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ll Comune di Bevagna, nel proporre le opere di Raffaele Ariante, prosegue nel programma di mostre di arte contemporanea nello spazio espositivo delle logge del mercato coperto, che negli ultimi anni ha trovato consenso in un pubblico attento e numeroso. La produzione di Ariante ha carattere dinamico e interdisciplinare e porta subito la mente ai percorsi tracciati dagl'antichi maestri di bottega.
Nasce a Bevagna l'incontro di Ariante con la "carta" della cartiera medievale ed è subito...amore. "CARTETINTE" il tentativo di conciliare la "materialit" pura della carta fatta a mano, foglio dopo foglio, con gesti antichi e sapienti della "tinta" assoluta di Ariante anch'essa così antica ed interiore; la "tinta" del nostro, lascia intatta la "carta" ed insieme parlano al cuore dell'uomo, forse per ricordargli il mondo originario che li accumula tutti. Raffaele Ariante ci dà una traccia poetica e visionaria di un nuovo mondo possibile; armonico e dialettico in cui la manualità diventa contemplazione dell'infinito.
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Da un po' di tempo Raffaele Ariante si occupa principalmente di lune. Lune che ingombrano, con il candido splendore marmorizzato, un cielo blu a macchie, che lo tagliano col filo della falce, lo forano con punte acuminate. Lune splendenti che dialogano, nello stesso cielo tra diloro: ambiguo riflesso di un astro misterioso.
Ad osservare la pienezza delle sue lune viene in mente quel passo di Brancati che paragona le lune mediterranee d'estate e i loro effetti, al sole di mezzogiorno a Berlino. E' un sole camuffato la luna di Ariante un sole candido che illumina un mondo racchiuso da insediamenti che obbediscono a rigorose regole geometriche: un mondo di parallelepipedi di cubi, di cilindri, che riceve certezze dalla geometria e dalla luna luminosa che lo rende visibile, che ne illustra le pietre mielate, i contorni netti, i volumi solidi. Si direbbe metafisico, per l'effetto di sospensione e spaesamento, o cubista per i tagli visuali che le sue prospettive impongono, ma uscendo fuori dagli schemi che, col tentativo di spiegare, costringono, possiamo ridurre il tutto ad un volenteroso intento di descrivere la realtà con un tocco di poesia rivestita di semplice forme e armonici colori.
Raffaele viene dalla Campania, da Pozzuoli e reca con se gli orizzonti carichi di luce che intride cieli e terra e qui ci appoggia le massicce architetture dei paese che attualmente lo ospitano, che sono un segno di una diversa storia e di una diversa geografia. Ha messo da parte le languide tinte e i sogni alchemici che caratterizzavano la sua pittura di qualche anno fa, per esprimere più compiutamente la solarità della sua ispirazione, coniugando con la suggestione dei fascino delle pietre delle pietre e dei volumi della città murata depositati di storia.
Avventure cromatiche le sue, frutto di uno spirito estroso che si esprime con un linguaggio carico di sensualità che appaga l'occhio, che ritmi cadenzati, dal segno netto e dal colore scuro.
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