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Antonello

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About Me


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Sinceramente lo sto ancora cercando di capire. Alla fine la ricerca e' continua; forse non sono mai soddisfatto e devo sempre movimentare con qulacosa, bella o brutta che sia, la mia vita. Sono un solitario che soffre di solitudine, uno che ama stare sul palco ma agorafobo. Forse. Sono assolutamente brillante e detestabile, inaffidabile e geniale. Non e' il top ma cerco sempre di stare in equilibrio tra opposti. Musica, racconti brevi, romanzi incompiuti, valanghe di cose incompiute, come la maggior parte delle mie cose, ma ci sto lavorando.Amo la musica, tutta, splendida magica, maledetta dopatrice di felicità e disperazione, amo le ragazze brutte che si vestono come se fossero le più fiche del mondo, amo l’aria intrisa di odore di grigliata nei paesini dell’italia centrale dove, in piazza, la giornata inizia alle 19e30, d’estate davanti ad un aperitivo col golfetto sulle spalle…amo il freddo che ti fa tremare, vestire bene, ammalare, e amo il caldo; quello fastidiosissimo sul quale aprire eterni dibattiti se fosse stato più fastidioso quello dell’anno precedente….no! Come quest’anno mai! Adoro immensamente gli anziani che giocano a carte con un brutto bicchiere di vino davanti, sopra a una tovaglia a quadri. Adoro e odio la calma e il caos nello stesso modo in cui adoro jeckyll e Hide,odio quando sto male insieme a ciò che è strano, contraddittorio e ipocrita come me.Mi dichiaro comunque 'Innocente'. ANGELO pollo.arrosto (Instant Karmelo) E ANGELO ANTONELLO E FLAVIO LASCIATEMI QUAAdoro gli alimentari con le donne di mezza età che chiamano per nome il bottegaio instaurando una fiducia che loro credono solo loro, adoro i tabaccai ingialliti dal fumo, impazziti e imprecanti per il lotto che erogano aforismi per ogni cliente appena uscito scuotendo la testa. Adoro gli ignoranti che non sanno di esserlo, le file alla posta, spettacolo gratuito di vizi e virtù; adoro i napoletani per il motivo per cui sono odiati, rimpiango il fascismo, il rock, gli anni 70, gli anni di piombo, le BR, rimpiango tutto ciò che è passato senza accorgermene…ultimamente rimpiango Dicembre scorso, gli anni della guerra fredda sapendo ora che guerra non fu, tornare indietro sapendo, da vigliacco quale io sono. Adoro tutto il contrario di quello che ho detto e cioè noi; inconsapevoli di essere noi e appagati dall’amare tutti ciò senza renderci conto che noi siamo parte di tutto ciò e magari un altro Antonello sta scrivendo ora le stesse cose di me. Che bisogno di tutto questo quando la vita ti sembra sfuggire.

My Interests

Life goes on day after day Hearts torn in every waySo ferry 'cross the Mersey 'cause this land's the place I love and here I'll stayPeople they rush everywhere Each with their own secret careSo ferry 'cross the Mersey and always take me there The place I lovePeople around every corner They seem to smile and say We don't care what your name is boy We'll never turn you awaySo I'll continue to say Here I always will staySo ferry 'cross the Mersey 'cause this land's the place I love and here I'll stay and here I'll stay Here I'll stay

Sono musicista da 13 anni quindi non posso non dire musica. l'abbigliamento, gli anziani che ti fanno sentire un idiota,la politica, minigonne, automobili, stare al telefono, suonare sulla tazza, disegnare, iniziare e non finire, la Palestina cuscini,fotografia tutto cio' che e' vecchio mi ipnotizza, dal telefono a disco a un vestito, a un filmato, come se avesse qualcosa ancora del tempo in cui viveva, in cui vorrei sempre essere.

