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violetta

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Mmmm... bella domanda.... chi sono? Incredibile... Non ci avevo mai pensato... Dunque facciamo un po' d'ordine... almeno cronologico... Prima di tutto sono figlia... di due genitori suppongo... Sorella di un fratello... e questo purtroppo non lo suppongo, è verità! Fidanzata con un ragazzo, o almeno credo... Animatrice e cantante nel lavoro... Clown nel cuore. Aspirante conduttrice televisiva (a breve partirò a Milano per un master), ho la possibilità di fare una grossa e impagabile esperienza negli studi di TCS, grazie alla trasmissione ideata e condotta da Antonio Lai "La Rassegna Stramba".
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L'AMORE PER IL CIRCO Amo il circo perchè trasmette la semplicità. Trasmette la dedizione per un lavoro duro, fatto di sacrifici ma anche di grande passione. Un mondo che purtroppo sta scomparendo per colpa della televisione, nella quale tutto scorre e tutto si trasforma e si deforma. Il circo è tradizione, amore per la natura, si anche per gli animali. I circhi veri sanno come ci si comporta con gli animali, sanno come accudirli, coccolarli e perchè diventino dei validi "numeri" non possono soffrire sotto le costrizioni. Ci sono tanti animalisti tra di voi, di sicuro. Ma avete mai chiesto ad un clown, cosa significa perdere un compagno di lavoro di anni, che sia un elefantessa o un ippopotamo, o un cavallo o un cane, uno scimpanzè? Avete mai visto piangere un clown perchè gli hanno portato via i suoi animali? Dedico questo mio spazio al mio grande amico e maestro Vladi Rossi e a tutto il suo circo.
Con affetto e infinita stima,
Violetta.
LA PREGHIERA DEL CLOWN
Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo.
Tu che proteggi uomini, animali e baracconi,
tu che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni,
tu che ogni sera presti agli acrobati le ali degli angeli,
fa' che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane ed applausi.
Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni,
se qualche disgrazia dovesse accaderci,
fa che avvenga dopo lo spettacolo e, in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini.
Tu che permetti ai nani e ai giganti di essere ugualmente felici,
tu che sei la vera, l'unica rete dei nostri pericolosi esercizi,
fa' che in nessun momento della nostra vita venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore.
Guardaci dalle unghie delle nostre donne, ché da quelle delle tigri ci guardiamo noi,
dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamante le loro assordanti risate
e lascia pure che essi ci credano felici.
Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono,
ma non importa, io li perdono,
un pò perchè essi non sanno,
un pò per amor Tuo,
e un pò perchè hanno pagato il biglietto.
Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola,
ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.
C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità,
noi dobbiamo soffrire per divertirla;
manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.

Dal film "Il più comico spettacolo del mondo" La Preghiera del Clown

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Tutto ciò che mi affascina.

La parola circo deriva dal latino circus, cerchio. Il circo è lo spettacolo itinerante, dal vivo, per eccellenza. Solitamente i circhi sono composti da carovane molto numerose, suddivise in carri per il trasporto dei materiali e degli attrezzi e i caravan dove alloggiano gli artisti e i componenti dello staff. Il circo può avere un unico tendone, oppure una serie di tende ciascuna deputata a una funzione ben precisa: dal ricovero degli animali, al box office, fino al foyer (per i circhi più attrezzati). La parte principale del circo è la pista. Si tratta di quella porzione di spazio verso la quale convergono gli occhi degli spettatori che sono posizionati sulla cavea, una struttura rialzata simile al teatro romano. Il pubblico delle primissime file è ospitato in appositi box detti palchi che sono adiacenti (e allo stesso livello) alla pista. Poi ci sono tutti i posti rialzati, costituiti da poltroncine numerate e imbottite (per le prime file) mentre, per quanto riguarda i posti più popolari, gli spettatori sono posizionati su semplici assi orizzontali di legno o metallo. Alle spalle della pista è posizionata l'orchestra, che accompagna i movimenti degli artisti e le tende per consentire l'entrata degli artisti, ma anche al personale di allestire la pista montando o smontando le attrezzature. La parte alta del tendone ospita una fitta rete di carrucole e tralicci metallici che vengono utilizzate dagli acrobati e dai loro assistenti di terra, che spesso assicurano gli artisti tramite una corda legata alla loro imbragatura.

