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href="http://www.msplinks.com/MDFodHRwOi8vd3d3LnBpbXAtbXktcH JvZmlsZS5jb20v" Le sostanze inquinanti emesse in atmosfera dalle attività umane sono responsabili di diversi problemi ambientali, alcuni già evidenti altri ritenuti potenzialmente molto pericolosi. Sono ormai generalmente discusse le problematiche relative alle piogge acide, all'effetto serra, all'impoverimento dell'ozono stratosferico, agli episodi di degrado della qualità dell'aria che hanno avuto in diverse occasioni riflessi diretti sulla vita quotidiana di milioni di persone. FORD-T 1923 PRIMA AUTO COSTRUITA COL 60% DI CANAPA L'olio estratto dalla cannabis può essere utilizzato in alcuni tipi di motore, in particolare i motori Diesel. Nel 1937 Ford creò la nuova “Ford Tâ€, in gran parte realizzata in canapa ed alimentata ad etanolo di canapa, un combustibile ecologico. Vi sono fondate ipotesi che la proclamazione di leggi proibizionistiche nei confronti della cannabis negli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale sia stata legata anche alla concorrenza tra la nascente industria petrolifera e la possibilità di usare l'olio di questa pianta come combustibile.LA CANAPA AD USO MEDICO: Canapa, cannabis e marijuana. Sono parole che spesso si usano solo quando si parla di droga, ma da qualche tempo si iniziano a sentire anche in campo medico. Da sempre inoltre si usano in agricoltura, perché la canapa è una pianta di cui da poco si è incentivata la produzione anche in Italia. Ma un principio attivo di quest'erba (il Thc) sembra essere molto utile anche per curare diversi disturbi di salute. Per questo, negli ultimi tempi, gli studi scientifici e le sperimentazioni mediche stanno diventando sempre più frequenti. Ecco i risultati più interessanti delle maggiori ricerche internazionali.Che cosa è la canapa?- La canapa è il nome italiano di una pianta che in modo scientifico viene definita cannabis sativa. Dal punto di vista botanico si distinguono due sottospecie di questa pianta: la cannabis sativa sativa, tipica dei Paesi settentrionali, impiegata comunemente in agricoltura e la cannabis sativa indica, tipica dei Paesi più caldi, è questa la varietà che viene utilizzata in campo medico.- La cannabis sativa indica viene normalmente chiamata anche canapa indiana ed è quella che ha il maggiore contenuto di Thc, un principio attivo. Dalle foglie e dai fiori di questa pianta si ricava la marijuana che contiene una percentuale di Thc che varia dall'1 al 5 per cento. Un altro derivato è l'hashish: si produce a partire dalle resine della pianta e contiene percentuali di Thc variabili dal 5 al 20 per cento. Dalla cannabis, infine, si ricava anche l'olio di cannabis che può contenere fino al 60 per cento di Thc.In Italia è ammessa solo quella per uso agricolo- Il Consiglio dei ministri dell'Agricoltura dell'Unione europea, nella seduta del 17 luglio 2000, ha approvato la riforma dell'organizzazione comune di mercato che riguarda anche la coltivazione della canapa. Al Consiglio, per l'Italia, ha partecipato anche il ministro delle Politiche agricole e forestali Alfonso Pecoraro Scanio. - La riforma prevede aiuti per la coltivazione e la trasformazione della canapa per uso tessile, cioè per produrci fibre e tessuti. Quindi, questo provvedimento legislativo non ha nulla a che vedere con l'uso di questa erba in campo medico.Come agisce il Thc- La cannabis contiene un centinaio di principi attivi, dei quali circa una sessantina appartengono alla classe dei cannabinoidi. Tra questi il principale è il delta-9-tetraidrocannabiolo, la cui sigla è Thc, a cui si devono la maggior parte delle azioni curative della pianta. - Nella cannabis sativa sono contenuti anche altri cannabinoidi: il delta-8Thc, che non è psicotropo, ma che sembra avere comunque proprietà curative, soprattutto antiemetiche, cioè che aiutano a contrastare il vomito in particolare nei bambini malati di leucemia, e il