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giuseppeaquinofotografo ivideo selezionati da Giuseppe aquino 1 www.giuseppeaquino.com .. immondizia napoletana emergenza 08 gennaio 2008 Viaggio nella crisi della democrazia. A Napoli tra politici impotenti e ribelli delle discariche. E alla paura della gente si mescola la camorra Così lo Stato affonda tra rifiuti e violenza I termovalorizzatori non esistono. I depositi sono gonfi di spazzatura pressata "talquale" per un esito finale che però non ci saràdi EZIO MAURONAPOLI - Il giorno in cui lo Stato sembrò arrendersi, era un sabato qualunque. Ventinove dicembre 2007, Capodanno alle porte e una gran paura che i botti (venti tonnellate scoperte a San Giuseppe Vesuviano, una famiglia arrestata a Massa di Somma mentre acquistava cento chili tondi di razzi, tre quintali di petardi proibiti sequestrati al bidello della scuola materna di Afragola, che li teneva nascosti nella caldaia) incendino i rifiuti, bruciando la plastica e liberando diossina. Per il resto, un giorno normale: temperatura media 12,1, cielo sereno, vento debole da Nordovest.All'inizio di via della Montagna Spaccata, in sette lanciano le corde attorno al primo lampione stradale, poi lo piegano, lo curvano saltandoci sopra e lo abbassano fino ad attraversare la strada, bloccandola. Attorno massi di cemento, il sedile di un divano, cassette di legno. Quel lampione abbattuto e sospeso è come un passaggio a livello che separa la città che produce rifiuti dalla città che deve ospitarli. Perché quella strada che spacca la montagna, attraverso tre curve, tre rotonde e una discesa al buio porta direttamente al Mostro: la discarica di Pianura che per 42 anni ha ingoiato l'immondizia di tutti, Napoli, la Campania, pezzi d'Italia e d'Europa, gonfiandosi di colline marce d'erba falsa e ingannevole, di alberi malati, di odori e vapori. Poi ha chiuso, giurando che era per sempre, nel 1996, promettendo al posto dell'immondizia un campo da golf a 18 buche, con una passeggiata aperta a tutti.Adesso, all'improvviso, Pianura riapre e il fantasma ritorna, perché Napoli non sa più dove mettere i suoi rifiuti, abbandonati come una minaccia e una resa a ogni angolo di strada. Può soltanto sotterrarli, dove l'ha sempre fatto dai tempi di Lauro in poi.Tutta la Campania geme sotto il peso di centomila tonnellate di rifiuti, e Napoli da sola (otto per cento del territorio regionale, 40 per cento della popolazione) ne produce 1500 al giorno. È sempre così, ma adesso sembra di vederle tutte. Hanno provato a ripulire il centro per i giorni di festa, ma non ci sono riusciti. Dovunque c'è un cassonetto, sembra funzionare soltanto come un richiamo e come un segnalatore d'emergenza. Sta con la porta in alto spalancata, traboccando, e tutt'attorno è un lago bianco, azzurro, marrone, nero di sacchi, sacchetti, pacchi, cartoni, bottiglie, bicchieri colorati di plastica. Anche davanti all'ingresso del palazzo della giunta regionale, a Santa Lucia, dove i sacchi si allargano per strada. Anche in via Toledo, la strada dello shopping, proprio all'incrocio con Santa Brigida e poi davanti al Disney store, tappa natalizia: cumuli di rifiuti alti fino a due metri, larghi dieci, con fornelli arrugginiti, stufe rotte, ventilatori fuori stagione coricati tra gli imballaggi. Al Vomero in via Caldieri e via Martini si arriva fino al primo piano delle case. A piazza Trieste e Trento, a due passi dal Plebiscito, i sacchi oscurano le vetrine, coprono i saldi. In via Scarfoglio, dove c'è il comando Nato del Sud Europa, si è formato un lago di liquame e pioggia, perché i tombini sono intasati dall'immondizia che esce dai sacchi neri accatastati dovunque.Eppure il sangue di San Gennaro si era sciolto, poco prima delle feste, dunque nulla lasciava intravvedere questa emergenza, nelle strade e nelle piazze che il cardinale Crescenzio Sepe si chinò a baciare quando entrò per la prima volta da arcivescovo di Napoli nella paura di Scampia. Cos'è successo? Semplice, dice il senatore Roberto Barbieri, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite che si tira dietro: è successo che in cinquant'anni Napoli non ha saputo inventare altro che i buchi delle discariche - quelle legittime e quelle illegali gestite dalla camorra - per nascondere i suoi rifiuti seppellendoli, e adesso sono finiti i buchi. Dunque dai sette impianti Cdr, combustibili da rifiuti, che accumulano le ecoballe (e già sarebbero fuori norma perché non sono frutto di uno smaltimento differenziato, come vogliono le procedure, e dunque non sono bruciabili perché si brucerebbe di tutto) non sanno più dove portarle I blocchi stradali a PianuraI termovalorizzatori, dove finiscono le ecoballe in tutto il mondo, qui in Campania non esistono. I depositi sono pieni, gonfi di immondizia "talquale" pressata per un esito finale che non ci sarà. C'è soltanto il buco, ma i buchi sono ormai saturi e per di più circondati e piantonati dalle paure e dalle diffidenze dei cittadini.Dietro i sacchi dei rifiuti sparsi in ogni angolo, c'è dunque l'immondizia condensata inutilmente in sei milioni di ecoballe, simbolo gigantesco di un Paese che segue le procedure a metà, avvia un processo sapendo che non arriverà mai in porto, mima una regola che non è capace di seguire e finge una normalità che non esiste. Ma c'è forse qualcosa di più, che conferma quel "magma sociale" che a giugno un'inchiesta di Giuseppe D'Avanzo definì "vittima e carnefice" della falsa emergenza rifiuti, un'emergenza che dopo 14 anni, 780 milioni di euro ingoiati all'anno, un bilancio fallimentare di 15 mila miliardi di lire in dieci anni, è purtroppo normalità quotidiana.Ma il prefetto Alessandro Pansa aggiunge ancora un dubbio. La verità, spiega, è che a ottobre Napoli era uscita dalla crisi dell'immondizia, stava per tirar fuori la testa, poteva farcela. E la cosa non è piaciuta per niente a troppa gente: ai sindaci dei Comuni che incassano la Tarsu (la tassa sui rifiuti) e non la versano al commissariato, che vanta 250 milioni di crediti solo dalle amministrazioni municipali, ma deve farsi dare i soldi dallo Stato, perché i comuni non pagano.La fine dell'emergenza non piace, secondo il prefetto, nemmeno a tutti coloro che non vogliono la trasparenza, non vogliono la gestione pubblica, perché si sottrarrebbe al mercato di smaltimento più caro d'Italia quella quota enorme che viaggia in nero e finisce nelle casse della camorra o dei suoi consanguinei. Infine, non piace nemmeno ai politici, perché la trasparenza dei problemi, delle scelte e delle responsabilità - invece della politica dei buchi - crea impopolarità. E allora, spiega Pansa, meglio ingigantire le paure vere e inventarne altre finte, così se muore una pecora ad Acerra si urla contro il termovalorizzatore, dimenticando che in tutta la Campania non ce n'è nemmeno uno in funzione. Ma la paura è una brutta bestia, e Napoli deve farci i conti. Basta risalire via della Montagna Spaccata per vederla in faccia ai ragazzi, alle madri che portano ai blocchi stradali i bambini in carrozzella per evitare le cariche di polizia, ai vecchi che al tramonto attraversano la strada con due sacchi chiusi di immondizia in mano dirigendosi verso i cassonetti, come se la situazione fosse normale. Come se fosse la strada che porta all'inferno, e non solo alla discarica, i ribelli hanno bloccato tutto, gli accessi, le uscite e soprattutto la raccolta dei rifiuti. Ci sono quattro posti di blocco, incarogniti e nervosi, dopo quel lampione abbattuto per fermare il traffico. Alla prima curva, i rifiuti sono accatastati in massa sul lato destro della strada, contro i cancelli delle case. Un muro di rifiuti, come non