Il mondo del circo è così legato al mondo degli animali che non li si può separare neppure nel nome. Anche se qualche volta ce ne dimentichiamo, infatti, la definizione esatta del circo moderno è «circo equestre», vale a dire circo con i cavalli. Senza cavalli, lo spettacolo circense così come l'abbiamo conosciuto negli ultimi due secoli non sarebbe mai nato. Il "Circo Equestre", che sarà più avanti identificato dalla sola parola "circo", vede la sua nascita nel 1770, quando l'inglese Philip Astley organizzò a Londra, al maneggio di Half Penny Watch, di fronte a Westminster, uno spettacolo equestre con la sua compagnia di cavalieri e con i giocolieri e gli animali ammaestrati della compagnia italiana Ferzi. Astley era cavallerizzo, acrobata equestre ed impresario teatrale. Aveva prestato servizio come ufficiale della cavalleria britannica dal 1759. Quando si trovò congedato, dopo la guerra dei sette anni, pensò di sfruttare la sua abilità mettendo insieme uno spettacolo di esercizi equestri. Aveva capito che cavalcando in cerchi a gran velocità, si riusciva a stare in piedi sulla sella, e le sue abilità gli diedero lo spunto per esibirsi in pubblico già dal 1768 in un campo all'aperto. Gli inglesi amavano molto le esibizioni a cavallo, e qualcuno aveva già dato spettacoli di questo genere con successo. Astley però creò qualcosa di diverso. Innanzitutto, fece costruire un anfiteatro di legno. All'interno di questo, delimitò una pista circolare del diametro di 13 metri, entro cui dovevano svolgersi le esibizioni (da allora tutte le piste di tutti i circhi hanno sempre osservato, magari con qualche approssimazione, le misure della pista di Astley). Era nato l'"Astley Amphitheatre". All'inizio, si rievocavano la pagine più famose della storia dell'uomo a cavallo. Venivano mimate battaglie celebri, gli attacchi degli ussari, le cariche delle guardie francesi. Astley era comunque l'unica attrazione: il suo numero caratteristico consisteva nell'alzarsi su un cavallo in corsa con un piede sulla sella e l'altro sulla testa dell'animale, brandendo una spada al vento. Poi, Astley incluse numeri d'altri cavallerizzi, acrobati, danzatori, clowns ed il primo freak show ad avere luogo in un circo. Il successo e la popolarità di Astley furono tali (si contano dopo di lui anche parecchi imitatori) da ricevere il patronato del Principe di Galles e del Duca di York nel 1794. L'influsso di Philip Astley sull'industria dello spettacolo non si limitò al Regno Unito. Già dal 1772, infatti, Astley faceva numerosi tours fra varie città europee, inclusa Parigi, dove si esibì al cospetto del re di Francia e della sua corte reale. Sempre a Parigi, aprì un secondo Amphitheatre nel 1782, oltre ad altri 18 circhi permanenti nel resto dell'Europa. Fino al 1783 il posto fu chiamato "Astley's Amphitheatre Riding School", poi si usarono molti altri nomi. Dopo il 1784 "Astley's Amphitheatre and Ambigu-Comic", nel 1787 "Royal Grove, e Astley's Amphitheatre of Arts". Dal 1796, fu conosciuto semplicemente come Astley's. Nel luglio del 1803 l'edificio originale del circo fu distrutto da un incendio; si fecero immediatamente piani per la ricostruzione, riaprendo nell'aprile 1804 e mettendosi al passo con il suo primo concorrente, Hughes, che aveva costruito, nel 1780, un "Royal Circus" in cui la pista circolare era delimitata per circa un quinto della sua circonferenza da un palcoscenico su cui si svolgevano spettacoli teatrali e pantomime vere e proprie. Il periodo di maggior successo dell'Astley's ebbe luogo durante la gestione di Andrew Ducrow, quando fu conosciuto come "The Royal Amphitheatre" (specie negli anni 1830-1841). Durante tutta la sua esistenza, l'Astley's si specializzò in ogni sorta di spettacoli e divertimenti: drammi equestri (hippodramas), atti circensi, pantomime e burlette, spesso nella stessa serata; dal 1804 in poi, si offrivano soprattutto melodrammi equestri. Astley, nato nel 1742 a Newcastle-under-Lyme, Staffordshire, Inghilterra, morì a Parigi nel 1814.