cannabidiolo, capace di contrastare le convulsioni. - Di recente, è stato scoperto che nel cervello umano esistono dei recettori specifici per i cannabinoidi e che il nostro organismo produce una sostanza (l'anandamide), in grado di interagire con questi recettori. Ciò ha permesso di scoprire l'esistenza di un vero e proprio "sistema cannabinoide endogeno", il cui ruolo all'interno dell'organismo non è ancora del tutto chiaro, ma il cui studio permetterà di capire i meccanismi che sono alla base delle proprietà curative dei cannabinoidi.Per quali disturbi è utile:Dal mal di testa ai dolori mestruali - Una delle principali azioni farmacologiche del Thc sul cervello è quello di ridurre la sensibilità al dolore. Per questo è molto utile come analgesico nei confronti di disturbi, come emicrania ricorrente o dolori mestruali. - Soprattutto in quest'ultimo caso il Thc è adatto in quanto ha anche una funzione miorillassante, cioè decontrarre i muscoli. Inoltre, il Thc ha un'azione antinfiammatoria, quindi, è utile anche in altri tipi di dolori come quelli dovuti ai reumatismi.Gli spasmi muscolari - Gli spasmi muscolari sono contrazioni anomale dei muscoli del corpo, spesso dovute a serie malattie come la sclerosi multipla o il morbo di Parkinson. I cannabinoidi hanno sui muscoli un effetto miorilassante e antispastico, di conseguenza aiutano a decontrarre la muscolatura, come dimostra uno studio uscito di recente sulla rivista scientifica "Nature". - Queste specifiche proprietà curative si spiegano perché i recettori per il cannabinoidi Cb1 sono concentrati maggiormente nei gangli basali e nel cervelletto, cioè nelle aree del cervello deputate alle funzioni motorie. - Anche per questo motivo, la Royal pharmaceutical society, un'associazione inglese, ha di recente avuto l'autorizzazione dal governo britannico a procedere a un'ulteriore sperimentazione su 2000 persone malate di sclerosi multipla, per poter trovare la formulazione farmaceutica migliore a combattere questo serio disturbo. - Infatti, uno dei principali nodi da risolvere per la somministrazione farmaceutica della cannabis è proprio trovare la formulazione più adatta a ogni tipo di disturbo che si cerca di curare. Nel caso degli spasmi muscolari, la strada più seguita dal punto di vista scientifico è quella dell'aerosol.L'asma - I cannabinoli hanno anche un effetto broncodilatatore, cioè aiutano a dilatare i bronchi e facilitando la respirazione. Questa proprietà potrebbe essere sfruttata da chi soffre di asma, ma la ricerca sta ancora lavorando su una formulazione farmaceutica che consenta una modalità di somministrazione diversa dal fumo perché quest'ultimo danneggerebbe comunque i polmoni.Il glaucoma - Il glaucoma è un serio disturbo della vista caratterizzato dall'aumento della pressione intraoculare, cioè quella all'interno degli occhi. Per questa malattia il delta-9-Thc sembra essere utile in quanto, in alcuni casi, riesce a diminuire la pressione interna. - A scoprire ciò è stato un cittadino statunitense, il dottor Randall il quale ha ottenuto dalla legge di potersi curare con derivati della cannabis, aprendo la strada a questa terapia per questo specifico disturbo della vista. La sua scelta, infatti, ha trovato conferma anche in successivi studi clinici.La nausea, il vomito durante la chemioterapia - Già dal 1985 la Fda (la Food and drug administration), ossia l'ente americano che controlla i medicinali negli Usa ha permesso la vendita di un cannabinoide sintetico, ossia prodotto in laboratorio, il dronabinolo, in grado di contrastare la nausea in chi è sottoposto a chemioterapia. - La chemioterapia è un insieme di cure a base di farmaci chimici che si usano per combattere i tumori, gli effetti collaterali che accompagnano questo trattamento sono spesso molto pesanti. I farmaci a base di principi attivi estratti dalla cannabis aiutano ad alleviare gli effetti collaterali, in particolare il vomito e la nausea.L'inappetenza nei malati di