Music:
Member Since: 8/20/2006
Band Website: penelopesullaluna.net
Band Members: Silvia (bass)
Doriana (guitar)
Roberto (drums)
Andrea (guitar)
Roy (keys)
msn contact:
[email protected]
BOOKING:
Nomadism Records
www.nomadism-records.com
[email protected]
Nervous - collettivo di esportazione artistica
www.nervous-arts.com
[email protected]
Influences:
Mono, Mogwai, Explosions in the Sky, Sigur Rós, 65 days of static, Verdena, Giardini di Mirò, Seidenmatt, Godspeed You Black Emperor !, Ultraviolet Makes Me Sick, Gregor Samsa, My Vitriol, 12Twelve, ecc ecc
Sounds Like: New Post-Rock
ROCKIT
Una balena sorvola spazi siderali in cui è la leggerezza degli spiriti a portarla in volo in universi che non avrebbe mai immaginato di visitare. Penelope sulla Luna non è solo il nome di una band formatesi nel 2005 a Ferrara, ma un laboratorio di suoni in cui le parole lasciano spazio ad un florido racconto esclusivamente strumentale. La copertina della loro prima fatica discografica, "My little Empire" è un manifesto artistico che schizza compiutamente la sua disposizione musicale: una commistione di mondi sonori in cui si rinuncia alle etichette per favorire una disposizione solida all'esplorazione musicale. Rintocchi di piano che danno vita ad armonie laceranti per intensità ("Butterfly Drama 1"), dilatazioni musicali che innescano un crescendo di distorsioni ineccepibili ("Melodia per teste rotte sugli scogli"): il suono di questo quintetto emiliano è celestiale nella stessa misura in cui sporca le sue mani nel catrame. Non ci sono i soliti clichè del genere ma un post-rock orchestrale in cui synth, violini (magistralmente suonati da Massimo Bevilacqua dei Milaus) e chitarre riescono a suonare all'unisono. Le aperture sono estremamente rigorose e i passaggi strumentali eludono spesso le ripetizioni convenzionali. Il suono ha una forza evocativa in cui coesistono rarefazioni e ombre lunghe che ti tengono nel calore della semi-oscurità . Le atmosfere ultra dilatate del post-rock alla Mogwai danno linfa al delay e alle distorsioni fangose che rimandano alle dissonanze elettriche dei My Vitriol. Le melodie risultano piene di naturalezza e mai artificiose. Saliscendi strumentali e tappeti effettati erigono in definitiva l'impianto sonoro su cui si regge questo album. Elementi questi che confermano il valore di una band decisamente ispirata e desiderosa di mettere le mani su qualcosa di più corposo.
ONDALTERNATIVA
"Bandite le liriche, a parlare sono le sensazioni d'alienazione e non.
Registrato al Natural Head Quarter Studio di Ferrara, a soli due anni dal concepimento e nascita del gruppo, il primo album dei Penelope sulla luna marca il terreno del post rock italiano di evoluzioni trasognate e spirali distorte. É la copertina stessa a dirlo, parafrasando la pesantezza di un balena capace di fluttuare sopra un pianeta popolato di nuvole e leggerezza. Nel brusio di un'immaginaria radio valvolare, si apre il sipario azzurro dei "Penelope sulla luna", e in 53 minuti, lasciano che tutti possano vedere qualcosa."
Er-p, RUMORE
"il problema dei Penelope sulla Luna è il nome, che per un po' mi ha fatto indugiare nell'ascolto: fra 'Marta sui tubi' e un 'Non voglio che Clara' alla fine il pavido recensore potrebbe anche pensare che siate un gruppo tedioso come quelli succitati e invece no, sorpresa sorpresa. A quanto pare i ripetuti raid dei Mono sul lato oscuro della costa est hanno prodotto schiere di emuli e voi la vostra porca figura ce la fate: c'è gente che ha 20 anni di più di voi a fa fatica a far macinare ai suoi strumenti il post [omissis] strumentale di un certo livello anche per solo la metà dei 53 minuti del vostro cd. In alcuni frangenti mi avete ricordato i momenti apocaliptico-catartici dei mai abbastanza compianti 'City of Caterpillar', buon segno. Poi probabilmente ci saranno un centinaio di gruppi simili a voi, ma l'anima pesante e al tempo stesso leggera e in grado di svolazzare come un Fortunadrago c'è, e a sprazzi fa capolino dai solchi del dischetto: avanti così che per la ricerca di un Penelope's touch c'è tempo."
