Pasquale Delle Foglie

La forma canzone è il mio privilegiato strumento comunicativo, il mezzo con il quale riesco a spiegarmi meglio. Comporre musica per me è quasi una necessità atta a sopperire quella incomprensibile ed innata deficienza dialettale che spesso non lascia trasparire le mie reali intenzioni. E’ proprio per questo motivo che non riesco a definirmi un hobbysta della canzone ma un cantautore. Credo di poter attribuire all’imprinting della mia attività cantautorale, la sfrenata ricerca di libertà nel senso più ampio del termine. Cerco il mondo delle radici, dalle azioni risalire alle intenzioni, dalla pelle risalire all’io profondo. Riuscire ad eliminare il superfluo per incontrare l’uomo ai minimi termini che mi porto dentro. Ciò che sembra importante la maggior parte delle volte non lo è ed anche l’uomo libero e spensierato appare ai miei occhi legato dalle briglie della società. Nelle mie canzoni provo a trasmettere quella sensazione di sollievo e di respiro, quella pausa o magari quella libertà che inconsciamente sappiamo di non avere (la canzone Il mal di testa racchiude un po’ questo concetto, con una critica verso chi realizza che sia bello stare bene solamente durante una sofferenza). E’ così che mi sono costruito attorno la figura del pirata. Una persona che abita in mare, senza confini territoriali, che segue le leggi della sua coscienza, di quell’omino ai minimi termini, a riscoprirsi spesso e felicemente solo un bambino sempre stupito. Un pirata a cui piace affacciarsi sulle rive umane e come Il piccolo principe non capire mai il perché dei legacci dell’uomo comune (Dalla torre, Un pirata, Papaquèculo, Sulla mia nave). L’autenticità di ogni emozione è la chiave delle mie parole, la vera felicità (Sorriso d’autore, Fanananà), il vero amore (La sarta di Atene, Analisi e passione, Tu sai chi sono, Olio su tela, Appeso al cielo, Il fermaglio), la vera paura (Oltrepeggio), la vera fratellanza (Canne da pesca) e soprattutto il grande interesse per i disagiati, gli invalidi, gli ultimi, che interpreto come detentori del concetto di libertà impossibilitati però ad afferrarla (Il carillon, pezzo ispirato e dedicato agli affetti da trisomia21 anche detta sindrome di Down). Spesso mi chiedo se l’anagrafico Pasquale Giura si avvicini al suo alter ego piratesco e mi accorgo di essere ancora un assetato di libertà, ben lontano dall’uomo ideale che vorrei essere. So solo di aver rinunciato dopo quattro anni da ragioniere, ai miei sicuri mille euro mensili per perseguire ciò che realmente desidero fare e credo di questi tempi incerti sia un bell’atto di coraggio o se non altro un buon inizio…A seguito di una prima esibizione presso il Politecnico di Bari, seguono altre belle occasioni:- Associazione culturale Otium - Teatro Kismet (Controfestival) - Via Sparano (Controfestival lunge) - Banca BNL (per Telethon) - Storie del Vecchio Sud - Zenzero ( per Arezzo Wave edizione 2005 – Italia Wave edizione 2007) - Strange Fruit ( per Arezzo Wave edizione 2006) - Macondo - Piazza del Ferrarese (per Barimia) - Festa de l’Unità DS di Putignano Music Contest ( vincitore del concorso ) - III Trofeo MUSICONDA Loreto ( finalista del concorso ) - Concorso “Fatti sentire” (terzo posto) - Premio Fabrizio De Andrè (selezioni di Napoli) - In bocca al luppolo - Bohemièn jazz café - Taverna del maltese - Nessun dorma - I giardini di Atrebil - Associazione Wabi Sabi - Programma radiofonico Fuori Frequenza - Programma radiofonico Fuori Tutti - Programma radiofonico radio 103 - Finalista “Bologna music Festival 2007” - Convocato a Roma per Tour Music Fest - Arci Molfetta (Biennale dei giovani artisti del mediterraneo) - Colonna sonora del mediometraggio “Storia di Mimì” del regista Andrea Clauser - Finalista del concorso Suoni a Sud EstYou are now marked on my profile visitor map!
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