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Mukandi Lal

menestrello del cuore

About Me

Mukandi Lal, al secolo Marco Provvedi è conosciuto da molti come "Daddy reggae", è nato sotto il segno dei pesci. Di carattere allegro e gioviale, timido ma intraprendente, alle volte audace, incontra la musica in tenera età cantando nel coro della chiesa evangelica, il padre era ministro di culto, e distinguendosi come voce solista a Palazzo della Signoria a Firenze con il coro della scuola "S.Giovanni da Verrazzano" all'età di nove anni. Tra i 13 e i 18 anni con gli amici di quartiere organizza un complessino che si esibisce nelle feste tra amici, a volte in uno scantinato, altre in un garage suonando un repertorio dell'epoca (Pooh,New Trolls,Doors,Beatles....) e nel '66 si esibisce con una delle prime "Messe Beat" in una chiesa cattolica dell'Eur. Tra il '76 ed il '78 collabora con un cantautore, Giorgio Lo Cascio, alla realizzazione dei suoi primi due album, partecipando al festival dei cantautori a San Remo, ed esibendosi in numerosi festival e club in tutta Italia. Negli anni a venire forma diverse band, purtroppo di vita breve, di genere soft-rock, blues-rock, con alle spalle tanto lavoro in sala prove e qualche concerto qua e là. Nel '78 arriva nella casa, che divideva con altri amici (due musicisti ed un cineasta), la musica reggae grazie a Rosario Casella, dopo 20 anni di attività l'attuale leader dei Mandala (gruppo reggae romano), che al ritorno della tourneè con i Misty in Roots (al tempo per la prima volta in Italia nell'inverno del '77-'78) rimase impressionato dall'impatto ritmico-cosmico-mistico che questa musica produceva. Comincia a cercare discografia a riguardo e cruciale fu l'incontro con Giorgio Battaglia, il quale all'epoca, scriveva la famosa rubrica "RegganJah "sul mensile Rock Star, che fornì la gran parte del materiale discografico che permise di organizzare nell'81 il primo sound system italiano "Reggae Tour 81" dancehall itineranti che in collaborazione con il Comune di Ostia prima e di Roma dopo, ha fatto ballare circa 40.000 persone tra metà giugno e i primi di agosto sulla rotonda di Ostia ed in alcuni parchi romani. L'esperienza di "Reggae Tour 81" carica di energia positiva questo gruppo di amici che riproporrà in seguito delle "feste naturali" (Villa Pamphili,Colle Oppio) dove si esibirà la band appena nata dall'incontro con un musicista rasta newyorkese Chalie Burnaham (violinista eccezionale e grande maestro di vita) "Tutti Frutti" una delle prime band reggae italiane, un anno di intensa attività con concerti a Roma ed in Sardegna, memorabili il carnevale alla Tenda Pianeta di Roma, a monte Urpinu a Cagliari, ed il 1°tributo a Bob Marley 11 Maggio 1982 al tenda Spazio Zero di Roma. Nel frattempo. Mukandi scopre che in Italia ci sono altre band reggae e bussando di porta in porta,viaggiando in lungo ed in largo l'Italia, espone il suo progetto ai nuovi conosciuti e nasce nell'84 il I° raduno reggae di gruppi italiani tenuto al Tendastrisce di Roma, con la partecipazione degli "Irie" da Milano, dei "Puff Bong" da Venezia, della "Jah Childrens Family Band" da Catania e dei "Different Stylee" da Bari. Nell'85 apre uno studio "Reggae and Roll" e parte il progetto del gruppo "Rom-a-dub" esibendosi in due memorabili performance una a Fiumicino e l'altra organizzata da Radio Rock al "Uonna Club" di Roma. Sempre in quell'anno collabora con la cooperativa Stage al festival "Reggaestate" sia allestendo un mercatino rasta e la prima mostra di arte sacra rastafariana che come management, facendo suonare gli Irie ed i Different Stylee che terranno alta la bandiera del reggae italiano tra la sorpresa di tutti i musicisti giamaicani intervenuti (G.Isaacs, B.Levi, Taxi Gang). Nell'86, dall'incontro con Fernando Pallone nasce la "Good Stuff", società di distribuzione discografica specializzata in reggae-afro-black music creando una rete di negozi specializzati in tutta Italia e servendo D.J.con novità musicali difficilmente reperibili all'epoca. Dall'esigenza di promuovere il catalogo di Good Stuff iniziano le serate di discoteca: Reggae Night, Stanotte Roots Music, Notte Nera, Afrikan-night ecc..,in vari club romani. Tra l'86 e l'88 realizza la rassegna "D.J. Explosion" con la partecipazione di cantanti giamaicani che si esibiscono in molte discoteche su tutto il territorio peninsulare: vere ed esplosive serate di dancehall che tracciano così un itinerario reggae che da vita ad un movimento di gruppi musicali, dj ed organizzatori che hanno reso possibile questa avventura musicale in Italia. Avendo abbracciato la filosofia rasta ed essendo un "Dread militante", Mukandi Lal con altri brothers