Enver, BLOW UP
In ambiente post-rock il tempo si è fermato a quando la prospettiva magnificava sorti progressive, che continuano ora a riverberarsi in numerosi gruppi dell’underground (...) Penelope sulla Luna, per quasi metà femminili, con gli stessi maestri e risultati non dissimili: egualmente catartici e in progress, fuoco sotto la cenere, solo ben più noise nel tiro e cristallini nella definizione delle chitarre.
SENTIREASCOLTARE
Registrato nella pseudo-tana di Giorgio Canali – Il Natural Head Quarter Studio di Ferrara – My Little Empire dei Penelope sulla luna è una bella scoperta in bilico tra post-rock e venature hard. Un connubio in questo caso, felice, che porta i musicisti – due chitarre, batteria, tastiere e basso – a contaminare le praterie arpeggiate delle nove tracce in scaletta con distorsioni spacey e scenari extrasensoriali roboanti di chiara matrice psichedelica. Verrebbe da paragonarli ai Vanessa Van Basten, per lo meno nell'approccio generale, pur non mostrando i Nostri attrazioni particolari per campionamenti e affini.
SONICBANDS
"Non servono parole all'insediamento di Penelope Sulla Luna, il giovane quintetto ferrarese, dopo appena un paio d'anni di attività , incide la propria prima autoproduzione al Natural HQ. Trattasi di nove brani dalla natura strumentale, composti con gusto, resi con eleganza. La matrice del suono è il post rock, quello dei Mogway, dei Mono o dei nostrani Giardini di Mirò, emozionante e graffiante, con sezione ritmica ipnotica, semplice e pulita su cui le chitarre tessono trame malinconiche che sanno anche liberare potenza pura. 53 minuti sognanti e dalle suggestive atmosfere pronte a cullare, avvolgere, ma anche stritolare e soffocare. C'è anche qualche ospite, tra cui spicca il nome di Massimo Bevilacqua dei Milaus che suona il violino in tre brani, questo a sottolineare la cura anche dei particolari da parte dei Penelope Sulla Luna. Questo "My Little Empire" suona veramente bene e mostra qualità che in poche band hanno all'esordio. Non c'è che da seguire la strada intrapresa, costruendo un impero sempre più grande."
MESCALINA
I Penelope Sulla Luna vivono, si nutrono e respirano in quella fetta di spazio a cavallo tra la notte ed il buio, in quell’inconfessabile metapsichica silente dove il verbo non comunica che disturbo, preferendo e delegando le onde empatiche del suono a rappresentarli in tutta la loro opacità di ombre accecanti.
La band ferrarese si affaccia in “chiaro†con il debut-album “My Little Empireâ€, un bel cinquantatrè minuti di sound nerofumo che innalza la bandiera del post-rock shoegazer; non solo lirismi retrò-garde, ma anche rumorismi, chitarre tragiche ed effetti elettronici che rimarcano assiduamente la caratterialità “rimurginante†del quartetto, il “broncio†esangue che ha stigmatizzato le deep depressions dei Mono, My Vitriol, Gregor Samsa o Seidenmatt per citare qualcosa, ma che in questo album eccheggiano e si muovono furtive.
Un battesimo, questo dei PSL, oltre che di buona resa strumentale, oserei dire di fuoco, impavido nell’addentrarsi nel limaccioso pantano color antracite dell’indefinito post-rock dà poche speranze di evasioni e scorrerie oltre la sfera del gravitazionale fattore “nicchiaâ€, per i cosidetti “pochi ma buoniâ€, affermazione questa molto camp negli ambienti darkeggianti underground. Ad ogni modo la nostra band sa giostrarsi molto bene al buio dei suoi intarsi decadenti, ci crede e questo è l’importante per una futura evoluzione nel campo: in queste dieci tracce mute di voce e ricche di tensione/passione all’ingiù sottolineo per un ascolto “guidato†le stupende “Butterfly Drama†(1 e 2) e “Fortunadrago†a mia veduta teste di serie di tutto l’album.
