BIOGRAFIAGli Stella Diana nascono nel Marzo del 1998 da un idea di dario torre e giacomo salzano (entrambi convarie esperienze musicali alle spalle, dario, ad esempio, è stato il bassista nel primo disco dei blessedchild opera, giacomo ha invece collaborato con la mente dei linn youki project, gruppo sperimentalecatalano). Già dopo due mesi, registrano su cassetta, con l'ausilio di una drum machine, la loro primademo, contenente quattro brani. Dopo un anno di concerti nella zona di Napoli, tra i quali spicca quellodi supporto ai Karate nel 1999, gli Stella Diana registrano nel 2000 una nuova demo che ottiene una buonarecensione anche sul portale Rock it, dove vengono definiti gli Arab Strap italiani. Con l'aiuto, nel2002, di un nuovo chitarrista, raffaele bocchetti, il sound diviene più compatto e solido. E' dellostesso anno l'apparizione in tv, su Rai tre, al programma GAP di rai educational in onda il Giovedìnotte. Nel luglio del 2005 suonano al Six Days Sonic Madness a G. Sanframondi, importante rassegna indiedel Sud Italia. L'incontro con il giovane batterista massimo del pezzo nel settembre del 2005, dona algruppo un nuovo senso di coesione musicale ed artistico, permettendo esibizioni live più serene e dinotevole spessore. Nello stesso anno si concludono le registrazioni del primo promo arricchito da unrobusto sostegno live fatto di numerosi concerti, collaborazioni extra quali colonne sonore per corti eaccompagnamenti musicali a diverse personali di giovani fotografi. Nel marzo del 2007 una serie diconcerti in spagna, con grande riscontro di pubblico, ha dato nuova visibilità e nuovi stimoli.Nell'aprile 2007 gli stella diana firmano con la seahorse recordings affermata etichetta napoletanaconosciuta in tutto il panorama indie nazionale. Ad ottobre è stato pubblicato il primo lavorodiscografico Supporto colore già ottimamente recensito su molti portali musicali e su riviste diprestigio quali il Mucchio e Rockerilla, e sostenuto da un lungo tour con tappe anche all'estero,showcase in varie Fnac e molte date nel nord Italia....
MERCHANDISE INFO:
[email protected]..“Supporto colore†è un disco maturo, registrato con
l’adeguato dispiegamento di mezzi e una luciditÃ
d’insieme che porta a dare forma ad un suono
d’impatto, nitido e corposo, che va a pescare gli
spunti in certa new wave (il rigore geometrico e la
cupezza di certi colori, splendida in questo senso
“Fallâ€) così come in una forma trasognata di
psichedelia (“Stanze vuoteâ€, che fa venire in mente
dei CSI reinterpretati da Amerigo Verardi) o in un
post rock che si libera, attraverso graduali
esplosioni, di una claustrofobia iniziale – è ciò che
accade in “Sirena†– poi disciolta in placidi intrecci
di chitarre circolari, oppure si lancia semplicemente
in liberatori crescendo, come accade nei minuti finali
di “Marianneâ€. Si riesce pure a rendere convincente il
trasporto vagamente epico che innerva l’apripista
“Johnnyâ€, impresa sulla carta ad alto rischio eppure
nei fatti perfettamente riuscita. Una bella realtà ,
che seppure non si possa certo definire nuova ha
saputo innestare nuovi spunti sul proprio tessuto,
sfornando un disco al passo coi tempi, non perché
legato al suono del momento ma perché elegante,
essenziale e sobrio.Alessandro Besselva AverameC’è una propensione alla forma canzone ed alla melodia invidiabili, c’è una fervida vena d’autore, c’ègusto pop, intelligenti echi wave. [...]
Dieci brani pop intelligenti, melodici, raffinati, compiuti, emotivi: è quello che in questo disco vicapiterà di ascoltare, senza strafare, senza velleità particolari, ma con umiltà e gusto gli Stella Dianafirmano davvero un buon esordio e la Seahorse va a colpire un altro (l’ennesimo) sensibile bersaglio.Gianpaolo D'erricoLe parti strumentali brillano.
Come nella suddetta canzone (johnny), finchè la voce non irrompe nello svolgimento.
Talento notevole, e le rimanenti altre 10 tracce dell'albo lo dimostrano. Voto 7/10Massimo PadalinoNon v'è dubbio, dopo l'ascolto di Supporto Colore, che la band in questione possa essere considerata aragione come uno dei riferimenti della corrente Indie della nostra nazione. [...]
