Music:
Member Since: 5/9/2007
Band Website: improvvisatoreinvolontario.com
Band Members:
Francesco Cusa: Magister Pierrottinus, conductor
Biagio Guerrera – voice, Stefano Cardiel – reporter, Riccardo Pittau - trumpet, Ivan Cammarata - trumpet, Salvo Barbagallo – s.sax, Gaspare Palazzolo - t.sax, Gaetano Santoro – t.sax, Carlo Cattano – b.sax, Tony Cattano – trombone, Mauro Schiavone – piano, Fabio Dibenedetto - ud, Paolo Sorge – guitar, Lino Costa –guitar, Carlo Natoli – baritone guitar, Paolo Battaglia - guitar, Maurizio Morello - guitar, Luca Lo Bianco – double bass, Marko Bonarius - double bass, Giuseppe Guarrella – cello, Dario De Filippo – percussions, Emiliano Cinquerrui - samplers, Andrea Pennisi - live sounds
Influences:
AA.VV "Naked Musicians" - Improvvisatore Involontario (05/2007)
di Matteo Trifirò
L'impegnatissimo jazzista siciliano Francesco Cusa, dopo aver dato vita al progetto Skrunch ed aver tenuto una serie di workshop in Italia ed all'estero, decide di dar vita a questo progetto, rivolto a musicisti siciliani, presi "rinchiusi" per due giorni in uno studio di registrazione di Scordia, con lo scopo di dar vita a questo cd. "Il problema era quello di concentrare in due giorni ciò che normalmente richiederebbe almeno una settimana di lavoro. In realtà si tratta di una sorta di 'conduction', o meglio di sistema non convenzionale di direzione, in cui al posto della partitura musicale, delle note, si hanno dei simboli appositamente creati. Niente di nuovo tutto di nuovo."Il progetto di fatto non è nulla di nuovo o originale, visti i precedenti storici come i Faust o la serie "In The Fishtank" presentata dalla Konkurrent, però è molto interessante principalmente per la scelta dei musicisti, provenienti da ogni angolo della Sicilia, amici o semplici conoscenti, jazzisti ed improvvisatori di professione, ma musicisti di diversa estrazione, programmatori di macchine e pc, accumunati dal desiderio di trasmormarsi per due giorni in "Improvvisatori Involontari".L'album si muove lungo i sentieri più avanguardistici e sperimentali del jazz, ma non abbandona mai le origini dei musicisti che lo hanno suonato, richiamando testi e spunti della miglior tradizione italiana ("Cuore Matto", "Canzone dell'amore Perduto" ..), ai quali vengono abilmente accostati strutture ed idee che possiamo ricondurre a classici come Frank Zappa, Fred Buscaglione o Sun Ra, alle sperimentazioni come il Pranzo Oltranzista di Mike Patton e John Zorn (dal quale sembra esser ispirata, oltre che al titolo, la filosofia stessa dell'album), con una forte carica teatrale-visuale-performativa come contorno.Un ottimo progetto, con ottimi musicisti ed un ottimo risultato !!
NAKED MUSICIANS, A sicilian way of cooking mind (Improvvisatore Involontario/Wide).
