura, il tempo, gli eventi, la nostra crudeltà, il nostro dolore, la nostra qualità di amore... Mad World

Aggiungi al profilo personale | Altri videoThis was a side project of Peter Murphy that had him teaming up with Japan bassist Mick Karn. Unfortunately they only did one album together and it's a bit hard to find, but trust me, it's worth the search. Here is one track video.Progetto secondario di Peter Murphy, quello dei Dalis Car vide il leader dei Bauhaus in coppia con Mick Karn, bassista dei Japan. Purtroppo incisero un unico disco, omonimo, molto difficile da trovare, ma credetemi, ne vale la pena. Questo è il video di uno dei brani.Dali's Car - The Judgement Is The Mirror

Aggiungi al profilo personale | Altri videoUn piccolo gioiello di David Sylvian, uno di quei brani che strappa brividi e tocca corde di struggente dolcezza e qualcos'latro... qualcos'altro...David Sylvian - music: Orpheus
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Aggiungi al mio pofilo | altri VideoUna perla musicale densa di mistero dalla notte dei tempi delle mie notti universitarie: elegante, raffinitissima, in qualche modo crudele artigliata al cuore... Enjoy

My Interests

Pianoforte, calligrafia, calligrafia giapponese, culto e piacere del té, lettura, teatro, un'insana passione per la carta e il suo ruolo insostituibile nell'accogliere non solo i pensieri, ma anche le loro silenziose emanazioni... Amo cucinare (con un'attenzione particolare alla sperimentazione) per gli amici, oltre che per me stessa, un'azione che vivo ogni volta come un rinnovato atto di amore nei loro confronti...e ovviamente anche verso me stessa.

Music:

René Aubry, Yann Tiersen, Wim Mertens, Balanescu Quartet, Japan, David Sylvian, Ryuchi Sakamoto, Dalis Car, David Bowie, Ludovico Einaudi, Vincenzo Zitello, Enya (prima maniera... e prima che si perdesse anche lei), Andreas Vollenweider, Maire Brennan, Badly Drawn Boy, Quintorigo, "L'albero di canto" di Mauro Pagani, Caetano Veloso, Jan Garbarek, Arké String Quartet, Police, Danny Elfman, John Williams, Michael Nyman, Bauhaus. E poi, due maestri della vertigine: Peter Murphy e la sua voce fonda, possente e lacerante, la più bella fra le voci maschili in cui mi sia mai imbattuta nel panorama della "musica leggera"; e Mick Karn, con il suo basso contorto e sofferente.

Movies:

Labyrinth... i ricordi legati alla mia infanzia non potrebbero lasciare indietro un tale gioiello, ancora oggi ricco di fascino e di zone d'ombra.E ancora, Mirrormask...Charlie Chaplin (ho visto Il grande dittatore una ventina di volte), Return to Oz, Legend, Lady Hawke, Neverending story, Willy Wonka and the chocolate factory (l'ultima versione, con un Willy Wonka sardonico e maliardo), Hero, Il pranzo di Babette, Dogville. E ancora... Peter Greenway, Jane Champion, Hakira Kurosawa, Piccioni, Fratelli Cohen e tutti i film di Hitchcock.

Television:

Sono legata a molti telefilm degli anni '80 e '90, Casa Keaton fra tutti...; e poi Storie di maghi e cavalieri, I Robinson ecc. Probabilmente è il loro legame con la mia infanzia a suscitare in me questo nostalgico apprezzamento. Oggi guardo poco e distrattamente la televisione, a parte qualche trasmissione realmente interessante accolta di tanto in tanto da certi canali. Blob rimane un punto di riferimento... La genialità dei Simpson si solleva come una punta di diamante dalla desolante linea di involuzione culturale a cui le reti Mediaset (spesso tristemente emulate dalla Rai), tengono avvinte milioni di (de-)menti dall'irriducibile coprofilia intellettuale... perciò vi consiglio di passare direttamente al mio spazio Libri o Film, perché qui troverete solo polemica...

Books:

"1984" di George Orwell, "Alice nel paese delle meraviglie e oltre lo specchio" di Lewis Carroll, "Il pensiero meridiano" di Franco Cassano, "Sull'identità meridionale" di Mario Alcaro, Flann O'Brian, Samuel Butler yeats e tanti altri meastri della letteratura irlandese, "I demoni" di Fiodor Dostoievkij, "Il mago di Oz" di Frank Baum, "Ivanhoe" di Walter Scott (letto durante un freddo inverno per lo più davanti a un camino acceso), "Il muro" e "Porte chiuse" di Jean Paul Sartre (perché, davvero, "l'inferno sono gli altri"...); "Libro d'ombra" di Tanizaki, "L'arte dell'insulto" di Liang Shiqiu, "La Peau de chagrin" di Honore de Balzac, Sandor Marai, la poetica visionaria di Dino Buzzati, la dolce crudeltà di Michael Cunningham, Raymond Quenau, Edna O'Brian, Eugene O'Neill. E poi quattro geni del racconto: Edgar Allan Poe, che non necessita di commenti, Rohal Dahl, che sa strappare il nocciolo vivo dell'animo umano con pochi tratti di cesello dalla precisione notomizzante; Michael Ende, con il suo "Specchio nello specchio" e "La prigione della libertà", exempla di viaggi borgesiani nell'assurdo e nella logica, di discese e cadute in mondi piranesiani, di spazi animati di vita propria incomprensibile e letale per l'uomo; e Angela Carter, barocca, sensuale e caleidoscopica, che ha saputo restituire ad alcune favole e racconti, ben noti al mondo occidentale, l'affascinante pletora di simboli e allegorie profondamente umani, carnali e psicologici, alla quale tali storie erano tradizionalmente ancorati, uno scomodo fardello che la letteratura didascalica ha voluto prudentemente obliare.Sto leggendo:

Heroes:

Quando ero piccola ne avevo tanti...: quelli dei fumetti, della televisione, dei film... Non ho mai pensato che il termine "eroe" potesse valicare i confini della finzione. Il tempo passava e mi portava le prime cadute, il dolore nel recuperare una posizione eretta per nulla scontata, il dolore stupefatto misto a curiosità nel vedermi sempre diversa, nell'ombra e nella luce. Poi, un giorno, è venuta a trovarmi una certa canzone di David Bowie, e ho continuato a capire... Oggi sono conscia delle tracce di eroismo disseminate nella vasta pletora di sguardi che popolano le strade e i racconti del mio quotidiano... e qualche volta, fra quegli sguardi, riconosco anche il mio...