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Cantautore dalla formula folk classica (chitarra acustica e voce), Paolo Saporiti compone intrecci raffinati e dalle geometrie mai banali, disegnando atmosfere intime e piene di fascino.
Forte di uno stile prezioso ed elegante e di una voce profonda ed enfatica, traduce le proprie inquietudini e melanconie in composizioni all'apparenza scarne ed essenziali ma che, dietro ogni nota e ogni silenzio, nascondono infiniti scorci e sfumature.
Dopo alcune esperienze nel teatro inizia a girare con la sua chitarra per i locali off del nord Italia; intanto continua a scrivere, con ritmo quasi ossessivo, le sue canzoni.
Nel 2006, 12 di queste vanno a formare lo splendido The Restless Fall (Canebagnato records), album asciutto ed intenso, che riscuote ampi consensi di critica:
"Non me ne vorrà Damien Rice ma stavolta c’è qualcuno che soffre e ama un po’ più forte di lui." (indie for bunnies)
"The Restless Fall è un incanto.Tutte le tracce sono di una bellezza inaudita e folgorante" (beautiful freaks)
"Disco dell'anno" (radio lupo solitario)
"Un bel disco di folk sensibile...come raramente se ne incontrano." (il mucchio selvaggio)
"Un disco di una semplicità disarmante. E di una bellezza pari." (rocklab)
"...il più bel tranche de vie che possiate chiedere in questo momento..." (rockerilla)
Dal 2004 è voce e chitarra dei Don Quibòl, realtà cantautoriale milanese sotterranea, a cui si aggiungono Christian Alati alla chitarra elettrica e Lucio Sagone alla batteria. Con il gruppo ha pubblicato, sempre per Canebagnato records, un folgorante album d'esordio.
Nel 2007 inizia la collaborazione con la violoncellista Francesca Ruffilli, con la quale sta componendo e registrando i nuovi pezzi che verranno inseriti nell'ep Just let it happen...
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DICONO DI JUST LET IT HAPPEN...
"Paolo Saporiti ritorna accompagnato da una nutrita schiera di ospiti (Francesca Ruffilli, Xabier Iriondo, Christian Alati e Lucio Sagone) con un lavoro breve ma molto intenso.
"Just Let It Happen…" raccoglie sette brani di folk delicatissimo e scheletrico. Voce, chitarra, violoncello e qualche intervento elettronico destrutturante. Un disco oscuro e crepuscolare, come se quelle di Saporiti fossero note suonate per un personalissimo requiem dell'umanità .
Ciò che ne esce fuori è un cantautore che non ha paura di sfidare gli americani nel loro stesso terreno – il neofolk – e avere ampie possibilità di portare a casa pelle e risultato.
Tra tutte, svetta il desolato splendore di "The Last Man On Earth". Uno dei pezzi più belli degli ultimi anni. Standing ovation."
Manfredi Lamartina - Rockit
"La giusta dimensione. Sette brani emozionanti da delibare uno per volta o tutti assieme, siglati da una voce indicativa di grandi capacità canore. Paolo Saporiti si sta evolvendo per mano propria verso una dimensione Banhart meno selvaggia, rinvigorito dalla collaborazione col violoncello di Francesca Ruffilli.
Un carico da undici a "Just let it happen" lo aggiungono i rumori di Xabier Iriondo a sostenere la ritmica di Like a Dog e le corde del suo taishokoto in 100.000 lies: ma Saporiti convince anche nella nuda At your feet, e quando arriva The last man on Earth pensi che non potesse essere altro che la giusta fine di un capitolo.
Plauso speciale al packaging poroso, intonato, essenziale come la musica che contiene. (7/8)"
Enrico Veronese - Blow up
Saporiti è folksinger di razza, incide l’anima con canzoni che appoggiano vuoti e doglianze su pochi accordi di chitarra e una voce meditativa ma leggermente teatrale.
Vi piacerà se amate le arie fuori dal tempo di Will Oldham, la malinconia fragrante di Devendra Banhart, i lamenti a bassa voce di Elliot Smith: influenze che Saporiti e i suoi ospiti immergono qui in un’atmosfera spesso sognante e mattiniera, come di un mattino di dormiveglia a tratti solamente disturbato da una luce leggera che entra dalla finestra.
Xabier Iriondo incastra sobbalzi umoristici nella già nervosa ma splendida Like a dog e lascia volteggiare il suo taishokoto accanto alla chitarra e al cello di 100.000 lies. Altrove poche percussioni o una slide-guitar completano canzoni che già da sole valgono oro (Mountains of broken guns & dreams) e lasciano dire che sì, c’è un pezzo di America anche in Italia ed è un bene tenerselo stretto (All, fall down), anche quando Saporiti lascia la chitarra e si mette davanti al piano e ai synth per la chiusura a parte (i Sigur Ros a ranghi ridotti) di The last man on earth.
