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Influences: Eugenio Finardi. UN UOMO, e la sua storia
Eugenio Finardi “Il Ribelleâ€.
Fa sorridere oggi questo stereotipo di trent’anni fa.
Eppure, a ben vedere, è ancora l’aggettivo più calzante per questo Artista eternamente controcorrente, imprevedibile, insofferente alle banalità e ai luoghi comuni.
Ascoltando le sessanta canzoni di “UN UOMO†ci si rende conto che sono la testimonianza della crescita di un uomo, con i suoi sogni, amori, valori, sentimenti, esperienze ma soprattutto le sue passioni sociali, umane e musicali.
Dai suoi Classici degli inizi ad “Anima Blues†che tante soddisfazioni gli ha dato, dal trascendente “Il Silenzio & lo Spirito†alla struggente melodia del Fado, senza dimenticare le sue toccanti interpretazioni di Battisti, Battiato, De André, questo quadruplo Album per la prima volta raccoglie in un unico supporto tutte le sfaccettature di un Artista in perenne ricerca, mostrandone compiutamente la profonda coerenza e l’ampio talento.
Ci voleva una raccolta monumentale come questa “UN UOMOâ€, che finalmente riassume tutta la sua più che trentennale carriera e al contempo apre al futuro con 12 sorprendenti inediti, per scoprire come Finardi sia stato sempre, nei fatti e pagando di persona, veramente ribelle alle regole dell’industria come a quelle dell’alternativa istituzionalizzata per seguire una visione musicale e una cifra stilistica che ne fanno un vero caposcuola della canzone rock d’autore italiana.
Spirito profondamente libero nelle idee e perciò isolato in un paese di cordate, clan e circoli di potere, Eugenio ha sempre avuto come unica bussola l’amore per la Musica che per lui, non credente, è l’accesso privilegiato dell’Uomo all’Assoluto, il modo per sentire emotivamente, fino alla commozione e perfino alla trascendenza, le leggi matematiche che regolano il Cosmo.
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Ma lasciamo descrivere il progetto a Finardi:
“Non è stato facile scegliere quali canzoni e quali versioni inserire in questo cofanetto che, finalmente, raccoglie brani di tutte le case discografiche e di tutti i periodi della mia vita artistica. Ovviamente ho dovuto riascoltare prima tutti i miei Album, non lo facevo da tempo, e mi sono reso conto che, in fondo, non sono altro che un lungo diario.
Ho perciò deciso di seguire un ordine emotivo anziché cronologico nella sequenza dei brani ed ho scelto le versioni in cui più mi riconosco, oppure le più rare come la versione di Giai Phong apparsa solo su 45 giri e praticamente introvabile in cui spicca la chitarra rovente di Alberto Camerini. In altri casi mi ha permesso di porre rimedio a errori o leggerezze commessi tanto tempo fa, ad esempio “Dolce Italia†può finalmente essere ascoltata come fu registrata e non nella versione accelerata in missaggio (un momento di follia) che mi ha reso poi impossibile riascoltarla, con quella voce da Paperino!
Questa operazione quasi psicanalitica mi ha fatto sorgere il desiderio di pubblicare anche un CD di materiale inedito, a volte grezzo, per svelare momenti meno conosciuti di questo percorso e magari svelare un po’ i meccanismi tecnici e mentali che hanno portato a queste composizioni.â€
EDEL 2007
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Sounds Like: FINARDI sugli Inediti di UN UOMO
Quattro degli inediti contenuti in questo cofanetto sono stati realizzati nel 2007 a cominciare da un antico sogno:
AMORE DIVERSO l’ho scritta con il vento di Sardegna nel cuore alla nascita della mia primogenita, Elettra, 25 anni fa. L’incontro con CARLA DENULE e la sua ottima traduzione, mi ha permesso di realizzarlo, lavorando con musicisti della tradizione musicale popolare più importante d’Italia.
Spero che il mio Lugodorese sia adeguato.
Anima Blues è ormai una realtà e da tempo cercavo la strada per fondere quelle sonorità con il Finardi in italiano. Qui ci sono tre diverse possibili strade:
IL MARE HA DERAGLIATO è un pezzo che Fabrizio Consoli aveva nel cassetto da tempo e che mi sembrava adatto per le sonorità di Anima Blues. Il testo è ispirato a NOVECENTO di Baricco che ringrazio e apprezzo molto.
