Articolo del 6/03/2004 “Sas Battor Colonnas†Cresce fra i giovani la voglia di antico Hanno scelto un nome inusuale per un gruppo di canto “a cuncordu†(o “a tenoreâ€, come si direbbe in altre zone della Sardegna): “Sas Battor Colonnasâ€.
Sono 4 ragazzi di Scano Montiferro di età fra i 16 e i 17 anni: Dino Deriu (“bogheâ€), Antonio Carboni (“mesu 'ogheâ€), Stefano Desogos (“contraâ€), Antioco Milia (“bassuâ€). Hanno iniziato a interessarsi a “su cuncordu†sentendo cantare i ragazzi più grandi, e da allora hanno fatto notevoli passi in avanti, tanto da musicare anche poesie composte da loro stessi. Del resto si dice che buon sangue non mente, e Antioco ha come nonno materno il poeta Antoni Manunta.
Ma come mai la scelta di un nome così particolare per il gruppo?
“A dir la verità è stato proprio un caso. — dice ridendo Antioco — Quando abbiamo iniziato a cantare ci riunivamo in una cantina che si chiamava proprio “Le quattro colonneâ€. Veramente di colonne ce ne sono soltanto tre, così ho chiesto a mio padre il significato di quel nome che ne cita quattro, e lui mi ha risposto “Sa 'e battoro ses tue†(“La quarta colonna sei tuâ€). Il nome ci è piaciuto e abbiamo deciso di darlo al gruppoâ€.
“Sas battor Colonnas†sono uno dei gruppi più giovani della Sardegna. Nella tradizione di Scano si inseriscono su una strada che era gia stata aperta da altri gruppi, ad alcuni dei quali va riconosciuto il merito di aver mantenuto vivo il canto anche durante gli anni della dimenticanza. È per merito loro che la tradizione del canto sacro e profano non si è interrotta con la morte dei cantori anziani e che i ragazzi più giovani possono ancora apprendere i canti tradizionali.
C'è da sottolineare che uno dei ruoli del canto all'interno della comunità era quello di rafforzare i legami fra generazioni: il momento dell'apprendimento era un momento vivo d'incontro e scambio fra giovani e meno giovani. Sarebbe stato un peccato tagliare questo filo che lega fra loro uomini a volte molto diversi per età e cultura. È vero, del resto, che la vita sociale dei piccoli centri poggia sui momenti di convivialità che nascono in “sos comasinos†(le cantine) in cui i giovani e meno giovani si riuniscono e si tramandano il sapere.
Il desiderio di non spezzare questa catena traspare anche dal lavoro di ricerca intrapreso dai ragazzi de “Sas Battor Colonnasâ€, che insieme ad altri giovani del paese hanno iniziato un lavoro di recupero del canto tradizionale scanese, facendo anche approfondite indagini sul suo legame con il ballo.
Negli ultimi tempi si nota un grande interesse dei giovani nei confronti delle proprie radici. Se questo si debba al risalto della cultura ufficiale, che finalmente ha smesso di ignorare il patrimonio culturale dell'Isola, non è dato saperlo. Certo non dispiace vedere questo rifiorire, anche perchè tanto entusiasmo sta contagiando anche i più piccoli.
Gianfranca Piras (DIALOGO del 29 febbraio 2004)
Miserere