I'd like to meet:

Qualcuno che se ne frega di come sono e abbia un po di pazienza, l'Antonello del 1998...
What will happen in Antonello's game of life?
Walk on water

'What will happen in your game of life?' at QuizGalaxy.com

Music:

L.WELLSGreat Western Wind catches in your Celtic hair Flicks it round your face like flames around the sun In the bright cold air you seem as innocent and fair As Rita Tushingham in 1961Well, Lynsey Wells How I wish that I could feel so good I wish that I could be as good as you Well, Lynsey Wells How I wish that I could feel the good Beyond the poison in us like you doLP records in your little hands Put them on your little dansette for a dance All those men sing you'll never walk alone But you'll never let them break your little heart.Well, Lynsey Wells How I wish that I could feel so good I wish that I could be as good as you Well, Lynsey Wells How I wish that I could feel the good Beyond the poison in us like you doIf you have some sort of secret If you need someone to tell You can tell me Because my memory Always fails I will forget And your secret Will remain Yes the secret Your secret Will remainWell, Lynsey Wells How I wish that I could feel so good I wish that I could be as good as you Well, Lynsey Wells How I wish that I could feel the good Beyond the poison in us like you do

Television:

LA TENGO SPENTA.

Books:

Non leggo autori particolare, mi piace leggere pubblicazioni sugli anni di piombo, mafia, storia moderna, storia del crimine romano, ecc. Oscar Wilde come La Divina Commedia li rileggo sempre volentieri, mi fanno stare bene. Preferisco scrivere.WHITE ALBUM (segue dalla storia mai pubblicata sulle copertine dei Beatles Del Parente Pinolo...n.d.a.)Vi ricordate la scena di Ghostbusters in cui il tipo dei Verdi newyorkesi va a spegnere il famoso dispositivo di stoccaggio contenete migliaia di spiriti e..oplasmi di ogni genere? Immediatamente, si libera come dei fasci di luce per i celi della Big Apple tutto ciò che gli acchiappafantasmi avevano catturato e racchiuso in mesi di lavoro. Beh, più o meno è così che è andata anche nel mio caso, tagliando la testa, con un’unica lama, alla storia d’amore più importante e alla band del cuore. Tutto ciò mi ha LETTERALMENTE impedito di ascoltare, anche per sbaglio facendo zapping sulla radio, un brano dei Beatles. Facendo un salutare salto indietro di 38 anni, proviamo a tornare direttamente in quei primi mesi del 1968 in cui i Beatles erano diventati davvero una cosa nuova. Quando si parla di geni come Mozart, Dante Alighieri, Oscar Wilde o Woody Allen, le svolte sono sempre viste, col senno di poi, come delle ‘evoluzioni’. Nel caso dei Beatles, a parer mio, il 1968 ha segnato sì, una svolta per i singoli quattro geni, ma un’involuzione per il marchio Beatles inteso come prodotto di un unico animale a quattro teste. Il 1968, per i Beatles, è l’anno in cui la loro produzione musicale risente inevitabilmente del fatto che quei quattro ragazzi, (Gorge Harrison doveva ancora compiere 25 anni), improvvisamente non avevano più un manager (Brian Epstein era morto nell’agosto del ’67 ) e si ritrovarono improvvisamente ‘cresciuti’, spesso consigliati dalle rispettive compagne Yoko, Maureen, Pattie e Linda, ancor più spesso desiderosi di fare esperienze musicali al di fuori del contesto Beatles. Liberi dalle tourné i quattro avevano tutto il tempo a loro disposizione e non sentivano più la pressione di dover realizzare due Lp e quattro singoli all’anno. Il contratto con la Emi era