About Me
"AVLEDDHA" è la casa a corte: l’elemento architettonico più significativo che caratterizza i centri urbani della Grecia Salentina; è un microcosmo, un piccolo mediterraneo dove si affacciano varie culture, varie figure espressive: le più disparate situazioni scandite dal lento scorrere del tempo.
La convivenza, la tolleranza, lo scambio fra i vari nuclei che la abitano, permette loro di condividere lo spazio in comune in armonia. Il rispetto per la natura tramandato dai vecchi, di ritorno dai campi con addosso l’odore della terra, del vento, della pioggia…i momenti di aggregazione intorno alle frise e al vino; ai cunti e ai culacchi; alle celebrazioni dei riti tradizionali, ai canti; sono presi a modello dal gruppo Avleddha che li fa suoi e li diffonde rendendoli fruibili alla collettività .
Avleddha, quindi, si divide in vari settori cercando i abbracciare tutte le branche della cultura grica salentina: musica, teatro, natura, tradizioni e recupero linguistico. Il gruppo viene fondato nel 1991 dai fratelli Gianni e Rocco De Santis che con Luigi Gemma, Mario Spagna e Teodoro Foggetti intraprendono il lungo cammino che li porterà a visitare vari paesi, in Italia e all’estero, per far conoscere la voce di una cultura di eccezionale memoria. Avleddha, oggi, conta un congruo numero di soci.
Avleddha dopo alcuni anni di ricerca attira l’attenzione degli appassionati di ogni età , raggiungendo picchi di popolarità in tutta la Puglia. Partecipa al "Festival del Mediterraneo" di Conversano e Bisceglie e viene selezionato per il "Babilon Festival" in Iraq nel ’98 dove si esibiscono i migliori gruppi della musica etnica mondiale. Sbarca in Grecia riscotendo un grande interesse, e in vari festival europei.
Partecipa a trasmissioni Rai (UnoMattina, SerenoVariabile, CiaoItalia).
Presenta il suo primo CD in uno speciale di Radio Rai International. Collabora con Daniele Sepe e Joe Zawinul (che arrangia il brano "Lu sole" scritto dal gruppo nel ’98) e con Piero Milesi che si avvale dei musicisti del gruppo Avleddha nell' edizione della "Notte della Taranta" ’99 tenutasi a Melpignano (Le).
Ofidèa: un'introduzione
di Rocco De Santis
Perché il titolo di un brano presente nell'ultima nostra "fatica" ci è sembrato anche il modo più appropriato per coagulare in un "logo" i significati espressi? Cosi come Odissèa è la narrazione delle gesta di Ulìsse, Ofidèa racconta le vicissitudini di Ofis (dal greco: serpente), e il brano a cui da il titolo (scritto da Gianni De Santis), parla, per l'appunto, di uno degli ofidi più diffusi del Salento: la sacà ra (cervone). Questo rettile, oggetto di ingiustificati pregiudizi, è stato per secoli, e purtroppo ancora oggi, vittima di una vera e propria persecuzione che lo ha portato alla quasi estinzione. L'ignoranza popolare gli ha falsamente attribuito, tra l'altro, un morso talmente velenoso da seccare perfino gli alberi. In realtà , la sacà ra, non solo è assolutamente innocua, ma, a differenza di altri rettili, non è neanche mordace ed è, peraltro, utilissima alla campagna essendo un predatore di roditori che notoriamente danneggiano le colture. Si sa, qualsiasi pregiudizio è figlio dell'ignoranza, quella stessa ignoran¬za che qui nel Salento ha contribuito alla quasi estinzione della lingua grika.
In passato, gli abitanti dei paesi adiacenti l'area della Grecia Salentina, apostrofavano i grìki con disprezzo e diffidenza, e alla stregua dei serpenti: "gente con due lingue", poiché il bilinguismo di questi ultimi presagiva a ingannevoli, quanto inesistenti, raggiri. A lungo andare, e insieme ad altre cause, delle quali mi astengo dal parlarne in questa sede visto la vastità dell'argomento, questo atteggiamento ha contribuito, nel nome e nella necessità di una più civile convivenza, al lento abbandono del griko da parte dei suoi parlanti.
Le analoghe vicissitudini, in qualche modo, identificano la cultura grika alla sacà ra; la sua lingua cosiddetta "biforcuta", ci riporta idealmente al bilinguismo griko. Ed ecco Ofidèa, in cui, questa natura bilingue, come bilingue lo fu per nascita la cultura bizantina da cui discendiamo, viene espressa nel dialetto romanzo e nel griko dei dieci brani che unitamente costituiscono questa raccolta musicale, a sottolineare la ambivalente e nello stesso tempo inscindibile anima linguistica della cultura grika. Dal punto di vista musicale, Ofidèa è un progetto diverso dai precedenti ed di Avleddha (Otranto -1999 / Senza Frontiere - 2002), laddove gli arrangiamenti delle canzoni nascevano dall'interazione, sul campo di prova, fra strumentisti di varia estrazione musicale, determinando, di conseguenza, un prodotto, per così dire, "meticcio" e, anche per questo, assolutamente interessante. Questo cd, musicalmente, è figlio di una mia personale esperienza compositiva che mi vede, nel 2004, impegnato nella sonorizzazione di un film muto (La Terra - regia A. Dovzhenko - Urss 1930), commissionatami dal Festival Images '04 (Vevey - Svizzera), in cui, per la prima volta, mi trovo a dialogare con la poesia dell'immagine, ma soprattutto, per la prima volta, mi trovo alle prese con la composizione di un'intera partitura strumentale. La buona riuscita di questa operazione artistica, mi ha indotto a riproporre questa esperienza, per me straordinaria, dentro il progetto Avleddha, rinunciando così a un prodotto dalla intrigante connotazione "apolide", a favore di un'unica regia identitarìa, spero altrettanto interessante.