Aids - Recenti studi hanno dimostrato che un cannabinoide sintetico, il dronabinolo, riesce anche a stimolare l'appetito, producendo un significativo aumento di peso, nelle persone malate di Aids e colpite dalla cosiddetta sindrome del deperimento. - E' stato, inoltre, presentato uno studio che ha chiarito che i derivati della cannabis non interferiscono con i farmaci antivirali, cioè quei medicinali utilizzati per combattere i virus come quello dell'Hiv, che provoca l'Aids.Le convulsioni epilettiche - Il cannabidiolo, ossia un cannabinoide non psicoattivo, sembra avere anche proprietà anticonvulsionanti, cioè che aiutano a combattere le convulsioni, uno dei sintomi più comuni dell'epilessia. - Gli studi effettuati su questa malattia, però, sono ancora alla fase sperimentale, anche se molti malati, che si sono sottoposti volontariamente agli esperimenti, sostengono che il cannabidiolo li ha aiutati a superare con più facilità le convulsioni. - Anche per questo la British medical association, uno degli enti britannici più autorevoli in campo sanitario, ha di recente raccomandato di approfondire le ricerche sull'azione di questa sostanza.I disturbi neurodegenerativi - Il morbo di Alzehimer, quello di Parkinson, la corea di Huntington, sono tutte malattie definite neurodegenerative perché sono provocate da una degenerazione delle cellule nervose. - Recenti studi, condotti da studiosi internazionali, tra cui un ricercatore italiano Maurizio Grimaldi, hanno scoperto che il cannabidiolo, un componente non psicoattivo della cannabis, aiuta a proteggere le cellule del cervello. - La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica "Proceedings of national academy", ha dimostrato che il cannabidiolo agisce come un antiossidante, cioè combatte l'invecchiamento e la morte dei neuroni. Anche se gli studi sono sempre alla fase sperimentale questa scoperta apre nuove possibilità nella cura dell'ictus e dei disturbi neurodegenerativi.All'estero già è un farmaco - La normativa che in Italia regola la cannabis indica è il Dpr numero 309 del 9 ottobre 1990: nel nostro Paese non sono in vendita farmaci allopatici che utilizzino la cannabis indica, che invece è presente in alcuni medicinali omeopatici, anche se in dosi minime (si misurano in nanogrammi, ossia in miliardesimi di grammo). - All'estero, ed esattamente negli Usa, in Israele, in Germania, in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi esistono due cannabinoidi sintetici già in commercio: il dronabinol e nabilone. Questi farmaci vengono venduti dietro presentazione di ricetta medica per curare gli effetti collaterali della chemioterapia e per stimolare l'appetito nei malati di Aids, anche se entro il 2002 diventerà possibile utilizzarli per combattere gli spasmi della sclerosi multipla e per altri disturbi.LA CANAPA IN ITALIA: In Italia la canapa è stata utilizzata per millenni. In pipe preistoriche ritrovate nel Canavese (Piemonte) sono riscontrate sue tracce. La regione ai piedi delle alpi piemontesi prende il nome di “Canavese†proprio dalla canapa, e sulla bandiera c’è la sua foglia. Per millenni i nostri antenati si sono vestiti, nutriti, scaldati, hanno pregato, scritto, e si sono curati grazie a questa pianta. Negli anni ’50 l’Italia era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). La varietà “Carmagnola†forniva la miglior fibra in assoluto, e le rese unitarie per ettaro erano (e potrebbero ancora essere) maggiori che in ogni altro paese. Per secoli (almeno fin dal 1300, l’acquirente era la Marina Inglese) l’Italia ha esportato canapa, e da sempre la varietà italiana è stata riconosciuta come produttrice della miglior qualità di fibra tessile per indumenti. Nei testi d’agricoltura preparati negli anni ’70 (gli ultimi in cui esistevano ancora qualche decina di ettari di terreno coltivato a canapa) si legge: “…nel 1978 le statistiche ufficiali la dicono coltivata su appena sessanta ettari… Le poche note che seguono hanno lo