avevo mai visto, e che spiega i 25 topi per abitante di questa città, contro i 4 della media nazionale. Sacchetti con tutte le marche dei supermercati, pacchi di pompelmi tagliati a metà e spremuti al caffè Moreno, bottiglie di aranciata a metà, una lavatrice, cartoni di ogni genere, file di lampadine fulminate a Natale su qualche albero, addobbi natalizi spiegazzati e curvati nei sacchi.All'altezza del Circolo Caritas, un prefabbricato dove ci sono state le primarie dell'Ulivo e dove adesso quattro uomini anziani e due donne giocano a carte, i cassonetti sono rovesciati come ovunque su questa strada, per far barriera ma anche per significare che i rifiuti devono pesare sulla città, debordare per strada, occupare Napoli, sporcarla e in qualche modo imprigionarla. A ogni rotonda, la folla di ribelli aumenta. I capi, pochi, fermano le auto di abitanti del quartiere che hanno il permesso di muoversi dentro il recinto chiuso, gesticolano, spiegano e quando è il caso urlano. Gli altri guardano, fumano, stanno chiusi nei loro giubbotti, partecipano in piedi sui muretti. Ci dev'essere un'organizzazione, perché qualcuno davanti al supermercato Despar è andato in qualche cantiere a prendere una decine di barriere d'acciaio e le ha disposte come una rete notturna attraverso la strada, spaccando i blocchi di cemento usati per la base, e trasformandoli in sassi pesanti.Cinquecento metri più avanti, lo spartitraffico è stato spezzato e girato da qualche gru, e ora occupa la strada come una barriera invalicabile. Più in alto ancora, superato l'ultimo rondò, c'è uno sbarramento finale fatto di pneumatici di camion, più un materasso e la carcassa di una Smart. A qualche segnale, i rifiuti bruciano, una fila intera, si anneriscono i segnali stradali delle scuole e dei pedoni, la plastica si attorciglia, resta nell'aria l'odore che dura giorni interi.Oltre le barriere, dentro la rete d'acciaio s'infilano soltanto i ragazzi in scooter col berretto e la sciarpa, quelli che hanno riempito i muri delle case di scritte da ultras, e che adesso passano su e giù, guardano, controllano, sfiorano e accompagnano, portando ordini, allarmi, messaggi, voci. Alle sette, i blindati della polizia e le camionette col vetro protetto dalla rete mettono in moto, lasciano il parcheggio sotto una stella cometa dorata che non era stata ancora spenta, e se ne vanno in colonna. La notizia corre e risale via della Montagna Spaccata, va oltre l'ultimo sbarramento, scende nella strada al buio e arriva al presidio davanti all'ingresso della discarica. Abbiamo vinto, dicono quattro ragazze trionfanti, Prodi ha capito che avevamo ragione e i poliziotti se ne vanno.C'è quasi una festa notturna davanti alla discarica, i ragazzi si aggrappano alle reti, salgono sui cancelli, vogliono vedere. Ma i vecchi continuano a spostare i sacchi dei rifiuti, come un'autoprotezione, un esorcismo, una garanzia, come se solo l'immondizia potesse proteggerli. Quando alle nove il sindaco e il governatore Bassolino finiscono la riunione in prefettura, e tra mille cautele dicono che Pianura deve riaprire, certo insieme a tutte le altre discariche della Campania, ma deve riaprire, scatta la delusione, la rabbia, la furia. Un autobus viene trascinato fino alla rotonda Russolillo, messo di traverso come un trofeo, bruciato, un camion paralizza gli accessi in via Sartania.O la discarica di Pianura riapre, o è finita, dice Bassolino prima di partire per Roma: mi piange il cuore perché l'ho chiusa io, ma non c'è altro modo, in attesa di quel maledetto termovalorizzatore che arriverà tra un anno. Doveva arrivare nel 2007, poi nel 2008, conta a voce alta il sindaco Iervolino, adesso dicono nel 2009. Speriamo che non sia il 2025. E le responsabilità, per favore, se le prenda chi le ha, e anche chi ha i poteri: è il commissario, non siamo noi.Bassolino ammette che ha pensato di dimettersi, di mandare tutto al diavolo, di finire questa rincorsa infinita all'immondizia che dura da più di dieci anni, visto che già nel '95 doveva scortare personalmente, a piedi, i camion che raccoglievano i rifiuti strappandoli alla camorra che voleva invece bruciarli: ma io, aggiunge, non lascio la città a chi non è in grado di prendersela democraticamente, dopo che contro i termovalorizzatori ho visto marciare tutti, destra e sinistra, giornali e intellettuali, e in prima fila i vescovi con la croce in mano come se ci fosse da respingere il demonio. E con loro, la camorra, naturalmente. Per questo il governatore non vuole andare alla Montagna Spaccata a parlare ai ribelli: quella, dice, è camorra a 18 carati, con loro non tratto. Usiamo un po' di Stato, mettiamo un po' di gente in galera, poi parlamentiamo.Ma in realtà, come sempre nella disperazione, come spesso a Napoli, con la camorra si mescola la gente comune, che ha paura. Che devo fare, si chiede il prefetto, lanciare le cariche contro questa gente, sapendo che finirebbero sotto le donne, i vecchi e i bambini? Preferisco parlare, trattare, ascoltare, anche se si perde tempo, e noi non ne abbiamo più. Tu prefetto, mi chiedono, manterrai le promesse? Chi ce lo assicura? E io li ascolto, ma penso che siamo con le spalle al muro, il nostro tempo è già scaduto, ormai raccogliamo e smaltiamo solo una piccolissima parte dei rifiuti che Napoli produce. Dobbiamo riaprire subito la discarica di Pianura.E la discarica è qui, in fondo al buio della Montagna Spaccata. Fuori dai cancelli la gente dice che qualcuno ha bucato il prato davanti alla prima collina con il bastone, ed è uscito un fumo verde. Una donna racconta dei rifiuti delle concerie finiti qui. Un vecchio assicura che hanno sotterrato rifiuti tossici tedeschi.Uno dice scarichi medicinali. Tutti guardano le montagne intossicate, col falso verde notturno, l'erba malata nata dai rifiuti, gli alberi giganteschi ma con le radici che pescano giù sotto, in quel terreno che si muove e che dopo aver formato una montagna alta 220 metri, negli ultimi undici anni di quiete e di chiusura si è abbassato di venti metri. La verità - dice Cesare Moreno che fa il maestro di strada, rifiuta i sacchi di plastica dai negozi, tiene i rifiuti in giardino - è che noi ci specchiamo nella nostra immondizia, e il cittadino suddito le uniche cose che riconsegna a una classe dirigente che lo amministra male sono gli escrementi.Vado via dalla montagna del mostro pensando alla crisi di una democrazia che si arrende ai rifiuti in una sua capitale: peggio, che usa i rifiuti per parlare, per protestare, per dialogare con il potere. Poi, in via del Parco Margherita, vedo un signore col cappotto e la sciarpa che porta un'intera cucina davanti al cassonetto stracolmo, e la posa accanto a due valige, come se tutto a Napoli fosse normale, in quel mare di sacchetti abbandonati.