di Mario Gamba
I titoli degli otto brani del cd, che ha anche un pre-titolo complessivo, Music for 24 Musicians, sono stimolanti e spassosi, come sempre nei lavori di Francesco Cusa, batterista, compositore e in questa occasione direttore (o conductor, nel senso della butchmorrisiana "conduction"). Eccone alcuni: L'avvitamento del capitalismo, In morte al sistema mal temperato, Del perché é impossibile che l'uomo sia atterrato sulla Luna. Ma questa volta il Cusa innamorato pazzo della musica "a programma", dei brani con forte connotazione narrativa compresi alcuni sfrontati aspetti didascalici, non si ferma ai titoli, non sacrifica alle brillanti idee letterarie le proprie capacità di elaborare idee musicali altrettanto, se non più brillanti. Questa volta Cusa ci regala musica ricca, dissoluta, pura e impura, di grande originalità e spessore. Prodotta da una band di 24 musicisti, jazzmen e non, che ci arriva con un impatto forte, caldo, e con una vertiginosa diffusione di invenzioni. Il clou è senza dubbio il lungo iniziale Avvitamento del capitalismo, dove cìè una voce recitante (pressoché una costante nel cd, e i testi sono pieni di umori sovversivi legati alla cronaca politica) che apre continui nuovi episodi di stupefacente bellezza: free-jazz freschissimo, inaudita "contemporanea" traboccante di rumori, effetti, raffinatezze di scrittura istantanea, passaggi tipo poema sinfonico. Ma irresistibile anche A night in a caravan, opera di montaggio, di destrutturazione, di sintesi compositiva sulla base di A night in Tunisia e di Caravan. E poi tutti gli altri brani: tutti meriterebbero di essere "raccontati" in dettaglio, il radicalissimo, furioso In morte al sistema mal temperato merita un'altra menzione speciale.
(m.ga.) IMMENSO
A sicilian way of cooking mind
di Enrico Bettinello
Che da parte di molti musicisti e improvvisatori di casa nostra ci sia un'urgenza a trovare nuove formule di condivisione dell'esperienza creativa è un fattore che già da qualche tempo ha portato al coagularsi - spesso su base regionale, a testimonianza che la cosiddetta “provincia†è ricca di idee e fermenti - di realtà associative [sotto forma di etichetta, collettivo, officina, laboratorio permanente, banda “musicalmente†armata...] in grado di mettere in circolo idee, musicisti, follie varie al di fuori dell'ormai consolidato - e forse logorato - meccanismo un po' individualista che gode di una vasta diffusione nel jazz italiano.
È il caso, ne abbiamo parlato spesso, di “entità †come El Gallo Rojo, BasseSfere, Axè, C-Jam, così come degli artisti che sotto la sigla Improvvisatore Involontario, di cui il batterista siciliano Francesco Cusa è l'agitatore predestinato [clicca qui per leggere una 'intervista senza rete con Cusa].
Proprio Cusa ha riunito per questo progetto ventiquattro musicisti, tutti siciliani tranne l'indomabile - e bravissimo - trombettista sardo Riccardo Pittau, e ha utilizzato le modalità della conduction [direzione dei flussi improvvisativi dell'organico attraverso una serie di segnali convenzionali] per convogliare alcune delle più impudenti necessità espressive che serpeggiano nelle viscere di questi artisti.
Non tutti jazzisti e non tutti professionisti - ma compaiono alcuni dei più fedeli collaboratori di Cusa, dallo stesso Pittau al trombonista Tony Cattano, passando per chitarristi come Paolo Sorge e Carlo Natoli o per il contrabbassista Marko Bonarius - questi gloriosi “ribaldi†del gesto sonoro vengono condotti dal direttore “lucignolo†su terreni in cui le varie energie possano conflagrare, in cui l'inopportunità sia un valore da tenere a portata di mano, dato che lo scenario timbrico cambia con la velocità dello zapping annoiato del sabato sera e dietro ogni brandello di quotidianità si può aprire un giardino incantato.
C'è anche una voce narrante, che interviene come un televisore tenuto troppo alto dalla vicina di casa sorda, a cucire frammenti di istruzioni, di telegiornali sui margini delle note. C'è un gioco destrutturante che ha [ig]nobili ascendenze e c'è il consueto, insopprimibile, ghigno ironico [la risata che tutti seppellirà non prima di averci imbottiti di suoni, tanto per ricordare che volendo c'è dell'intelligenza anche nelle più basse forme di vita!] che a partire dai titoli sgangherati dei brani si propaga in rivoletti gelidi in ogni angolo del disco.
È irriverenza programmatica? O forse in quel sovrapporre “A Night In Tunisia†e “Caravanâ€, nelle scorribande sugli ottantotto tasti di “In morte al sistema mal temperatoâ€, nello [s]comparire di “Cuore Matto†o “Arrivederciâ€, nella balbuzie funk di “Stasi creativa in James Brownâ€, nelle urla apotropaiche e nel farsi oggetto tra gli oggetti che risuonano senza coscienza c'è qualcosa di molto più rispettoso di quello che si sospetta?
