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Ciascuno, nella propria inutile vita, cerca qualcosa che gli dia una scusa per non suicidarsi.
I Rodeo Clown hanno trovato una giustificazione della loro esistenza nel suonare canzonacce per loro stessi e per altri quattro deficienti che vanno ad ascoltarli.
Dal 1997 ad oggi il gruppo si esibito in performances live di successo praticamente nullo, e ha inciso otto cd che nessuno conosce
"Kikko like U2?. ..State of the art noize! A must!" - Johnny Rotten
...SE NON PUOI VEDERCI O SENTIRCI DAL VIVO, PUOI ATTRAVERSO LE MERAVIGLIE DELLA TECNOLOGIA MODERNA, GODERTI LE NOSTRE CANZONI IN VARI FORMATI AUDIO E VIDEO!!!
"RODEO CLOWN is a very up beat & fun sounding Punk Rock band out of Italy. These guys play some really good Punk Rock that has a touch of the 70's styled Punk music. I loved this era of Punk music so I really got into this band. I do hear some influences of new school Punk mixed with old school as well. The guitars reminded me of RANCID, the vocals reminded me of THE ATARIS, while the rest of the band reminded me of THE RAMONES & SLOPPY SECONDS combined. If your a fan of any or all of the above mentioned bands, then your gonna love this band!!!" - Burt Wolf - www.beowolfproductions.com
"Hammer, was diese Split aus Italy hier bietet....15 Minuten Fun Punk ala NOFX, Millencolin etc. Jedoch setzen beide Bands eigene Aktzente und haben jeder 3 Ohrwrmer allererster Gte mit nem superguten Sound aufgenommen.
Gleich beim ersten hren bleibt alles hngen und lsst mich selbst bei deutschem Scheiwetter wieder lcheln und mein Laune steil nach oben steigen. Bin ganz hin und weg von dem Teil! Hier mu man echt zuschlagen, wenn man auf diese Musik steht....Fehler ausgeschlossen!!!! Somit wird hier jetzt der Bericht beendet, da man hier nix mehr zu sagen mu! Italy rules!"
Supported by STD Distribution - Jarno - www.skprecords.com
"BRAVI"- The RodeoClown's Moms
Una bella prova, non c' che dire, per i pop-punk rockers di Sassari, il cui primo cidd - a titolo "Famous on Mars" - recensii (o recensi? o recenstti?) gi qualche tempo fa, e ascoltandolo mi piacque. Pure questo mi piace, e nonostante la copertina superpoppy e il titolo rockettaro devo dire che lo trovo, nel complesso ( decisamente variegato), piuttosto pi tosto del precedente, e che di sicuro lo preferisco.
Undici tracks ben suonate e ben registrate, con delle belle linee vocali (un plauso al cantante) e dei refrain che indubbiamente acchiappano, in cui evidente, oltre a una buona dose di rock'n'roll, una certa verve sperimentale, data anche e soprattutto dall'uso saltuario di strumenti improbabili nel genere, quali le tastiere, la tromba e - udite udite - il banjo. All'ascolto il disco si gusta e mi gusta, e non si pu non notare la tecnica chitarristica alla base delle incursioni country della bella "Resume Frank Sinatra", il cui titolo , naturalmente, gi tutto un programma.
Che altro dire, ragazzi? Questo disco c'ha ben poca violenza dentro, non ha pretese di sorta, suona anche un po' 60's, totalmente sbalestrato e fuori dai canoni, eppure oscurerebbe senza problemi i prodotti (e sottolineo il participio) di tanti pallosissimi cloni italiani della scuderia Epitaph, che sono solo chiacchiere, coccole e distintivo. Quindi se il punk deve essere pop, a mio avviso, molto ma molto meglio che sia come i Rodeo Clown.
Consigliato, senza remora alcuna, agli amanti del genere. - Simone.- www.lamette.it
"Non Posso essere pi imparziale, i Rodeo Clown sono la band migliore dell'universo, tutto ci potrebbe compromettere i giudizi sul mio operato, per questo mi ritiro..." Pierluigi Collina - Arbitro di Calcio internazionale
Quando si parla di autoproduzioni spesso ci si scorda che si pu parlare di gran bei lavori, e non unicamente nella minor parte dei casi. I Rodeo Clown tornano a mostrarci come i loro dischi, per quanto ancora autoprodotti, siano sempre pi validi.