(8 gennaio 2008) Le decisioni di palazzo Chigi convincono anche l'opposizione Una "garanzia" per tutti i partiti la scelta del prefetto Rifiuti, De Gennaro convince tutti Ma Lega e An: "Si dimetta Bassolino" Ma il centrodestra pretende le dimissioni di Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio Barbieri (Psi): "Ci sono le condizioni per una svolta e per una soluzione reale" Un cartello di protesta a Napoli ROMA - Il piano Prodi forse non convince tutti ma chiude la bocca a molti. E il nome del supercommissario Gianni De Gennaro sembra fare il miracolo di convincere anche i più scettici. Insomma, quello che arriva poche ore dopo l'annuncio del piano di intervento "radicale" per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania è un sostanziale via libera. Con riserve, scetticismi ed eccezioni che in sostanza dicono sì al piano "purché si dimettano Bassolino, Iervolino e il ministro pecoraro Scanio". Certo è difficile anche per l'opposizione alzare il dito e puntare contro un obiettivo perchè in quattordici anni tutti i governi e ogni tipo di maggioranza si è confrontata con l'emergenza napoletana ma nessuno ha mai saputo risolverla.La filiera degli scettici è guidata dal leader di An Gianfranco Fini. Gli piace la scelta De Gennaro, "un onesto servitore dello Stato". A patto che, però, "in 15 giorni sappia liquidare l'esperienza fallimentare del commissariamento straordinario per lo smaltimento dei rifiuti". Fini snocciola cifre: "Il commissario perpetua una situazione che costa allo Stato e non risolve la questione. Mi auguro perciò che De Gennaro sia commissario liquidatore. Prodi parla di una durata di 4 mesi? Comincia male. Fosse dipeso da noi avremmo sciolto oggi il commissariamento straordinario, un istituto fallimentare che è passato dai 16.638 euro del '98 a 1 milione e 140 mila euro sotto la gestione Bassolino".Se c'è, comunque, una tenue apertura di credito per le scelte di Palazzo Chigi, per An è invece scaduto il tempo per i politici "responsabili" del disastro. ''Se Bassolino avesse un minimo di dignità personale, oltre che politica, prenderebbe atto della necessità morale di dimettersi".Il nome del prefetto Gianni De Gennaro piace anche alla Lega e all'Udc. Per il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli il prefetto è "l'uomo giusto ma al posto sbagliato. Da commissariare, infatti, erano la giunta regionale della Campania e quella comunale di Napoli, non il commissariato straordinario per la gestione dei rifiuti. E' assolutamente inutile procedere a nomine commissariali, come si fa da 14 anni, quando poi i soggetti che sono i veri responsabili della situazione tragica che abbiamo sotto gli occhi vengono regolarmente lasciati al loro posto come se nulla fosse". Sulla stessa linea Roberto Maroni e il segretario del Pri Francesco Nucara per cui il governo "non sa più a che santo votarsi". Soddisfatta la maggioranza. L'analisi più completa - e anche competente visto che è il presidente della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti in Campania - è quella del senatore socialista Roberto Barbieri per cui il governo ha "invertito la rotta" e posto le basi "per una soluzione reale e duratura". "Finalmente - dice Barbieri - il governo ha posto le condizioni perchè la Campania esca fuori dall'emergenza rifiuti. Si compie, insomma, una decisa inversione di rotta, sulla scia, peraltro, delle indicazioni suggerite dalla Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti". I passaggi fondamentali del piano, secondo Barbieri, sono cinque: "La fine del regime commissariale"; "lo smantellamento dell' inutile e costoso apparato di intermediazione burocratica rappresentato dai consorzi"; "la decisione di tempi e interventi chiari per la cessazione dell'emergenza attraverso l' individuazione di siti provvisori da adibire a discarica"; "la realizzazione di impianti in grado di far partire, anche per la Campania, un ciclo industriale dei rifiuti".(8 gennaio 2008) piano del governo per superare l'emergenza rifiuti in Campania Previsto l'intervento dell'esercito per le situazioni "di necessità e urgenza" Prodi: De Gennaro commissario e tre termovalorizzatori Verranno utilizzati i siti previsti dalla legge 87 del 2007 per lo smaltimento Entro 4 mesi, pena il commissariamento, i Comuni dovranno avviare la raccolta differenziata ROMA - Gianni De Gennaro commissario straordinario per 120 giorni, l'apertura di tre termovalorizzatori, ad Acerra, Santa Maria La Fossa e Salerno e di "un numero sufficiente di discariche tali da consentire l'autosufficienza regionale a medio termine nella gestione dei rifiuti", il ''concorso qualificato delle forze armate, nelle situazioni di straordinaria necessità e urgenza" per il rapido superamento dell'emergenza, quattro mesi per avviare la raccolta differenziata, scaduti i quali i Comuni inadempienti verranno commissariati. Sono i punti fondamentali del piano straordinario per il superamento dell'emergenza rifiuti in Campania presentato dal presidente del Consiglio Romano Prodi con una rapida conferenza stampa tenuta al termine del vertice a Palazzo Chigi. Per i dettagli operativi, chiarisce in serata Palazzo Chigi, occorre aspettare domani quando "il commissario De Gennaro terrà la prima riunione e prenderà le prime decisioni operative sui siti e per la pulizia delle strade". Sulla discarica a Pianura, sottolinea, "non c'è ancora nulla di stabilito".Il piano del governo. Prodi usa parole chiare e nette: "Il governo ha deciso di predisporre un piano operativo al fine di assicurare lo smaltimento dei rifiuti normali e speciali, usando i siti immediatamente utilizzabili nell'ambito di quelli individuati dalla legge 87 del 2007, cui se ne aggiungeranno altri ritenuti utili dalla autorità competenti per fronteggiare l'emergenza".Gianni De Gennaro commissario. Il braccio operativo del governo "per un periodo limitato di soli 120 giorni" sarà il prefetto Gianni De Gennaro, ex capo della polizia e attualmente capo di gabinetto del ministro dell'Interno Giuliano Amato che lascia l'incarico al Viminale. Un supercommissario a tempo determinato al posto del solito commissario straordinario: a Napoli sono stati 14 in 14 anni. De Gennaro sarà affiancato, con il ruolo di vicario e con responsabilità operativa e logistiche, dal generale di divisione Franco Giannini. De Gennaro e Giannini subentrano all'attuale commissario Umberto Cimmino che a fine anno aveva preso il posto di Alessandro Pansa. Tre termovalorizzatori. La Regione Campania sarà dotata "di almeno tre termovalorizzatori ad Acerra, Santa Maria La Fossa e Salerno" e di "un numero sufficiente di discariche tali da consentire l'autosufficienza regionale a medio termine nella gestione dei rifiuti".I siti per lo smaltimento. Sulla base di quanto detto da Prodi, si tratta, almeno in prima battuta, di Serre in provincia di Salerno, Savignano Irpino in provincia di Avellino, Terzigno in provincia di Napoli e Sant'Arcangelo Trimonte in provincia di Benevento.Pianura, ancora tutto da decidere. A questi siti c'è da aggiungere, con molta probabilità, la discarica di Pianura, dove da giorni è in corso un fortissimo scontro con gli abitanti della zona. Questa, è infatti l'unica, almeno per il momento, individuata dall'autorità competente. Ma non è escluso, vista la situazione, che invece verranno scelti altri siti e che l'ipotesi di Pianura venga definitivamente accantonata. Palazzo Chigi lo ripete in serata: "Su questo sito non è stata presa ancora alcuna decisione definitiva". E alla popolazione il governo dice: "Non date per scontate scelte ancora da definire"."Comuni commissariati se non rispettano gli obblighi". Il presidente del Consiglio ha sottolineato che uscire dall'emergenza significa anche "ridare la responsabilità del ciclo dello smaltimento dei rifiuti agli enti locali''. I Comuni campani pertanto "dovranno elaborare un piano per la raccolta differenziata nei prossimi due mesi e poi avranno a disposizione 60 giorni per realizzarlo". La mancata attuazione nei tempi stabiliti "determinerà l'immediato commissariamento dei comuni inadempienti".Il contributo dell'esercito. Nell'immediato, per fronteggiare l'emergenza, saranno coinvolte le forze armate. Il piano operativo per il breve termine, ha detto il premier, prevede anche la possibilità di "avvalersi del concorso qualificato delle forze armate, per le situazioni straordinarie di necessità e urgenza". Saranno utilizzati "cento camion dell'Esercito per movimento terra e altri mezzi speciali come ruspe e bobcat".Le Regioni convocate da Prodi. Per domani alle 15 sono stati convocati alla presidenza del Consiglio i presidenti delle Regioni. Il premier chiederà alle Regioni di assicurare "un contributo su base volontaria, limitato nelle quantità e nel tempo", per il superamento dell'emergenza immediata in Campania. Molte regioni tra ieri e oggi hanno già dichiarato la propria impossibilità a dare tale contributo.L'appello alla popolazione. Il governo chiede collaborazione. Fonti di palazzo Chigi puntualizzano in serata "come non si possa pensare di risolvere i problemi della discarica di Pianura, ma non solo, con la violenza. Serve invece collaborazione anche da parte della popolazione evitando di dare per scontate scelte che devono essere ancora definite''.