Non rispondetevi! Rimarreste sempre fregati, perché dietro le domande - ci insegnano questi ventiquattro musicisti “nudi†- si nascondono sempre le mascelle appuntite di una risposta sbagliata, vogliose di ridurvi i pantaloni [specie la zona dei glutei] in colorati brandelli di stoffa!
Piuttosto ascoltare, reagire, urlare, ridere, indignarsi, ammirare il flusso dentro cui Cusa ha immesso le risorse di cui disponeva, diffondere, fare ascoltare agli amici e alle amiche, fare fremere di sdegno la vecchia zia o il rigido insegnante di conservatorio, fare sorridere un bambino, riavvicinarsi al fare musica perché lo chiede la pancia prima che la testa.
Beh, questo sì che lo si può fare e forse questa esperienza collettiva incomincerà a brillare come un pietrone radiattivo tra le mani degli incauti. Ne vale la pena! Bravissimi tutti!
P.S. Cercate nei migliori jukebox della Riviera “Italian Graffitti Collapse Vol. Iâ€, non ne potrete più fare a meno!
A sicilian way of cooking mind
di Vittore Baroni - Rumore Giugno 2007
L’idea è di Francesco Cusa, eminenza grigia della Improvvisatore Involontario: chiamare a raccolta una ventina di musicisti siciliani di alto profilo tecnico, attivi in ambito non solo (avant)jazz, e chiuderli in sala di registrazione per un workshop intensivo di due giorni, con l’obiettivo di ricavarne un cd. Una prova che avrebbe potuto rivelarsi rischiosa, ma che grazie alla direzione illuminata dello stesso Cusa, oltre che all’impegno e affiatamento del temporaneo ensemble, ha prodotto un risultato a dir poco sorprendente. Già basterebbero difatti a dare peso specifico i venti minuti di L’avvitamento del capitalismo, ardita suite che spazia da giochi fiatistico-percussivi in stile Arkestra a memorie etno-popolari e umori mingusiani. Siamo però solo all’inizio e - col ballardiano leit motif di stranianti annunci fanta-radiofonici - sfilano altri sette brani ora ironici (A Night in a Caravan, frullato di standard da big band declinati in chiave semi-improvvisativa), ora rissosi (In morte al sistema mal temperato, con echi del free “politico†dei Settanta) e ora lirici (il finale mash up di vecchie canzoni italiche, più struggente che irrispettoso). Non solo un bel spaccato di “gastronomia sonora†sicula, dunque, ma anche un concept che straripa di arguzia e inventiva.
NAKED MUSICIANS, A sicilian way of cooking mind (Improvvisatore Involontario/Wide).
di JD TIKI
La quarta uscita di Improvvisatore involontario mette in campo una all-star band assemblata dal “commissario tecnico†Francesco Cusa: partendo dalla sua esperienza di workshops in giro per l’Italia l’istrionico batterista/compositore siciliano ha radunato presso il Sonoria studio di Scordia (CT) ventiquattro musicisti siciliani (e un sardo, il nostro Riccardo Pittau) per un esperimento di “conductionâ€; l’eclettico ensemble comprende fiati, chitarre elettriche, contrabbassi, percussioni, live electronics e campionatori, voci cantanti e recitanti, e schiera al gran completo i membri di altri progetti guidati dal nostro, come Skrunch e Nursery Four. L’idea è stata, sin dall’inizio, quella di non coinvolgere esclusivamente musicisti di area jazz, ma di estrazione e formazione diverse.
Le sessioni di registrazioni si sono tenute nel maggio del 2005.
Sulla scia di grandi musicisti e compositori moderni (da Butch Morris a Frank Lowe al mitico John Zorn) Cusa ricorre ad un sistema non convenzionale di conduzione, utilizzando simboli appositamente creati in vece delle normali note sulla partitura musicale.