Nella seconda metà dell' 800 il circo abbandonò a poco a poco pantomima e palcoscenico per tornare all'impostazione originaria di Astley, e fu allora che assunse la sua più tipica veste e il suo stile. Il successo della formula provocò il sorgere di una moltitudine di circhi piccoli e minimi, a conduzione spesso unifamiliare, che sfruttando l'eco del successo dei grandi circhi stabili delle metropoli, si esibivano nei centri minori e nelle campagne, utilizzando un semplice tendone circolare sorretto al centro da un palo. Quando impresari dotati di mezzi cospicui pensarono di servirsi del tendone non come soluzione di ripiego, ma come la sede più congeniale per quel particolare spettacolo, il circo si trasferì nei carrozzoni e si diede così alla vita nomade, senza nulla perdere in complessità e dimensioni. I primi ad adottare il tendone per circo di grandi dimensioni furono l'americano Myers e, in Europa, il francese Soullier e gli inglesi fratelli Sanger.

Contemporaneamente, anche sotto l'influenza del geniale impresario americano Barnum, il circo si arricchì di animali esotici (soprattutto elefanti, leoni e tigri) a scapito dei cavalli, la cui importanza, arrivata all'apice nella pantomima storica, si ridusse poi notevolmente. Negli Stati Uniti i circhi raggiunsero le dimensioni maggiori; tra serraglio, abitazioni e attrezzeria occupavano sino a duecento carrozzoni; esemplare di tale grandiosità il famoso circo a tre piste adottato da Barnum fin dal 1871, dove lo spettacolo si svolgeva contemporaneamente in tre arene circolari disposte lungo l'asse maggiore del grande ovale. Nel 1897, dopo che la strenua lotta concorrenziale tra le maggiori organizzazioni americane del settore si fu risolta con la fusione di Barnum e Bailey, il circo a tre piste compì una grande tournée in Europa, dove però questo tipo di struttura non ebbe successo. In seguito il Barnum and Bailey si fuse con il circo dei fratelli Ringling, costituendo il Ringling Bros and Barnum & Bailey, ancora oggi in attività sotto la direzione degli eredi Ringling, nonostante le difficoltà e i problemi che un'impresa di simili dimensioni oggi comporta.

In Europa tramontata la pantomima e ridimensionato il carattere equestre del circo, si imposero nella seconda metà del XIX secolo i grandi circhi francesi e tedeschi. Professionisti tedeschi fondarono famosi circhi stabili a Mosca, a Pietroburgo, a Copenaghen e a Vienna, dotati di veri e propri zoo per l'esposizione diurna delle belve impegnate negli spettacoli.Intorno al 1840 la pantomima circense ebbe il suo momento di maggiore splendore. Dopo la guerra Astley abbandonò la Francia e fu in quel periodo che comparvero nella Storia del Circo i nomi di due Italiani, Antonio Franconi e Joseph Grimaldi. Franconi rilevò l'attività di Astley che mantenne per 120 anni, cioé fino a quando la sua dinastia si estinse, prima con i figli e poi con gli altri discendenti. Ai Franconi, portatori nello spettacolo circense di tutte le specialità artistiche, si deve il termine Circo, che fu adottato per la prima volta nel 1807 (Circo Olimpico), riadattando un'antica parola romana usata per le arene. Le grandi "Pantomime equestri", create per glorificare le imprese di Napolene, furono opera di Franconi. L'alta scuola di equitazione, fu rappresentata nel 1830 da Carolina Loyo; gli animali feroci entrarono nel Circo nel 1831, con l'addestratore Henry Martin; il Trapezio volante vi entrò nel 1859 con Leotard e le specialità ciclistiche nel 1882, con la Troupe degli Ancillotti. Il Clown, termine che dall'Inglese potrebbe essere tradotto come sempliciotto, campagnolo sprovveduto o quant'altro del genere, apparve agli inizi del 1800 e il suo creatore è stato Joseph Grimaldi, nato in Inghilterra, ma figlio di un Arlecchino italiano di Genova, ed Arlecchino egli stesso.

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Posted by violetta on Fri, 13 Jul 2007 05:28:00 PST