(8 gennaio 2008) Sassaiole, incendi, alcuni feriti e un arresto. La rivolta è ripresa dopo l'annuncio che il sito non sarà escluso dalle soluzioni radicali Napoli, notte di scontri e tensione La discarica di Pianura resta off limits NAPOLI - Un'altra notte di scontri e tensioni. Fino alle 2, la gente che da giorni protesta contro la riapertura della discarica di Pianura, si è scontrata con la polizia: sassaiole, cassonetti rovesciati, due autobus incendiati, feriti e un arresto.Il tutto, dopo le 21 e dopo una prima parte di serata improntata all'ottimismo nato quando la polizia ha lasciato il sito. Alla gente di Pianura è sembrato un segnale di vittoria: hanno applaudito, è partita una mezza festa. Da Roma, dal vertice di governo, arrivavano dichiarazioni di una "soluzione radicale" entro 24 ore. Molti hanno pensato che dalla soluzione, Pianura sarebbe stata esclusa. Poi, invece, dalla Prefettura, è arrivata la notizia che Pianura restava in ballo che, sì, parte della spazzatura accumulata in questi giorni terribili sarebbe stata portata altrove dall'esercito negli altri siti individuati in Campania e in altre regioni, ma una parte deve finire comunque nel "buco" sulla mostruosa collina creata da anni di deposito di rifiuti.Così, la protesta è ripartita con nuovo vigore e disperazione. I vigili del fuoco si sono mossi per spegnere gli incendi appiccati dai manifestanti. Per farlo, per raggiungere il cuore di Pianura, oltre i posti di blocco, è stata necessaria la scorta della polizia in assetto da guerriglia urbana. Sono partite le sassaiole e le cariche. I manifestanti hanno addirittura abbattuto un muro con una ruspa per procurarsi "munizioni". Il tutto è andato avanti fino alle 2 di notte. Ci sono stati anche dei feriti, pare non gravi, e un arresto. Poi, gran parte della gente è andata a dormire. Ma la tensione è rimasta, palpabile, i presidi e i blocchi continuano mentre protesta e polizia si fronteggiano fino al mattino.La nuova giornata si annuncia ancora carica di rabbia e rischi. Alle 11, a Roma, è previsto un altro vertice. Prodi e gli altri ministri (Amato, Rutelli, Pecoraro Scanio, D'Alema) dovranno definire un pacchetto di decisioni concrete e radicali. Si vedrà se andranno bene alla gente di Pianura. CRONACA MobileInviaStampaIn Campania nuovi scontri. Giornata di vertici per il premier che riferisce a Napolitano Domani nuovi incontri. Per ora nessuna soluzione. Pecoraro: "Chiesto l'Esercito" Rifiuti, Prodi: "Soluzione in 24 ore" Ma in serata si riaccende la rivolta A sorpresa nel pomeriggio le forze ordine si erano allontanate tra la gioia dei manifestanti Il commissario per l'emergenza ha chiarito: "La discarica rimane". E i disordini sono ripresi NAPOLI - Continua anche in nottata la battaglia e l'emergenza dei rifiuti in Campania. Dopo una giornata di tensioni e scontri è di nuovo rivolta nel quartiere di Pianura a Napoli dove si è acuita la protesta contro la riapertura della discarica di Contrada Pisani. Bloccato per ore in più punti il traffico sulla tangenziale di NapoliE mentre sono state riaperte le scuole, anche se metà degli studenti si sono rifiutati di entrare e il premier promette una "soluzione in ventiquattr'ore", lo scontro si allarga anche alle istituzioni, con il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino che punta il dito contro Palazzo Chigi: "Prodi sapeva tutto".Per il presidente del Consiglio è stata una giornata di riunioni continue con i suoi ministri. Poi Prodi è salito al Quirinale per riferire a Napolitano. "Ho chiesto l'uso dell'esercito e l'aiuto del genio non solo per le scuole ma per rimuovere i rifiuti dalle strade e attrezzare le aree provvisorie di stoccaggio", ha detto il titolare dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.Nuovi incidenti a Pianura. Nel tardo pomeriggio le centinaia di poliziotti e carabinieri che da giorni presidiavano la zona centrale di Pianura, nel napoletano, si sono allontanate per allentare la tensione. Ma la nota del commissario per l'emergenza Cimmino ha freddato l'entusiasmo dei manifestanti: Contrada Pisani rimane la discarica scelta per uscire dalla crisi. Ed è scoppiata di nuovo rivolta nel quartiere di Pianura.All'interno della discarica sono state date alle fiamme i teloni già posizionati per preparare il terreno ad accogliere i rifiuti e le ruspe. Il quartiere è stato isolato da blocchi stradali improvvisati con cassonetti, vetture e mezzi pubblici, alcuni dati alle fiamme dai manifestanti che si sono impadroniti anche di una pala meccanica con cui hanno tentato di sfondare un muro.I mezzi dei vigili del fuoco non sono riesciti a raggiungere il luogo dell'incendio e la tangenziale di Napoli è stata bloccata in più punti. La rivolta è stata alimentata dai soliti gruppi di facinorosi che già nei giorni scorsi si erano infiltrati nella protesta, isolando di fatto le migliaia di cittadini che pacificamente si sono ribellati alla riapertura del sito. Gli scontri della mattina. L'esercito stamattina è entrato in azione per pulire le strade campane invase dai rifiuti, ma la tensione è rimasta molto alta in tutta la Regione e in particolare a Pianura. Blocchi stradali allestiti all'alba, cassonetti ribaltati in strada, forze dell'ordine che si sono fatte largo con la forza per far passare i camion di ghiaia attesi in discarica, sassi contro gli agenti con le forze dell'ordine che rispondono con una carica ricorrendo all'uso dei manganelli. Un tentativo di mediazione tra manifestanti e polizia è fallito.Un gruppetto di facinorosi ha tentato di dar fuoco ad una ruspa. Negli scontri in tre sono rimasti feriti e sono stati portati in ospedale con le ambulanze che con difficoltà si sono fatte strada tra i rifiuti. Il quartiere, come già nei giorni scorsi, è rimasto isolato. Occupata la stazione della metropolitana con i treni della linea Napoli-Roma deviati su un percorso alternativo. Blocchi e disagi anche nei vicini comuni di Quarto e Pozzuoli che per la loro vicinanza sarebbero interessati dalla riapertura della discarica.Le scuole. Nonostante l'emergenza, le scuole pubbliche hanno riaperto regolarmente dopo la pausa natalizia, anche se nei quartieri Quarto e Pianura molti genitori hanno preferito tenere a casa i figli. Anche a Caserta le lezioni non sono riprese ovunque. Sui stima che su circa un milione di studenti campani circa 15-20.000 (l'1,5/2%) siano rimasti a casa. Nelle zone "calde", dove in questi giorni le proteste dei cittadini per l'invadenza della spazzatura hanno raggiunto toni molto alti, gli alunni, dicono fonti ministeriali, sono circa 60.000.A Pianura le scuole sono aperte ma le classi semideserte sia perchè insegnanti e alunni sono stati fermati dai blocchi stradali effettuati dai manifestanti sia perché, in alcuni casi, i genitori hanno preferito tenere i figli a casa in attesa che la situazione si normalizzi.Domani riaprono le scuole di Caserta. Le scuole di Caserta riapriranno domani. Il sindaco del