Dr. Letizia Girolami profile picture

Dr. Letizia Girolami

letiziagirolami

About Me


Sono nata a Roma nei primi anni ’50. Sono cresciuta sotto lo sguardo benevolo di San Pietro, molto vicina al centro storico che poi ho frequentato a lungo per necessità scolastiche, del tutto ignara, o meglio, assuefatta alle bellezze che mi circondavano e che, nel frattempo, mi hanno formato. Una delle prime scelte di cui sono consapevole è stata quella di frequentare il liceo classico. Scelta che sentivo più di dovere che di piacere e a cui sacrifico quella per il liceo artistico. Scelta sacrificale che avrei rimpianto per lungo tempo e che, però, insieme ai monumenti accettati con consuetudine nel tragitto quotidiano, mi porta a contatto con la storia, con le culture, le vite e gli stili di vita passati. Il liceo avviene durante gli anni dei Beatles, della minigonna e di Carnaby St, all’inizio, e della contestazione poi. Dal tedio delle feste comandate ad un improvviso fiorire di innovazioni e di libertà e quindi all’esplorazione di nuove realtà, nuovi ambienti, nuove tecniche di espressione. Il gusto dell’esplorazione. Così faccio un piccolo tuffo nel teatro sperimentale, le prove, le cantine umide del Beat 72, i rientri tardi nella notte, il motorino, qualche tournée per l’Italia, le piazze dei paesi, i festival del teatro ad Avignone ed il confrontarmi con il mio devastante senso di inadeguatezza. Poi la fotografia, di nuovo in giro a scattare foto, stamparle, venderle ai giornali, affrontare personaggi, le gigantografie, le mostre. Finito il liceo si pone una nuova scelta, quella della facoltà da seguire. Questa volta voglio esplorare le scienze naturali ma mentre mi sto iscrivendo a biologia un passaparola mi informa dell’attivazione di un corso di laurea nuovo, quello in psicologia. Una novità. Non si sapeva bene che cosa fosse ma a scuola una mia compagna mi aveva fatto leggere un libro, di cui non ricordo con precisione il titolo, in cui mi aveva colpito moltissimo, me ne rendo conto solo a posteriori, il processo di guarigione di un bambino attraverso la psicoterapia. Così scelgo psicologia. Naturalmente la psicoterapia c’entrava pochissimo con il programma dei primi anni del corso e così continuavo a dare esami senza capire esattamente cosa stessi facendo finché altri due libri, menzionati en passant durante le lezioni di psicologia dell’età evolutiva, riaccendono la mia passione per il mondo animale. Il primo libro “Gli animali questi peccatori” di Wolfgang Wickler mi fa trovare il punto di contatto tra psicologia e mondo animale, nell’etologia, lo studio del comportamento animale. Comprendo che se voglio capire il comportamento dell’uomo debbo studiare le sue basi biologiche e cioè il comportamento animale. Così seguo tutti i corsi attivati allora in materia incluso uno con il premio Nobel in medicina Prof Daniel Bovet. E’ leggendo l’altro libro “All’ombra dell’uomo” di Jane Goodall che concepisco l’idea di studiare le scimmie nel loro ambiente naturale se voglio capire l’uomo. La mia tesi di laurea è sul comportamento delle scimmie antropomorfe, osservate allo zoo di Roma, e terminata la tesi decido che voglio andare in Africa a studiarle. Nel frattempo sono andata via di casa e per mantenermi lavoro come baby sitter o correggo bozze per varie riviste. Una di queste riviste mi mette in contatto con il Sud Africa, vinco una borsa di studio del Ministero degli Esteri e parto alla volta di Johannesburg per andare a studiare presso il Primate Behaviour Research Group dell’Università del Witwatersrand. L’arrivo non è dignitoso, mi metto a piangere quando scopro che la stanza che credevo aver prenotato al residence dell’università non c’è. Sono partita sola e arrivata sola e quel poco di inglese che conosco si rivela del tutto inefficace. La nostalgia è fortissima, la solitudine e lo shock culturale tremendi, ma la curiosità e la voglia di arrivare al PhD, il dottorato di ricerca non è stato ancora istituito in Italia, sono ancora più forti. Da un anno che dovevo restare per la borsa di studio, rimango 12 anni. Dodici anni nel mezzo del cammin di nostra vita sono estremamente formativi. Da studente divento ricercatrice capo del PBRG, ottengo il mio sudatissimo PhD e una serie di pubblicazioni scientifiche di prestigio. Inoltre è qui che finalmente mi avvicino all’arte ed è qui che mi riavvicino alla psicoterapia, intraprendendo quella personale e poi frequentando l’ospedale psichiatrico per fare pratica. La via della ricerca mi aveva ricondotto alla psicoterapia apparentemente più che per un percorso logico, per necessità. Infatti al mio rientro in Italia in mancanza di primati scimmie su cui studiare mi rivolgo ai primati umani iniziando il mio cammino di psicoterapeuta. Naturalmente mantengo un piede nel regno animale come ricerca post-dottorato presso l’Istituto di Fisiologia Umana dell’Università di Siena, studiando lo stress e l’ipnosi in relazione alla gerarchia sociale nel coniglio. E se questi sono gli ultimi passi nel regno animale sono i primi nel fenomeno dell’ipnosi. La psicoterapia si rivela quello che il libro letto a scuola mi aveva promesso, un amore a prima vista. Nonostante le incertezze degli inizi mi trovo molto a mio agio, sembra fatta per me. Non ci sono più i tempi lunghissimi e le frustrazioni della ricerca, i riscontri sono molto più veloci. Non però così rapidi come presto avrei capito e voluto. L’esperienza di qualche anno come psicologa presso un albergo termale dove gestisco un pacchetto anti-stress per il Centro di Neuropsicofisiologia dello Sport dell’Università di Siena, mi fa sentire l’esigenza di un intervento breve e incisivo, che dia dei risultati apprezzabili in un tempo breve. Inizio così una lunga ricerca di esperienze in discipline più o meno “alternative” che mi conduce alla scoperta dell’ipnosi regressiva. E’ estate, un’amica in vacanza mi parla di un libro che le era stato regalato, “Molte vite molti maestri” di un certo Brian Weiss. Mi dice che in questo libro si parla di pazienti che recuperano il ricordo di vite passate. La cosa mi colpisce, non so se crederle o no e metto questa cosa nel cassetto della mia mente per occuparmi di altro, leggerò poi questo libro molto tempo dopo. Il tarlo però è all’opera e quando mi capita sotto gli occhi un depliant di un congresso in cui si parla del Dr Angelo Bona e di ipnosi regressiva parto in quarta, lo contatto e, di nuovo estate, vado a Bologna ad iniziare il training con lui. Naturalmente leggo, finalmente, tutti i libri del Dr Weiss e di nuovo parto, questa volta per l’Omega Campus di Rhinebeck New York State dove, di nuovo finalmente, incontro il Dr Brian Weiss e, di nuovo estate, seguo il suo training. Se la psicoterapia classica era stato amore a prima vista, questo è colpo di fulmine. Ho trovato quello che stavo cercando.