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Scenografa e costumista teatrale e cinematografica, vogatrice della Serenissima, modella per cataloghi sportivi, video maker a New York, gestora di un b&b sulle colline veronesi, collezionista di elitre e ali di farfalla, sensibile e battagliera, scarso senso materno ma mani aperte come occhi... e sempre lo zaino pronto.A Venezia ci sono finita un po’ per caso, per quella malattia diagnosticatami a 8 anni: l’infilarsi nelle porte semiaperte (come la tana del Bianconiglio, no?!). E quella città , con tutte le persone meravigliose che ho conosciuto (la “Claste†e non solo) mi ha cambiato la vita.
Da poco ho deciso di smetterla di stare sul palcoscenico, per concentrarmi su quello che avviene dietro. Forte di un’esperienza decennale nel teatro (dal carico delle scenografie all’assistenza sul set), mi sto affinando e perfezionando… Invidio forse un po’ i miei amici medici, scienziati, fisioterapisti… Ma io sono fatta così: nata per fare, conoscere, attraversare cose meravigliose (il destino scritto nel nome). Grazie al sangue misto (slavo e austrungarico quello di mia madre, tutto italiano e rinascimentale quello di mio padre) seguo la strada raminga dall’Est all’Ovest e ritorno: sono finita in Cina e in Sud America, per scherzo quasi all’inizio, ma poi… Sempre con qualcosa da fare (altra patologia). Così mi trovo sulla strada per il Paese meraviglioso che spesso mi circonda (è più facile da vedere in movimento, ma anche con un’attesa come un corteggiamento). La mia casa è dove sono i miei amici, e da poco penso anche a dove posso sapere che qualcuno, quando torno, mette l'acqua sul fuoco per un tè quando busso alla porta...