capoluogo ha infatti firmato nel tardo pomeriggio l'ordinanza con la quale dispone la ripresa immediata delle attività didattiche: un provvedimento adottato dopo aver preso atto di un parere favorevole dell'Asl locale sulle condizioni igienico-sanitarie.Prodi: "Soluzione radicale". Il premier promette entro domani una "soluzione radicale" alla crisi dei rifiuti in Campania e in serata è salito al Quirinale per illustrare al capo dello Stato la sua strategia. Tuttavia, restano molte divisioni nella maggioranza, con Antonio Di Pietro che ha preannunciato la mozione di sfiducia al governatore Antonio Bassolino in Regione e il vertice odierno con il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che si è risolto con un rinvio a domani.L'accusa della Iervolino. Intanto sale la tensione anche tra le istituzioni. Rosa Russo Iervolino non ci sta a fare il capro espiatorio: il sindaco di Napoli fa sapere che il premier era stato avvertito già un anno fa, con una relazione dettagliata del commissario Guido Bertolaso, che si poteva giungere alla paralisi e attacca, il "folle fondamentalismo ambientale" che ha guidato le scelte del governo: un riferimento all'ostilità del ministro Pecoraro Scanio verso i termovalorizzatori.Pecoraro e l'esercito. Il ministro dell'Ambiente ha lanciato parole pesanti: "Lo Stato non arretri davanti all'arroganza della malavita". "C'è un'esasperazione di tutto per obbligare il governo in modo diretto o indiretto a venire a patti con la malavita". Il ministro ha annunciato di aver "chiesto l'uso dell'Esercito non solo per le scuole ma per rimuovere i rifiuti dalla strada e attrezzare aree provvisorie di stoccaggio. E dopo l'incontro avuto nel pomeriggio a Palazzo Chigi, ha parlato di "piena sintonia con il premier Prodi".Letta: Strade ripulite e discariche funzionanti. "Le discarica di Pianura e le altre discariche che dovranno essere aperte nella provincia di Napoli e nella regione saranno aperte a giorni". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, in collegamento con Porta a Porta. "Lo Stato deve reagire, deve garantire la salute dei cittadini. Non è concentrando tutto su una discarica che si può risolvere l'emergenza". C'è bisogno di fare delle scelte i cui titoli principali sono: ripulire le strade con tutti i mezzi, e per questo va usato il genio militare e fare funzionare le scuole.Domani nuovo vertice. Forse il vertice di governo di domani arginerà l'ennesima polemica interna, ma per il momento, nonostante le dichiarazioni concilianti, non c'è intesa tra premier e ministro dell'Ambiente proprio sul punto più delicato, vale a dire la costruzione e la dislocazione dei termovalorizzatori. Il portavoce dell'esecutivo, Silvio Sircana, sottolinea che la maggioranza deve lasciar perdere le polemiche e proporre una soluzione nazionale.Situazione sempre più grave. Intanto la situazione in città peggiora di ora in ora a causa della mancata raccolta. Sono 5.200 le tonnellate di spazzatura in strada, con cassonetti stracolmi e immondizia anche in pieno centro. In Campania sono più di 110 mila le tonnellate da raccogliere.(7 gennaio 2008) Il parroco don Giuseppe Cipolletta celebra una messa davanti alla discarica di Pianura Il capo dello Stato: "E' una tragedia". Il vescovo di Pozzuoli: "Garanzie" Prodi e Fioroni: "Le scuole riaprano" I sindaci: "Solo se togliete i rifiuti" L'assessore regionale Gabriele: "Modificheremo il calendario per salvaguardare gli studenti" L'Italia dei Valori pronta a sfiduciare il governatore Antonio Bassolino NAPOLI - Una messa davanti alla discarica, dopo una notte di relativa calma. A Pianura gli abitanti del quartiere mantengono un presidio contro la riapertura decisa dal Prefetto. In serata circa mille persone con il sindaco Sauro Secone e alcuni sacerdoti hanno manifestato pacificamente in corteo. La zona è controllata dalla polizia. Da Bologna Romano Prodi invoca un ritorno alla normalità in Campania. A partire dalle scuole "di cui ho disposto la riapertura". "I bambini che stanno a casa - dice il premier - rimangono nelle zone con lo stesso inquinamento, e se in qualche scuola ci sarà una situazione di emergenza manderò stanotte a pulire intorno in modo che si possa riaprire la scuola". Poi un messaggio secco: "Il problema dei rifiuti deve essere risolto per sempre. Con il ministro dell'Interno abbiamo programmato una strategia di lungo periodo". Anche il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ribadisce che domani in Campania gli studenti torneranno regolarmente a scuola. E il ministro della Difesa Arturo Parisi dispone l'impiego di mezzi del Genio di Caserta per sgomberare gli ingressi delle scuole. Ma genitori e sindaci non sono d'accordo. E il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti afferma che l'ordinanza di chiusura è ancora in vigore. L'assessore regionale Gabriele assicura: "Modificheremo il calendario scolastico per non far perdere preziosi giorni di scuola agli studenti delle scuole che rimarranno chiuse".Fioroni: in Campania si torni a scuola. "Ho dato disposizioni, con il prefetto, il direttore scolastico regionale e d'intesa con le autorità regionali - ha detto il ministro Fioroni - affinché si predisponga ogni intervento necessario a far riaprire fin da domani tutte le scuole delle zone interessate dall'emergenza rifiuti in Campania. La scuola - ha spiegato Fioroni - è un bene primario e i ragazzi non possono esserne privati ed è soprattutto di fronte ad emergenze come quella che sta investendo la Campania che bisogna garantire servizi e i beni fondamentali". Domani scuole aperte" ma genitori e sindaci dicono no. Ma la questione delle scuole diventa, ora dopo ora, un nuovo punto di tensione. Alcuni genitori affermano che domani mattina non manderanno in classe i loro figli negli istituti di Cercola: "Le finestre di alcune classi si trovano a pochi metri dai cumuli dei sacchetti maleodoranti e preferiamo, al momento non mandarli a scuola". Una situazione che il sindaco di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano, rimarca, invitando Prodi "a vedere di persona come stanno le cose". Parla di cumuli di rifiuti il primo cittadino e di rischi per gli alunni: "Se stanotte la situazione migliorerà revocherò la mia ordinanza. In caso contrario, resterà confermata la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado". E anche a Quarto le scuole non apriranno i battenti. Mentre il sindaco di Volla, Salvatore Ricci, si dice disponibile a revocare il provvedimento di chiusura delle scuole nel suo comune, "a patto però - spiega - che sia tolta immediatamente la spazzatura davanti agli istituti. Dopo 15 anni di emergenza le promesse non ci bastano più".Modifiche al calendario scolastico. Il sindaco di Caserta, infine, Nicodemo Petteruti, interpellato sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, si limita a confermare di "non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale di eventuali provvedimenti che autorizzino la ripresa dell'attività scolastica". Le scuole di Caserta, pertanto, domani rimarranno chiuse. Tuttavia gli studenti delle scuole che in questi giorni rimarranno chiuse non perderanno "giorni preziosi", assicura l'assessore regionale all'Istruzione Corrado Gabriele: "Nell'intenzione di assicurare il pieno esercizio del diritto allo studio si disporrà domani stesso, nel rispetto delle competenze della giunta regionale la modifica del calendario scolastico per far sì che le scuole che non dovessero riaprire non perdano preziose giornate di lezione". Tuttavia Gabriele invita il governo a intervenire rapidamente "per ripulire i cumuli di rifiuti", se necessario anche con l'intervento dell'esercito.Idv: "Pronti a sfiduciare Bassolino". La questione rifiuti rischia di travolgere la giunta campana. Dall'Italia dei valori, dopo l'attacco di Antonio Di Pietro al presidente Antonio Bassolino, arriva una dura stoccata: "Non escludo la presentazione di una mozione di sfiducia al presidente Bassolino" dice il coordinatore regionale dell'Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del Governatore che da sette anni guida la regione. Nel frattempo il centrodestra non sta a guardare e inanella una serie di dichiarazioni con un unioc filo conduttore: via Bassolino e anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino.Don Cipolletta e il Presidente. "La gente va ascoltata, non bastonata - dice il parroco della chiesa di Sant'Antonio, don Giuseppe Cipolletta - noi siamo contro le violenze e le condanniamo. Ma interroghiamoci su chi promette da trent'anni il risanamento di questo quartiere". Ma anche il presidente della Repubblica Napolitano è tornato questa mattina sull'argomento: "Ho chiesto al governo di intervenire e il governo ha garantito il suo impegno. Quella dei rifiuti è una tragedia".E anche dal vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, sono arrivate parole forti, contenute in un messaggio letto ai manifestanti nel corso della messa che si sta celebrando al presidio dinanzi alla discarica di Pianura: "Chiediamo precise garanzie alle autorità che hanno deciso la riapertura della discarica". Parole accolte dagli applausi dei contestatori. Duro l'attacco a chi avrebbe dovuto risolvere il problema e non l'ha fatto. Il vescovo ha sollecitato che siano accertate "le responsabilità a tutti i livelli". Poi l'appello a non alimentare la tensione condannando "la violenza da ogni parte".Calcio, il Pianura non esulta. E' finita 1-0 per i padroni di casa la partita di calcio della serie Eccellenza tra il Pianura e il Succivo. In segno di solidarietà con il quartiere che protesta contro la discarica dei Pisani, la squadra di casa al momento del gol decisivo per la vittoria non ha esultato mentre la società sportiva aveva deciso l'ingresso gratuito allo stadio che si trova a poche centinaia di metri dalla discarica dei Pisani.(6 gennaio 2008) CRONACA MobileInviaStampaL'intervista. Franco Roberti, capo del pool anticamorra della procura di Napoli: 15 anni fa tutto già chiaro "Quando quel boss mi disse: per noi la monnezza è oro" "Dice bene Saviano: indagare sul sistema dei consorzi tra pubblico e privato"di GIOVANNI MARINO NAPOLI - Fu il primo a capirlo. Il primo a riceverne diretta conferma. "Dotto', non faccio più droga. No, adesso ho un altro affare. Rende di più e soprattutto si rischia molto meno. Si chiama monnezza, dotto'. Perché per noi la monnezza è oro". Il procuratore Franco Roberti ascoltò quelle parole nel carcere di Vicenza, dicembre 1992. Lì il boss del Rione Traiano, Nunzio Perrella, aveva deciso di pentirsi."L'inchiesta che ne derivò - ricorda il capo del pool anticamorra della Procura di Napoli - svelò come le cosche lucravano sui rifiuti. C'era tutto già allora: imprese mafiose mascherate, amministratori corrotti dalle tangenti, controlli inesistenti, territori avvelenati. Un segnale d'allarme che non fu colto dalla politica".Squilla il telefono al dodicesimo piano del grattacielo dei pm. È un sabato di lavoro, perché la camorra non si ferma per i week-end. Ventiquattr'ore prima c'è stato un delitto: 10 colpi contro un pregiudicato. Roberti risponde, dà direttive. Quindi riprende: "Assisto a uno scaricabarile vergognoso, se Napoli nel 2008 rappresenta questo scenario apocalittico nessuno può dirsi immune da colpe".Procuratore Roberti, perché per la camorra è meno rischioso e più redditizio infiltrarsi nel settore dei rifiuti? "Perché i rifiuti sono una emergenza infinita. E dove c'è una emergenza c'è il crimine organizzato. Perché emergenza è, giocoforza, sinonimo di attenuazione o evanescenza dei controlli di legalità: si rischia meno e si guadagna di più. Lo scrittore Saviano, ieri su Repubblica, ha illustrato come agiscono i camorristi".Saviano parla del sistema dei consorzi, vero cavallo di Troia per entrare nel business dell'immondizia. "I consorzi pubblico-privato, già. È stato da noi accertato che nella provincia di Caserta un consorzio, un esponente del Commissariato ai rifiuti e le cosche facevano affari. Lo scrittore ha pertinentemente citato, poi, il fatto che questo intreccio di illegalità ha scaricato sulla gestione commissariale un costo di nove milioni di euro. Una bella cifra, ma poco rispetto al business illegale reale". Ha una stima del guadagno illecito? "Cifre enormi. Solo per avvicinarci basti pensare a quanto c'è in ballo: scrive la commissione bicamerale d'inchiesta guidata dal senatore Barbieri che a oggi il costo totale della prima fase del ciclo dei rifiuti si aggira tra i 500 e i 600 milioni di euro l'anno. Ragionando solo su questo dato si ha una idea del profitto che i clan traggono".Ma dove più s'infiltrano? "Le cosche sono dappertutto nell'emergenza rifiuti: nella prima fase, in quella intermedia, nella finale".Chi è il padrino dei rifiuti? "La cosca dei Casalesi su tutti. In città, i clan di Rione Traiano e di Pianura".Pianura, dove molti dicono che c'è la camorra a spingere perché prevalga la violenza. "La camorra ha interesse ad agitare la protesta e a mantenere la situazione emergenziale che le porta guadagni".Cosa fare per uscire dai giorni più bui di Napoli? "Primo: investire il governo della questione con totale assunzione di responsabilità. Sinora con il Commissariato si è verificata una delega piena a livello locale ma il Commissariato si è rivelato un carrozzone capace di inghiottire cifre spaventose senza risolvere il problema, anzi, aggravandolo. Secondo: bisogna realizzare subito il termovalorizzatore. Possibile che manchi ancora il 15 per cento della sua costruzione? E la raccolta differenziata: 150 Comuni campani sono in linea con la media nazionale, perché gli altri non lo sono?".Perché sinora tutto ciò non si è fatto? "Perché per fare certe scelte in politica bisogna assumersi sino in fondo le proprie responsabilità, anche a costo di rischiare la poltrona e il consenso elettorale".E la magistratura poteva fare di più? "Non su questo. Siamo stati i primi, nessuno ha voluto trarne insegnamento. Al punto che ora stiamo pensando di attivare un circuito informativo più forte. Noi siamo legati al segreto ma l'articolo 118 del codice di procedura penale ci consente di informare in via riservata il ministro dell'Interno di fatti indispensabili per la prevenzione dei delitti più gravi".L'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino e Iervolino. "Dico solo che se un politico ammette le proprie responsabilità dovrebbe poi trarne le conseguenze. Ma basta polemiche. Cito Machiavelli: scrivendo di Napoli disse che ci sarebbe voluta la "mano regia": un potere irresistibile per ripristinare ordine e legalità. Roma si muova, non c'è più tempo".