"La Stravaganza" è una "Compagnia Instabile di guitti di strada" che dal 1996 ad oggi crea spettacoli inediti, interamente prodotti e allestiti dal gruppo di lavoro e rappresentati nei teatri di tutta Italia e d'Europa. Si tratta di opere teatral-musicali che affondano le loro radici nell'Opera Lirica, nel Musical e nel Teatro.
Una noce poco fa
Aggiungi al profilo personale | Altri video
La "Stravaganza" è un'organizzazione di volontariato no profit che si è prefissa di realizzare due importanti obiettivi: portare avanti, a titolo gratuito, un lavoro di musicoterapia e teatroterapia rivolto a portatori di disagio psico-fisico e sociale, favorendone un percorso di riabilitazione e integrazione sociale; promuovere, attraverso un registro musicale e artistico di alto livello culturale, un nuovo modo di accostarsi, non pietistico, alla "disabilità " con l'obiettivo di diluire lo stigma del "diverso".
L'Aida da tre soldi
Aggiungi al profilo personale | Altri video
Dal 1996 ad oggi, sono state prodotte, interamente allestite e rappresentate sette Opere Teatral/Musicali inedite, riscuotendo un notevole successo di critica e di pubblico. Le opere de "La Stravaganza", che hanno ricevuto l'Alto Patronato del Parlamento Europeo e del Presidente della Repubblica Italiana, oltre al patrocinio del Comune di Milano, della Provincia di Milano, della Regione Lombardia, della Fondazione Cariplo e di molti altri, rappresentano il risultato finale di un percorso che passa attraverso tre momenti fondamentali e si sviluppa continuativamente nel corso dell'anno: - il momento creativo, attraverso un lavoro di gruppo che utilizza la tecnica delle libere associazioni; - le prove del gruppo coro, attraverso laboratori di canto, gestualità corporea, danza, l'ideazione dei costumi e delle scenografie; - la rappresentazione in teatro, che permette di sensibilizzare il pubblico e di promuovere un nuovo modo di confrontarsi con la "diversità ". La "scommessa" di Stravaganza è stata quella di creare - senza alcuna distinzione - un gruppo composito di volontari, operatori e utenti, che collabora allo stesso titolo, attraverso "diverse abilità ", a un progetto comune e condiviso, creando una corrente emozionale che soltanto l'arte e la musica sono in grado di generare e attraversare.
La "scommessa" di Stravaganza è quella di produrre opere raffinate, di alto livello artistico e forte pathos emozionale, capaci di attraversare i cuori e le menti, senza poter distinguere - sulla scena - tra chi è "normale" e chi non viene ritenuto tale. Ciò che ci unisce è la competenza clinica e sociale, lo spirito di avventura, l'amore per il diverso, la passione per il teatro e per la musica, qualche riga di talento e la non-professionalità specifica nel campo. La sfida che da 11 anni stiamo perseguendo è duplice: in primo luogo offrire a chi non ha più le parole per esprimere il disagio e il vortice della sua sofferenza un luogo di esperienza psico-fisica e sociale per ri-sognare e ritrovare le parole per parlare. Parliamo dei "mostri" del sociale: i folli , gli handicappati fisici e psico-fisici, gli emarginati ed i reietti del mondo. Parliamo delle anime "dannate" che la "norma" del sociale rinchiude in istituti separati dalla vita. Il contenitore che abbiamo inventato si sviluppa a partire da una trama affettiva di operatori e volontari che insieme ai pazienti (e non da fuori) partecipano a un'impresa collettiva che si sviluppa (per tutti) allo stesso titolo: nessuno è fuori dal progetto, siamo tutti soci con gli stessi diritti, tutti sulla scena come una vera Compagnia Teatral-Musicale.
La scommessa è quella di "curare" gratuitamente i cosiddetti "incurabili": è quella di generare sintonie con il mondo (attraverso la musica) ed armonie impensabili tra sé ed il mondo, che non sono realizzabili attraverso le tecniche consuete (farmaci e terapie). La nostra scommessa (che dura ormai da anni, con risultati straordinari) produce - in teatro - uno strano effetto cromatico: rende indistinguibile il normale dal folle, in un risultato artisticamente (ma soprattutto emozionalmente) alto e appassionato/appassionante. Il secondo aspetto (ideale) di questa avventura è quello di combattere lo stigma del diverso: sul campo, attraverso l'esperienza di avvicinare mondi segnati dalla paura e dal disagio, dall'impossibilità di incontro e di parola. Il momento teatrale - più di qualunque esperienza mentale - genera un "campo" emozionale sconvolgente e straordinario: si elidono le differenze, si incontrano le anime di chi trasmette pathos dalla scena con quelle di chi osserva e gradualmente partecipa, per fondersi alla fine in un tutt'uno che il teatro e la musica e il canto rendono straordinariamente e incredibilmente possibile. I testi, la storia, la partitura, i costumi e le scenografie sono giocati in casa, nel nostro tradizionale "fai da te", che si avvale dell' ausilio appassionato di tecnici del settore che ci seguono da anni, nel nostro gioco di fabulazioni e contaminazioni tra musica, follia, teatro ed opera.
..0_a000_f00/images/xslide2.gif" border="0" ismap="ismap" /
Non possiamo raccontare tutto. Soltanto uno stralcio di quest'avventura: La Norma Traviata, per esempio, è un "Musical delirante" che mette insieme nella stessa partitura (in modo assolutamente originale), la Norma di Bellini e la Traviata di Verdi, con musiche inedite e originali nostre, che realizzano un effetto dirompente: Casta Diva duetta con Alfredo, in uno scenario post-bellico devastato dalle bombe, che vede in scena il popolo dei sopravvissuti cosiddetti "Normali" a confronto con i reietti ed i "Traviati" del mondo. La Norma dei "perbene", in un Teatro della Scala devastato dalle bombe, si confronta con la Traviata dei "permale". Si tratta di una "favola" che parla del dolore e della sofferenza, della necessità di sviluppare incontro e tolleranza per il diverso, di immaginare una fusione (che viene simbolizzata dalla musica) tra una Norma che si lasci contaminare e sporcare da una Traviata e viceversa. L'amore (quello di S.Paolo e non quello dei cioccolatini) e la tolleranza del diverso (come messaggio musicale e simbolico) si condensano nella figura di uno strano angelo caravaggesco, sporco e "traviato", che rilancia il tema musicale e inedito che fa da filo rosso conduttore alla tessitura dell'Opera: "Va e va l'amore" , con l'aria dolente e disincantata di chi ha appena assistito alla morte (sulla scena) di due bimbi insanguinati ed innocenti (che fanno rispettivamente parte dei normali e dei traviati). Due bambini (entrambi down) che muoiono perché non sanno: non comprendono i giochi di potere e si avventurano oltre i confini stabiliti dalle bombe, con l'innocenza di chi è "fuori" e altrove . L'orrore e la consapevolezza della morte e delle bombe che portano soltano dolore, devastazione e ancora morte, che non conosce limiti e confini, apre la strada a un tragico e dolente pensiero di integrazione, cadenzato da un "rap" dal titolo "Mescoliamo differenze".
Alla ricerca del tempo perduto
Aggiungi al profilo personale | Altri video