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Bios vede luce in un momento storico particolare. L’avanzare iperbolico della tecnologia e del mercato globale, conseguenza inevitabile del crollo delle ideologie del Novecento; il tremendo scricchiolare delle religioni e il loro relativo arroccarsi su posizioni pre-moderniste; la sconcertante diffusione di informazioni contrastanti che circolano sotto forma di byte e in tempo reale da una parte all’altra del pianeta, ci dicono forse che l’umanesimo non ce la fa più a supportare, con la sua scala di valori, le sfide del millennio che è appena cominciato. In fondo si parla di post-umano da un bel pò, a cominciare da Nietzsche per arrivare, secondo un percorso ambiguo e quasi mai ben delineato, all’estropismo di stampo statunitense che si affaccia timidamente, già dagli anni ottanta, nel mondo della filosofia. La domanda che pone Bios è: cosa succederebbe se la scienza arrivasse a stroncare l’unica certezza che è ancora in essere, e cioè, la morte? La sconfitta della morte appassiona gli scienziati e i medici sin dall’antichità e l’ultima strabiliante notizia proveniente dalla University of Resurrection (sic!) di Pittsburg, se avesse seguito, farebbe crollare definitivamente una serie di valori diventati ormai una zavorra lungo il cammino della civiltà e del progresso. Che senso avrebbe continuare a contendersi tra opposte fazioni l’imprimatur della Verità ? Questo concetto ancestrale viene sempre affermato quando non si ha la certezza del dato, e cioè, quando le cose e i fatti sono sbiaditi, intangibili. Questi sono i temi di Bios, il tutto condito da una trama da giallo e ambientato nella desolata atmosfera della Roma agostana, dove un povero diavolo, dilaniato dai sensi di colpa per aver causato la morte della sua donna, se la ritrova davanti mentre cammina per la strada. La chiama, ma quella fugge via e lui la insegue, senza raggiungerla. Sarà lei, oppure è un’ allucinazione? E così, involontariamente si ritrova al centro di una trama ordita dalla persona di cui dovrebbe fidarsi ciecamente: suo fratello. Tra antiche Accademie seicentesche, triangoli esoterici, multinazionali farmaceutiche, suo malgrado, diventerà un’investigatore,ma uno strano tipo di investigatore, un inquirente senza colpevoli da scovare, perché alla fin fine tutti siamo innocenti. Checché se ne dica.
Abbiamo ricevuto, dal giorno dell'inserimento di questi trailers, la richiesta d'amicizia di molti fanatici del genere horror. Queste richieste sono state rifiutate, e non per una sorta di snobismo nei loro confronti, ma per non costringere il nostro film nel carcere di un genere agli antipodi del nostro modo di fare cinema. Insomma, per non dare loro una sòla.
Bios tratta i temi della bioetica e cerca di inserirsi, non in modo accademico, per manifesti limiti, nel dibattito aperto tra due fronti opposti: le affascinanti soluzioni proposte delle nuove scoperte scientifiche contra la rassicurante conservazione dello stato delle cose e dei valori tradizionali.
Nonostante vi siano sequenze d'impatto e musiche suggestive, nel film non scorre una sola goccia di ketchup, e tutto questo, perché non crediamo nell'immediatezza del sangue, in quanto veicolo di violenze gratuite e lontanissime dal nostro modo di pensare.
Certe immagini prendono origine più dai deliri onirici di Bretòn, Man Ray, Bunuel, che dagli splatters americani. La morte avviene in forma simbolica, alla maniera del teatro greco: fuori scena.
Gli echi noir che caratterizzano quasi tutto l'intero girato sono quelli di vecchi sceneggiati televisivi come "Ho incontrato un'ombra" di Biagio Proietti, "Belfagor" di Claude Barma, "Il segno del comando" di Daniele D'Anza. Abbiamo scelto la forma del thriller strizzando l'occhio ad Umberto Eco piuttosto che a Dan Brown, questo perché la delicatezza dei temi non si prestava a forme di narrazione sensazionalistiche.
Bios pone delle domande ed è quindi un'opera aperta, che speriamo possa dare un contributo al dibattito di cui sopra. Per finire, non siamo qui a collezionare santini da mettere nella nostra top list delle amicizie, siamo qui a guadagnare la simpatia di chi nel mondo dello spettacolo e della cultura sente il bisogno impellente di scambio di idee. Questo lungometraggio è stato realizzato con soli 400 euro ed ha bisogno di tutta la stima e il sostegno delle persone che operano nel campo culturale e perchè questo avvenga è nostro dovere uscire fuori da qualsiasi ambiguità . Questa la ragione di tale intervento un pò stronzo, ma chiarificatore.
Con tutto l'amore del mondo.
BIOS
CHI MI PIACEREBBE NON CONOSCERE:
Quelli che dicono:
L'importante è essere sé stessi;
La prima cosa che guardo nelle persone sono le mani;
Io amo tutta la musica;
Quanto mi piace a me viaggiare;
hi hi hi;
Ciao, caro.
Gentilisssimo
Ohi, ci vediamo!
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Presentamihttp://img267.imageshack.us/my.php?image=locandizf
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POVERANIA CERCA TE!Sta arrivando il “Cinematografo Poveraniaâ€: progetto no profit che ogni settimana organizzerà serate di cineforum all’interno del Circolo Degli Artisti di Roma. Proiezioni esclusivamente dedicate al cinema indipendente italiano (specie se low budget) e agli “invisibili†del nostro bel paese.“Cinematografo Poverania†è un progetto che punta a diventare un luogo di incontro e supporto per chiunque voglia intraprendere la strada del cinema non assistito, sforzandosi di creare un piccolo circuito alternativo assieme a cineforum di altre città .Siete tutti chiamati a partecipare; se sei un regista che vuole mostrare il suo film (preferibilmente lungometraggi e mediometraggi), se conosci qualcuno che potrebbe essere interessato, contattaci quì o sui nostri space:
Fabio: http://www.myspace.com/orphans198
Daniele: http://www.myspace.com/danieledannosilipo
Alessandra: http://www.myspace.com/alessandrasciamanna
Matteo:[email protected] rock; Strawinskij; Bach; The accelerators; Sex Pistols
Casotto; Magi randagi; 8 e1/2; Good fellas; Santa sangre; L'age d'or; Madame de...; La notte di San Lorenzo; Spider; 2001 space odissey; Strade perdute
L'ultimo bucio
Il pendolo di Foucault; L'age de raison; Also sprach Zarathustra; Atonement;
Galileo Galilei; Sergio Citti; Ciprì e Maresco; Carmelo Bene; Victor Cavallo