Ora Penelope se ne ritorna sulla sua luna e, se in qualche episodio l’intensità ed il romanticismo “malato†della sua malinconia possono apparire un po’ sopra le righe, poco importa. Chi pensa come Penelope che la musica è passione tra luci ed ombre saprà certo giustificare certi eccessi.
NERDS ATTACK!
"'My Little Empire' è il titolo dell’album che racchiude nove tracce di post rock purissimo. E questo è, almeno per chi scrive, un gran pregio. La musica e le emozioni la fanno da padrone in questi 53 minuti rigorosamente muti, come da miglior tradizione post, durante i quali le melodie semplici e minimali vengono aggredite da violente sciabolate di distorsione (complimenti alle due chitarre della band), creando quelle atmosfere cui nel corso degli anni ci hanno abituati gruppi del calibro di Mono, Explosions In The Sky, ma anche i nostrani Giardini di Mirò (quelli di 'Rise And Fall Of Academic Drifting') e Moka. Insomma, un debutto che dimostra già una certa maturità negli arrangiamenti e nei suoni e che non può far altro che bene a chi avrà la fortuna di scoprire questo piccolo impero."
SPILAMBERTONLINE
"i Penelope sulla Luna non fanno che confermare l’esistenza di una vitale e rumorosissima scena che espande i propri feedback su tutta la pianura padana.
Un post rock di estrazione Mogwaiana, che mette in campo pause argentee in attesa di una lacerazione metallica. I silenzi siderali degni di un fiordo nord europeo vengono aggrediti sistematicamente da chitarre che a tratti si spingono in territori che alternano con sapienza aperture shoegaze e oscure profondità “vitriolaneâ€. Ma la band si trova a proprio agio anche con i liquidi andamenti di “Third brain drain†dove pianoforte e violino tratteggiano un atmosfera livida e nebbiosa."
ROCKLAB
Bisogna ammettere che non serve un grande esperto così come non c’è bisogno neanche di qualche fanatico per constatare come negli ultimi anni in Italia (e non solo) i gruppi di post-rock alla Mogwai e simili abbiano proliferato come conigli e in questi casi bisogna riconoscere che è ben difficile individuare chi ha dato il via a questo “andate e moltiplicateviâ€, ma è facile constatare come la qualità si sia fortemente ridotta.
Grazie al cielo però tra questa miriade di gruppi ogni tanto emerge qualcuno che pur restando nel genere riesce a fornire comunque ascolti piacevoli; è il caso dei Penelope Sulla Luna.
I cinque ragazzi ferraresi imbastiscono nove tracce che, seguendo le orme lasciate dai gruppi post-rock strumentali ormai classici, si lasciano ascoltare con piacere, grazie soprattutto ad una buona varietà nelle composizioni che difficilmente si adagiano su un unico indirizzo sonoro. I brani di 'My Little Empire' passano così con disinvoltura e una apprezzabile versatilità da momenti più potenti e chitarristici a atmosfere più rilassate dimostrando gran cura nella scelta degli arpeggi.
Il progetto musicale dei Penelope Sulla Luna risulta forse ancora un po’ troppo embrionale per dare giudizi definitivi -le code dei brani sembrano un po’ troppo frettolose - ma tra le righe di queste canzoni si percepiscono spunti in fase di composizione che se ben sviluppati potrebbero portare a risultati molto interessanti.
ARCI BRIXTON
Altro esordio, altro dischetto stupefacente.
I Penelope sulla luna (bellissimo nome, tra l’altro) vengono da Ferrara, e dopo un anno abbondante di gavetta live, incidono questo “My Little Empireâ€, con la collaborazione dell’ex violinista dei Milaus, Massimo Bevilacqua. Il risultato è un magniloquente affresco post-rock, un lavoro interamente strumentale (a parte...no, scopritelo da soli). Canzoni di ampio respiro (di media siamo oltre i sei minuti a brano), melodie possenti e delicate allo stesso tempo, momenti di quiete e squarci elettrici che ricordano i migliori momenti di Mogway e GodspeedYouBlackEmperor! ma anche i nostranissimi Giardini di Mirò (non capisco perché sul loro MySpace hanno citato fra le influenze anche quei caciottari dei Verdena). Non è facile preferire un brano ad un altro, sono tutti di una bellezza disarmante, forse però la palma di migliore canzone del lotto va a “Back To The Teenageâ€. Consigliatissimi.
Record Label: Nagual records/Nomadism
Type of Label: Indie