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:(duepunti)
03/2008 - Mesi orsono, oramai (ma non troppi), trovandomi al telefono col Capa gli chiesi: mi manderesti un'email che rievochi un tuo particolare ricordo relativo al bel periodo della nostra felice collaborazione in occasione del facimento del primo disco "?!"; qualcosa che ti ha colpito, a cui magari ancora pensi con allegria?
E, puntuale e gentile come al solito, il Capa mi ha reso felice facendo rifiorire in me reminescenze di momenti che avevo dimenticato, e di cui ovviamente gli sono infinitamente grato.
Non riporto questa email per qualche banale motivo, come qualcuno (malignamente) potrebbe pensare. La riporto perché è bello condividerla, perché in poche righe come queste c'è tutto Caparezza.
Chi ama questo Signore e la sua Musica e, in qualche modo, proprio attraverso di essa ha imparato a conoscerlo un poco, può ben immaginare come anche dietro a pochi "versi" del genere si celi tutto un fantastico Capa-Mondo.
Perché il Capa è sempre uguale, sopra e sotto il palco.
E, se posso dire la mia, questo è bello.
E non da tutti.
D.S.
"Ricordo quelle casse spinte oltre l'inverosimile dal "PRE" di Saracino.
Ricordo la sua soddisfazione nello sfondare i coni delle Genelec senza però mai distruggerli, perché Daniele porta
rispetto al suono.
Sono stato molto a mio agio nel suo Flip Recording Studio, durante la lavorazione di "!?", il mio primo disco per
la Virgin Extralabels.
Daniele é un fissato della pacca, non quella sulla schiena, quella sulle orecchie, ed io ero totalmente d'accordo con la sua religione.
Una cosa non mi spiego... Come mai non mi ha cacciato fuori a calci nel sedere dopo che gli ho devastato i pannelli fonoassorbenti con opere a base di nastro adesivo?
Ho consumato quintali di nastro per creare uno Snoopy gigantesco durante tutta la fase di mixaggio, ma Daniele ha proseguito diritto nella sua crociata verso il "6 fasi superstereo". Bravo! Ti ho teso una
trappola e non ti sei lasciato distrarre.
Così si fa, o Daniele.
Saracino ha poi seguito i miei primi concerti dimostrando che le pacche si possono anche
importare oltre che creare in studio.
Memorabili sono stati i momenti in cui ci siamo presi amichevolmente a ciottolate lungo un fiume prima di salire sul palco e liberare le ultime energie.
Daniele Saracino, sei la pietra su cui ho costruito la mia prima pacca, bravo!
Anvedi che pacca! Anvedi che pezza!
Anvedi che tranva.
A me piace ricordarti così, con quella frase che sta tutta nella tua filosofia di vita:
"Che problema c'è?"
Nessun problema, con Saracino!"
Dal 1988 ad oggi.
L’idea è sempre la stessa: si evolve ma non cambia.
Non si tratta solo di offrire un servizio. Da parte di chi questa professione la esercita, d’altronde, c’è sempre la volontà forte di voler, sotto sotto, cambiare un po’ le cose. E’ un terreno, questo nostro, articolato e spesso impervio per natura, laddove il legame tra l’arte e la tecnologia, tra il cuore e la ragione, tra la percezione e la realtà oggettiva, è a filo doppio.
E sempre più spesso, come in nessun altro ambiente, una parte diffonde nell’altra.
Per ciò devono esistere Uomini e Mezzi. Solo in questo modo è possibile generare l’Evento, non meramente inteso come cosa che accade, ma come la creazione della mediazione dell’intelletto.
Daniele Saracino.