herself live crew:
aldo ammirata
sergio serradifalco (*also cello on nails)
gioele valenti
Jestrai News:
Palermo, Italy based artist Gioele Valenti (aka Herself) crafts hauntingly homefi songscapes. He’s back - two years after his lucky first Please please please, Leave now (Subcasotto Records 2005) - with ‘God is a Major’ for Jestrai Records (Ulan Bator, Verdena…)
He recorded these songs in a small room of an old abandoned country house called Thelema. Ever wonder what could happen if Six Organs Of Admittance and Sparklehorse got together for beer and pizza and wrote a handful of songs together?
Sweet-sounding acoustic mood, but don’t let that fool you. More acoustic, more nervous than ever.
From South Italy, a one man band mixing excellent lyrics with indie folk atmospheres on electronic lo-fi layers.
Not self indulgent, just dark and beautiful.
For fans of Sparklehorse, Gravenhurst, Xiu Xiu, East River Pipe etc...
Rumore Magazine, n.158“…like a little Elliott Smith in a low fi version (Stoned), Herself play his own songs from his quiet garden […] simple songs for guitar and voice – sometimes some noise shake this calm sea (Hidden and Waterline)… […] A precious little disc…â€
DICONO DI LUI
HerselfGod is amajor - CD Jestrai/Venus -
Arriva il freddo, e per converso servono dischi caldi.
Le scintille in "God is a major" non provengono da chitarre in fiamme o batterie squartate con voce rotta, ma dal poco di un concept in voga negli anni Duemila: il palermitano Gioele Valenti rimbocca le coperte in una ’stamberga fatiscente’ (parole sue) al solo lume del Fostex e del masterizzatore, che partoriscono idee concrete come Hidden, anello di congiunzione tra i Tunng e Six Organs Of Admittance. Waterline è apologia di una nota sola. Day goes by con Stoned ricordano Linkous, e Report dimostra di conoscere anche il pop umbratile e mai troppo dolce dei fu Delgados. La logica dello yin e yang esige una goccia di maligno (To become a trappist) che viola i taciti patti espressi dal ’manifesto’ July 2, by the lake...
Datelo al Thom Yorke degli ultimi tempi e ne ricaverà una signora produzione internazionale.
[7/8]Enrico Veronese
Blow Up Magazine
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Herself, god is a major
“And I broke your bonesand time, a game to die forâ€Ãˆ un’elegia funebre, 5.38, l’ingresso in questo scrigno dal colore rosso, God is a major, nuovo disco di Herself, alias Joele Valenti, (Jestrai, 2006). Un’pera spuria di foglie marce e maligno pastorale, i fantasmi di Bonnie Prince Billy, Sparklehorse, Golden Smog come compagni di viaggio…una voce sussurrata su una chitarra in un cimitero nel deserto…â€Look where our life goesit cames to townthe one who can’t complainis underground†(Hidden)un accompagnamento costante...incalzante...di suoni...odori…waterline…con chitarra…batteria…un inferno di suoni presenti…irreali…una sfida fra l’incubo e la ripetizione del sogno capovolto…e l’apparente leggerezza di quel folk strappato dalle budella del cadavere che sei..sono…e ritrarsi nella voce…affondare nella carne altrui…aprire le finestre…e sedersi al coperto nel tentativo di godersi un brandello di luce…days goes by…un funerale continuo…una ninna nanna dal tunnel profondo dei pupazzi di pezza che si animano nell’armadio…nella tua testa…e inginocchiarsi in una triplice preghiera di insetti, pagine bruciate da mozziconi di sigarette…una supplica al tuo Dio che è stomaco e immateria…costante il vibrare delle lancette…centimetri di pelle conquistata…report…july 2, by the lake…stoned…la sofferenza spalmata di polvere…muovere la chitarra come un protagonista dei film di Peckinpah…la fine di tutto…muovere la testa…la dolcezza prima della meraviglia...
Andrea Consonni