stato modificato e lo stesso George Harrison racconta di aver guadagnato più con il White Album e Abbey Road che con i nove album precedenti messi insieme. Forse, inconsapevolmente, quando si svegliarono il 1° gennaio 1968 i Nostri si sentivano un po’ meno Beatles e un po’ più John, Paul, George e Ringo; un po’ meno Fab e un po’ più Four. Il tutto credo all’inizio senza consapevolezza, senza astio, senza quella cattiveria che viene loro cucita addosso dagli amanti del ‘sogno Beatles’ ad oltranza; quelli che vedono i capelli lunghi di John come un sacrilegio, gli occhiali rotondi come una deroga alla divisa o Yoko Ono come un cancro che si insinua nel paese delle meraviglie mangiandone un pezzettino ogni giorno. Spesso si dimentica l’evoluzione naturale delle persone, la crescita come individui, la normale voglia di conoscere il mondo abbandonando quella sicurezza, quel cameratismo ininterrotto che dal 1960, per otto anni, aveva regnato, sotto il comando di Brian Epstein. A George l’India piaceva davvero, e un disco dei Beatles era un contenitore troppo stretto per accogliere quello che troverà spazio in Wonderwall Music. A John piaceva tutto quello che piace a una ragazza della quale si è innamorati, magari più grande di lui, magari già artista prima di lui. Yoko Ono a malapena conosceva i Beatles e questo senz’altro agli occhi di un ragazzo come John Lennon, la rendeva unica. Una donna ideale, da conquistare e non già tua perché sei John Lennon. Ringo rimase, in questa fase, inevitabilmente, ‘solamente’ un ottimo batterista che aspettava di suonare le sue parti e Paul fu l’unico a essere rimasto beatle-paul, insoddisfatto come chi in un storia d’amore cerca di salvarla portando alla memoria i fasti dei primi sguardi, del primo arrossire, in un momento dove lei ti tradisce perché non ti trova più interessante. Fu tutto totalmente inutile. E’ in questa fase che prende vita il White Album o ‘doppio bianco’, un album che uscirà un anno e mezzo dopo Magical Mystery Tour e presenterà al mondo dei Beatles già divisi, già ognuno per la sua strada. Quello che si trova nei negozi di dischi il 22 novembre 1968 e un album doppio, pesante, carico di foto e poster allegato ma totalmente anonimo; sì perché il suo titolo, semplicemente ‘The Beatles’, non è scritto da nessuna parte se non in rilievo su una copertina completamente bianca. Siamo agli opposti rispetto a Sgt. Pepper’s. All’interno, per la prima volta, i quattro sono ritratti separatamente quasi a voler ritagliarsi ognuno il suo spazio di co-protagonista dell’opera. Le sessions del doppio bianco si svolsero in modo del tutto inconsueto rispetto al passato con McCartney, spesso, nel ruolo di maestro di batteria, e Ringo Starr che durante le sedute di Back In The USSR abbandona Abbey Road indispettito. La canzone sarà terminata dagli altri tre con Paul alla batteria. Le registrazioni dell’album vedono anche l’intensificarsi della presenza sempre più massiccia in studio di Yoko Ono; la cosa indispettì non poco gli altri tre che vedevano inutile e ingiustificata la presenza della ragazza di John durante le sessions. Fu per questo motivo che George pensò bene di portare, quasi per ripicca, un suo amico, Eric Clapton, in studio per registrare While My Guitar Gently Weeps. Il mondo non si accorse di quello che stava accadendo perché i Beatles a giugno, con l’uscita del cartone animato Yellow Submarine, diedero un’immagine di sé totalmente gioiosa, unita. Sembrano ancora affiatati tra loro come due anni prima. Il singolo che