Gli Stella Diana potrebbero rappresentare un ideale omaggio a svariati nomi storici della scena (più omeno indipendente) internazionale. Qualcuno li ha paragonati agli Arab Strap, mentre giungono dalla bandstessa le ammissioni di riferimento ad alcuni pilastri della storia, quali Joy Division, VelvetUnderground e My Bloody Valentine. Aggiungiamo noi che gli Stella Diana ci sembrano essere... StellaDiana. Punto e basta.
Sono le chitarre, naturalmente, la parte preponderante del progetto Stella Diana. Suonano senza fronzoli,ma con una pulizia ed una perfezione sonora che raramente riusciamo a riscontrare. [...] Balzaall'orecchio una costruzione degli arrangiamenti assolutamente accurata, frutto di una produzionestudiata nei minimi dettagli. Valore aggiunto, questo, che ci permette di spezzare una lancia in favoredel quartetto partenopeo, giunto sulla scena dopo quasi una decade di attività , ma con un lavoro valido eben ponderato. Un disco che, siamo certi, saprà ritagliarsi nella scena nazionale un ruolo daprotagonista.
Un concentrato di scosse elettriche dipinte come flash di colore in una tela altrimenti intrisa ditonalità di attesa e malinconia.marco lorenziLe strutture sono ampie e ben costruite, lasciando molto spazio agli strumentali, senza andare adisturbare le melodie che si rivelano a dir poco accattivanti. [...]
Nati nel Marzo del ’98, [...] band, ormai consacrata come gruppo di riferimento per la scena indie rockpartenopea.
Con “Supporto Colore†i napoletani si dimostrano uno dei gruppi più interessanti sulla scena musicaleemergente e, in attesa di ulteriori notizie, possiamo promuoverli a pieni voti. alessandraMusiche ben strutturate che giocano sul filo dell'attesa, un incedere leggero che ruota attorno ai propriversi, come se volesse dipingere cerchi nell'aria accrescendo la propria forma fino ad aumentarne ledinamiche lasciandole poi sfiatare in chitarre "aperte" [...]. Dense strutture musicali che combaciano edavvolgono perfettamente i testi ampliandone il proprio significando ed esaltandone al massimo ogniemozione che scaturisce da ogni riverbero possibile. Sicuramente da tener d'occhio.Poesia musicale e sussurri a fil di voce nel primo Cd di una delle più interessanti band dell’indie rockitaliano... È sempre bello scoprire che l’ambiente alternative rock nostrano, quello più underground eignoto ai più, è sempre gravido di inaspettate rivelazioni. Questo è il caso dei Stella Diana, bandnapoletana che a furia di sgomitare è riuscita ad ottenere un certo seguito, merito anche del tourspagnolo che la vedrà impegnata nei prossimi giorni. Il suo primo album, Supporto Colore, è unconcentrato di richiami che vanno dalla new wave dei Joy Division al rock tormentato dei Marlene Kuntz edegli Afterhours. I dieci brani scorrono melliflui ma risoluti, grazie ai corposi arrangiamenti cheenfatizzano il ruolo della chitarra. L’atmosfera greve di Neve viene stemperata dalla dolcezza diMandarancio, mentre con Fall abbiamo un brano di rock più tradizionale, vivace e dinamico. Meritano unascolto particolarmente attento Johnny e la struggente 26 Marzo. Insomma, questo Supporto Colore è undisco che merita di essere ascoltato, e gli Stella Diana sono un gruppo da tenere d’occhio. L’unicoconsiglio che ci sentiamo di dare loro è quello, nel loro prossimo album, di osare di più: semprerimanendo nell’ambito shoegaze, trovare più variazioni tra un brano e l’altro, creare nuovi percorsi. Conle capacità che il gruppo ha mostrato in questo primo album, siamo sicuri che il risultato sarebbedavvero soddisfacente. 7/10
Sofia MarelliTecniche e idiomi che pur non vergognandosi di prediligere le smussature, trovano il tempo di mediarepiacevolmente tra universi paralleli, siano essi la new wave di Stanze vuote, la psichedelia di Sirena,le ruvidezze di Johnny, o in generale una musicalità che sembra procedere più per immagini che pervariazioni tonali. Il tutto affiancato ad una parte vocale eterea anch'essa [...]
Formula ricca di alchimie elettriche ricercate e toni onirici.
Fabrizio ZampighiNel cuore e nelle corde delle chitarre ci sono Joy Division, Velvet Underground, My Bloody Valentine.[...] Gusto pop ed echi new wave, atmosfere cariche di tensione e melodie eteree. [...] Speriamo che ildisco riesca a catturare la giusta e meritata attenzione riuscendosi a ritagliare un meritatissimo postodi primo piano…
MESCALINALa voce semplice e carismatica di Dario Torre aggiunge un leggero colore all’impasto melodico cuciteliattorno: nel brano “Johnny†sembra quasi un semplice supporto all’impasto sonoro, mentre in altri casicome in “Neve†acquista consistenza maggiore.