14 GOCCE DI VALIUM Testo ispirato alla ricetta "14 gocce di Valium" tratta dal romanzo "Manuale per diventare Valerio Millefoglie" Baldini&Castoldi Dalai editore.
ALL OVER YOU è il tentativo di scrivere sì in italiano ma con l’atteggiamento realistico, quasi didascalico, dei Blues tradizionali.
Grande Armonica di Fabio Treves con cui faccio Blues da sempre!
Un tributo ai miei grandi maestri KEITH RICHARDS e JOHN LEE HOOKER
Finardi-Sentieri Selvaggi-Vysotskij-Dal Fronte Non è Più Tornato
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Nel BONUS CD ho invece scelto di aprire il mio cassetto segreto.
Cominciando dall’inizio…
Ho inciso PALLONCINO ROSSO FUOCO all’età di 9 anni, birignao e voce impostata che trema per l’emozione. Ricordo il timore reverenziale e quanto mi sembrasse diversa la voce che ascoltavo registrata.
ORIENTE è l’occasione per spiare una delle mie tecniche compositive: lunghe sequenze sulle quali improvviso un testo; musica e parole vengono poi limate, tagliate, sviluppate… Qui potete ascoltare l’idea così com’è nata, senza censure.
NINA è un brano “classico†(musica del Maestro Maurizio Salerno) che chiude l’omonima installazione di arte contemporanea dei MASBEDO esposta in importanti musei internazionali come il CENTRO DE ARTE di Salamanca, il MACRO di Roma o il 56° Festival del Cinema di Locarno. Il testo spagnolo è una citazione da Pablo Neruda.
La versione acustica di ALL OVER YOU è una prova microfoni prima di registrare, ma ha così tanto swing che non ho resistito alla tentazione di farvela sentire!
PUGNI CHIUSI è stata registrata ai tempi di OCCHI ma mai pubblicata, un omaggio al mio amico Demetrio Stratos con il grande Lou Soloff alla tromba.
Adoro questa versione di SOUL OF A MAN registrata per gioco durante le session di Anima Blues, il rarissimo mandolino Dobro vintage di Mauro Pagani, io alla resofonica, Pippo al Wurlytzer… L’anima di Un Uomo.
CAN’T GET YOU OUT OF MY HEAD e TE VOGLIO BENE ASSAJE sono state registrate a Courmayeur da un gentilissimo Ufficiale dei Carabinieri di cui non trovo purtroppo più il nome e che mi ha fatto avere i MiniDisk di una magica serata, fuori diluviava ma dentro…
Volevo rendere omaggio ad almeno uno dei due Grandi del Soul che ci hanno da poco lasciato, JAMES BROWN e WILSON PICKETT, ho scelto MIDNIGHT HOUR perché il solo di Martellotta è speciale!
In discografia c’è, da sempre, la leggenda del provino più bello del disco, per i miei amici questo è il caso di E STO PENSANDO A TE, giudicate voi…
LIKE A HOWLING WOLF è stato il mio primo tentativo di registrazione domestica multitraccia, lo so è ripetitivo, ma ha un certo non so che.
WRITING “PIPE DREAM†è il documento del momento stesso in cui stava nascendo il brano che potete ascoltare, finito, nel disco 2. Pensavo che a qualche fan potesse interessare…
Grazie,
Eugenio Finardi 2007
Finardi-Non_è_Francesca/Tutu-1992
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PREFAZIONE DI FERNANDA PIVANO
Milano, 7 febbraio 2007
Ah, questo Eugenio Finardi. Ha fatto dischi da grande cantautore, e siamo stati in molti ad ascoltarli, già da bambino, ma meno dischi della cosiddetta musica classica perché sua madre era una celebre cantante classica, e il bambino incontrava con lei le sue amiche cantanti. Chi lo sa se è per questo, ma come in una favola Eugenio Finardi ha inciso il primo disco a 9 anni col titolo “Palloncino rosso fuocoâ€, e poi, a 11 anni, due in Americano di cui una di canzoni natalizie.