poi uscirà ad agosto dello stesso anno fu la prova del fatto che la genialità compositiva non fu assolutamente compromessa dalle tensioni che via via andavano nascendo all’interno della band. La battaglia per chi, tra John e Paul, dovesse aggiudicarsi il lato A di quel singolo fu durissima; la spuntò Paul con merito. Hey Jude era una canzone ‘perfetta’, un ritorno alle origini. Dopo le sperimentazioni di Pepper e Magical Mystery Tour i beatles tornavano ad una semplice ballata, Paul che si accompagna al piano, chitarra acustica, basso e batteria. Niente è più vincente e immortale della semplicità di una ballata malinconica che esplode alla fine con un coro che divenne subito l’inno di una intera generazione. Revolution, di John, fu il lato B di questo singolo assolutamente ineguagliabile paragonabile forse solo a Strawberry Fields / Penny Lane. Criticato da chi la rivoluzione voleva farla davvero, Lennon spiega chiaramente in Revolution che i cambiamenti sono da farsi ma senza violenza (minds that hate) perché a quella rivoluzione lui non crede (don’t you know that you can count me out), e nulla potrà essere risolto se non da dentro, dall’interno (we’d all love to see the plans / we are doing what we can); sicuramente un esempio di ‘riformismo’ lennoniano contro un metodo più di movimento, di azione e di scontro che in quel periodo era il più in voga. Torniamo al White Album. Come mai i Beatles scelsero di fare un disco doppio, e non uno singolo? Come mai 30 canzoni e non quattordici / sedici come i primi tempi? Perché tante composizioni che in un lavoro ‘perfetto’ come Revolver sarebbero state scartate, ora nel ‘bianco’ vengono accolte tutte come comprimarie? E soprattutto come mai una copertina completamente bianca, senza titolo tant’è che ‘white album’ o ‘doppio bianco’ furono nomi dati dopo l’uscita per identificare e meglio distinguere un album che semplicemente si intitolava ‘The Beatles’? Forse la risposta a tutte queste domande è proprio tra le righe di Revoultion. Una rivoluzione sana, giusta, produttiva di effetti può essere efficace solo ad opera del singolo senza l’appartenenza a nessun gruppo, struttura, marchio o nome (Chairman Mao, Beatles, Emi, John&Paul, ecc). la rivoluzione che ha in mente John Lennon e che inevitabilmente si respira in tutta l’opera del White Album è totalmente individualista. Per la prima volta ci sono canzoni solo di Lennon con uno stile che poi sarà il suo anche nella carriera solista (Sexy Sadie, Dear Prudence), o solo di Mc Cartney (Mother Nature’s Son, Blackbird, Honey Pie). Per questa totale assenza di band come finora erano stati i Beatles è impossibile creare una copertina che rappresenti qualcosa che non esiste più. Quale miglior modo per rappresentare il nulla di una copertina bianca alla quale ognuno può dare il significato che preferisce? Nel doppio bianco non ci sono più i Fab Four ma John col suo gruppo, Paul col suo gruppo, George col suo gruppo. Ci vollero otto mesi per registrare quello che per alcuni è il punto piu alto mai raggiunto nella carriera dei quattro ma a parere di chi vi scrive, altro non è che la prova generale dello scioglimento, il test per vedere quanto ognuno è in grado di fare da solo senza l’aiuto dell’altro. Molteplici sono le sessions che vengono fatte da Paul e Ringo da soli mentre George nell’altro studio registra cose sue, o da George e John mentre Paul è in un altro studio a fare Blackbird. Questi erano i palesi sintomi di una coabitazione che ormai stava stretta a tutti e quattro.

