Quando non si crede più in se stessi si smette di produrre o di combattere, si smette perfino di farsi delle domande e di rispondere, mentre dovrebbe succedere proprio il contrario, visto che è proprio dal quel momento che, liberi da legami, si è adatti a cogliere il vero, a discernere ciò che è reale da ciò che non lo è. Ma una volta esaurita la credenza nel proprio ruolo, o nella propria sorte, non si è più curiosi di niente, neppure della verità , benchè ad essa si sia più vicini che mai.
(L' inconveniente di essere nati - E.M. Cioran)SIDDAHARTA - Samsara -
Gia da lungo tempo ormai Sddaharta viveva la vita del mondo e dei piaceri, pur senza lasciarsene dominare. I suoi sensi che egli aveva ucciso negli aridi anni della vita da Samana, s' erano ridestati, egli aveva assaporato la ricchezza, la voluttà , la potenza: tuttavia per molto tempo era ancora rimasto in cuore un Samana, e di questo l'accorta Kamala s' era benissimo resa conto: Era ancor sempre l' arte del pensare, dell' attendere, del digiunare , quello che indirizzava la sua ita, e ancor sempre gli rimanevano estranei gli uomini del mondo, gli uomini-bambini, com' egli rimaneva estraneo a loro.
Gli anni passavano, e Siddharta, circondato dal benessere, quasi non si accorgeva del loro corso. Era diventato ricco e già da tempo possedeva una casa propria con servitù e un giardiniere fuori della città lungo il fiume. Gli uomini lo stimavano, venivano da lui quando avevano bisogno di denaro o di consigli, ma nessuno gli era realmente vicino, a eccezione di Kamala.
Quello stato nobile e luminosa chiaroveggenza che un tempo egli aveva sperimentato, nel fiore della sua giovinezza, nei giorni seguenti alla conoscenza della dottrina di Gotama, dopo la separazione di Govinda, quell 'attesa piena di tensione, quella orgogliosa solitudine senza dottrine e senza maestri, quella duttile prontezza ad ascoltare la voce divina nel proprio cuore, erano a poco a poco passati allo stato di ricordo, si erano dimostrati transitor; piano e lontano sussurrava la sacra fonte che un tempo gli era stata vicina, era fluita in lui stesso. Molto certo, ci cio ch' egli aveva appreso dai Samana, da Gotama, da suo padre il Brahmino, era ancora vissuto a lungo in lu: la vita sobria, il gusto di pensare, le ore di concentrazione, la segreta scienza di se stesso, dell' eterno io, che non è ne corpo ne spirito. Molto di ciò era rimasto in lui, ma una cosa dopo l' altra a poco apoco era scaduta e s' era coperta di polvere. Come la rotella del vasaio, una volta messa in moto, gira ancora a lungo, e solo lentamente il suo moto si affievolisce e si spegne, così nell 'anima di Siddharta la ruota dell' ascetismo , la ruota del pensiero, la ruota dell 'isolamento aveva ancora a lungo continuato a vibrare, vibrava ancora, ma lentamente indugiava ed era ormai prossima allo stato di quiete. Lentamente, come l' umidità pentra nel tronco dell' albero che muore, lo riempie a poco apoco e lo fa marcire, il mondo e la pigriziaerano penetrati nell 'anima di Siddharta, lentamente riempivano l' animo suo, lo rendevano pesante e stanco, lo addormentavano. Invece s' erano ravvivati i suoi sensi, molto avevano imparato, molto sperimentato.
Siddaharta aveva imparato a condurre il commercio, a esercitare un potere sugli uomini, a compiacersi delle donne; aveva imparato a portare abiti eleganti,a comandare i servi, aprendere il bagn in acque profumate. Aveva imparato a mangiare cibi delicati e accuratamente cucinati, anche il pesce, anche la carne e gli uccelli, spezie e dolciumi, e aveva imparato a ber il vino, che rende pigri e obliosi. Aveva imparato a giocare a dadi e agli scacchi, ad ammirare danzatrici, a farsi portare in molli portantine, a dormire su un letto morbido...quello che farò adesso io...CONTINUERA' se mi andra!
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Pudore e passione...Un flipper di fantasie che non mi aiutano a trovare la risposta!
Vorrei essere davvero pazzo ma il mio IO in questo posto me lo impedisce. "Lesciò"