“Niente di nuovo, tutto di nuovo†come giustamente e ironicamente scrive lui stesso nelle liner notes del disco. Ciò non toglie che il risultato sia complessivamente lodevole e stupefacente.
Si va così dalla lunga suite posta in apertura (20 minuti su complessivi 71!) a nome “L’avvitamento del capitalismo†(discorso a parte meriterebbero i titoli ai limiti del genio assegnati alle composizioni!), imperniata sull’ossessivo, misterioso e mantrico violoncello di Giuseppe Guarrella.
La successiva “A night in caravan†– come il titolo fa presagire – riesce a far suonare simultaneamente a diverse sezioni di musicisti due dei più grandi standards del jazz come “A night in Tunisia†di Gillespie e “Caravan†di Ellington, cucendo il tutto con intermezzi di drum machine dal sapore anni ottanta e sfociando (come più volte nel corso del disco) nel più anarchico e dissociato free jazz.
“In morte al sistema mal temperato†si regge su un ostinato dei fiati ed include ogni sorta di sketch, dal cartoon alla musica da film al rumore puro, mentre “Gurdjieff, Jodorowsky, Lugo†possiede qualità cinematografiche da film horror tra percussioni, cigolii e rumori sinistri, chitarre liquide e voce narrante ed inquietante.
“Globalizzazione†parte come un outtake di Buena vista social club, ma l’andatura latin cubana viene presto disturbata dall’elettronica e da ogni sorta di intermezzo be-bop e free, mentre “Stasi creativa in James Brown†tritura funky groove à la “Sex machine†deturpandolo con voci, campionamenti e dissonanze.
In chiusura due gemme: “Del perché è impossibile che l’uomo sia atterrato sulla luna†(!) è elettronica cyber con unisoni di fiati e voci e pianoforte futurista, mentre la conclusiva “Italian graffiti collapse vol.I†è un Frankenstein musicale italiano nel quale, sulla splendida voce di Biagio Guerrera che canta “Arrivederci†di Umberto Bindi, si innestano le chitarre elettriche (ben cinque nell’ensemble!) che intonano “Cuore matto†di Little Tony; mentre Guerrera “canticchia†“Parole parole parole†di Mina le veloci dita di Schiavone eseguono “Margherita†di Cocciante, per poi terminare con la citazione di “Canzone dell’amore perduto†di De Andrè, collassando definitivamente.
Non difetta sicuramente la fantasia, l’esecuzione è encomiabile e la verve tutta sicula.
Un unico appunto: sarebbe stato utile ai fini di un ascolto più partecipe avere un’indicazione (magari pubblicata sull’interno copertina) delle regole di interpretazione dei simboli utilizzati per l’improvvisazione (un po’ come fece Zorn nella sua fondamentale game-piece “Cobraâ€).
Ma anche cosi la godibilità del progetto è totale.
JD TIKI - 2/6/07
NAKED MUSICIANS, A sicilian way of cooking mind (Improvvisatore Involontario/Wide).
di Guido Siliotto
NAKED MUSICIANS - A sicilian way of cooking mind / avanguardia ***
di Roberto Mandolini
Francesco Cusa è la mente dietro il progetto Improvvisatore involontario. Nato a Catania nel 1966, Cusa ha un curriculum da capogiro. Ha suonato con la crema dei jazzisti italiani (Paolo Fresu, Bruno Tommaso, etc.), con alcuni dei colossi del jazz sperimentale internazionale (Butch Morris, Kenny Wheeler, etc.), con i più rumorosi gruppi di avant-rock oggi in circolazione (Flying Luttembachers, Zu, etc.), e con mille altri musicisti. La sua attività di musicista si divide tra una decina di progetti diversi, tra i quali questi Naked Musicians. Un gruppo di una ventina di improvvisatori condotti dallo stesso Cusa. La scelta dei musicisti coinvolti nell'improvvisazione è disomogenea: jazzisti, rockettari, programmatori di softawre e 'avvocati che stanno in ufficio e nelle aule di tribunale esclusivamente per una loro perversione'. Il risultato è tutt'altro che commestibile. Un blob sonoro ostico e senza vie d'uscita. Una matassa intricata di suono che colpisce l'ascoltatore come una valanga. Le otto tracce del disco hanno titoli programmatici ("A night in A Caravan" unisce i temi di "Caravan" e "A Night in Tunisia") che lasciano presagire solo apparentemente la direzione della musica.
