Aurora sogna un cosmo senza suono, dal silenzio sordo che ferisce, dalla incomunicabilità inesprimibile, che va oltre la banale mancanza di ogni sorta di rumore, musica, parola… è il Silenzio più totale della volontà di comunicare, di condividere, di esprimersi.
Ma Aurora sa ascoltare, e il suo orecchio fine coglie un Animo totalmente impregnato da vibrazioni proibite, da armonie di una ricchezza sublime, le cui inesprimibili melodie potrebbero far danzare ogni atomo di quel sordido universo. In Lui scorrono note impossibili, sconosciute persino nel mondo più chioccio e chiassoso: nascoste ed invisibili, sono annidate fra gli interstizi dei possibili suoni catalogabili, apparentemente crescenti calanti stonate, in realtà solo diverse, oltre le normali note, infinite ed inesauribili. La sua mente è una sinfonia illimitata in cui ogni suono ha il suo spazio, il suo diritto ad esser musica: dal suono di un raggio di sole che filtra tra le foglie al battito d’ali di una nuvola, dal fragore di un albero che cade dove nessuno lo può udire al linguaggio segreto di un feto che comunica con la mamma.
Aurora assiste al dolore per quell’idea, quell’intuizione di cui a Lui non è consentito conoscere neppure il nome, a cui non gli è lecito dare forma risonante, in quel luogo dove nulla si può pronunciare.
Con nuovi sensi Aurora coglie segnali in ciascun sogno, dentro di sé o ai limiti dell’universo. Raccoglie con coraggio ogni sottile ribellione, ogni sfumatura in ogni Sguardo, ogni vibrazione in ogni Animo, ogni Vita che si dibatte nel vuoto. Segretamente, Aurora si protende nel buio per afferrare e tessere tutti i fili invisibili che le tendono le ultime sinfonie iridescenti.
E, dietro le palpebre serrate, dentro, nelle sue vene, in ogni particella di ossigeno, ovunque nessuno la possa ancora spiare_ _ _
Aurora risponde, a coloro che sanno cogliere, con lacrime acide.