Amici Miei profile picture

Amici Miei

"Amici Miei" fan page

About Me

Amici miei, unitamente ad altre famose pellicole dello stesso periodo, segna l'inizio di un ciclo nuovo e conclusivo di quel genere comico-cinematografico meglio conosciuto come commedia all'italiana.
L'amarezza, il disincanto, la fine delle illusioni di benessere e le tensioni sociali che caratterizzano l'Italia degli inizi degli anni '70 fanno la loro comparsa anche in questo genere comico e di costume. La risata piena si vela di tratti malinconici e tristi, i personaggi rimangono comici ma diventano amari e patetici. Scompaiono definitivamente il lieto fine e il finale leggero o comunque umoristico e lasciano il posto alla precarietà di una condizione umana spesso senza prospettiva.
Monicelli riprende in questa pellicola il tema della amicizia virile che aveva già trattato in alcuni film precedenti (I soliti ignoti, La grande guerra, L'armata Brancaleone) e che tornerà a trattare in lavori successivi. Il vincolo, la vitalità e la complicità del gruppo vengono proposti come risposta alle minacce esistenziali provenienti dall'ambiente, dal lavoro, dalla famiglia stessa. I membri del piccolo gruppo di amici vivono la contraddizione di una vita normale verso la quale sono assolutamente attratti (Il Melandri cerca insistentemente una donna, il Mascetti si abbandona costantemente ai sogni di nobiltà, il Perozzi vive pericolose avventure extra-coniugali) ma è fondamentalmente l'appartenenza alla banda che supplisce, con le sue dinamiche goliardiche, alla carenza delle quali sono vittime, fornendo così una soluzione, una via di fuga. Il gruppo reagisce nei confronti di ogni singolo membro che tenta di intraprendere una via solitaria e mette in atto tutta una serie di iniziative, compreso il dileggio, per ricondurlo a sé. Anche la morte, estremo atto solitario del Perozzi, viene vissuta in questa ottica e su questa originalità si accende il finale del film.
Il film ruota intorno al racconto inesauribile delle trovate goliardiche (le zingarate) con le quali 4 amici cinquantenni, nella Firenze a cavallo degli anni '60 e '70, cercano di prolungare lo stato felice della propria infanzia, fuggendo le responsabilità ed i tormenti della vita adulta.
Il conte Mascetti (Ugo Tognazzi) è un nobile decaduto che, dopo aver speso due eredità (la sua e quella della moglie), non riesce a far fronte al sostentamento della propria famiglia, ma che coltiva ciononostante il gusto del buon vivere e la passione per le relazioni clandestine, nonché un'inossidabile dignità e senso dell'ospitalità. Il Perozzi (voce narrante del film, interpretato da Philippe Noiret) è uno squinternato giornalista di cronaca che cerca di sfuggire la disapprovazione che moglie e figlio gli riversano contro quotidianamente, tradendola con la moglie del fornaio. Il Melandri (Gastone Moschin) è un anonimo architetto alla perenne ricerca di una donna e per la quale sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi tre amici, salvo ravvedersi all'ultimo momento. Il Necchi (Duilio Del Prete) è invece un barista ed è proprio nel suo locale con annessa sala biliardo che prendono vita le zingarate alle quali lui stesso partecipa puntualmente. Ai quattro amici di sempre si aggiunge, nel corso della narrazione, il professor Sassaroli (Adolfo Celi) un brillante primario ospedaliero annoiato dalla professione il quale diventerà in breve uno dei pilastri del gruppo e sotto la cui spinta le bravate prenderanno nuova vitalità.
La vita dei cinque goliardi sembra snodarsi quotidianamente nella sola annoiata ricerca dello scherzo e del divertimento quando irrompe sulla scena la morte improvvisa di uno dei membri del gruppo. Il riso e il pianto, l'ironia e l'amarezza vivono una commistione perfetta che raggiunge lo zenit nella scena finale, quando i quattro superstiti, pur piangendo il compagno morto, trovano egualmente lo spirito per mettere a segno una nuova zingarata, in una vena dissacratoria che rimane inarrestabile e che arriva a sbeffeggiare e ridicolizzare anche la morte. Il finale, anche se non esattamente "lieto", lascerà comunque un sorriso velato di amarezza sulla bocca degli spettatori.