Con Led Zeppelin Tree superano di un altro passo se stessi, dando credito alla loro bravura. Ne abbiamo parlato ampliamente in queste pagine telematiche ed sempre un piacere dare spazio ad una band che vale. Perch vale, credeteci. Sempre pi rocknroll ma sempre meno inquadrabili, con suoni variopinti di pop, surf, blues, country e ovviamente punk rock di guida. Suoni che per, questa la loro particolarit, sanno fondersi assieme, in modo da non disorientare lascoltatore soddisfacendo tutti i gusti affini a questo sound. Persino le aggiunte strumentali (banjo, tastiere, tromba e percussioni), che fanno capolino in una o nellaltra canzone (Resume Frank Sinatra, Land Of The Speaking Dogs), sanno essere in perfetta sintonia col tutto, senza strafare ma arricchendo. Sembra insomma che i Rodeo Clown riescano a soffermarsi sul proprio lavoro per migliorarlo e contemporaneamente a fare dei passi avanti per tentare qualcosa di leggermente diverso dal passato. Passiamo allora da coretti surf ad assoli che-te-lo-dico-a-fa, da ballate country ad temi pi punk rock 80. E via senza tregua
In questo caso lunica pecca dellautoproduzione, e per questo ci auguriamo che trovino presto chi dia man forte al loro lavoro, la scarsa disponibilit economica, che qui si traduce in un artwork povero (ma molto molto colorato) e nellassenza dei testi. Ma supportare doveroso.
Recensione di Pit, 09 novembre 2004- www.radioriot.org
Rodeo Clown - Rodeo Clown (autoproduzione, 2005)I prolifici sardi dei Rodeo Clown giungono nel 2005 al loro quarto album, frutto di ben sei mesi di lavoro in studio, riprendendo con loro l'originale batterista ed amico Marcelo ed intitolando il nuovo lavoro semplicemente con il loro nome, per simboleggiare il ritorno alle origini. "Rodeo Clown" ripropone e rafforza quanto di buono fatto in passato dal trio, rappresentando il solito compromesso tra influenze punk rock e predominanti sonorit che si rifanno al rock anni '70, con risultato finale non dissimile, soprattutto in certi passaggi, riff ed impostazioni vocali, a Led Zeppelin (a loro il trio sardo ha perfino in passato intitolato un album) e persino Beatles. Numerose tracce riprendono pure gli stilemi del surf rock Beach Boys-iano, scanzonato e sognatore, spesso condito, nella personale versione dei Rodeo Clown, con ritmiche punk rock, in cui batteria e chitarra distorta si fanno sentire maggiormente. Altrimenti il disco ricco di riff efficaci, melodie sempre piacevoli dal sapore retrò e, novit per i Rodeo Clown, suoni campionati e batteria elettronica, trovate inserite davvero con grande frequenza e gusto lungo tutto il disco. Non mancano nemmeno pezzi di tastiera e pianoforte, suonati dal quarto membro (non ufficiale) del gruppo Marco "Ray" Testoni, ed episodi acustici, tra i quali si fa notare il pezzo conclusivo "The Good Old Days Of Rock'n'Roll", una versione in sola chitarra acustica di "US53310761 (The Golden Age Of Rock'n'Roll)" che si fa apprezzare per la deliziosa esecuzione a "mani nude" di Paolo Bonfanti, gi produttore artistico di "Famous Mars", che fa pesare la sua qualifica di uomo blues con un'interpretazione passionale e sopra le righe. Come gi in passato, i Rodeo Clown oltrepassano il confine tra pi generi, andando a pigliare sonorit da generi tanto diversi come il rock anni 70, il surf rock, il rock'n'roll, il pop punk ("Wiskard" pu addirittura ricordare i primi Good Charlotte suonati alla maniera dei Rodeo Clown) e, in un'occasione ("Champagne And Cocaine"), persino dall'hardcore anni '80. Il disco risulta quindi essere estremamente variegato e ricco di cambi d'umore, passando rapidamente dalla malinconia di episodi come "Foggy" e "The Best Part Of your Life" alla gioiosità e vivacità di "Church Of Surf" e "Santa Monica" (sicuramente uno dei migliori episodi del disco), soppesando all'incirca alla pari le due tipologie di brani. In ogni caso, ma particolarmente nei pezzi più veloci e spensierati, sentendo suonare questi ragazzi si sente proprio che lo fanno divertendosi, ed in questo nuovo album sembrano avere finalmente raggiunto una consapevolezza nei propri mezzi che prima, forse, non avevano: il tutto si riflette su pezzi piacevoli all'ascolto (certo, alcuni più riusciti altri meno) e, più in generale, su un disco che non mancherà di soddisfare gli amanti di sonorità d'altri tempi.
a cura di Giamma, 09 Marzo 2006- www.punkwave.it