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Nel 2001 Andrea Belli, suo fratello Alessandro e Franco Pietropaoli iniziano un lungo studio dell'opera di Georges Brassens, con l'intento di proporre le canzoni del cantautore francese in lingua italiana, grazie all'intenso lavoro di traduzione di Andrea Belli. Tre anni più tardi prendono parte al gruppo il batterista Marco Di Donna e il sassofonista Biagio Orlandi. È qui che il progetto trova la sua forma definitiva: riarrangiare le traduzioni dello chansonnier, in un dialogo tra l'espressione letteraria e quella sonora.
Il lavoro viene quindi proposto dal vivo in diversi locali romani e il buon riscontro del pubblico spinge il gruppo ad incidere un demo nel novembre del 2005.
Dal 2006 i VersoEst si dedicano alla produzione di brani originali, facendo confluire la cultura jazz di Alessandro Belli e Biagio Orlandi, quella rock di Marco Di Donna e quella cantautoriale di Andrea Belli e Franco Pietropaoli.
Nel settembre del 2006 incidono un secondo demo contenente il nuovo materiale, e continuano ad esibirsi dal vivo in club e teatri. Accedono alle semifinali del festival Musicultura 2007 (ex festival di Recanati), partecipando alle audizioni dal vivo nel teatro della Filarmonica di Macerata. Nello stesso anno vincono il primo premio a QUADRAROCK 2007.
Quali sono le vostre provenienze culturali?
Musicalmente veniamo dalla Canzone. La Canzone in tutte le sue forme, che sia d'autore, leggera, popolare, jazz, sociale ecc...
Abbiamo passato molto del nostro tempo dedicandolo a Georges Brassens, maestro di vita d'arte e di musica. Abbiamo arrangiato e rivisitato musicalmente le traduzioni fatte da Andrea per poi suonarle (e continuare a suonarle) nei nostri concerti. Anche se abbiamo corso tanto tempo dietro a ton ton Georges non potevamo però dimenticare chi ci ha iniziato a tutto, perché se Brassens è il nostro maestro, Fabrizio De André è il nostro papà . Altre influenze vanno dalla Canzone napoletana a Charles Trenet da Ciampi a Dylan e poi c'è il Jazz, che anche se facciamo canzoni non sappiamo resistere alla tentazione di mettercelo dentro, poi Sergio Endrigo fino ai Beatles arrivando a Paolo Conte e Capossela. In Italia c'è tanto ben di Dio per la canzone! E in Italia c'è tanto ben di Dio anche per la letteratura e la poesia, così spesso ci si affida anche un po' a quella e si cerca di imparare a restituire il più possibile.
Perché avete scelto il nome "VersoEst"?
Perché viene da una delle nostre canzoni "A Est" che parla del posto da dove veniamo, un quartiere di Roma che si chiama Cinecittà Est. E ora siamo tutti legati alla causa di liberare il quartiere dagli studi di Cinecittà .
Cosa affidate alla canzone?
Che qualcuno la canti