NAKED MUSICIANS - A sicilian way of cooking mind / avanguardia .r{}**
di Gennaro Azzollini
Non sono mai stato un grande amante dell’improvvisazione, né del jazz in generale, pertanto non sarei proprio il tipo adatto per recensire questo disco, ma il progetto in sé è interessante, e il prodotto finale neanche tanto malvagio, tanto più se si pensa che si tratta di soli musicisti siciliani più un sardo (ma questo è un pregiudizio, la Sicilia ha da sempre sfornato musicisti buono-ottimi, e inoltre, se gli italiani con il rock stanno proprio frecati, in ambito jazz e avant hanno più di una carta da giocarsi). Insomma c’è questo Francesco Cusa che, come ci spiega nelle note introduttive del disco, ha raccattato tutta una serie di compagni e colleghi sparsi nell’isolotto e li ha convinti a eseguire in due giorni questa cosa che lui definisce ‘conduction’, cioè un sistema non convenzionale di direzione:
in pratica, non pura improvvisazione, ma una esecuzione libera fondata non su una successione di note bensì di simboli inventati ex-novo. Il risultato è simpatico e per fortuna manca di quella spocchia che di solito caratterizza i musicisti intellettualoidi.
C’è poi questa citazione di Reich (quella di Zorn è abbastanza evidente) in In morte al sistema mal temperato (ma anche nel sottotitolo: music for 24 musicians), che me lo ha reso simpatico subito.
NAKED MUSICIANS - A sicilian way of cooking mind
di Guido Festinese - 28/5/2007
“Il problema era quello di concentrare in due giorni ciò che normalmente richiederebbe almeno una settimana di lavoro. In realtà di tratta di una sorta di conduction, o meglio di sistema non convenzionale di direzioneâ€. Traduciamo per i meno addetti ai lavori dalle belle note di copertina stilate da Francesco Cusa, direttore ed ideatore dei “musicisti nudi†- con evidente riferimento zorniano – per questo nuovo lavoro. I due giorni sono le sedute riservate a una ventina di musicisti siciliani di diversi abiti stilistici (non solo jazz, quindi) convocati assieme al funambolico Paolo Sorge alla chitarra per una “conductionâ€. “Conduction†è il metodo ideato dal grande Butch Morris per eludere la gabbia stretta che circoscrive partitura e/o improvvisazione: in una “conduction†i musicisti improvvisano, ma rendono anche conto, in tempo reale, di una serie di segnali di dinamica convenuti tra i partecipanti, e strutturati da chi guida la “conduction†medesima.
Gli esiti, qui, oscillano tra il sublime e il plebeo, esattamente come quando il Principe De Curtis sosteneva che “la nobiltà obbliga†nel suo etereo volteggiare tra bassezze ed altitudini. Cosa attendersi da titoli che recitano, testuali, “Stasi creativa in James Brown†o “Del perché è impossibile che l’uomo sia atterrato sulla lunaâ€: risposta facile, ma non ovvia. Ci attendiamo una musica che giochi ad essere musica pura, con tutti gli scarti, le capriole, le ripicche ed i torbidi rimestamenti che i titoli suggeriscono. Alla fine, un grande atto d’amore per Mingus, per Ellington, per lo svaporato turgore delle “arkestre†di Sun Ra. Ed il senso che, anche in Italia, si può mettere in pratica una assoluta eccellenza senza pagar dazio alla grigia legione dei fondamentalisti neobop, new mainstream, e quant’altre regressioni spacciate per novità vogliano imbonirvi i signori di un jazz addomesticato come una foca nel circo.
Sounds Like:
Record Label: improvvisatore involontario
Type of Label: Indie