La Tito Blues Band nasce nel 1999 e subito suona in alcuni importanti festival e rassegne blues internazionali ( Cosenza, Lamezia, Catanzaro,Ostia, Reggio Calabria...).Si esibisce inoltre in locali e piazze di tutta Italia e sono numerose le collaborazioni prestigiose, da Alex Britti, Art ensemble of Chicago, Deitra Farr all'organista Pewee Durante e alla cantante Giada Masoni. Nel 2004 partecipa al Poggio Murella Blues Festival. Nel 2005 suona sul palco del Pistoia Blues, nella serata di Robert Cray e B. B. King. Successivamente nel 2006, suona al SoulIsland Festival,(organizzazione Obiettivo bluesin). Allo stesso festival hanno preso parte nomi come: HORMONAUTS, QUINTORIGO, LUCA NESTI, SUGAR BLUE.. .
Il repertorio si basa sui brani di Freddie King, B.B.King, Albert Colins, Keb ‘Mo, e pezzi originali della band.Nel 2006 esce il cd “Obiettivo Bluesin 2005â€
(Pistoia Blues) dove è contenuto un brano inedito della band “ Meet Againâ€.
La band ha all'attivo un cd con 5 pezzi, di cui uno inedito.
RECENSIONI:
DA www.livecity.it ..Curiosa la storia che mi ha legato a questa band. Ero in Toscana d’estate, tra Follonica e Grosseto, e una sera mi ritrovo a un ristorante, bellissimo e buonissimo, chiamato “La Bocciaâ€, a Massa Marittima. Appena finito di cenare, attacca una band. Le note entrano subito nella mia testa, mi avvicino al palco adibito nel giardino del casale / ristorante. Ricordo ancora perfettamente quel posto, la musica dei Tito Blues Band, il dialogo col tastierista Nico Pistolesi. A distanza di anni, Nico trova Livecity.it e ricorda quel “Federico Armeni†che gli chiese come si chiamavano e che cominciò a farlgi domande su come si erano formati, e come era la situazione live in Toscana… dicendo che a Roma la realtà era piuttosto simile.Tutto il mondo è Paese come si dice, o forse tutta l’Italia è un po’ problematica… mi verrebbe da tradurre. La situazione della musica dal vivo è arenata ovunque, un po’ per cultura e un po’ per pigrizia (del pubblico e degli stessi locali), la musica live a livello di club è misera, e quelli che ci stanno non vivono certo nell’oro. I musicisti sono sottopagat. Anche in una città come Roma, sappiamo come l’offerta sia ridicola rispetto all’enorme numero di musicisti che sarebbero disposti a suonare. Ci si ritrova così più che altro in feste e occasioni di incontro speciali, mentre la programmazione costante del Blues, del Rock, del Jazz (anche se qui i locali son riusciti a formare i musicisti con maggiore costanza e attenzione, come l’Alexander Platz) fatica. C’è poco pubblico, e comunque il pubblico che vorrebbe divertirsi a suon di musica dal vivo non trova l’habitat adatto. Come nell’occasione de “La Bocciaâ€, ci si trova seduti a mangiare o bere qualcosa, senza spazio per poter ballare o divertirsi liberamente. E anche i locali di Roma sono concepiti in maniera simile. I giovani preferiscono le discoteche.Tito Blues Band, facendo Blues, non vuole essere innovativo o cantautorale, ma vuol appunto fare musica di intrattenimento, divertire con le dolci note del blues, ammaliare grazie al canto sì pulito ma sempre evocativo e intenso, dell’ottimo Tito. Nel blues spesso il cantante è un problema, perché scimmiottando i grandi del passato non si arriva ad avvicinarcisi nemmeno un po’. Tito è personale, ha la sua voce e la mette a servizio dei pezzi della band. Il groove poi funziona, gli intrecci tra tastiere (ci vedrei bene un hammond puro) e chitarra, tra basso e batterria vanno a meraviglia, e le dinamiche tipiche del blues sembrano andare in scena senza troppo intoppi, e anzi scorrere con leggerezza.Una band da tenere d’occhio, sperando che la Toscana abbia sempre di più da dare ai suoi abitanti, che hanno fame ma che vedono effettivamente poche realtà a disposizione per la musica dal vivo (se penso a città come Grosseto… viene da piangere) .Federico Armeni
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