La morte del Perozzi che chiudeva il primo episodio viene "risolta" nel secondo film con un abile espediente narrativo, che muove avanti e indietro nel tempo i nostri cinque amici con un dosato ricorso al flashback, rendendoli protagonisti di scene comiche da antologia. Tutti i temi guida del primo atto (la frustrazione erotica del Melandri, la gelosia del Necchi, i problemi familiari del Perozzi, la noia del Sassaroli e la aristocratica decadenza del Conte Mascetti) vengono ripresi e sviluppati nel secondo atto. Renzo Montagnani interpreta con grande successo il Necchi, mentre un grande Paolo Stoppa nei panni di un ostinato usuraio fiorentino ci regala una delle sue ultime apparizioni cinematografiche.
Il tempo scorre velocemente, vecchi rancori e antiche incomprensioni mai sopite scavano con l'età nuove solitudini. Il Conte Mascetti non sopporta lo scherno e il dileggio dei suoi tre amici e viene colto da un ictus che lo condannerà per sempre all'infermità.
Il film si conclude con l'immagine tristissima di un conte impotente e paraplegico affidato alle insopportabili attenzioni familiari e alle cure sarcastiche dei suoi compagni di zingarate.
Va notato un messaggio finale del film (frainteso molto spesso, vedi tra le curiosità la corretta interpretazione), un messaggio che dà al sentimento dell'amicizia un alto significato simbolico. I tre amici portano il conte Mascetti ai campionati di atletica per paraplegici: il conte Mascetti corre in carrozzina ed è ultimo nella competizione: Necchi, Melandri e Sassaroli lo incitano dalle gradinate a gran voce, commuovendosi fino alle lacrime vedendo l'amico ridotto così male nel fisico e depresso nello spirito, e proprio per questo non gli fanno mancare tutto il loro amore fraterno, il supporto morale e materiale
Curiosità su Amici Miei (1975):
- Il progetto del film apparteneva a Pietro Germi, che non ebbe però la possibilità di realizzarlo a causa della prematura scomparsa.
- Il film, nella concezione di Pietro Germi, era ambientato a Bologna; fu Monicelli a trasferire l'ambientazione a Firenze.
- Il giovane Carlo Vanzina figura come aiuto regista.
- Philippe Noiret è doppiato da Renzo Montagnani che nel seguito del film interpreterà con successo il Necchi, sostituendo Duilio Del Prete.
- I due Bar che appaiono nel film esistevano davvero. Quello in cui si svolge la prima scena del film era un piccolo locale all'angolo di via de' Magliabechi, nel quartiere di Santa Croce, concesso volentieri per le riprese dai proprietari Renzo Sarti e Gastone Barelli. Il piccolo bar buffet era, in quegli anni, un luogo d'incontro di personaggi di tutti i generi e lì certamente fu subito compreso il senso dell'opera cinematografica che si stava compiendo. Le scene furono girate di notte coinvolgendo il giovane barista Sergio, alcune passeggiatrici locali ed il nonno Pesci che invitato dal regista a far finta di sonnecchiare si addormentò per davvero suscitando l'ilarità della troupe. Il Bar del Necchi, con annessa sala biliardo, era collocato in Piazza Demidoff, a Firenze. In seguito al successo del film prese il nome di Bar Amici Miei, nome che conservò sino alla fine degli anni '90.
- Sebbene giaccia morto sul letto è visibilissimo nel film il movimento respiratorio del torace di Philippe Noiret. Questo particolare indusse molti spettatori a ritenere che quella del Perozzi non fosse altro che l'ennesima zingarata e il funerale nella scena conclusiva uno scherzo escogitato ai danni della perfida moglie.
- Nel 2002 lo stesso Mario Monicelli ha diretto una riduzione teatrale del film con lo stesso titolo.