È molto poetico sentirgli raccontare queste primissime esperienze. Il padre di un suo compagno di scuola era console americano ed è stato lui a mandarlo sul palcoscenico di Sanremo a 11 anni mentre si svolgeva un Festival di bambini. Lì Eugenio aveva rivisto Katia, la bambina bionda che ha amato alle elementari dedicandole due canzoni, almeno una credo di George Gershwin, e le canzoni si chiamano “Oh Susanna†e “Summertimeâ€; e tutte le luci si sono spente e, dice Finardi, alla fine gli era venuto da piangere, ha abbracciato la mamma e le ha detto: “E’ questo che voglio fare per tutta la vitaâ€.
E la madre grande soprano Classico gli ha insegnato da bambino a “impostare†il diaframma ma Finardi dice che non è dalla madre che ha imparato le canzoni popolari americane. Le canzoni non le ha studiate in Italiano, perché l’Italiano per lui e per tanti era la lingua delle opere, e poi, quando Finardi ha deciso di presentarsi come cantautore non pensava alle parole, perché non si è mai considerato un poeta, ma sempre, soprattutto, un musicista.
Chiacchierando con lui gli avevo chiesto di che musica si innamorava da ragazzo, se non si innamorava delle parole. Non raccomanderò mai abbastanza di cercar di chiacchierare con lui, perché così si apprendono particolari non proprio previsti, per esempio che si è innamorato del Rock a 13 anni, quando d’estate andava in casa della nonna nel New Jersey. È stato allora, nel 1965, che ha scoperto il “Satisfactionâ€dei Rolling Stones, e anche, in un viaggio coast to coast, ha scoperto a Los Angeles il rock’n’roll e soprattutto il blues (che in un’intervista ha chiamato “un nocciolo bruciante di verità emotiva), sua benedizione e dannazione tutta la vita, che per lui, adolescente, hanno aperto la via alla sua vera musica e insieme ai primi turbamenti della sessualità .
Nel 1975, quando è uscito il suo primo album, ha fatto una tournée con Fabrizio De André, che appariva in pubblico per la prima volta. Ha vissuto con lui quell’intimità che hanno i compagni di queste avventure e litigavano perché Fabrizio era anarchico e Eugenio comunista, e poi il figlio di Fabrizio, Cristiano, allora quattordicenne, considerava Finardi un idolo, completo di chitarra e di rock.
Il suo rapporto con Fabrizio era insolito perché Finardi non veniva dai cantautori italiani ma dalla cultura americana e Fabrizio era molto felice di essere trattato in un modo normale.
Finardi ricorda ancora con un po’ di commozione il suo disco acustico dove ha ricominciato a cantare in Inglese e un po’ anche il disco che ha fatto subito dopo, “Anima bluesâ€, tutto in Inglese, perché per trent’anni non gli avevano permesso di farlo.
Il suo Inglese gli serviva per avvicinare i cantanti americani; ha presentato i dischi di Jimi Hendrix, ma forse l’artista più famoso che ha anche portato in Italia è stato Bob Marley.
Lo aveva portato in Italia nel 1971, dopo un articolo uscito su “Rolling Stoneâ€. I dischi li aveva trovati negli Stati Uniti e tornando in Italia li aveva portati nelle prime radio libere, allora famose, per esempio Radio Milano Centrale, e per le radio libere aveva anche scritto un inno, cha aveva intitolato “La radioâ€, e in questa occasione aveva riportato lo stile delle radio universitarie americane.
Questo artista che dice di non scrivere poesia, vive avviluppato nella poesia, convinto che la musica “sia la dimostrazione che l’uomo tende all’assoluto con leggi che sono le stesse che regolano l’universo: a noi piacciono l’assonanza, l’armonia, il ritmoâ€. La canzone per lui è la sintesi della musica (che è l’arte più astratta) e della poesia (che è l’arte più umana).
Con gli anni è andato formandosi una serie di regole che sempre lo conducevano a gettarsi nella musica col suo paradosso che più una musica è chiusa da regole precise (Il Fado, il Blues) più è in grado di sostenere emozioni.
Sono le emozioni che spingono la creatività dei ragazzi, delle loro canzoni, i loro racconti.
Ma spingono anche la creatività di Finardi checché lui ne dica. Questa sua leggenda che non è poeta la smentisce pubblicando le sue poesie come canzoni, e la sua preferita è “Un uomoâ€che accludiamo qui come un dono.
Fernanda Pivano 2007
Record Label: EFsounds
Type of Label: Indie