(6 gennaio 2008) xCRONACA MobileInviaStampaL'EDITORIALE La montagna di "monnezza" che sfiora la luna di EUGENIO SCALFARILA SETTIMANA che oggi si conclude con la festa (religiosa?) dell'Epifania offre alla nostra riflessione di cittadini italiani e cittadini d'un mondo globalizzato almeno cinque argomenti di primaria importanza: l'inizio delle primarie americane con il sorprendente sorpasso di Barack Obama su Hillary Clinton, il timore della recessione economica in tutti i paesi dell'Occidente, la "monnezza" napoletana, il tentativo di rilancio del governo Prodi sui temi della politica sociale, lo scontro intorno alla legge elettorale.Per completare il quadro ci sarebbe anche da esaminare il dibattito sull'aborto, improvvisamente aperto dall'accoppiata Ruini-Giuliano Ferrara dietro ai quali si staglia la figura di papa Ratzinger con tutto il corteggio di cardinali e vescovi, la cosiddetta "gerarchia" al gran completo con zucchetti rossi e paramenti d'occasione.Sei argomenti sono troppi per essere affrontati tutti insieme, anche se denotano un'effervescenza insolita in un mondo che pure in questi ultimi anni dà prova di crescente agitazione, frutto al tempo stesso di alacrità e ricerca del nuovo ma, insieme, di distacco, ripiegamento, declino.Alcuni di questi temi hanno un fondamento autonomo. Ma altri sono profondamente interconnessi, specie se li guardiamo dalla nostra visuale domestica. Così la "monnezza" napoletana ci richiama al problema dell'incapacità decisionale nostrana e questa alle malformazioni delle nostre istituzioni. Infine la minaccia della recessione e della "stagflation" (inflazione-depressione) diffonde la sua ombra sul faticoso rilancio del governo Prodi e della sua politica sociale.Perciò cerchiamo di chiarire qualche aspetto di queste sequenze e individuare il "trend" che configura la nostra pubblica opinione.Comincio con la "monnezza" napoletana, non a caso seguita con foto e cronache dai principali giornali del mondo e perfino dalle autorità europee di Bruxelles allarmate da quanto accade. Lo scrittore Roberto Saviano ne ha diffusamente scritto ieri sul nostro giornale con la conoscenza di "persona informata dei fatti", indicando i colpevoli, i profittatori, l'inerzia irresponsabile delle istituzioni locali, la pessima gestione tecnica e politica d'un fenomeno che resterebbe incomprensibile senza l'oggettiva congiura di tutte queste circostanze che configurano una serie di aggravanti e non di attenuanti come invece ci si vorrebbe far credere.Il problema dello smaltimento dei rifiuti riguarda le città di tutto il pianeta ma ha trovato da tempo la sua normalizzazione. Se ne sono occupati gli amministratori, i tecnici e perfino i romanzieri. Don DeLillo gli ha dedicato uno dei suoi romanzi più significativi. I rifiuti hanno dato vita ad una delle industrie più prospere del capitalismo post-industriale, producono profitti ingenti e occupano milioni di persone.Ma lo spettacolo di una grande città sepolta da tonnellate di schifezze con effetti gravi sulla salute degli abitanti si è visto e si continua a vedere soltanto a Napoli e in tutta la Campania. Nulla di simile è accaduto a New York, a Los Angeles, a Londra, a Parigi, a Berlino, a Tokyo, a Shanghai, al Cairo, a Rio de Janeiro e in nessun altro angolo del pianeta. A Napoli sì. Da quindici anni. Non è e non può essere un problema antropologico. Semplicemente: le istituzioni non funzionano, la camorra ne approfitta, non funziona la Regione, non funziona il Comune, non funziona il Commissario ai rifiuti, non funzionano le imprese addette a quel servizio. Celentano avrebbe detto: non funziona il rubinetto di casa mia.Dovevano puntare sui termovalorizzatori e sulla raccolta differenziata. Le discariche avrebbero dovuto essere una valvola "tattica" per ospitare alcune punte stagionali, come accade in tutte le altre regioni italiane e nel mondo intero. Invece le discariche sono diventate la soluzione preminente e permanente facendo la ricchezza dei proprietari di quei terreni e l'infelicità dei loro abitanti.Solo adesso, con almeno dieci anni di ritardo, si è deciso di costruire un termovalorizzatore che - si dice - entrerà in funzione tra un anno, ma più probabilmente ce ne vorranno almeno tre. Dovrà smaltire l'accumulo di rifiuti che nel frattempo sarà stato stoccato nelle discariche riaperte con l'ausilio della forza pubblica in tenuta da sommossa.Chi ha commesso questo macroscopico errore? Forse i Verdi hanno qualche responsabilità, ma i responsabili principali sono il governatore Bassolino e il sindaco di Napoli, Russo Iervolino.Ho avuto in passato simpatia e stima per entrambi, ma adesso sia la stima che la simpatia si sono molto attenuate. Penso che dovrebbero andarsene. Scusarsi e andarsene. Mi auguro che il presidente del Consiglio glielo chieda. La loro uscita di scena non è certo la bacchetta magica per far sparire la montagna di rifiuti che ammorba la città e i paesi del circondario, ma rappresenta comunque la doverosa punizione dell'errore strategico compiuto e nel quale per anni hanno perseverato.La disistima della gente per la politica si deve principalmente ad un sistema perdonatorio che premia l'insipienza e le clientele. Il contrario di una democrazia efficiente e trasparente.* * *La "monnezza" napoletana riflette le malformazioni più generali della nostra democrazia, in ritardo di molti decenni rispetto ai mutamenti nel frattempo avvenuti in tutti i Paesi equiparabili al nostro.Noi abbiamo un Parlamento irretito dal voto di fiducia, senza alcun correttivo che vi ponga riparo. Crediamo anzi tentano di farci credere che la fiducia parlamentare rappresenti il culmine della sovranità popolare delegata ai rappresentanti del popolo che siedono (fin troppo numerosi) sui banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama. Ma non è così, anzi è il contrario di così.L'istituto della fiducia non rappresenta affatto un potere del Parlamento sull'Esecutivo ma piuttosto il guinzaglio con cui l'Esecutivo tiene il Parlamento per il collo.Il presidente degli Stati Uniti non ha bisogno della fiducia del Congresso; in Usa non sanno neppure che cosa sia il voto di fiducia: il Presidente eletto dal popolo ha nelle sue mani tutto il potere esecutivo, nomina i ministri segretari di Stato e li revoca, propone disegni di legge, può mettere il veto a leggi non gradite. In compenso il Congresso, depositario del potere legislativo federale, ha poteri formidabili di controllo sull'operato dell'Amministrazione che li esercita senza scrupoli di sorta. Nessuna nomina può esser fatta senza la sua approvazione, i dirigenti e i ministri debbono riferire periodicamente alle commissioni del Congresso e del Senato.Il potere non è acefalo ma bicefalo. Non è affatto indenne da errori e disfunzioni ma da più di duecento anni guida un Paese che ormai da tempo ha le dimensioni d'un impero mondiale.In Europa le democrazie più solide hanno impianti diversi da quello americano ma il tema dell'efficienza decisionale è stato affrontato e risolto da tutti, in Francia in Gran Bretagna in Germania in Spagna. In Italia no. Governo e Parlamento sono legati a doppia catena con le conseguenze d'una debolezza congenita e di una lentezza decisionale esasperante. La stessa che ha tolto dignità e peso alla magistratura. La "monnezza" è di casa a Napoli, i fascicoli accumulati nei Tribunali civili e penali sono di casa in tutti i Palazzi di giustizia italiani. E' la loro (e la nostra) monnezza.Ho letto che se i rifiuti di Napoli fossero tutti accatastati con un base di trentamila metri quadrati, raggiungerebbero oggi un'altezza di quasi quindicimila metri, il doppio dell'Everest. Analoga e gigantesca montagna la si potrebbe costruire accatastando i fascicoli dei processi in attesa di sentenza; forse anche più alta.Per risolvere almeno in parte la disfunzione democratica ci vuole una legge elettorale adeguata e alcune riforme costituzionali. Veltroni si è preso in carico la soluzione del problema che non è di forma ma di sostanza e non riguarda solo i politici ma tutti i cittadini, visto che siamo noi, almeno per un giorno, il popolo sovrano. Ci riguarda tutti; riguarda anche il tema della "monnezza" napoletana, anche la Tav in Val di Susa, anche il testamento biologico, anche i Dico o come diavolo si chiamano. Riguarda la legislazione, la giurisdizione, l'amministrazione e