Disco davvero bello e confezione di cartoncino con disegni dell’illustratore inglese Paul Barnes che, una volta ogni tanto, rendono sensato l’acquisto dell’oggetto vero e proprio.
Luca Barachetti - Music Boom
In Italia finalmente emerge una generazione di cantautori che non ha nulla da invidiare ai colleghi d'oltralpe. L'anno scorso l'ha dimostrato il bel disco di Fabio Parrinello a nome Black Eyed Dog di cui questo "Just Let It Happen" sembra quasi il seguito ideale. Nessun legame particolare, solo una questione di affinità : Paolo d'altro canto ha già pubblicato un bel disco sempre su Canebagnato un paio d'anni fa, seguito dall'esordio dei Don Quibòl (di cui Paolo è autore, cantante e chitarrista), uscito ad inizio 2007. Insomma una scuola sotterranea che va crescendo sempre di più. Come dimostra l'ultima commovente traccia di questo bellissimo mini album: "The Last Man On Earth" arriva a toccare quelle aurore boreali che i Radiohead inseguono da quando hanno scoperto i Sigur Ros.
Roberto Mandorlini - Rockerilla
"Paolo gioca con l'intimità , viviseziona introspettivamente il duopolio chitarra/voce, sceglie di sporcare le trame solo quando necessario. Trattasi di folk puro, ad alto tasso qualitativo ed esaltato da testi distanti anni luce dalla banalità attuali.
"Musicalmente palesa la predisposizione del nostro al cantautorato (ma speriamo che i bagliori alla Elliott Smith cancellino le peripezie devendriane), arricchendo la melodia con divagazioni elettriche sul substrato acustico, in cui il violoncello di Francesca Ruffilli ha ormai preso un ruolo stabile."
Marco Delsoldato - Kronic
"...l'inquieto Paolo Saporiti continua a sfornare canzoni di qualità . Questo è un minicd con sette brani onirici e obliqui, un folk rock "povero" e intenso che potrebbe fare la gioia di chi ascolta Damien Rice, Piers Faccini, ma anche le più calde avventure di Thomas Dhybdal.
Splendidi gli interventi al violoncello di Francesca Ruffilli, Xabier Iriondo aggiunge tocchi umoristici discreti, gli altri dei Don Quibol danno una mano, l'illustratore scozzese Paul Barnes firma le illustrazioni, del tutto in tema con le note di Saporiti."
Guido Festinese - Alias il Manifesto
"...non solo voce e chitarra, ma anche piano, synth, violoncello, slide, percussioni che vanno ad impreziosire gli arrangiamenti delle belle canzoni... "‘Just let it happen...’ è un bel lavoro, anzi un gran bel lavoro, basta sentire la bellissima e struggente Like a dog, la title-track (resa speciale proprio dal violoncello di Francesca Ruffilli) e l’eccezionale The last man on earth (forse la migliore tra le sette tracce).
Paolo Viscardi - Rocklab
"...un timbro vocale che scuote le coscienze ed una poetica surrealista che a capo chino si specchia nel crepuscolo delle pulsioni dell’autore.
Sette ballate dondolanti tra la leggerezza della vita e il fardello dell’esistenza, tutto assemblato con la magia dell’elemento variabile casualità che rende la poetica unica ed irripetibile. Accompagnato dal fido Christian Alati (Don Quibòl) e dalla brava violoncellista Francesca Ruffilli, il disco vanta piccoli ed armonizzanti rumori di quel Mr. Xabier Iriondo, prime mover della scena rumorista italiana (leggi Tasaday & Co.). Non può mancare accanto ai dischi di Robert Fisher e Chris Brokaw."
Tommaso Vecchio - Indiezone
"Saporiti si conferma un cantautore dell’interiorità , uno che quando lo ascolti pretende di parlare a te e solo a te, non solo dalle cuffie del tuo lettore ma anche dal vivo, anche in mezzo alla gente sai che si sta rivolgendo a te, che ti sta regalando qualcosa del suo mondo e vuole che entri in comunicazione con il tuo. E ogni nota è qualcosa che ti suona dentro e alla fine è come se avessi suonato tu stessa, non sei più la stessa di prima. E il booklet, le cui illustrazioni sono realizzate da Paul Barnes, sono in perfetta sintonia armonica con le canzoni del cd.
Tre pezzi su tutti: Just let it happen per l’armonia musicale e per il bellissimo testo; Like a dog per la capacità della melodia di farti sentire inquieto come se qualcosa stesse per arrivare, per accadere; The last man on earth per la dolcezza della voce di Saporiti, per la capacità di farti vedere davanti agli occhi un uomo solo sulla terra."
Alessandra Gabola - Lost Highways
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