Il paese di Villa S. Antonio, si trova in provincia di Oristano, più precisamente nell'antica curatoria di Brabaxiana-Valenza che è oggi denominata Alta Marmilla. Il piccolo borgo il cui territorio è delimitato dall'Altopiano della Giara, dal monte Grighine e dal Flumini Imbessu, sorge lungo il percorso dell'antica strada romana per Fordongianus, che consentiva gli scambi commerciali fra il nord e il sud dell'isola.
Il piccolo centro è d'impianto recente. Nel 1702 fu istituito un novenario, da cui deriva appunto il centro moderno, intorno alla chiesa di S. Antonio Abate edificata per consacrare il luogo di rinvenimento di un simulacro del Santo da parte di alcuni abitanti di Baressa. Il 2 giugno 1720 il villaggio di S. Antonio fu riconosciuto ufficialmente feudatario con atto notarile prendendo il nome di Villa di Sant’Antonio de Funtana Coberta e fu inserito fra i villaggi della baronia di Senis. In seguito il paese cambiò nome più volte: Villa Nova S. Antonio agli inizi del 1800, S. Antonio di Ruinas nel 1863 e infine Villa S. Antonio nel 1985.
I reperti archeologici, presenti in maniera diffusa nel territorio, raccontano di una frequentazione umana che risale a tempi remoti e della quale sono ben visibili i segni nelle numerose Domus de Janas (scavate lungo i costoni di roccia trachitica)di Genna Salixi, Is Forrus, Funtan'e Caberis, Sa Sedda de Is Auras e Serr'i 'omu.Notevoli sono anche i resti di tombe ed edifici di epoca nuragica, come i nuraghi Caiu, S'enn'e sa Pira, Spei, Su Bruncu Mannu e tanti altri presenti nel territorio.
A caratterizzare il territorio è però la Valle dei Menhir, dove la storia ha lasciato imponenti tracce nella presenza diffusa di questi monoliti preistorici che appaiono come vigili sentinelle dei tesori in esso custoditi.Fra tutti spicca il menhir di Monti Corru Tundu di forma tronco conica alto 5,75 metri.E' uno tra i più alti della Sardegna e con la pietra che si trova accanto ad esso, che ne costituiva la parte sommitale, raggiungeva un altezza superiore ai 6 metri.
La diffusa presenza di questi monumenti, caratterizza fortemente il territorio amplificandone la bellezza e il fascino naturale.Uno scenario suggestivo che offre frequenti pareti rocciose ricoperti da fitta vegetazione boschiva, una moltitudine di profumi della macchia mediterranea e la tortuosa valle del Flumini Imbessu che scorre, ora in gole profonde con numerose grotte che si aprono lungo le pareti, ora in ampio letto circondato da una folta vegetazione costituita da ontani, salici e tamerici.
Testimonianze archeologiche di rilievo sono state rinvenute anche nel centro abitato, nei pressi del Comune e della Chiesa Parrochiale di S'Antonio Abate.Fra queste 2 betili preistorici alti poco più di un metro, simboleggianti una figura maschile e una femminile.
Ai piedi della scalinata che porta alla chiesa, sorge invece il Museo Archelogico nel quale sono custoditii reperti prenuragici e nuragici rinvenuti nel territorio.
A completare la suggestione e il fascino esercitato da questi luoghi le frequenti manifestazioni organizzate dalla Pro-Loco e dal Comune.