Roberto Soldatini...
Direttore d’orchestra, compositore e violoncellista, nato a Roma.
Dopo aver ricevuto una prima formazione musicale dal padre (prima tromba dell’Accademia di Santa Cecilia), ha studiato al Conservatorio di S.Cecilia di Roma violoncello (A.Baldovino, G.Ravenna, G.Selmi), composizione (N.Bellandi, I.Ravinale, T.Procaccini), pianoforte (G.Arrigo), direzione d’orchestra (F.Ferrara).
Ha poi partecipato a diverse Master Class: L.Bernstein, A.Bruk, A.Libermann, A.Navarra, A.Pelliccia, P.Vernikov, K. Bogino.
A partire dal 1975 ha svolto un’intensa attività concertistica come violoncellista e come pianista: ha partecipato al Concorso Internazionale di Stresa per la musica da camera, sia come violoncellista (primo premio) che come pianista (secondo premio); ha effettuato registrazioni radiofoniche discografiche e televisive per RAI, Edipan, RCA; ha effettuato diverse prime esecuzioni di opere contemporanee alcune delle quali a lui dedicate (V.Gelmetti: Sonatina per Roberto; R. William Hix: Concertino per violoncello e orchestra);
ha eseguito un concerto per SS. Giovanni Paolo II (1983); ha fatto parte del Quintetto Strumentale di Roma e dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma.
Qui ha conosciuto Giuseppe Patanè, che gli ha offerto di divenire suo assistente.
Così dal 1985 al 1989 ha avuto modo di affinare la tecnica direttoriale preparando tutto il repertorio operistico con i cantanti secondo la migliore tradizione italiana, dirigendo, come suo assistente, prove e recite di diverse produzioni operistiche e sinfoniche nei maggiori teatri europei e statunitensi.
Dopo il debutto in Italia, a Spoleto con Il maestro di cappella di Cimarosa (nella nuova orchestrazione da lui stesso curata) è tornato puntualmente ospite di quel teatro. Dal 1990 svolge i corsi di perfezionamento per i cantanti vincitori del concorso del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto.
E’ stato direttore del Festival di Fermo, per il quale ha tra l’altro realizzato e diretto diverse revisioni di opere del Settecento italiano in prima esecuzione in epoca moderna.
Nel 1991 è stato scelto da Myung-Whung Chung come suo assitente all’Opéra Bastille.
Nel 1992 ha aperto la stagione della National Opera of Greece e inaugurato la riapertura
del teatro “Maria Callas†di Atene restaurato dirigendo L’assedio di Corinto di Rossini.
Nell’anno goldoniano ha riesumato, revisionato e diretto La locandiera di A.Salieri a Spoleto, al Teatro dell’Opera di Roma e ripreso poi in vari teatri.
Insieme a Leo de Berardinis ha ideato Studio sul Don Giovanni di Mozart (rappresentato a Bologna, alla Sacra Malatestiana, a Spoleto, ecc).
Roberto Soldatini comunque divide la sua attività equamente tra il genere sinfonico e quello operistico dirigendo le orchestre delle maggiori istituzioni in Italia e all’estero (Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Stati Uniti).
Ultimamente si è dedicato all’attività di compositore, con Come le maree sotto la luna (opera lirica su libretto di Leo de Berardinis tratto dal Re Lear di Shakespeare, Teatro Verdi 1997).
In collaborazione con Ruggero Cappuccio e Claudio di Palma ha svolto un laboratorio finalizzato a fondere il teatro di prosa con quello lirico; questa iniziativa ha dato vita alle opere: Pulcinell’Ade (1998), Manfred (da Byron, 2000), La favola dell’amore (da Hesse, 2002) rappresentate nell’ambito del festival di Benevento Città Spettacolo.
Attualmente si sta dedicando alla scrittura di una nuova opera lirica commissionatagli dalla Landmarks Foundation di New York.
E’ docente di violoncello al Conservatorio di Musica “Gesualdo da Venosa†di Potenza.
Dal gennaio 2006 si sta dedicando alla formazione dell’Orchestra Sinfonica di Potenza.
Il disco registrato durante il concerto di Capodanno 2006 è stato rimasterizzato da Silviu Iancu (SIL YANKU), con cui Roberto Soldatini collabora da settembre 2006.
“Roberto Soldatini has worked as an assistent conductor at the Paris Opera. I have found him to be a very fine and sensitive musician. He is someone that I belive should be en encouraged in every possible way to advance his career.†Myung-Whung Chung * * * * * * “Roberto Soldatini lavora da diversi anni come mio assistente. Ravviso nel suo talento l’erede della mia arte e raccomando vivamente chiunque legga questa mia di tenerlo in considerazione come un direttore di primissimo livello!†Giuseppe Patanè * * * * * “D’un rare professionalisme, le spectacle bénéficie de la dirction vive, sensible et lyrique de Roberto Soldatini†Opera international, Jacopo Pellegrini * * * * * “Il successo dell’Assedio è dovuto principalmente al nuovo direttore italiano Roberto Soldatini (...) Vogliamo sottolineare la coesione e specialmente la fluidità della struttura della musica che Mr.Soldatini ha saputo creare. Questo fatto ha aiutato i cantanti a presentare al meglio le loro voci.†Estia * * * * * “...un emozione quale difficilmente si prova all’ascolto di Madama Butterfly, merito del direttore Roberto Soldatini, che ha dato a tutta l’opera un tono dolcissimo, dapprima pieno di giovanile freschezza, poi più languido, e solo alla fine, al momento della tragedia, ha espresso con la forza della musica il tumulto del cuore di Cio-Cio-San.†La Repubblica, Landa Ketoff * * * * * “Il giovanissimo Roberto Soldatini ha fatto ascoltare a tutti cosa sia il fraseggiare di un’orchestra da camera. La frase ha un suo individuale, inconfondibile respiro, e perciò anche il ritmo scatta, si accende. Il gesto è semplice, il minimo indispensabile, e perciò chiarissimo. Si nota la mano del maestro, Patanè, ma anche il talento di una promessa.†La Repubblica, Dino Villatico * * * * * “...potremmo dire che quà e là si possono individuare accenni al minimalismo di M.Nyman (lezioni di piano), alla musica da film di J.Berry (La mia Africa), allo Stravinski della Sagra, alla dodecafonia. In realtà la musica di Soldatini è un distillato delle forme sperimentate nel Novecento, un linguaggio nuovo, personalissimo che interessa dall’inizio alla fine senza un attimo di stanchezza, in totale fusione con il palcoscenico.†Il Mattino, Lucia Lamarque * * * * * “Innanzitutto era evidente che il maestro Soldatini ha risvegliato i musicisti dell’orchetra. Dunque ha saputo rendere la famosa dinamica rossiniana e l’energia del ritmo. Ha reso inoltre i dettagli dei cromatismi in una tavolozza di suoni ricchissima e fluida. Questa tavolozza valorizzava le voci e il dramma.†Mesimvrini * * * * * “L’opera-intermezzo ha ancora goduto della buona fortuna, se pensiamo all’esecuzione concertata e diretta dal maestro Roberto Soldatini. E’ un musicista formatosi con Franco Ferrara e Giuseppe Patanè, splendidamente passato dall’archetto del violoncello (così fu anche per Toscanini) alla bacchetta direttoriale.†L’Unità , Erasmo Valente