scopo di tener vivo l’interesse per una pianta che fornisce una fibra veramente pregiata, anche se è poco probabile che, nella situazione attuale, la canapa possa riguadagnare il terreno perduto. …La canapa è una pianta dalla notevole capacità di adattamento nei confronti del clima e del terreno, tanto più che il suo ciclo vegetativo è breve….Il canapaio lascia il terreno ben rinettato dalle male erbe per effetto soffocante della sua vegetazione rigogliosa e fitta, inoltre lascia un notevole residuo di forza vecchia, frutto del lautissimo apporto di concimi, in prevalenza organici, distribuiti in eccedenza al fabbisogno della coltura. Anche sotto l’aspetto fisico-meccanico il terreno dopo il canapaio si trova nelle migliori condizioni, grazie all’azione perforante esercitata dai suoi fittoni e all’effetto protettivo della densa vegetazione che impedisce l’azione costipante della pioggia sul suolo… La canapicoltura potrà riguadagnare parte del terreno perduto solo se si potrà tenere distinta la fase agricola del ciclo produttivo dalla fase più propriamente industriale. La fase agricola dovrebbe concludersi con la raccolta; la fase industriale dovrebbe farsi carico di tutte le operazioni successive. …oggi si tende a rilanciare la coltura della canapa valorizzando anche la sua capacità di fornire grandi quantità di cellulosa, che può essere impiegata nell’industria cartaria, per la preparazione di carta di pregio.†Nessuno sapeva dell’esistenza di una macchina chiamata “decorticatoreâ€, brevettata nel 1916 da G. Schlichten in grado di separare le fibre dalla polpa: lavoro che ha sempre richiesto una lunga e faticosa manodopera, con costi finali sempre più alti. La canapa era sempre stata usata dunque per vestirsi e produrre qualunque tipo di cordame, tessuto, carta (fino all’inizio del ‘900 la quasi totalità della carta era prodotta con canapa), i suoi semi davano un ottimo olio combustibile e in campo farmaceutico le sue applicazioni erano vastissime. Era normale comprare in farmacia l’estratto di canapa indiana, provenienti da Calcutta, e i sigaretti di canapa indiana per la cura dell’asma. Il professor Raffaele Valieri nel 1887 compì importanti ricerche sul valore terapeutico della canapa coltivata in Campania per la cura dell’asma, e arrivò persino ad aprire un “gabinetto di inalazioneâ€, che veniva riempito con il fumo prodotto dalla combustione della canapa e dove i pazienti di asma potevano trovare sollievo alla loro malattia. Nelle nostre era comune (prima dell’arrivo delle sigarette americane, il cui uso denotava un cambiamento di status sociale) l’uso di canapa in sostituzione al tabacco, ma era un segno di povertà . Fino a poco dopo la seconda guerra mondiale era normale, in un paese la cui economia era essenzialmente agricola, coltivare canapa. Con la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economicoâ€, cominciarono ad essere imposte sul mercato le fibre sintetiche (prodotte negli USA) e la canapa iniziò a sparire non solo fisicamente, ma anche dal ricordo e dalle tradizioni della gente. Alla fine degli anni ’50 si cercò ancora, ingenuamente, di rilanciare la coltura in rapido declino di questa pianta, che tanto aveva significato per la nostra economia; ma mentre si sperimentavano nuove varietà ibride e si stavano preparando grossi impianti per la macerazione e la lavorazione industriale della canapa, il governo italiano nel 1961 sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata “Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti†(seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore. Negli anni ’70 molti giovani chiamati “hippies†o “figli dei fiori†videro in questa repressione una decisione arbitraria ed ingiusta e si schierarono a favore della canapa provocando un fenomeno di rivolta giovanile negli Stati Uniti. Sempre in quegli anni, in Italia si fecero importanti ricerche per ricavare carta dalla canapa, e in seguito ad uno studio presentato alla