Velate di una delicata malinconia, le canzoni del disco mostrano una ritmicità consistente, oscillandotra ballate ad alta tensione elettrica (“Mandarancioâ€, “Stanze vuoteâ€, “La favorita†e la title-track),sferzate di rock possente (“Johnnyâ€), tocchi noise (“Fallâ€) e atmosfere dark (“Marianneâ€).
Troviamo anche delicati intarsi di chitarra intrecciati ad ottimi fraseggi di basso e batteria, chelasciano spazio ad esplosioni rock mettendo in risalto l’aspetto strumentale delle composizioni comenella piece musicale dilatata oltre i sette minuti di “Sirenaâ€.
Un disco ben fatto che mette in mostra le ottime qualità compositive dei quattro musicisti partenopei.Alfonso FanizzaIl quartetto napoletano ama esprimersi con un indie- pop-rock, in grado di omaggiare tanto la new wave dioltre Manica, con bei richiami ai Cure più soft e a alle rasoiate lugubri dei Joy Division, quanto iVelvet Underground più eterei. In sintesi il loro sound è molto ben strutturato su melodie spessoevocative e dilatate, tanto da spaziare spesso e volentieri nel post rock. D’altronde proprio l’incipitdel primo brano Johnny con chitarre abbastanza in acido, ma anche larghe e frenetiche affondanomalinconicamente in un indie introspettivo.
A creare cerchi sonori ed evocativi c’è anche Mandarancio, mentre Stanze vuote è molto scarna. Bellissimepoi le chitarre che vanno in profondità della title-track, che fanno venire in mente gli affondi deiprimissimi Grant Lee Buffalo. Elaborata e complessa è poi Fall con quel pop vibrante e perdutamentecuriano. Vittorio LannuttiCi muoviamo lungo il percorso che dalla strada maestra del rock ben impiantato si perde e vaga come unasorta di Cappuccetto Rosso che si lascia incantare da fiori di colori e profumi diversi. Ecco quindi chein una radura ravvisiamo tendenze alla new-wave dei Joy Division gonfiati nel suono del basso, mentre ses'alzano gli occhi in alto, la voce si espande simile a quella di Aldo Tagliapietra (Le Orme), quandoracconta trasognato del "Gioco di Bimba", cavalcando onde shoegaze nelle chiusure ben misurate, come inun ideale incontro tra i Ride e i Cure.
Un disco decisamente niente male. Elisabetta De RuvoDRE@M MAGAZINEDieci tracce new wave dalle vaghe musicalità pop chicaccuratamente ricercate. A chitarre spiegate hannofatto conoscere il loro album con un lungo tour sia all'estero che in italia.Nuovo gruppo proveniente da Napoli che conferma come anche in Italia esista un sottobosco di fan e bandamanti degli immortali suoni shoegaze/dream pop. "Supporto colore" non potrà non regalare emozioni a chisi ciba di questa sonorità .
L'iniziale "Johnny" è subito esemplificativa delle intenzioni del quartetto, poggiando sullecaratteristiche chitarre a vortice; la seguente "Neve" parte soffusa per arrivare poi ad un crescendo dinotevole impatto ed intensità emotiva. Piacciono la malinconica "Stanze vuote" e la delicata, appenasussurrata "Sirena", mentre "Fall" col suo incidere movimentato "stona" un po' in questo discodall'andamento placido, un album nel quale i nostri prediligono il lato "dreamy" dello shoegaze, cullandoe non stordendo l'ascoltatore.
La lunga e conclusiva "Marianne" con le sua atmosfere psichedeliche ed il cantato che si fonde ed immergenelle chitarre è la degna conclusione di un album che lascia intravedere notevoli sviluppi futuri perquesta giovane band comunque già interessante. Dategli una chance. 7/10
marco cavalliniDNAMUSIC.IT
Che musica! E’ proprio il caso di dirlo ascoltando questo disco degli Stella Diana.I dieci pezzi che compongono “Supporto Coloreâ€, primo vero lavoro del grupponapoletano contengono delle sonorità davvero accattivanti e di piacevoleascolto.Belle le ritmiche e piacevoli le code musicali di ogni canzone, lascianosicuramente spazio all’ascoltatore per farsi trascinare in una specie di limboovattato, creando una interessante aspettativa, distaccandosi a mio modo divedere da quei ritmi ipnotici tipici del progressive predisponendo quindi ad unpiù facile ascolto. Andrea Ponziani