Human Illusion live @ Sagra degli Gnocchi
http://www.youtube.com/watch?v=MMOJt0_jJg4
Il primo nucleo del gruppo, senza nome, si forma nella primavera del 2005, quando il chitarrista Efrem Scacco , si unisce agli altri tre strumentisti che già da tempo suonavano assieme per puro divertimento: Paolo Morettin (chitarra), Maurizio Santin (basso) e Matteo Basso (batteria). Nel primo periodo il gruppo si dedica all’esecuzione di brani classici di gruppi come Metallica, Iron Maiden e Judas Priest mentre quasi da subito inizia a comporre brani propri (I don’t Believe in Hate fu il primo). Data la mancanza di un cantante, per la prima esibizione Elisa, la sorella di Matteo, si presta al ruolo, che torna poi subito vacante. Per l’occasione inoltre il gruppo decide di chiamarsi Red Sorrow. In seguito viene composto il pezzo Human Illusion, che diede un nuovo e più appropriato nome alla band, la quale sale sul palco nel marzo 2006 in un concerto interamente strumentale. Nonostante la discreta resa, i componenti iniziano a capire di avere veramente bisogno di un cantante serio e disponibile, che sappia adattarsi alla loro proposta musicale. Improvvisamente, nel giugno 2006, Francesco Zanelli , proveniente dagli Inox si unisce agli H.I. i quali, grazie anche alle molteplici influenze e agli eterogenei gusti musicali dei componenti (varianti dal metal al jazz, dal fusion al funky), nonché ad una crescita di livello tecnico, iniziano a trovare un saldo equilibrio sui lidi del progressive metal, trovando ispirazione in gruppi come Dream Theater, Fates Warning, Pain of Salvation, Watchtower, Cynic, Atheist ecc., mantenendo però la propria indipendenza creativa. Nei mesi successivi, grazie anche alla sintonia acquistata con il nuovo cantante, il quale condivideva gli interessi del gruppo, i concerti si intensificano e si sviluppa la tendenza a creare brani molto più lunghi e intimisti (partendo da Point of View). Intorno a gennaio 2007 però una tendinite ferma la chitarra di Paolo e costringe il gruppo ad una forzata inattività . L’infortunato allora inizia gli studi sulla tastiera, e gli H.I. scoprono una nuova dimensione, riarrangiano vecchi brani (come la sottovalutata I Don’t Believe in Hate), e vedono la luce la variegata Oblivion Ship e la ballad Portrait of Lotte, contraddistinte da una vena fusion più marcata rispetto alle vecchie canzoni. Nell’ottobre 2007 finalmente il gruppo entra in studio (quello della Angel’s Wings di Varmo, vicino Codroipo) e autoproduce il suo primo album, “The Courseâ€, uscito nel febbraio 2008 e contenente le prime quattro canzoni composte dal gruppo. Con questo spirito rinnovato e la ricerca perenne di nuovi orizzonti che non si blocchino solo su un genere o su un altro, gli H.I. proseguono la loro strada musicale, cercando di non uniformarsi mai a nessun movimento e considerando la diversità non come un ostacolo ma anzi come un punto di forza.