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Primitivo di Manduria

ci no iè primatiu iù no mi ni beu !!!

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Rosso intenso come il sangue, lascia il segno sulle labbra di chi lo gusta, attratto dal sul profondo colore vellutato e dal suo profumo inconfondibile, eppure limpido, schietto e trasparente, dove ci si rispecchia tra quei riflessi purpurei. Il Primitivo cambia secondo il metodo di lavorazione ma resta sempre forte, robusto, un po' selvatico, evocando piacevoli sensazioni e riscaldando il cuore e l'animo. A Manduria e dintorni, la pianta ha trovato un habitat naturale ottimale, soprattutto nelle lingue di terra che costeggiano il mare, ma anche altrove, il clima ha favorito quell'appassimento naturale del frutto, che fa aumentare gli zuccheri ed elevare la gradazione alcolica. I terreni favorevoli hanno aiutato la pianta ad affondare le radici, la dove potesse trovare la frescura sotterranea per combattere il sole cocente d'estate ed essa è cresciuta rigogliosa e fiera, modellandosi alle bizzarrie del vento. Tutta questa forza del vitigno la si ritrova pienamente nel prodotto del suo frutto, infatti, il Primitivo è un vino che si beve a piccoli sorsi, lo si centellina piano piano con parsimonia, gustandone il suo bouquet ricco e aromatico che soddisfa e fonde gusto e odorato. Classico vino da meditazione, decantato da poeti e scrittori, ottimo per innaffiare ed esaltare varie pietanze e ben s'accompagna con arrosti, cacciagione e selvaggina, giungendo al top su salse e cibi piccanti. Invecchiato, invece, trova la sua perfetta collocazione con le specialità dolciarie pugliesi. Il Primitivo è entrato, di diritto, nel gotha dei vini. Un risultato possibile grazie alla costanza e alla laboriosità dei contadini, nonché alla lungimiranza e alle capacità dell'ultima generazione di produttori. Dopo aver per anni mortificato il prodotto principe dell'agricoltura di questa terra svendendolo ad importatori francesi o tedeschi, oppure a produttori di altre zone d'Italia, che hanno utilizzato come vino da taglio il Primitivo DOC, ideale per dare più spessore qualitativo a vinelli rossi di minor corpo, a Manduria si è voltata pagina. Da quando si è finalmente presa coscienza delle notevoli potenzialità del Primitivo, fra i piccoli produttori si sta assistendo ad una importante inversione di tendenza. Non si estirpano più i vigneti di Primitivo per incassare il relativo premio della Comunità Europea, ma, anzi, si è sviluppata una vera e propria corsa alle concessioni per ottenere le autorizzazioni ad impiantarne di nuovi. Il Primitivo è ritornato ad essere il fulcro dell'intera economia di questa zona. Corteggiate dagli importatori di tutti i continenti, le bottiglie del Primitivo DOC, dopo una già capillare distribuzione in tutta Europa, hanno oggi conquistato le tavole sia degli americani che dei giapponesi. Si esportano decine di migliaia di bottiglie nei Paesi del sud-America e dell'Asia. E recentemente con il Primitivo pasteggiano anche gli australiani e gli svedesi.