CEE, l’Italia dal 1977 riceve un contributo dalla Comunità Europea per coltivare canapa per la produzione di carta. Le acque della nostra pianura Padana sono attualmente avvelenate dall’atrazina, che si usa per ricavare carta dal legno degli alberi. I pesticidi per i pioppi (che servono alle cartiere) sono fra i più tossici esistenti. Nel 1975 esce la “legge Cossiga†contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scompaiono. Nel 1994 e 1995 la sola canapa coltivata ufficialmente in Italia, sotto lo stretto controllo delle forze dell’ordine, è stata quella presso l’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), organismo di ricerca statale. Tentativi di ricerca a scopo didattico (in Emilia e in Valle d’Aosta). CONTINIUAMO A FUMARE A COLTIVARE E AMARE QUESTA MERAVIGLIOSA PIANTA!!! La coltivazione di marijuana per uso personale non va considerata reato!! (ANSA) -CAGLIARI, 28 SET - Coltivare due piantine di marijuana sul terrazzo di casa non e' reato: ma in caso di uso personale. Tribunale di Cagliari assolve giovane. Questi era stato denunciato dai Carabinieri ad agosto perche' in casa erano state trovate due piante di marijuana. L'imputato e' stato assolto perche' il fatto non sussiste. Con ogni probabilita' il giudice ha accolto le argomentazioni del difensore che ha richiamato una sentenza della Cassazione di maggio e una analoga del Gup di Cagliari di giugno Trento, 17 febbraio 2005 - Coltivare in modiche quantità piante di marijuana sul balcone di casa, non è reato. Lo ha stabilito al tribunale di Trento il giudice Carlo Ancona nella sentenza di assoluzione di un 19enne della val di Fassa, al quale i carabinieri, il 12 settembre 2004, a Vigo di Fassa, avevano sequestrato quattro piantine di marijuana in vaso ed altre 28 piantine, già raccolte ed essiccate. Le 32 piantine avevano un peso complessivo di 43,6 grammi contenenti 0,237 grammi di principio attivo Delta 9 Thc.-USA- California. Associazione cita Dipartimento federale per informazioni errate sulla marijuana terapeutica L’Americans for Safe Access (associazione che sostiene la marijuana terapeutica) ha citato il Dipartimento federale per la salute e i servizi sociali, perche’ mente quando dichiara che "nel Paese c’e’ meno accettazione sul consumo terapetico della marijuana", malgrado studi scientifici ne attestino l’efficacia. La citazione, presentata presso la Corte federale di Oakland, arriva ad una settimana dalla pubblicazione di una ricerca che dimostra la validita’ della marijuana per alleviare alcuni dolori provocati dall’Aids. "Chiediamo al tribunale di intervenire e costringere il Governo a non pubblicare false affermazioni sulla marijuana teerapeutica", ha dichiarato Steph Sherer, direttore esecutivo dell’associazione. La citazione e’ stata presentata sotto la legge federale "Administrative Procedure Act", che provvede al controllo delle azioni arbitrarie e incongruenti delle agenzie federali.PANTELLERIA: 23ENNE ARRESTATO PER POSSESSO DI MARIJUANA. Icarabinieri gli piombano in casa, trovano alcuni vasetti con la marijuana appena germogliata e fanno scattare subito le manette. Il giorno dopo Giuseppe A. legge il suo nome sui giornali, assieme a quelli di altri ragazzi arrestati per qualche pasticca di ecstasy e di altri ancora che abitano in un'altra città al di là del Canale di Sicilia, che con lui hanno in comune solo l'età . L'impatto è micidiale. I genitori, anziani coltivatori, sono sconvolti. Il figlio è un "drogato".A Giuseppe crolla il mondo addosso. Prende una corda, la lega forte al soffitto e si lascia andare. Così muore un giovane di 23 anni. Così muore un ragazzo normale, con un diploma di geometra in tasca e una vita tutta ancora da vivere. Sette vasetti di marijuana coltivati in casa e una legge che crea tossicodipendenti e accomuna consumatori a trafficanti lo hanno ucciso. Giuseppe non ha retto all'onta, si è impiccato, soffocato dalla morale proibizionista che trasforma ragazzi normali in "mostri".