l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. E anche l'aborto e la pillola RU 486.Veltroni e i dirigenti del Partito democratico hanno indicato nelle elezioni uninominali con ballottaggio tra i candidati che al primo turno non abbiano raggiunto la maggioranza assoluta ed abbiano almeno ottenuto il 12 per cento dei voti, il sistema adatto purché combinato con l'elezione popolare del presidente della Repubblica e col rafforzamento dei suoi poteri in chiave presidenzialista.Si tratta d'una riforma complessa che potrà rappresentare il tema dominante della futura campagna elettorale. Nella sua intervista di ieri al nostro giornale il segretario del Pd ha citato un passaggio importante che Cesare Salvi (sinistra radicale), allora relatore alla Bicamerale del 1997, scrisse proponendo il sistema presidenziale ed elettorale francese. Da allora, ha aggiunto Veltroni, questa è stata la posizione costante del riformismo italiano.Ma per ora si tratta soltanto di una prospettiva. Per ora così Veltroni si deve andare verso un sistema elettorale a base proporzionale con un ragionevole correttivo maggioritario che dia più forza ai partiti di maggiori dimensioni e induca i minori a raggrupparsi tra loro.Perché questo è l'obiettivo attuale? Perché è il solo capace di darci governabilità. Senza di esso non c'è che la cosiddetta Grande Coalizione: Pd e Forza Italia insieme.Veltroni ha dichiarato (e non ce n'era neppure bisogno) che il Partito democratico non è disponibile a questa soluzione. Ma chi lavora per un proporzionale puro vuole in realtà arrivare a questo risultato. I numeri gli danno pienamente ragione.Per il poco che possa valere, penso che Veltroni abbia scelto la posizione più adatta a risolvere i problemi della governabilità e penso anche che essa potrà passare soltanto se ci sarà l'accordo con Forza Italia e con Rifondazione, più tutti gli altri che vorranno uscire dal pantano attuale.* * *Per portare a termine questo primo blocco di riforme elettorali e costituzionali, comprensive del Senato federale e della riduzione del numero dei parlamentari nella prossima legislatura, Veltroni pensa ragionevolmente che ci voglia un anno di tempo. E la prosecuzione fattiva del governo attuale con l'obiettivo di ridare fiato ai ceti economicamente più deboli, insidiati sempre più dall'aumento dell'inflazione e da un probabile rallentamento nella crescita dei redditi.In realtà in Usa si parla ormai esplicitamente di recessione. Molti economisti affermano che è già in atto da almeno tre mesi, accompagnata da un'inflazione che ha rialzato la testa e da un netto aumento della disoccupazione.Pensare che l'Europa e l'Italia non risentano di quanto sta avvenendo nell'economia americana è pura illusione. Alla crisi devastante dell'industria e della finanza immobiliaristica si aggiunge ormai il ribasso di Wall Street e di tutte le Borse mondiali, l'indebolimento dei consumi, l'aumento dei tassi sui mutui e una liquidità più severa.In queste condizioni il bilancio italiano si trova, una volta tanto, in migliori condizioni per quanto riguarda l'andamento delle entrate e la diminuzione del fabbisogno.Ma abbiamo pur sempre la palla al piede del debito pubblico che ci mangia ogni anno 70 miliardi di interessi.Per ridare fiato ai cittadini e ai lavoratori ci vorranno più o meno 8-10 miliardi di euro. In teoria la copertura c'è e non è esatto dire che il ministro dell'Economia si opponga a questa manovra che dovrebbe prender l'avvio tra il marzo e il giugno prossimi.L'obiezione di Padoa-Schioppa non è tanto sui numeri ma sui modi. Probabilmente sarebbe d'accordo se quelle cifre fossero erogate con provvedimenti "una tantum" in attesa di vedere che cosa avverrà nel mondo e in Europa nel corso di un anno così incerto come questo. Se il buon tempo tornerà, nel 2009 e negli anni successivi i provvedimenti "una tantum" potranno diventare strutturali ed essere ulteriormente migliorati.Queste diverse impostazioni saranno comunque l'oggetto della nuova concertazione tra governo e parti sociali, insieme al tema dei contratti di lavoro da chiudere.La "stagflation" dev'essere tenuta ben presente perché configura l'imposta più iniqua sul potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati. Una rincorsa tra salari nominali e costo della vita dev'essere dunque il primo argomento da esaminare tra le parti concertanti, insieme a quello della produttività.* * *Mi resta da parlare dell'aborto, sul quale tuttavia non c'è da dire se non ciò che è stato già detto da me domenica scorsa e da altri man mano che l'offensiva clericale si articolava con i vari interventi della "gerarchia".I laici - credenti e non credenti che siano - sono favorevoli alla libera manifestazione di tutte le opinioni e a tutti quegli interventi legislativi, amministrativi e giurisdizionali che tutelino i diritti di libertà quando non ledano diritti altrui. Per quanto riguarda la legge sull'aborto i laici ritengono che essa tuteli la maternità consapevole e la libertà di scelta delle donne. Sono anche favorevoli ad aumentare il flusso di informazioni che debbono essere fornite alle donne sui possibili effetti dell'interruzione di gravidanza nonché sulla fecondazione assistita.Tutto il resto, a cominciare dalla cosiddetta moratoria, è del tutto aberrante. E' un puro strumento propagandistico equiparare l'interruzione di gravidanza, consentita solo in determinati tempi e circostanze, alla pena di morte.Si tratta in realtà di un'operazione mediatica con due precisi obiettivi. Uno, di carattere culturale, per stringere i laici alla difensiva e per preparare l'affondo vero e proprio contro la legge vigente. L'altro, temporalistico, di rilanciare la potestà della gerarchia ecclesiastica come unica e sacrale depositaria del pensiero e della dottrina della Chiesa, confiscando sempre di più al laicato cattolico la sua attiva partecipazione all'elaborazione della dottrina relegandolo in un ruolo di platea passivamente e silenziosamente consenziente, cinghia di trasmissione dei voleri dell'episcopato e del Vaticano fin nelle aule comunali, regionali e parlamentari. Proprio per questo suo contenuto temporalistico ho usato prima l'aggettivo "clericale": i chierici all'offensiva contro il laici. Di questo si tratta. A questo bisogna reagire. E' auspicabile che il Partito democratico non sottovaluti la questione. Penso e scrivo da molto tempo che libertà e laicità sono sinonimi vedo con piacere che la Bonino concorda su questa sinonimia, del resto non ne dubitavo.Laicità e democrazia senza aggettivi. Non ne hanno alcun bisogno.(6 gennaio 2008) immondizia napoletana emergenza Il premier assicura: "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità" Poi l'annuncio: "Da lunedì le prime riunioni per risolvere il problema per sempre" Rifiuti, Prodi: "Un'emergenza che mette in gioco il Paese" Di Pietro insieme all'opposizione chiede le dimissioni di Bassolino Il governatore: "Dal ministro un atteggiamento irresponsabile"BOLOGNA - "Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perché sta mettendo in gioco il Paese. Tutti ci osservano e non voglio che l'Italia dia questa immagine negativa". Così il presidente del Consiglio Romano Prodi commenta l'emergenza rifiuti in Campania. Aggiungendo che la situazione rappresenta "una tragedia per tutti i cittadini della Campania, quindi abbiamo già cominciato a lavorare insieme: lunedì mattina comincio le riunioni con i ministri, poi si agisce". Infine, il presidente del Consiglio si appella "alla solidarietà e al lavoro comune di tutte le forze istituzionali della Campania e a tutti i cittadini, ma è un'emergenza che dobbiamo vincere rapidamente", "affrontando il problema per sempre"