Heroes:

La Repubblica ci informa che è in corso una "Missione sorriso per un team di sedici professionisti israeliani dell'intrattenimento. Un gruppo di prestigiatori di fama partirà domani alla volta della Galilea con l'obiettivo di tenere alto il morale dei bambini sottoposti da una settimana allo stress dei bombardamenti dei guerriglieri Hezbollah".Altri quotidiani, per fortuna, ci propongono le foto di questi "bambini sottoposti allo stress", che a quanto pare non hanno bisogno di prestigiatori o di giocattoli: sono perfettamente a loro agio tra i militari e in mezzo alle bombe (ma non era Israele che teneva sempre lontano i bambini dai teatri di guerra, a differenza dei "barbari palestinesi e libanesi" che li usano come scudi umani? O forse i "prestigiatori di fama" si sono portati dietro le bombe negli asili e nei rifugi per farle autografare e quindi riconsegnarle all'esercito israeliano che poi le manda al destinatario?). Le foto ritraggono bambini israeliani mentre, sorridenti, autografano le bombe che fra poche ore mieteranno vittime fra i bambini e i civili libanesi. Che schifo. Spesso e volentieri si sono viste, in giro sul web o anche sui media occidentali, le immagini di bambini palestinesi travestiti da kamikaze e da piccoli soldati. Spesso e volentieri, e giustamente, è stato denunciato chi metteva loro armi in mano o faceva loro leggere libri che inneggiavano alla guerra e al conflitto eterno. I bambini sono il futuro, sono la speranza della pace, si è detto: sacrosanta verità. Ma nessuno apre bocca sul corrispettivo israeliano, altrettanto vergognoso, di quella realtà di odio inculcato, di indottrinamento mediatico e sociale e non solo. Lì i bambini non giocano con le cinture esplosive o i sassi, ma con le mitragliatrici veloci e pesanti, si insegna loro come impugnare un'arma, come mirare al bersaglio, come abbattere un "nemico".Nessuno in particolare, John Lennon e Beatles esclusi. Sto lavorando per essere io l'eroe di me stesso.Buon Compleanno John, pensieri tra il 9/10 e l'8/12DAL 9/10 ALL'8/12 PASSANO PIU' O MENO DUE MESI, DICIAMO CIRCA 60 GIORNI. SE LA MATEMATICA NON E' UN'OPINIONE, ALMENO 7 O 8 DOMENICHE IN CUI POSSIAMO RIFLETTERE SULLA GRANDEZZA DI UN UOMO. GENIO, RIBELLE SENZA TROPPO CORAGGIO, SEMPRE INNAMORATO DELLA MADRE, CHE TROVA PRIMA IN BRIGITTE BARDOT, MAL IMITATA DA CINTHYA, POI IN PAUL, ANCHE SE è UN MASCHIO E POI, DEFINITIVAMENTE, IN YOKO ONO; LUI HA SEMPRE CANTATO A CUORE APERTO SENZA MEZZI TERMINI, IL DOLORE PER LA MORTE, IL DOLORE FISICO DELLE PERCOSSE, LA GELOSIA, LA DEPRESSIONE, LA PERVERSIONE,LA TIMIDEZZA, LA RABBIA LE INSICUREZZE DI OGNI PICCOLO UOMO INNAMORATO CHE SI ABBANDONA SULLE MANI DI LEI, IN RAPPORTO DI TOTALE DIPENDENZA; NE' PIU' NE' MENO COME UN BIMBO APPENA NATO.FORSE JOHN NON E' NATO IL 9 OTTOBRE, MA QUEL GIORNO DEL LONTANO 1966, L'ANNO DI REVOLVER, IL GIORNO IN CUI LUI HA VISTO LA LUCE LA GUIDA, ALL'INDICA GALLERY. INCONSAPEVOLE DELLA SUA ARTE,JOHN ERA ARTISTA COME I VERI ARTISTI LO SONO: INCONSAPEVOLI, QUASI TIMIDI, SPESSO INSICURI DEL PROPRIO PRODOTTO E CHE SENZ'ALTRO TORCONO IL NASO QUANDO SI DA LORO DEI GENI. COME RAY CHARLES ERA INCONSAPEVOLE DI FONDERE RHYTHM AND BLUES E GOSPEL, PERCHE' PARLAVA DI UNA COSA, SACRA QUANTO DIO, CHE E’ L'AMORE PER LA SUA DONNA. ANCHE JOHN ERA INCONSAPEVOLE CHE LA CANTILENA, LA SUA CANTILENA, QUELLA SUA E DI PETE, LA CREMINA DI ROBA GIALLA CHE COLA DALL'OCCHIO DA UN CANE MORTO SAREBBE FINITA PER DIVENTARE