About Me
Nato il 30 Maggio del 1933 a Roma, da sempre vive per il cinema.
Sergio debutta in arte a metà degli anni '50 come consulente dialettale di Pasolini con il quale collaborò ai due romanzi Ragazzi di vita e Una vita violenta.
La sua grande capacità inventiva lo porta a collaborare giovanissimo anche con maestri quali Sandro Penna, Alberto Moravia, Elsa Morante e, soprattutto, con Carlo Emilio Gadda per il romanzo d’ambientazione romana Quel pasticciaccio brutto di Via Merulana.
L'incontro con il cinema avviene nel 1959, cioè quando Pasolini, divenuto sceneggiatore, lo indica a Mauro Bolognini per collaborare a La notte brava e, successivamente, a Franco Rossi per Morte di un amico (1960).
Sono da citare altre collaborazioni importanti con Federico Fellini per Le Notti di Cabiria (’57) e La Dolce Vita (’59), con Carlo Lizzani per Il Gobbo del quarticciolo (’60), con Brunello Rondi per Una vita violenta (’61) e con Bernardo Bertolucci per La Commare secca (’62) e Ultimo tango a Parigi (’73).
Dalla scrittura dei dialoghi per i film Accattone (1961) e Mamma Roma (1962) dei quali è protagonista il fratello Franco, Sergio Citti passa oltre alla scrittura anche all'aiuto regia nei lavori successivi di Pasolini: La ricotta (1962), interpretato da Orson Welles, Uccellacci e uccellini (1965) e gli episodi La Terra vista dalla Luna (1966) e Che cosa sono le nuvole? (1967), con Totò e Ninetto Davoli.
Nel 1970 Citti, farà il grande salto dirigendo la sua opera prima, Ostia, con Franco Citti, Laurent Terzieff , Anita Sanders e Lamberto Maggiorani, film nel quale affiorano immediatamente le tematiche che diverranno costanti nel corso della sua carriera: l'affettuosa attenzione per gli umili e i meno fortunati, l'ambiguità nei rapporti familiari e d'amicizia, la complicità maschile e l' incosciente allegria d'accettare la vita così come si presenta, nel bene o nel male: quella di Sergio Citti è quindi una poetica, una visione del mondo ben precisa.
Parallelamente scrive e fa l’aiuto regista anche in altri film di Pasolini: quelli dellaTrilogia della vita (Il Decameron, 1970, I racconti di Canterbury, 1972 e, successivamente, Il fiore delle Mille e una notte, 1974) .
Con la sua seconda regia, lo splendido affresco storico di Storie scellerate (1973), Sergio Citti cala i suoi antieroi nella Roma papalina di Gioacchino Belli, popolata di ladruncoli smaliziati, borghesi dissoluti e prelati ingordi.
Dopo aver scritto e sceneggiato insieme a Pupi Avati Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) ultimo film diretto da Pasolini, collabora nuovamente come sceneggiatore e direttore del doppiaggio per Brutti, sporchi e cattivi (1975-'76) di Ettore Scola, tragicomico ritratto delle borgate romane teso a descriverne l'inevitabile degrado con un’insolita ferocia.
La nuova occasione di dimostrare le sue acute doti di cineasta arriva con Casotto (1977), per molti il suo capolavoro, anch'esso emblema della perdita di valori di una classe sociale: la piccola borghesia che si ritrova a frequentare la spiaggia libera di Ostia in una domenica in cui ciascuno, perdendo la propria maschera, farà i conti con se stesso; un film non facile, interpretato con grande senso della misura dai suoi numerosi protagonisti maschili (Franco Citti, Carlo Croccolo, Ninetto Davoli, Michele Placido, Luigi Proietti, Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi) e femminili (Catherine Deneuve, Jodie Foster, Mariangela Melato).
Nel 1979 scrive e dirige il suo quarto lungometraggio, ispirato al Candido di Voltaire, Due Pezzi di pane con Vittorio Gassman, Philippe Noiret e Gigi Proietti.
In seguito realizza per la RAI il suo quinto film, Il minestrone (1981), con Roberto Benigni, Franco Citti, Ninetto Davoli e Giorgio Gaber, un straordinario film surreale e molto divertente.
Sempre per la RAI realizza Sogni e bisogni (1985), dieci episodi nei quali raffina e afferma le sue qualità di poetico cantastorie "narrate per il piacere di narrare", rendendone protagonisti i migliori attori italiani del periodo (Giulietta Masina, Ida Di Benedetto, Enrico Montesano, Maurizio Nichetti, Francesco Nuti, Renato Pozzetto, Gigi Proietti, Ugo Tognazzi, Carlo Verdone, Paolo Villaggio e Marina Confalone, oltre a Alessandro Haber, Mario Brega, Daria Nicolodi, Andrea Ferreol, il debutto della piccola Asia Argento, Francesco Nuti, Rodolfo Lacanà , Giuseppe Cederna, Serena Grandi, Franco Iavarone, Giorgio Tirabassi, Angelo Infanti ecc...
Dirige nel 1989 il corale Mortacci (scritto con Vincenzo Cerami e David Grieco), grottesca riflessione sul proseguimento della vita terrena di allegri fantasmi interpretato da vecchi leoni (Galeazzo Benti, Vittorio Gassman, Giuffrè, Malcolm Mc Dowell, Mariangela Melato) e nuovi esordienti (Carol Alt, Nino Frassica, Andy Luotto, Sergio Rubini, i gemelli Ruggeri, Alvaro Vitali).
Nel 1996 scrive e dirige I magi randagi con Silvio Orlando, Gastone Moschin e altri attori stranieri, ispirandosi al Porno-Teo-Kolossal, un soggetto originale che Pasolini avrebbe voluto realizzare trent'anni prima con protagonisti Totò, Eduardo De Filippo e Ninetto Davoli, favola metafisica che ironizza sulla mistificazione dei valori nei tempi moderni.
Dopo Cartoni animati (1998), un ideale aggiornamento di Miracolo a Milano (1950, Vittorio De Sica), con protagonista Fiorello, nel 2000 dirige Vipera, scritto con Vincenzo Cerami e musicato da Nicola Piovani con Harvey Keitel e Giancarlo Giannini e nel 2002 Fratella e sorello, film in cui il regista non si riconosce completamente perché impossibilitato a completarne tutte le fasi perché iniziava il lungo e difficile iter della sua malattia.
Sergio ha sempre avuto al suo fianco come collaboratori tecnici grandi professionisti, i numeri uno per ogni settore – alcuni dei quali, lanciati da lui, ora sono arrivati addirittura a vincere premi oscar – come ad esempio: Mario Ambrosino e Dante Ferretti per la scenografia, Nino Baragli e Ugo De Rossi per il montaggio, Tonino Delli Colli e Dante Spinotti per la fotografia, Danilo Donati per i costumi, oltre ai maestri Nicola Piovani, Ennio Morricone e Francesco De Masi per la musica.