romani, organizza per la popolazione reggae e le comunità rasta italiane, collegamenti al nord e al sud diffondendo fanzine ed organizzando riunioni periodiche (reasoning), celebrazioni e festività rasta. Nell'87 crea il festival "Reggae Connection" che dall'87 al '91 colorerà Roma di rosso-giallo-verde coinvolgendo sempre un maggiore numero di spettatori ed appassionati. Nell'88 dà vita alla società "G.S.Promotion" che organizzerà gran parte delle tourneè e dei concerti Afro-Reggae tra gli anni '88 e '93. Tutto questo ed altro fino al '93, anno in cui chiude l'attività organizzativa per trasferirsi in India. Già dall'86, dopo aver incontrato il maestro indiano Sri Maha Muniraji Maharaji si sente attratto dal pensiero indiano, ma la cosa nella quale più si ritrova è il semplice messaggio del grande maestro Babaji "Vivete in verità, semplicità e amore" e questa tendenza ad unificare tutte le religioni in un unico grande culto rivolto a Dio: "Le religioni sono i fiumi che scorrono ed il Sanathan Dharma è l'oceano che li accoglie". Nel'88 dopo la terribile esperienza giamaicana con l'uragano Gilbert decide di andare in India per un breve ma intenso viaggio che cambia totalmente la sua prospettiva di vita. Tornerà solo dopo due anni in quella terra sacra e di lì a breve si trasferirà ad Haidakan, piccolo villaggio nella giungla del Kumaoni, regione dell'Huttar Chand (ex Uttar Pradesh) ai piedi del piccolo Kailash, i primi contrafforti dell'Himalaya. Li nell'Ashram di Haidakan Baba (meglio conosciuto come Babaji), pratica yoga, affina alcune tecniche meditative, si prende cura di un tempio imparando ad officiare le funzioni, lavora ad un piccolo ospedale che serve quella vasta zona di foresta dove la povertà è così diffusa che si muore per un'infezione a un dente che và in setticemia. In questo periodo si arrende con gioia ai canti sacri (kirtan-bajan) suonati nel tempio durante le funzioni all'alba ed al tramonto, scoprendo così il magico e benefico incantesimo dei Mantra che liberano la mente e scolpiscono indelebilmente l'anima: la musica che diviene terapia invisibile, che tocca il cuore ed esalta la parte migliore di ogni essere umano. Negli anni a cavallo tra il '90 e il '97 suona con Turkantam, che in seguito definirà "menestrello di Dio", artista internazionale dall'enorme carica comunicativa girando l'Europa e l'America facendo concerti e seminari di chanting. Saranno richiamati alla mente come storici il concerto alle nazioni unite in New York ed a San Francisco con l'intervento di Nina Hagen (con la quale aveva collaborato nel '93 all'album "Revolution ball room" per la produzione di Phil Manzanera). Sempre con Turkantam e Nina Hagen dal '98 inizia a suonare le percussioni e l'harmonium in concerti organizzati per sostenere economicamente la costruzione di un ospedale in India a Chilianaula-Raniket (vicino ad Almora); il '99 e 2000 lo vedono in tours europei per realizzare questo ambizioso progetto.Nel 2003 invitato dall'organizzazione del "Sunsplash" a presentare alcune serate del festival, Mukandi ritorna al reggae dopo 10 anni di "vuoto assoluto" e di nuovo scatta quella molla che più di vent'anni prima lo aveva fatto immergere nell'avventura reggae. Nel frattempo l'ispirazione di fondere i suoni indiani abbinati alla vibrazione dei mantra e l'elettronica occidentale, lo porta a realizzare, con l'aiuto di Suraji Prasad (Sergio Gribanowski), l'album "Shanti Dance", una fusione di indo-reggae-afro-rap dove i mantra ed i nomi della Madre Divina prendono una forma moderna più facilmente recepibile da un pubblico giovanile. Daddy Mukandi, ritorna sulla scena italiana con un progetto musicale “semo gente normale”, dieci songs dal sapore roots, con testi decisamente militanti, spesso in dialetto che tendono a dare una spinta alla coscienza di ognuno vedendo la vita da un ottica rivoluzionaria-spirituale veramente diversa dagli stereotipi che ci propone la società odierna.

My Interests

Music:

Member Since: 5/21/2007
Band Website: mukandilal.com
Band Members: Mukandi Lal canta e suona la chitarra accompagnato dalla "Roots brothers band" composta da Fatehchand al basso, Sisto Feroli e Marco Aquilani alle chitarre e Indralal alla batteria e percussioni.
Influences: Tutta la musica afro - reggae...
Sounds Like: Reggae... Roots...Conscious...Afro...Bangra...Militant
Record Label: MKL produzioni (indipendente)
Type of Label: Indie

My Blog

ma vi piace il reggae!?!

Vorrei contattare quanti amano la reggae music. conoscerci,scambiare esperienze e magari ...suonare assieme.Vivo a Roma ed ho uno studio x prove e registrazione, fatevi sentire, " me stò a sonà sotto!...
Posted by Mukandi Lal on Mon, 18 Jun 2007 05:53:00 PST