UN PICCOLO MATTONCINO DELLA MUSICA MODERNA. BUON COMPLEANNO JOHN! I TUOI SESSANTASEI SONO SPLENDIDAMENTE PORTATI. SI PERCHE’ TU CI SEI. NON COME QUELLI CHE CREDONO CHE ELVIS SIA ANCORA VIVO IN UNA NAVETTA SU MARTE O PRIGIONIERO DI MICHEAL JACKSON CHE LO MANTIENE LUCIDO E TIRATO COME SOLO LUI SA FARE. NO. TU SEI MORTO DAVVERO. TI HANNO SPARATO IN UNA NEW YORK CHE ASSOMIGLIA A QUELLE VIE UMIDE CHE DUSTIN HOFFMANN PERCORRE NE ‘IL MARATONETA’, GRIGIA, FREDDA, COL FUMO CHE ESCE DAI TOMBINI, LE SCALE ANTINCENDIO DEL BRONX. TU VIVEVI A MANHATTAN, A CENTRAL PARK, ERI RICCO E COME TUTTI I BAMBINI RICCHI E VIZIATI, TI SEI COMPRATO UN PIANO INTERO, L’ATTICO CON VISTA CENTRAL PARK. TU LA AMAVI NEW YORK, AMAVI L’AMERICA DI CHUCK BERRY, DI ELVIS, DI DELLA MOTOWN, ANDAVI IN GIRO CON LA T-SHIRT “NEW YORK CITY”, ANCHE Lì INCONSAPEVOLE DI ESSERE GIA’., IN VITA, UN ‘ICONA, PERCHE’ QUEL POSTER TU LO CONOSCEVI. TU SCRIVEVI IL CAOS DI NEW YORK, QUELLO DEI FILMS ANNI 70, DI GENE HACKMANN, NON QUELO BUONISTA DI WILDER, MA LA REALTA’ DEGLI ISPANICI, DI “QUE PASA NEW YORK?”, MENTRE SI SPACCIA MARIJUANA ALL’ANGOLO TRA LA 76ma E LA 74ma, NASCONDENDOSI DIETRO AU UN FURGONE, UNO CHEVROLET VERDE, DIETRO A UNA DODGE. TU CE LE HAI FATTE RESPIRARE QUESTE COSE PERCHE' LE HAI AMATE E QUASI SEI RIUSCITO A FARCI AMARE L'AMERICA ANCHE A NOI. PROPRIO LEI, INVECE TI HA UCCISO. L'AMERICA CHE NON TI VUOLE PERCHE' HA PAURA MA PERMETTE AI SUOI CITTADINI DI ARMARSI ANCHE IN FRUTTERIA SE VOGLIONO E DI AMMAZZARTI. IL TUO SOGNO, IL SOGNO AMERICANO, LA TERRA DELLE MILLE LIBERTA’CI HA COSTRETTO A FARE DI TE UN’ICONA. IL PAESE DOVE ANCHE UNO PSICOTICO NOTO AI RIFORMATORI, AFFETTO DA DEPRESSIONE MAGGIORE, ATTACCHI DI PANICO, PERSECUZIONE E PERSONALITA’ SDOPPIATA PUO' DIVENTARE GUARDIA GIURATA, TROVARE UNA PISTOLA, MAGARI IN ALLEGATO AL NEW YORK TIMES E' QUELLO DOVE TU VOLEVI VIVERE E MORIRE MA NON QUELLA SERA, NON IN QUEL MOMENTO. SIAMO ABITUATI A PENSARTI GIA MORTO, MORTO DA SEMPRE. IO TI HO CONOSCIUTO DA MORTO. MA TU QUELLA SERA NON ERI MORTO, ERI FELICE, ALTO, AVEVI LE CASSETTE IN MANO, IL TOUR DELL'81 DOVEVA ESSERE IL DEFINITIVO RILANCIO E DOUBLE FANTASY ERA GIA' IL DISCO DI NATALE. TU QUEL NATALE NON L'HAI MAI VISSUTO PERCHE' UN COMPLESSATO 25 ENNE CHE VA IN GIRO PER IL DESERTO CERCANDO DI SUICIDARSI COL GAS DELLA SUA AUTO, ECCO UNO COSI', HA POTUTO CON UNA PISTOLA DECIDERE CHE TU DOVEVI SMETTERE.SMETTERE DI FARE, VIVERE, CANTARE, FARE IL PADRE, IL MARITO, SMETTERE DI FAR SPERARE A CHI SOGNAVA. L'8 DICEMBRE DELL'80 SE NE VA UNA PICCOLA GRANDE SPERANZA. UN ARTISTA, LEADER DELL'INDUSTRIA MUSICALE,, GIA A 40 ANNI UNO DEI PIU GRANDI COMPOSITORI DEL '900 NON C'ERA PIU'. ALLE 10 E 30 ERA IN STUDIO ALLE 11 IN OBITORIO. UN JOHN CHE USA LA SUA VOCE PER DIRE QUALCOSA NON TORNERA' E CON SE SI PORTA VIA TUTTO IL FASCINO DELL’ULTIMO GRANDE ENGLISH MAN IN NEW YORK

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Ogni volta che vado a Londra mi trovo totalmente ad impersonare quell'italiano tipico che io stesso critico, quel Lester Burnham che è in ognuno di noi...:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-micros...
Posted by Antonello on Mon, 03 Dec 2007 02:54:00 PST

W l’Italia...

"4 Settembre 2005, Montoya sta andando a 372 km/h&qui vinse Piquet 4 volte, 16 volte la Ferrari, 7 la McLaren&la prima variante, la curva in fondo al rettilineo è tremenda, una falce darwiniana che fa...
Posted by Antonello on Mon, 03 Dec 2007 02:59:00 PST