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quadri
ENZO COPPOLA , nato a Napoli nel 1955, pittore - scrittore , inizia l'attività espositiva nel '79 nella città natale esponendo, poi, in tutta Italia e in Europa, particolarmente apprezzato in Francia. Nel '90 l' artista partecipa all'Artexpo di New York (Javit Convetion Center) e all'"Italian Painting" .
DICONO DI ME:
"Mi da tutto l'idea che Coppola, abbia compreso che l'organizzazione compositiva deve essere ridotta all'essenziale e che il dipingere deve restare un fatto di autonoma percezione, nell'applicazione della quale l'artista deve rispondere soltanto delle proprie emozioni. L'importante ? che Coppola, pur continuando a conferire un articolato dinamismo alle proprie immagini, riesca a conservare un senso spiccato dell'unit? dell'opera.
Coppola si è proiettato in una terra di nessuno. Ha scavalcato, infatti, le dimensioni di spazio, di tempo e di luce ed ha dato vita ad immagini particolari, ottenute attraverso intuizioni che garantiscono una conoscenza immediata al di fuori dei sensi della ragione. Il pittore,l insomma, operando in un'atmosfera plausibilmente "bergsoniana", tende a penetrare il mondo della memoria. In questo modo il tempo della memoria sembra divenire quello autentico dell'artista. Lo spazio e la luce vengono recuperati in una dimensione unica che si coagula nel tessuto pittorico"
Gino Grassi
"Coppola offre immagini o meglio visioni che ci fanno sorridere o ci sgomentano. Ci attraggono irrimediabilmente e poi paradossalmente non ci consentono la complicit? di chi trova normale e quasi allegro il comune naugragio nel disordine.
Il pensiero torna alla necessit? di emozioni autentiche, di un ruolo da restituire agli uomini e alle cose, di una giustificazione da proporre per l'esistenza, magari ritrovando lo scandaglio della memoria o il coraggio per la speranza.
Insomma questo pittore violento e categorico mette in gioco creativit? e poesia per proporre un campo aperto ad infinite soluzioni che sono comunque sempre prerogative di un impegno tutto umano e sociale che liberi dall'angoscia.
Enzo Coppola predispone delle vere e proprie trappole visive. Accende i suoi colori proprio come fanno i fiori allettando gli insetti da cui devono essere fecondati. L'opera attrae infatti quasi per un piacere emozionale che i sensi avvertono gradevole e pertanto deve essere soddisfatto"
Angelo Calabrese
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"Enzo Coppola è un'artista grande della pittura, non è prima di tutto un poeta, un autore di versi. Scrive i suoi versi che sono la sua pittura.
In questa prospettiva siamo in presenza di una tecnica d'impasto o di mélange forse facile e complessa per molte ragioni.
Vi è nei suoi poemi una seducente nebulosità ...una tavoletta strana, dissonante, fine. Io so che tutto ciò esprime certamente poesia...perciò Enzo Coppola ha prodotto pittura e poesia allo stesso tempo. Egli possiede una sua inimitabile nobiltà e qualità d'arte.
Bisogna credere sempre nell'arta di Coppola: molti confermano adesso che i suoi versi sono, a farla breve, un lampeggiamento: essi danno, per esempio, sensazioni elementari e piene, rappresentate con una grande forza di seduzione. Essenziale, semplice, Coppola non ha una scuola nè un codice di obbedienza. Ama, idealizza, canta, scruta. Le sue annotazioni considerano la realtà , la condizione umana e le sue emozioni dell'attimo, la mitica e chimerica visione dell'amore, dell'amicizia, dei valori del tempo che passa, della sofferenza, di un uomo, di una società ...la quale anche ama bene le parole arrischiate o a rischio.
Nelle sue poesie vi è l'allegoria entrata spesso nella sua pittura. Per esempio, noi leggiamo: "Vestite di nero", "Con qualche ruga sulla fronte", "Il sole di Tunisi"; ed altri componimenti. Ecco Coppola pittore e poeta: ama la libertà e ci dà il gusto stesso della libertà il gusto stesso dell'arte.
E aggiungo ancora un pensiero: le parole di Victor Hugo: "I poeti hanno dentro di sè un riflettore, l'osservazione; e un condensatore, la commozione. Di qui derivano quei grandi fari luminosi che escono dal loro cervello e fiammeggiano sulla tenebrosa muraglia umana". (V. Hugo: W. Shakespeare II, 1,2).
E' ancora V. Hugo che parla di poesia a tutti: "Popolii, ascoltate il poeta, ascoltate il sognatore sacro. Nella vostra notte, che senza di lui sarebbe tutta buia, lui solo ha la fronte illuminata" (V. Hugo: I raggi e le ombre I).
Enzo Coppola ha la fronte rischiarata perchè ha l'osservazione e l'emozione, il riflettore e il condensatore".
Pietro Imperio