- Una palese incongruenza si rivela nel film durante la famosa scena della stazione: al momento di lasciare casa dopo una accesa discussione con la sua convivente, moglie separata del Sassaroli, Melandri è senza soprabito mentre Birillo (il gigantesco cane San Bernardo) viene costretto a restare nell'appartamento da un vigoroso calcione assestato dal Necchi. Alla stazione invece, il Melandri indossa il cappotto e il cane fa compagnia ai cinque del gruppo mentre questi si divertono a schiaffeggiare i passeggeri dei treni in partenza.
- La famosa scena degli schiaffi ai passeggeri del treno in partenza non fu semplice da girare per la difficoltà degli attori che da basso non riuscivano ad arrivare all'altezza dei volti dei passeggeri, nonostante questi ultimi si sporgessero molto dal finestrino. Il regista Monicelli fu così costretto a far segare una parte dei finestrini del treno in modo che i passeggeri risultassero più bassi rispetto al livello del marciapiede.
Curiosità su Amici Miei Atto 2 (1982):
- Nell'ultima scena del film si vede il Mascetti mentre corre alle olimpiadi per disabili con i suoi amici che lo incitano gridando che l'importante è partecipare e incoraggiandolo nella gara, questa scena è spesso fraintesa come grande dimostrazione di amicizia tra i quattro. In realtà non è solo questo, la chiave corretta per interpretare quest'ultimo stralcio di pellicola è proprio nella definizione della commedia all'italiana, infatti si nota che il Mascetti si è iscritto alla gara come rappresentante del Pisa e che stà perdendo la gara 'di proposito' per far figurare i Pisani ultimi in classifica. Negli attimi finali del film, quel sorriso traverso, strappato ad un uomo che credeva di essere ormai abbracciato dalle offese dell'età e della tragedia che l'aveva costretto all'inabilità, e quegli Amici che dimostrano quanto il loro legame sia profondo, continuando ad includere lo sfortunato Mascetti nelle loro trovate e 'zingherate', concludono l'ultima burla di questo capolavoro.
- Sono evidenti allo spettatore attento alcune incongruenze temporali tra quanto narrato nei due episodi del film. Una delle più grossolane è legata al Sassaroli. Come è noto, nel primo film il famoso primario si aggrega al gruppo dei quattro solo al momento dell'incidente, quando tutti vengono ricoverati nel suo ospedale. A quell'epoca Luciano, il figlio del Perozzi è già adulto e vive con la madre dopo aver abbandonato il padre. Nel secondo episodio, invece, il Sassaroli gioca a carte a casa Perozzi, con Luciano che è poco più che un bambino.
- Un'altra incongruenza è quando il Conte Mascetti nel primo film, trova un seminterrato "tutto diaccio ed umido" per finalmente dare un tetto alle "villeggianti" (come le chiamava lui): moglie e figlia, che aveva abbandonato in montagna perché non aveva i soldi per andare a riprenderle: in tale scena, la figlia, soprannominata Mela, è grandicella: 10-11 anni. Ma quando nel secondo film, il Conte Mascetti ospita, a pagamento, il figlio del Perozzi, Mela è una bimba di due anni.
- I cinque "madrigalisti" partecipano al concorso vocale di Arezzo (come dice la voce narrante) mentre poi, nello svolgersi della scena, dietro gli esecutori compare il cartello con il titolo della manifestazione che si svolge, invece, a Pistoia.
- Alla fine del film il Professor Sassaroli dice al Mascetti che non deve più definirsi paralitico ma con un termine più moderno "paraplegico" mentre la corretta dicitura per quella patologia è "emiplegico" (come dirà il Mascetti stesso dopo).
Video:
Trailer di "Amici Miei"
Trailer di "Amici Miei Atto 2"
Supercazzola al vigile
Servizio torri
Supercazzola alla direttrice
Diagnosi del Sassaroli
..
Apertura Atto 3
Ma vaffanzum
Don Angelo Bernocchi
Ispettore tombale

My Interests

Music:

Member Since: 7/31/2007
Band Members: Raffaello Mascetti (Ugo Tognazzi)

Guido Necchi (Duilio Del Prete/Renzo Montagnani)

Giorgio Perozzi (Philippe Noiret)

Rambaldo Melandri (Gastone Moschin)

Professor Sassaroli (Adolfo Celi)

Altri interpreti:

Il Righi (Bernard Blier)
Alice Mascetti (Milena Vukotic)
Titti (Silvia Dionisio)
Savino Capogreco (Paolo Stoppa)
Il vedovo Paolo (Alessandro Haber)
Signor Lenzi (Bernard Blier)
Record Label: unsigned
Type of Label: None